L’Energia del Lavoro. Uomini e donne in Aem tra Milano e la Valtellina
Dal 23 Ottobre 2014 al 30 Gennaio 2015
Milano
Luogo: Casa dell’Energia e dell’Ambiente
Indirizzo: piazza Po 3
Orari: da lunedì a venerdì 9.30-17.30
Curatori: Fabrizio Trisoglio
Telefono per informazioni: +39 02 77203935
E-Mail info: fondazioneaem@a2a.eu
Sito ufficiale: http://www.fondazioneaem.it/
Uomini sospesi a un filo tra le nuvole, arrampicati sui tralicci in costruzione, figure minuscole che quasi si perdono in tubi giganteschi e muraglie di cemento infinite. Sono immagini di grandi lavoratori, dediti a un non comune impegno quotidiano, talvolta costretti al rischio, orgogliosi della consapevolezza di partecipare alla costruzione di una nazione. Protagonisti a volte anonimi della Mostra “L’energia del lavoro. Uomini e donne in Aem tra Milano e la Valtellina”, sono ritratti inconsueti dell’Italia che cresce socialmente con il lavoro in ufficio e sui grandi cantieri, scoprendo le colonie estive e gli sport invernali, conquistando l’autonomia delle giovani donne grazie al lavoro, vivendo la vita corale all’interno dell’azienda, con le sue regole e i suoi ritmi. Non sono solo scatti di grandi firme della fotografia italiana (Antonio Paoletti, Francesco Radino, Gianni Berengo Gardin), ma veri e propri reportage aziendali, foto-ricordi che lasciano il segno per la loro verità storica e sociale.
Ancora una volta le iniziative della Fondazione Aem sono indirizzate alla valorizzazione dei preziosi materiali fotografici conservati nei propri archivi, immagini dell’azienda, dei suoi lavoratori e del territorio lombardo, in particolare milanese e valtellinese (in tutto 200.000 immagini).
Dopo il successo nel 2013 della mostra ‘Luci nella città’, oggi la Fondazione Aem – Gruppo A2A traendo la storia dai propri archivi regala alla città ricordi collettivi, aneddoti e ritratti.
La mostra “L’Energia del lavoro” rappresenta un secolo di imprese, progresso, passione professionale tra Milano e la Valtellina negli stabilimenti, nei cantieri e negli uffici dove si produce, si orienta, si trasmette, si misura la luce.
Alberto Martinelli, Presidente della Fondazione Aem, descrive “un’epoca epica, nella quale una pluralità impressionante di lavoratori ha contribuito con sacrificio e dedizione alla crescita e all’industrializzazione del nostro territorio; dove è anche opportuno scorgere in controluce il doloroso prezzo del progresso richiesto dalle grandi opere elettriche, sia tra le montagne valtellinesi sia nel capoluogo milanese, in termini di vite umane e sofferenza”. Parlando dei lavoratori: “Una comunità solidale di uomini e donne, di operai, tecnici, impiegati e dirigenti, che ben testimonia la sua importanza nel territorio anche in termini numerici: dagli iniziali 400 addetti del 1910 i lavoratori Aem salirono a 1.226 nel 1938, per raggiungere quota 2.337 nel 1958. Nel 1981, con l’annessione del servizio gas e la trasformazione in azienda “energetica”, in Aem si sfiorarono i 4.000 dipendenti, senza considerare il vasto indotto dell’impresa tra Milano e la Valtellina. Con gli anni Ottanta termina il nostro racconto ma non la storia dell’azienda, destinata a diventare un grande gruppo multiservizi con la fusione tra Aem e Asm.”
Le sezioni della mostra
Un’impresa di uomini
Una selezione di fotografie inedite che documentano il lavoro, la filiera produttiva attraverso le categorie di lavoratori:operai, minatori, impiegati, elettricisti, tecnici, ingegneri, tutti protagonisti a vari livelli, da Milano all’Alta Valtellina. Le immagini abbracciano un arco temporale compreso tra la fondazione della municipalizzata Aem e la sua trasformazione, negli anni Ottanta, in azienda energetica. Restituiscono l’idea del mutare delle tecniche, del tempo e dei costumi, ma anche di come è stata percepita la presenza umana negli ambienti lavorativi: da semplice figurante e testimone dell’evoluzione della tecnica a vero protagonista della documentazione visiva.
Tra terra e cielo
La costruzione e la messa in opera delle linee di trasmissione ha rappresentato fin dalle prime applicazioni lo strumento per portare energia a lunghe distanze, un elemento di progresso e modernità, un atto di conquista dell’uomo sulla natura, in particolare montana. Queste immagini ripercorrono una breve storia delle linee di trasmissione progettate da Aem nel corso del Novecento, dalla prima linea pionieristica Grosotto-Milano (150 km, 65 kV) alla Grosio-Milano (130 km, 220 kV), allora la linea a doppia terna più alta al mondo (2.610 m).
La “famiglia Aem”
Dopo la fase del paternalismo di fabbrica di fine Ottocento, nel XX secolo il welfare aziendale conosce in Italia due fasi di forte crescita, durante il fascismo e negli anni del “miracolo economico”, quando le opere sociali hanno la funzione di attenuare la conflittualità e le conseguenze del fordismo, e per aumentare la produttività, con forme di consenso e di collaborazione che rimandano al mito della “famiglia aziendale”. Negli anni del secondo dopoguerra l’azione sociale degli imprenditori conosce altri orizzonti. Nel secondo dopoguerra l’Aem dà un forte impulso al suo welfare aziendale, quando è presidente Roberto Tremelloni. Nella sua prospettiva un’azienda moderna, soprattutto se pubblica, deve sempre contemplare degli interventi volti a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori.
Le donne di Aem
Una serie di fotografie per rendere il giusto omaggio al ruolo avuto delle donne in azienda: impiegate, centraliniste, cuoche, dattilografe e segretarie. La compagine femminile in Aem, cresciuta progressivamente fino a raggiungere il 10% del totale dei dipendenti negli anni Ottanta, è presente addirittura prima della fondazione della municipalizzata, come testimonia l’assunzione nel 1908 nell’ufficio dell’impianto elettrico del Comune di Milano di Itala Aghemo Chilo, prima donna impiegata dell’azienda.
Ritenute indispensabili nei periodi di guerra, quando furono reclutate in massa con la formula di “personale femminile in sostituzione di personale maschile richiamato alle armi”, nel secondo dopoguerra le lavoratrici progressivamente si specializzano, assumendo nuove mansioni operative.
Ancora una volta le iniziative della Fondazione Aem sono indirizzate alla valorizzazione dei preziosi materiali fotografici conservati nei propri archivi, immagini dell’azienda, dei suoi lavoratori e del territorio lombardo, in particolare milanese e valtellinese (in tutto 200.000 immagini).
Dopo il successo nel 2013 della mostra ‘Luci nella città’, oggi la Fondazione Aem – Gruppo A2A traendo la storia dai propri archivi regala alla città ricordi collettivi, aneddoti e ritratti.
La mostra “L’Energia del lavoro” rappresenta un secolo di imprese, progresso, passione professionale tra Milano e la Valtellina negli stabilimenti, nei cantieri e negli uffici dove si produce, si orienta, si trasmette, si misura la luce.
Alberto Martinelli, Presidente della Fondazione Aem, descrive “un’epoca epica, nella quale una pluralità impressionante di lavoratori ha contribuito con sacrificio e dedizione alla crescita e all’industrializzazione del nostro territorio; dove è anche opportuno scorgere in controluce il doloroso prezzo del progresso richiesto dalle grandi opere elettriche, sia tra le montagne valtellinesi sia nel capoluogo milanese, in termini di vite umane e sofferenza”. Parlando dei lavoratori: “Una comunità solidale di uomini e donne, di operai, tecnici, impiegati e dirigenti, che ben testimonia la sua importanza nel territorio anche in termini numerici: dagli iniziali 400 addetti del 1910 i lavoratori Aem salirono a 1.226 nel 1938, per raggiungere quota 2.337 nel 1958. Nel 1981, con l’annessione del servizio gas e la trasformazione in azienda “energetica”, in Aem si sfiorarono i 4.000 dipendenti, senza considerare il vasto indotto dell’impresa tra Milano e la Valtellina. Con gli anni Ottanta termina il nostro racconto ma non la storia dell’azienda, destinata a diventare un grande gruppo multiservizi con la fusione tra Aem e Asm.”
Le sezioni della mostra
Un’impresa di uomini
Una selezione di fotografie inedite che documentano il lavoro, la filiera produttiva attraverso le categorie di lavoratori:operai, minatori, impiegati, elettricisti, tecnici, ingegneri, tutti protagonisti a vari livelli, da Milano all’Alta Valtellina. Le immagini abbracciano un arco temporale compreso tra la fondazione della municipalizzata Aem e la sua trasformazione, negli anni Ottanta, in azienda energetica. Restituiscono l’idea del mutare delle tecniche, del tempo e dei costumi, ma anche di come è stata percepita la presenza umana negli ambienti lavorativi: da semplice figurante e testimone dell’evoluzione della tecnica a vero protagonista della documentazione visiva.
Tra terra e cielo
La costruzione e la messa in opera delle linee di trasmissione ha rappresentato fin dalle prime applicazioni lo strumento per portare energia a lunghe distanze, un elemento di progresso e modernità, un atto di conquista dell’uomo sulla natura, in particolare montana. Queste immagini ripercorrono una breve storia delle linee di trasmissione progettate da Aem nel corso del Novecento, dalla prima linea pionieristica Grosotto-Milano (150 km, 65 kV) alla Grosio-Milano (130 km, 220 kV), allora la linea a doppia terna più alta al mondo (2.610 m).
La “famiglia Aem”
Dopo la fase del paternalismo di fabbrica di fine Ottocento, nel XX secolo il welfare aziendale conosce in Italia due fasi di forte crescita, durante il fascismo e negli anni del “miracolo economico”, quando le opere sociali hanno la funzione di attenuare la conflittualità e le conseguenze del fordismo, e per aumentare la produttività, con forme di consenso e di collaborazione che rimandano al mito della “famiglia aziendale”. Negli anni del secondo dopoguerra l’azione sociale degli imprenditori conosce altri orizzonti. Nel secondo dopoguerra l’Aem dà un forte impulso al suo welfare aziendale, quando è presidente Roberto Tremelloni. Nella sua prospettiva un’azienda moderna, soprattutto se pubblica, deve sempre contemplare degli interventi volti a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori.
Le donne di Aem
Una serie di fotografie per rendere il giusto omaggio al ruolo avuto delle donne in azienda: impiegate, centraliniste, cuoche, dattilografe e segretarie. La compagine femminile in Aem, cresciuta progressivamente fino a raggiungere il 10% del totale dei dipendenti negli anni Ottanta, è presente addirittura prima della fondazione della municipalizzata, come testimonia l’assunzione nel 1908 nell’ufficio dell’impianto elettrico del Comune di Milano di Itala Aghemo Chilo, prima donna impiegata dell’azienda.
Ritenute indispensabili nei periodi di guerra, quando furono reclutate in massa con la formula di “personale femminile in sostituzione di personale maschile richiamato alle armi”, nel secondo dopoguerra le lavoratrici progressivamente si specializzano, assumendo nuove mansioni operative.
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