Alberto Casiraghy. Il pulcino patafisico, per non parlar dell’elefante

Alberto Casiraghy, Composizione, caratteri e perla, 2014

 

Dal 18 Giugno 2014 al 03 Luglio 2014

Milano

Luogo: Spazio Ostrakon

Indirizzo: via Pastrengo 15

Orari: martedì-sabato 15.30-19.30

Curatori: Alessia Locatelli, Francesco Di Paolo

Telefono per informazioni: +39 331 2565640

E-Mail info: info@spazioostrakon.it

Sito ufficiale: http://www.spazioostrakon.it


Nasce da un atto di amore l’avventura editoriale e artistica di Alberto Casiraghy, quello di salvare dalla demolizione una Audax Nebiolo, macchina da stampa a caratteri mobili. Chiarissimo per fama, sappiamo tutto di lui. Eppure un suo aforisma, “ Il candore eccessivo è un pianeta tutto da scoprire”, pare suggerire, poeticamente, che esiste un Casiraghy ancora da scoprire. Che va cercato nella sua opera pittorica e grafica, ancora poco esplorata, più che in quella letteraria. Attorniato nella sua casa- studio da oggetti raccolti a Sinigaglia, egli trae ispirazione, per i suoi personaggi combinati, da un pettine, da un imbuto, dalla gidouille di Padre Ubu. E’ Patafisica? Quei palloncini rossi sopra la città. E quelle creste, quelle bocche a denti di sega, quegli innesti incongrui? Casiraghy, se vuole, riesce a contraddire anche le navi, figuriamoci se stesso. Si nutre di metamorfosi per giungere al paradosso iconografico. Basti pensare al logo delle sua casa editrice: un pulcino con la testa di elefante! Ma c’è qualcosa di più inaudito e bizzarro nei bestiari medievali? Nelle chimere dell’antichità? Pare che l’abbia concepito quando aveva diciassette anni. E se si trattasse di un’allegoria? Di un rimando alla disgregazione di un ordine morale e alla sua riaggregazione mostruosa e caotica? A differenza degli scritti poetici e aforistici dove la riflessione sul mondo è benevola e svagata, il repertorio grafico è caricaturale, trabocca di occhi che spiano, di denti pronti a mordere. C’è dunque nella sua opera un doppio registro: quello arguto, letterario e quello sferzante, artistico. La personale allo Spazio Ostrakon ruota intorno al secondo, col corollario, immancabile in mostra, di alcuni suoi libretti storici, nonchè di due nuovissimi, stampati per l’occasione in trenta copie, illustrati da Kika Bohr e Monika Wolf, recanti rispettivamente il numero di edizione 9197 e 9199. Saranno anche esposti alcuni cliché realizzati in legno di bosso dallo scomparso incisore Adriano Porazzi. Saranno infine esposte le stampe giclée di Francesco Di Paolo tratte dalle incisioni del Porazzi su disegni di Casiraghy.

Alberto Casiraghy, nato a Osnago nel 1952, è una presenza forse unica nel panorama editoriale italiano. I suoi libri sono stampati con caratteri mobili Bodoni su pregiata carta Hahnemühle. Ha pubblicato varie raccolte di poesie e aforismi. La sua casa editrice “Pulcinoelefante” è conosciuta e amata dai più raffinati cultori dell’editoria. Sono quasi diecimila i titoli pubblicati che Alberto sforna giornalmente come il pane. “Fa il panettiere degli editori. E’ l’unico che stampi in giornata” ha detto di lui l’editore Vanni Scheiwiller. Numerosi gli autori passati nella sua officina. Fra i tanti: Allen Ginsberg, Bruno Munari, Ettore Sottsass, Enrico Baj, Sebastiano Vassalli, Roberto Cerati, Maurizio Cattelan, Gillo Dorfles, Silvio Soldini e in testa a tutti per numero di edizioni Alda Merini. Ha esposto i suoi librini a New York, all’Indiana University di Bloomington, a Berlino, a Tokyo. In occasione dei trent’anni di Pulcinoelefante è stata organizzata una mostra presso la Fondazione Cariplo di Milano, poi presso la casa di Ludovico Ariosto a Ferrara e ancora a Lisbona, Porto e Coimbra. 

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