Mario Botta. Vasi
![Mario Botta, Vasi, Galleria Antonia Jannone, Milano Mario Botta, Vasi, Galleria Antonia Jannone, Milano](http://www.arte.it/foto/600x450/f1/11155-image001.jpg)
Mario Botta, Vasi, Galleria Antonia Jannone, Milano
Mario Botta, Vasi, Galleria Antonia Jannone, Milano
Dal 08 Maggio 2012 al 09 Giugno 2012
Milano
Luogo: Galleria Antonia Jannone - Disegni di Architettura
Indirizzo: corso Garibaldi 125
Orari: da martedì a sabato 15.30-19.30; la mattina su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 02 29002930
E-Mail info: info@antoniajannone.it
Sito ufficiale: http://www.antoniajannone.it
La Galleria Antonia Jannone - Disegni di Architettura presenta la mostra Vasi di Mario Botta. Tredici vasi in marmo rosso e bianco di Carrara, ideati dall’architetto, saranno esposti insieme a una serie di piccoli e grandi disegni a matita su carta.
La nuova serie di vasi in marmo di varie dimensioni (da 27 a 36 cm di altezza, e da 18 a 40 cm di larghezza), realizzati tra il 2011 e il 2012 da GVM La Civiltà del Marmo, prendono ispirazione dalla metafora dell’albero: oggetti che diventano autentiche architetture da tavolo, in grado di mostrare la dimensione e la misura del gesto delle sapienti mani che hanno dato loro forma.
Per il giorno dell’inaugurazione, 8 maggio 2012, è prevista una performance di Mario Botta, durante la quale le pareti della Galleria Antonia Jannone saranno animate dai disegni realizzati dall’architetto su carta da spolvero.
Come scrive Carlo Bertelli nella pubblicazione dedicata alla mostra: “il tema del vaso ha appassionato Botta per anni. Ha incominciato da quella che è la materia tradizionale, la ceramica, ma modellandola con strumenti industriali, rompendo definitivamente con la tradizione artigianale e trasferendo l’idea del vaso nell’ambito del progetto. La tensione del progetto libera l’idea dalla soggezione alla materia. Michelangelo fu incerto se realizzare la scala di accesso alla biblioteca Laurenziana in legno o in pietra serena. Finì, come si sa, che la fece in pietra il Buontalenti. Ma il bravo architetto conosce e apprezza i materiali. Lo dimostra bene Botta, che passa dalla pietra di Vicenza al mattone, alla quarzite svedese. Questi marmi delle Apuane venati di rosso sono di per sé un materiale attraente, dove il marmo si fa nuvola. So che i vasi saranno esposti come oggetti, ma personalmente ho sperimentato i vasi di Botta con dentro i fiori. Allora non solo aggiungono bellezza, ma si dimostrano più che miniarchitetture, bensì architetture in un paesaggio. Ovvero riprendono uno dei temi più cari alla poetica di Botta, il rapporto tra architettura e natura”.
Mario Botta (Mendrisio, 1943) è uno dei più importanti architetti contemporanei: la sua pratica ha coinvolto tutte le tipologie edilizie (dalle scuole alle banche, dalle biblioteche a edifici sacri), inoltre è attivo anche nell’ambito della formazione attraverso le conferenze cui partecipa e l’attività didattica presso USI – Università della Svizzera Italiana. Tra gli edifici più significativi della sua carriera ricordiamo: Teatro e Casa per la cultura di Chambéry (1982-1987); SFMOMA – San Francisco Museum of Modern Art (1988-1995); Museo Jean Tinguely di Basilea (1994-1996); Sinagoga cembalista e Centro dell’Eredità Ebraica di Tel Aviv (1996-1998); Fondazione Martin Bodmer di Cologny (1998-2003); Ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano (2002-2004); MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2010); Torri residenziali di via Campari a Sesto San Giovanni (2010).
La nuova serie di vasi in marmo di varie dimensioni (da 27 a 36 cm di altezza, e da 18 a 40 cm di larghezza), realizzati tra il 2011 e il 2012 da GVM La Civiltà del Marmo, prendono ispirazione dalla metafora dell’albero: oggetti che diventano autentiche architetture da tavolo, in grado di mostrare la dimensione e la misura del gesto delle sapienti mani che hanno dato loro forma.
Per il giorno dell’inaugurazione, 8 maggio 2012, è prevista una performance di Mario Botta, durante la quale le pareti della Galleria Antonia Jannone saranno animate dai disegni realizzati dall’architetto su carta da spolvero.
Come scrive Carlo Bertelli nella pubblicazione dedicata alla mostra: “il tema del vaso ha appassionato Botta per anni. Ha incominciato da quella che è la materia tradizionale, la ceramica, ma modellandola con strumenti industriali, rompendo definitivamente con la tradizione artigianale e trasferendo l’idea del vaso nell’ambito del progetto. La tensione del progetto libera l’idea dalla soggezione alla materia. Michelangelo fu incerto se realizzare la scala di accesso alla biblioteca Laurenziana in legno o in pietra serena. Finì, come si sa, che la fece in pietra il Buontalenti. Ma il bravo architetto conosce e apprezza i materiali. Lo dimostra bene Botta, che passa dalla pietra di Vicenza al mattone, alla quarzite svedese. Questi marmi delle Apuane venati di rosso sono di per sé un materiale attraente, dove il marmo si fa nuvola. So che i vasi saranno esposti come oggetti, ma personalmente ho sperimentato i vasi di Botta con dentro i fiori. Allora non solo aggiungono bellezza, ma si dimostrano più che miniarchitetture, bensì architetture in un paesaggio. Ovvero riprendono uno dei temi più cari alla poetica di Botta, il rapporto tra architettura e natura”.
Mario Botta (Mendrisio, 1943) è uno dei più importanti architetti contemporanei: la sua pratica ha coinvolto tutte le tipologie edilizie (dalle scuole alle banche, dalle biblioteche a edifici sacri), inoltre è attivo anche nell’ambito della formazione attraverso le conferenze cui partecipa e l’attività didattica presso USI – Università della Svizzera Italiana. Tra gli edifici più significativi della sua carriera ricordiamo: Teatro e Casa per la cultura di Chambéry (1982-1987); SFMOMA – San Francisco Museum of Modern Art (1988-1995); Museo Jean Tinguely di Basilea (1994-1996); Sinagoga cembalista e Centro dell’Eredità Ebraica di Tel Aviv (1996-1998); Fondazione Martin Bodmer di Cologny (1998-2003); Ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano (2002-2004); MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (2010); Torri residenziali di via Campari a Sesto San Giovanni (2010).
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