Ilaria Del Monte. La compagnia del sogno
Dal 23 Gennaio 2023 al 17 Marzo 2023
Milano
Luogo: Other Size Gallery
Indirizzo: Via Andrea Maffei 1
Orari: unedì–venerdì 10–18. Chiuso sabato e domenica
Curatori: Claudio Composti
Telefono per informazioni: +39 02.70006800
E-Mail info: othersizegallery@workness.it
Sogno, magia, pittura metafisica e surrealista nella sua declinazione più femminile: sono questi gli ingredienti della pittura di Ilaria Del Monte protagonista della personale “La compagnia del sogno” alla Other Size Gallery di Milano, dal 24 gennaio al 17 marzo 2023, a cura di Claudio Composti.
Negli undici dipinti esposti – di medio e grande formato e la cui produzione va dal 2017 ad oggi – si ritrova l’evoluzione della ricerca artistica di Ilaria Del Monte che riesce a raccontare, grazie a un sapiente uso della luce e del colore, l’ordinario e il fantastico, uniti in spaesanti ambienti domestici, condivisi spesso con presenze selvatiche, animali e vegetali.
L’artista eredita dalla tradizione femminile del Surrealismo la visione di una realtà in cui il quotidiano e il soprannaturale si fondono senza soluzione di continuità. Principale interesse dei surrealisti era il mondo del sogno, dell'inconscio e dell'irrazionale e per molte artiste del movimento la magia rappresentava una forma di sapere ancestrale che portava a processi di emancipazione personale.
«Ne “Il latte dei sogni” – ricorda Claudio Composti nel suo testo – Leonora Carrington mescolò racconti comici e raccapriccianti, disegnò animali e personaggi fantastici, ibridi o mostruosi, esseri magici, dalle sembianze divertenti ma anche spettrali. Ogni storia, per associazione, ne generava altre, in una catena infinita. Da questo filone deriva il bel lavoro di Ilaria Del Monte». Le sue sono narrazioni oniriche che rivelano simbologie di mondi altri, giocano sull’imprevisto e l’imprevedibile, e sono in grado di proiettare il pubblico in un sogno lucido, in bilico tra il credibile e l’incredibile.
Dal punto di vista strettamente formale, la sua pittura è anche figlia dell’altro Realismo magico, quello degli artisti italiani e tedeschi a cavallo tra le due guerre, da cui Del Monte mutua l’atmosfera di sospensione in cui immerge le protagoniste dei suoi racconti. Al centro delle visioni si staglia l’immagine femminile, rinchiusa nelle stanze di una prigione domestica, un luogo monacale, uno spazio d’innesti vegetali e di bestiali incursioni, che rendono labile il confine tra i generi del paesaggio e dell’interno borghese.
«L’atmosfera che ho voluto esprimere nelle mie opere è in bilico tra realtà e sogno – racconta l’artista –, molto vicina a un bestiario medievale “addomesticato” e addolcito tra le mura domestiche, laddove le protagoniste sono circondate da animali, come in “Mediterranea”, o dove un cervo riceve un bagno mentre guarda da una finestra che sembra un dipinto appeso a un muro come in “Prima della festa”. Le protagoniste, fanciulle o bambine, sono creature pensose che nascondono nel loro mondo, apparentemente fiabesco, il sogno tradito dell’umanità di questo secolo e un senso di angoscia e precarietà».
Pugliese di nascita, Ilaria Del Monte frequenta il liceo artistico di Matera e si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2020 la televisione francese Med in Arte le dedica un documentario ambientato a Milano. I disegni e i dipinti di Ilaria Del Monte sono delle narrazioni raccontate con mano sapiente e un’intelligenza concettuale, matura e trasversale. I segni a matita su carta come le pennellate a olio della Del Monte rappresentano mondi costruiti con un’apparente classicità mutuata dalla tradizione pittorica novecentesca, ma che si rivelano ineluttabilmente, sotto le spoglie di maniera tracciate dalla mano, organismi di congetture cerebrali che si svolgono come un tentativo di scardinare gli equilibri consolidati, aprire una finestra mentale rivolta alla fantasia e alla speranza. La sua poetica è di matrice situazionista con una derivazione nietzschiana nel senso dato dal filosofo tedesco all’arte che per lui assume il valore di liberazione dell’uomo dall’oppressione della razionalità permettendo all’individuo di esprimere la propria creatività – e quindi la sua irrazionalità – in un mondo che tende a distruggerla. Tra le mostre personali si ricordano: The Window’s Tales, Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como, 2011; Boarding pass, VBM 20.10, Berlino, 2012; P.G.R. Per Grazia Ricevuta, Riva Arte Contemporanea, Lecce, 2012; Quando Teresa si arrabbiò con Dio, Scatolabianca e Roberta Lietti Arte Contemporanea, Milano, 2013; Out of this world, Antonio Colombo Arte, Milano, 2014; Sussurri, Galleria Punto sull’Arte, Varese, 2015; Spazio Vitale, Momart Gallery, Matera, 2019. Vive e lavora a Milano.
Opening lunedì 23 gennaio 2023, ore 18.30
Negli undici dipinti esposti – di medio e grande formato e la cui produzione va dal 2017 ad oggi – si ritrova l’evoluzione della ricerca artistica di Ilaria Del Monte che riesce a raccontare, grazie a un sapiente uso della luce e del colore, l’ordinario e il fantastico, uniti in spaesanti ambienti domestici, condivisi spesso con presenze selvatiche, animali e vegetali.
L’artista eredita dalla tradizione femminile del Surrealismo la visione di una realtà in cui il quotidiano e il soprannaturale si fondono senza soluzione di continuità. Principale interesse dei surrealisti era il mondo del sogno, dell'inconscio e dell'irrazionale e per molte artiste del movimento la magia rappresentava una forma di sapere ancestrale che portava a processi di emancipazione personale.
«Ne “Il latte dei sogni” – ricorda Claudio Composti nel suo testo – Leonora Carrington mescolò racconti comici e raccapriccianti, disegnò animali e personaggi fantastici, ibridi o mostruosi, esseri magici, dalle sembianze divertenti ma anche spettrali. Ogni storia, per associazione, ne generava altre, in una catena infinita. Da questo filone deriva il bel lavoro di Ilaria Del Monte». Le sue sono narrazioni oniriche che rivelano simbologie di mondi altri, giocano sull’imprevisto e l’imprevedibile, e sono in grado di proiettare il pubblico in un sogno lucido, in bilico tra il credibile e l’incredibile.
Dal punto di vista strettamente formale, la sua pittura è anche figlia dell’altro Realismo magico, quello degli artisti italiani e tedeschi a cavallo tra le due guerre, da cui Del Monte mutua l’atmosfera di sospensione in cui immerge le protagoniste dei suoi racconti. Al centro delle visioni si staglia l’immagine femminile, rinchiusa nelle stanze di una prigione domestica, un luogo monacale, uno spazio d’innesti vegetali e di bestiali incursioni, che rendono labile il confine tra i generi del paesaggio e dell’interno borghese.
«L’atmosfera che ho voluto esprimere nelle mie opere è in bilico tra realtà e sogno – racconta l’artista –, molto vicina a un bestiario medievale “addomesticato” e addolcito tra le mura domestiche, laddove le protagoniste sono circondate da animali, come in “Mediterranea”, o dove un cervo riceve un bagno mentre guarda da una finestra che sembra un dipinto appeso a un muro come in “Prima della festa”. Le protagoniste, fanciulle o bambine, sono creature pensose che nascondono nel loro mondo, apparentemente fiabesco, il sogno tradito dell’umanità di questo secolo e un senso di angoscia e precarietà».
Pugliese di nascita, Ilaria Del Monte frequenta il liceo artistico di Matera e si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2020 la televisione francese Med in Arte le dedica un documentario ambientato a Milano. I disegni e i dipinti di Ilaria Del Monte sono delle narrazioni raccontate con mano sapiente e un’intelligenza concettuale, matura e trasversale. I segni a matita su carta come le pennellate a olio della Del Monte rappresentano mondi costruiti con un’apparente classicità mutuata dalla tradizione pittorica novecentesca, ma che si rivelano ineluttabilmente, sotto le spoglie di maniera tracciate dalla mano, organismi di congetture cerebrali che si svolgono come un tentativo di scardinare gli equilibri consolidati, aprire una finestra mentale rivolta alla fantasia e alla speranza. La sua poetica è di matrice situazionista con una derivazione nietzschiana nel senso dato dal filosofo tedesco all’arte che per lui assume il valore di liberazione dell’uomo dall’oppressione della razionalità permettendo all’individuo di esprimere la propria creatività – e quindi la sua irrazionalità – in un mondo che tende a distruggerla. Tra le mostre personali si ricordano: The Window’s Tales, Roberta Lietti Arte Contemporanea, Como, 2011; Boarding pass, VBM 20.10, Berlino, 2012; P.G.R. Per Grazia Ricevuta, Riva Arte Contemporanea, Lecce, 2012; Quando Teresa si arrabbiò con Dio, Scatolabianca e Roberta Lietti Arte Contemporanea, Milano, 2013; Out of this world, Antonio Colombo Arte, Milano, 2014; Sussurri, Galleria Punto sull’Arte, Varese, 2015; Spazio Vitale, Momart Gallery, Matera, 2019. Vive e lavora a Milano.
Opening lunedì 23 gennaio 2023, ore 18.30
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