Mantegna vs Mantegna. Tra luce e ombra: la Camera Picta e il San Sebastiano di Ca’ d’Oro

Andrea Mantegna, San Sebastiano. Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro
Dal 12 Aprile 2025 al 15 Giugno 2025
Mantova
Luogo: Palazzo Ducale
Indirizzo: Piazza Sordello 40
Telefono per informazioni: +39 0376 352100
E-Mail info: pal-mn@cultura.gov.it
Sito ufficiale: http://mantovaducale.beniculturali.it
Dal 12 aprile 2025, Palazzo Ducale di Mantova accoglierà un ospite eccellente: il San Sebastiano dipinto da Andrea Mantegna, su tela, negli ultimi anni della sua vita e oggi conservato presso la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia.
Il dipinto, documentato nel 1506 presso gli eredi del grande pittore, quindi giunto nella collezione di Pietro Bembo a Padova, per poi passare nella collezione del medico Antonio Scarpa, nel 1893 fu destinato dal barone Giorgio Franchetti, suo ultimo proprietario, al meraviglioso edificio tardogotico veneziano che affaccia sul Canal Grande, da lui acquistato per farne un pubblico museo.
Il San Sebastiano di Mantegna emerge dalla sua nicchia come una statua policroma, con la bocca aperta in una muta e tragica espressione di dolore. Le funi stringono dolorosamente la carne e le frecce gli crivellano il corpo. È un’opera drammatica, nella quale sembra cogliersi una profonda partecipazione emotiva del pittore; sembra quasi un testamento spirituale dell’artista, anziano, forse incupito da vicende personali e vicino alla morte, avvenuta il 13 settembre 1506.
Mantegna morì a Mantova, la città nella quale aveva lavorato per quasi mezzo secolo, al servizio dei Gonzaga e dando lustro a loro e alla città, attraverso una serie di capolavori, dei quali il più noto è certamente la Camera Picta (o Camera degli Sposi), interamente dipinta dall’artista nella torre nord-est del Castello di Mantova. La Camera è lucida esaltazione di una corte rinascimentale, resa attraverso l’uso della prospettiva e i rimandi all’antico.
Potrebbero due opere di uno stesso artista del Quattrocento essere così lontane? Classica compostezza da una parte, malinconico lamento dall’altra. La Camera Picta e il San Sebastiano esprimono due modi opposti di concepire la luce, due opposti approcci al Rinascimento, laddove la stanza affrescata ne è luminoso manifesto, a fronte del dramma crepuscolare del dipinto veneziano.
Lo straordinario prestito nasce dalla collaborazione tra la Direzione regionale Musei nazionali del Veneto e il Palazzo Ducale di Mantova e la sua eccezionalità si deve alla necessità di chiudere temporaneamente il museo veneziano per adeguamenti strutturali e impiantistici, nell’ambito del più ampio progetto di restauro e riallestimento della Galleria sostenuto dalla Fondazione Venetian Heritage.
Questa necessità di carattere conservativo offre l’occasione per mettere a confronto due sommi capolavori di Mantegna, nella città dove anche il San Sebastiano fu dipinto. L’opera sarà infatti esposta nella Camera dei Soli, di fianco alla Camera Picta.
«In concomitanza con l’avvio di lavori impiantistici che imporranno, a partire da aprile, una temporanea chiusura di tutte le sale interne del museo, con movimentazioni inevitabili di molte opere della raccolta – dichiara Daniele Ferrara, direttore della Direzione regionale Musei nazionali del Veneto – il capolavoro assoluto di Ca’ d’Oro tornerà, per così dire, nella sua città di origine, innescando una opportunità preziosa di stretta collaborazione tra due importanti istituzioni museali italiane afferenti all’unificato Sistema museale nazionale coordinato dal Ministero della Cultura». «L’eccezionale trasferta, volta a garantire la più ampia fruizione del dipinto durante i lavori in corso in Galleria, offrirà l’occasione – aggiunge Claudia Cremonini, direttrice della Galleria Giorgio Franchetti – per un’accurata revisione conservativa della tela prima della sua ricollocazione definitiva all’interno della cosiddetta “Cappella del Mantegna”, prevista alla fine dell’estate al termine dei lavori di restauro del piccolo vano.”
«A Daniele Ferrara, a Claudia Cremonini e a Toto Bergamo Rossi, direttore della Fondazione Venetian Heritage che sostiene l’intero progetto di restauro e rinnovo del museo veneziano – dichiara Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale – va la mia sincera gratitudine per questo prestito stellare. Il San Sebastiano, che colpì l’immaginario di Gabriele D’Annunzio, Thomas Stearns Eliot, ma anche di José Saramago, sarà presentato assieme al nuovo impianto illuminotecnico della Camera degli Sposi, in fase di realizzazione grazie a una sponsorizzazione di Gigi Events Srl. La sponsorizzazione di Gigi Events Srl include la realizzazione del progetto illuminotecnico a cura di Francesco Murano e Yin Jiaqi e il progetto allestitivo a cura di Luisa Quintiliani e Orsola De Fiori, oltre alla fornitura dei componenti del sistema di illuminazione.
Una camera solare e un dipinto lunare ci racconteranno le vette di un assoluto protagonista del Rinascimento.»
Il dipinto, documentato nel 1506 presso gli eredi del grande pittore, quindi giunto nella collezione di Pietro Bembo a Padova, per poi passare nella collezione del medico Antonio Scarpa, nel 1893 fu destinato dal barone Giorgio Franchetti, suo ultimo proprietario, al meraviglioso edificio tardogotico veneziano che affaccia sul Canal Grande, da lui acquistato per farne un pubblico museo.
Il San Sebastiano di Mantegna emerge dalla sua nicchia come una statua policroma, con la bocca aperta in una muta e tragica espressione di dolore. Le funi stringono dolorosamente la carne e le frecce gli crivellano il corpo. È un’opera drammatica, nella quale sembra cogliersi una profonda partecipazione emotiva del pittore; sembra quasi un testamento spirituale dell’artista, anziano, forse incupito da vicende personali e vicino alla morte, avvenuta il 13 settembre 1506.
Mantegna morì a Mantova, la città nella quale aveva lavorato per quasi mezzo secolo, al servizio dei Gonzaga e dando lustro a loro e alla città, attraverso una serie di capolavori, dei quali il più noto è certamente la Camera Picta (o Camera degli Sposi), interamente dipinta dall’artista nella torre nord-est del Castello di Mantova. La Camera è lucida esaltazione di una corte rinascimentale, resa attraverso l’uso della prospettiva e i rimandi all’antico.
Potrebbero due opere di uno stesso artista del Quattrocento essere così lontane? Classica compostezza da una parte, malinconico lamento dall’altra. La Camera Picta e il San Sebastiano esprimono due modi opposti di concepire la luce, due opposti approcci al Rinascimento, laddove la stanza affrescata ne è luminoso manifesto, a fronte del dramma crepuscolare del dipinto veneziano.
Lo straordinario prestito nasce dalla collaborazione tra la Direzione regionale Musei nazionali del Veneto e il Palazzo Ducale di Mantova e la sua eccezionalità si deve alla necessità di chiudere temporaneamente il museo veneziano per adeguamenti strutturali e impiantistici, nell’ambito del più ampio progetto di restauro e riallestimento della Galleria sostenuto dalla Fondazione Venetian Heritage.
Questa necessità di carattere conservativo offre l’occasione per mettere a confronto due sommi capolavori di Mantegna, nella città dove anche il San Sebastiano fu dipinto. L’opera sarà infatti esposta nella Camera dei Soli, di fianco alla Camera Picta.
«In concomitanza con l’avvio di lavori impiantistici che imporranno, a partire da aprile, una temporanea chiusura di tutte le sale interne del museo, con movimentazioni inevitabili di molte opere della raccolta – dichiara Daniele Ferrara, direttore della Direzione regionale Musei nazionali del Veneto – il capolavoro assoluto di Ca’ d’Oro tornerà, per così dire, nella sua città di origine, innescando una opportunità preziosa di stretta collaborazione tra due importanti istituzioni museali italiane afferenti all’unificato Sistema museale nazionale coordinato dal Ministero della Cultura». «L’eccezionale trasferta, volta a garantire la più ampia fruizione del dipinto durante i lavori in corso in Galleria, offrirà l’occasione – aggiunge Claudia Cremonini, direttrice della Galleria Giorgio Franchetti – per un’accurata revisione conservativa della tela prima della sua ricollocazione definitiva all’interno della cosiddetta “Cappella del Mantegna”, prevista alla fine dell’estate al termine dei lavori di restauro del piccolo vano.”
«A Daniele Ferrara, a Claudia Cremonini e a Toto Bergamo Rossi, direttore della Fondazione Venetian Heritage che sostiene l’intero progetto di restauro e rinnovo del museo veneziano – dichiara Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale – va la mia sincera gratitudine per questo prestito stellare. Il San Sebastiano, che colpì l’immaginario di Gabriele D’Annunzio, Thomas Stearns Eliot, ma anche di José Saramago, sarà presentato assieme al nuovo impianto illuminotecnico della Camera degli Sposi, in fase di realizzazione grazie a una sponsorizzazione di Gigi Events Srl. La sponsorizzazione di Gigi Events Srl include la realizzazione del progetto illuminotecnico a cura di Francesco Murano e Yin Jiaqi e il progetto allestitivo a cura di Luisa Quintiliani e Orsola De Fiori, oltre alla fornitura dei componenti del sistema di illuminazione.
Una camera solare e un dipinto lunare ci racconteranno le vette di un assoluto protagonista del Rinascimento.»
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