Luis Gómez Armenteros. Comanche (The enemy of everyone)
![Luis Gómez Armenteros, Capital cultura, Mural 2023 Luis Gómez Armenteros, Capital cultura, Mural 2023](http://www.arte.it/foto/600x450/2c/154923-Capital_cultura_Mural_2023.jpg)
Luis Gómez Armenteros, Capital cultura, Mural 2023
Dal 18 Febbraio 2025 al 05 Aprile 2025
Milano
Luogo: Fabbrica del Vapore
Indirizzo: Via Giulio Cesare Procaccini 4
Orari: martedi – domenica, orario continuato dalle 14.30 alle 19.30, su prenotazione la mattina ore 11:00-13:00. The Place fino al 20 aprile su appuntamento
Curatori: Giacomo Zaza
Enti promotori:
- Fabbrica del Vapore
- Comune di Milano in collaborazione con U-ART-P di Bergamo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: c.fabbricadelvapore@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.fabbricadelvapore.org
A febbraio 2025, l’artista cubano Luis Gómez Armenteros sarà protagonista di una doppia personale dal titolo Comanche (The enemy of everyone), curata da Giacomo Zaza. L’evento, promosso dalla Fabbrica del Vapore e dal Comune di Milano in collaborazione con U-ART-P di Bergamo, si terrà in due sedi: il 18 febbraio presso la Fabbrica del Vapore di Milano e il 22 febbraio nello spazio The Place di Bergamo.
Luis Gómez Armenteros è stato ospite, nel 2023, dell’importante progetto di residenze d’artista curato da Giacomo Zaza, dal titolo Futura. Arte come risorsa esplorativa. Interagire. Deviare. Attestare, presso la Fabbrica del Vapore. Durante questa esperienza, l’artista ha preso parte a un laboratorio creativo tra generazioni e prospettive diverse, costruendo momenti di esplorazione collettiva e riflessiva. Questa sinergia con gli spazi e i contesti della Fabbrica del Vapore ha posto le basi per il progetto espositivo Comanche.
La mostra dislocata in due sedi, dal titolo Comanche (The enemy of everyone), con opere installative e site-specific, vuole creare un laboratorio progressivo nel quale adoperare vari media mettendo a confronto l’arte, il ruolo dell’artista, la società e le inevitabili questioni che circondano l’arte e le forme di consumo. Il progetto espositivo, che comprende anche una breve residenza dell’artista nel mese di febbraio 2025, pone attenzione sugli stimoli che può dare la componente concettuale ed elaborativa dell’arte al giorno d’oggi. Gli elementi iconografici provenienti da vari contesti, nel caso dell’opera di Luis Gómez Armenteros, sono peculiari di un processo mentale e di una interazione con il contesto (in questo caso quello della Fabbrica del Vapore) e possono diventare “angoli” percettivi di un diverso spazio immaginativo messo a disposizione per un largo pubblico. Tale spazio si rivolge innanzitutto al ruolo dell’artista nell’attualità che viviamo e al senso dello sguardo sull’arte.
Da sottolineare in questo progetto l'importanza della ricerca e della collaborazione (o condivisione degli scenari culturali) come momento essenziale per il concepimento di due mostre personali di Luis Gómez Armenteros.
Difatti, a una prima fase teorica di valutazioni e indagini sul campo, segue una fase operativa di mostre e incontri per la Fabbrica del Vapore a Milano e per U-ART-P a Bergamo (presso lo spazio The Place).
Il progetto Comanche (The enemy of everyone), scandito da due mostre, s’interroga sul significato dell’arte e sulle condizioni della pratica artistica in una società attraversata tanto da inquietudini e chiusure quanto da accelerazioni e sconfinamenti. Ma soprattutto mette in luce una pratica intermediale che trae ispirazione da molte discipline - dalla sociologia alla letteratura, dall’economia politica alla ricerca tecnologica e comunicativa – ponendosi sullo stretto confine tra relatività e finzione, immaginario collettivo e false verità.
La poliedricità del medium e delle connessioni semantiche in Luis Gómez discute la definizione di ciò che è arte al di fuori di una visione egemonica della stessa. L’aspetto più importante della sua pratica è la contaminazione dei diversi rami creativi: una continua variazione e integrazione mediale. Uno spirito meticcio che pervade l’intera sua opera. Il medium per Gómez è uno strumento che possiede un carattere attivo, performativo e formativo. La sua “rimediazione” è ampissima: dalla fotografia al video, dal disegno alla pittura e scultura, dagli interventi nello spazio alla stampa di cartoline e biglietti da visita, e altro ancora. Le tecniche si compenetrano: l’uso dell’alta tecnologia con la bassa definizione e il foundfootage.
A proposito del titolo Comanche (The enemy of everyone), l’artista dichiara: “Quando ho letto il significato etimologico della parola Comanche sono rimasto completamente affascinato. Comanche deriva dalla parola Ute che significa chiunque voglia combattere con me tutto il tempo (Powell 2014), ovvero qualcuno di litigioso, ma questa parola significa anche popolo. Uno dei motivi per cui ho scelto la parola Comanche per il progetto in Fabbrica del Vapore è la condizione di nomadismo di questo popolo. Una condizione generata dall’incontro con la cultura occidentale. Ed è un imperativo nella mia pratica, in quanto meticcio. Inoltre il nomadismo non solo converge nel mio lavoro per la sua condizione sperimentale, ma anche per la piega che ha preso la mia vita di oggi come emigrante. Nel fenomeno Comanche troviamo numerosi altri riferimenti. A esempio l’idea del nemico di tutti, del visto e del vedere se stessi (egocentrismo e narcisismo), e i conflitti nella politica dell’arte in cui tutti vogliono essere intoccabili o essere sotto lo sguardo di un critico mite.”
Il curatore Giacomo Zaza: “L’opera di Luis è turbata continuamente dalla consapevolezza di alcune regole giocate non su rapporti di carattere etico, ma su speculazioni economiche e sociali. Questa inquietudine lo conduce a elaborare uno sguardo ironico tagliente che si pone su un versante di osservazione parallela del mondo. A volte è uno sguardo che esprime una denuncia tragicomica, amara e ironica (come ad esempio nell’opera video Sparring Partner), soprattutto quando l’attenzione ricade su quelle pratiche artistiche che soddisfano solo la propria vanità a scapito dell’impegno e della ricerca. Inoltre Luis Gómez avverte il pericolo della chiusura acritica di un gruppo culturale dentro un determinato recinto linguistico sociale, politico. Una chiusura che in un certo qual modo è richiamata dal fenomeno Comanche di cui parla l’artista. La libertà per Gómez è un movimento trasversale indisciplinato che apre orizzonti di ordine intellettivo, sensoriale ed emotivo, e che annovera costantemente processi di integrazione e decostruzione, contaminazione e giustapposizione, ribaltamento e non senso”.
Nelle due sedi (Milano e Bergamo) l’artista presenterà una selezione di opere, alcune inedite e altre distinte nell’ultimo decennio da una incredibile “libertà di coscienza” e un’analisi dei meccanismi contradditori della sfera artistica. In mostra vedremo Exclusión por silencio, Geist, Even if we are not here, Trata o tratado, A Fuzzy Guy. Percorsi dediti alla propulsione di pensieri visivi.
Completano il progetto, alcuni talk in Fabbrica del Vapore e U-ART-P di Bergamo, durante il periodo espositivo, e un libro monografico su Luis Gómez Armenteros con testi inediti di Giacomo Zaza, Maria Fratelli, Michela Casavola, Jorge Fernández Torres, Suset Sánchez, Omar-Pascual Castillo.
Luis Gómez Armenteros nasce a La Habana nel 1968. Nel 1980 s’iscrive alla Escuela Elemental de Artes Plásticas, dove è alunno di prestigiosi insegnanti e artisti, tra i quali Juan Francisco Elso Padilla, Emilio Rodríguez ed Eva Rojas. La sua formazione prosegue dal 1983 al 1987 all’Academia de San Alejandro, e all’Instituto Superior de Arte (ISA) dal 1987 al 1992. Nel corso dei primi due anni partecipa a varie mostre, tra cui Raíces en Acción, curata da Gerardo Mosquera presso il Museo Carrillo Gil a Città del Messico, e No por mucho Madrugar amanece más temprano presso la Fototeca de Cuba. Nel 1988 prende parte all’azione “La Plástica Joven se dedica al Baseball” a La Habana. In seguito, nel 1990, soggiorna in Messico, dove insieme a Carlos Cárdenas e Fernando García espone in gallerie e istituzioni, tra cui La Agencia, NinArt o il Centro Cultural San Ángel. Al suo rientro prepara la prima mostra personale, Visión del dolor (1991), al Centro de Desarrollo de las Artes Visuales. La sua opera appare in varie mostre, come la IV Bienal de la Habana, Art in Configura (Germania) e Los Hijos de Guillermo Tell (Caracas e Bogotà). Finanziato dalla Fondazione Peter Ludwig, vince una residenza ad Aquisgrana (Germania) che svolgerà nel 1992. Rappresenta per la seconda volta il suo paese alla Biennale di Venezia nel 2015, mentre l’anno successivo prende parte alla mostra su Cuba. Tatuare la storia al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano. Il 2017 è la sua prima mostra personale al Museo Nacional de Bellas Artes di Cuba e alla galleria Diana Lowenstein di Miami. Lavora come professore nell’Instituto Superior de Arte dal 2004 e come ideatore e direttore del Laboratorio di New Media dal 2007. Tiene conferenze, talk e workshop in varie Università e Musei, come l’Universidad Europea di Madrid e l’Universidad de Arte di Malaga, la University of Calgary in Canada e le Università Statali dell’Indiana e dell’Arizona negli Stati Uniti. La sua opera è presente in varie collezioni sia private che pubbliche, tra cui quelle del Museum Ludwig (Germania), del Museo de Bellas Artes (Cuba) e del Wakita Museum (Giappone).
Luis Gómez Armenteros è stato ospite, nel 2023, dell’importante progetto di residenze d’artista curato da Giacomo Zaza, dal titolo Futura. Arte come risorsa esplorativa. Interagire. Deviare. Attestare, presso la Fabbrica del Vapore. Durante questa esperienza, l’artista ha preso parte a un laboratorio creativo tra generazioni e prospettive diverse, costruendo momenti di esplorazione collettiva e riflessiva. Questa sinergia con gli spazi e i contesti della Fabbrica del Vapore ha posto le basi per il progetto espositivo Comanche.
La mostra dislocata in due sedi, dal titolo Comanche (The enemy of everyone), con opere installative e site-specific, vuole creare un laboratorio progressivo nel quale adoperare vari media mettendo a confronto l’arte, il ruolo dell’artista, la società e le inevitabili questioni che circondano l’arte e le forme di consumo. Il progetto espositivo, che comprende anche una breve residenza dell’artista nel mese di febbraio 2025, pone attenzione sugli stimoli che può dare la componente concettuale ed elaborativa dell’arte al giorno d’oggi. Gli elementi iconografici provenienti da vari contesti, nel caso dell’opera di Luis Gómez Armenteros, sono peculiari di un processo mentale e di una interazione con il contesto (in questo caso quello della Fabbrica del Vapore) e possono diventare “angoli” percettivi di un diverso spazio immaginativo messo a disposizione per un largo pubblico. Tale spazio si rivolge innanzitutto al ruolo dell’artista nell’attualità che viviamo e al senso dello sguardo sull’arte.
Da sottolineare in questo progetto l'importanza della ricerca e della collaborazione (o condivisione degli scenari culturali) come momento essenziale per il concepimento di due mostre personali di Luis Gómez Armenteros.
Difatti, a una prima fase teorica di valutazioni e indagini sul campo, segue una fase operativa di mostre e incontri per la Fabbrica del Vapore a Milano e per U-ART-P a Bergamo (presso lo spazio The Place).
Il progetto Comanche (The enemy of everyone), scandito da due mostre, s’interroga sul significato dell’arte e sulle condizioni della pratica artistica in una società attraversata tanto da inquietudini e chiusure quanto da accelerazioni e sconfinamenti. Ma soprattutto mette in luce una pratica intermediale che trae ispirazione da molte discipline - dalla sociologia alla letteratura, dall’economia politica alla ricerca tecnologica e comunicativa – ponendosi sullo stretto confine tra relatività e finzione, immaginario collettivo e false verità.
La poliedricità del medium e delle connessioni semantiche in Luis Gómez discute la definizione di ciò che è arte al di fuori di una visione egemonica della stessa. L’aspetto più importante della sua pratica è la contaminazione dei diversi rami creativi: una continua variazione e integrazione mediale. Uno spirito meticcio che pervade l’intera sua opera. Il medium per Gómez è uno strumento che possiede un carattere attivo, performativo e formativo. La sua “rimediazione” è ampissima: dalla fotografia al video, dal disegno alla pittura e scultura, dagli interventi nello spazio alla stampa di cartoline e biglietti da visita, e altro ancora. Le tecniche si compenetrano: l’uso dell’alta tecnologia con la bassa definizione e il foundfootage.
A proposito del titolo Comanche (The enemy of everyone), l’artista dichiara: “Quando ho letto il significato etimologico della parola Comanche sono rimasto completamente affascinato. Comanche deriva dalla parola Ute che significa chiunque voglia combattere con me tutto il tempo (Powell 2014), ovvero qualcuno di litigioso, ma questa parola significa anche popolo. Uno dei motivi per cui ho scelto la parola Comanche per il progetto in Fabbrica del Vapore è la condizione di nomadismo di questo popolo. Una condizione generata dall’incontro con la cultura occidentale. Ed è un imperativo nella mia pratica, in quanto meticcio. Inoltre il nomadismo non solo converge nel mio lavoro per la sua condizione sperimentale, ma anche per la piega che ha preso la mia vita di oggi come emigrante. Nel fenomeno Comanche troviamo numerosi altri riferimenti. A esempio l’idea del nemico di tutti, del visto e del vedere se stessi (egocentrismo e narcisismo), e i conflitti nella politica dell’arte in cui tutti vogliono essere intoccabili o essere sotto lo sguardo di un critico mite.”
Il curatore Giacomo Zaza: “L’opera di Luis è turbata continuamente dalla consapevolezza di alcune regole giocate non su rapporti di carattere etico, ma su speculazioni economiche e sociali. Questa inquietudine lo conduce a elaborare uno sguardo ironico tagliente che si pone su un versante di osservazione parallela del mondo. A volte è uno sguardo che esprime una denuncia tragicomica, amara e ironica (come ad esempio nell’opera video Sparring Partner), soprattutto quando l’attenzione ricade su quelle pratiche artistiche che soddisfano solo la propria vanità a scapito dell’impegno e della ricerca. Inoltre Luis Gómez avverte il pericolo della chiusura acritica di un gruppo culturale dentro un determinato recinto linguistico sociale, politico. Una chiusura che in un certo qual modo è richiamata dal fenomeno Comanche di cui parla l’artista. La libertà per Gómez è un movimento trasversale indisciplinato che apre orizzonti di ordine intellettivo, sensoriale ed emotivo, e che annovera costantemente processi di integrazione e decostruzione, contaminazione e giustapposizione, ribaltamento e non senso”.
Nelle due sedi (Milano e Bergamo) l’artista presenterà una selezione di opere, alcune inedite e altre distinte nell’ultimo decennio da una incredibile “libertà di coscienza” e un’analisi dei meccanismi contradditori della sfera artistica. In mostra vedremo Exclusión por silencio, Geist, Even if we are not here, Trata o tratado, A Fuzzy Guy. Percorsi dediti alla propulsione di pensieri visivi.
Completano il progetto, alcuni talk in Fabbrica del Vapore e U-ART-P di Bergamo, durante il periodo espositivo, e un libro monografico su Luis Gómez Armenteros con testi inediti di Giacomo Zaza, Maria Fratelli, Michela Casavola, Jorge Fernández Torres, Suset Sánchez, Omar-Pascual Castillo.
Luis Gómez Armenteros nasce a La Habana nel 1968. Nel 1980 s’iscrive alla Escuela Elemental de Artes Plásticas, dove è alunno di prestigiosi insegnanti e artisti, tra i quali Juan Francisco Elso Padilla, Emilio Rodríguez ed Eva Rojas. La sua formazione prosegue dal 1983 al 1987 all’Academia de San Alejandro, e all’Instituto Superior de Arte (ISA) dal 1987 al 1992. Nel corso dei primi due anni partecipa a varie mostre, tra cui Raíces en Acción, curata da Gerardo Mosquera presso il Museo Carrillo Gil a Città del Messico, e No por mucho Madrugar amanece más temprano presso la Fototeca de Cuba. Nel 1988 prende parte all’azione “La Plástica Joven se dedica al Baseball” a La Habana. In seguito, nel 1990, soggiorna in Messico, dove insieme a Carlos Cárdenas e Fernando García espone in gallerie e istituzioni, tra cui La Agencia, NinArt o il Centro Cultural San Ángel. Al suo rientro prepara la prima mostra personale, Visión del dolor (1991), al Centro de Desarrollo de las Artes Visuales. La sua opera appare in varie mostre, come la IV Bienal de la Habana, Art in Configura (Germania) e Los Hijos de Guillermo Tell (Caracas e Bogotà). Finanziato dalla Fondazione Peter Ludwig, vince una residenza ad Aquisgrana (Germania) che svolgerà nel 1992. Rappresenta per la seconda volta il suo paese alla Biennale di Venezia nel 2015, mentre l’anno successivo prende parte alla mostra su Cuba. Tatuare la storia al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano. Il 2017 è la sua prima mostra personale al Museo Nacional de Bellas Artes di Cuba e alla galleria Diana Lowenstein di Miami. Lavora come professore nell’Instituto Superior de Arte dal 2004 e come ideatore e direttore del Laboratorio di New Media dal 2007. Tiene conferenze, talk e workshop in varie Università e Musei, come l’Universidad Europea di Madrid e l’Universidad de Arte di Malaga, la University of Calgary in Canada e le Università Statali dell’Indiana e dell’Arizona negli Stati Uniti. La sua opera è presente in varie collezioni sia private che pubbliche, tra cui quelle del Museum Ludwig (Germania), del Museo de Bellas Artes (Cuba) e del Wakita Museum (Giappone).
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