Adriano Attus. Neometrie
Dal 04 Dicembre 2017 al 22 Dicembre 2017
Milano
Luogo: Laboratorio Formentini per l’editoria
Indirizzo: Via Marco Formentini 10
Orari: Lun - Ven 14 - 19
Curatori: Mathia Pagani, Galleria l’Affiche
Enti promotori:
- Officine Buena Vista - Mimaster
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 02 4951 7840
Sito ufficiale: http://www.numerage.com
Lunedì 4 dicembre alle 18.30 inaugura, negli spazi del Laboratorio Formentini, la personale di Adriano Attus Neometrie, organizzata in collaborazione con Galleria l’Affiche, a cura di Mathia Pagani.
La mostra presenta l’ultimo ciclo di lavori che l’artista ha realizzato come naturale conseguenza della ricerca nata con Numerage, la verità nascosta e poi proseguita in #wearenotnumbers.
I numeri, che nei lavori precedenti erano strumento di una riflessione sul concetto di ridondanza mediatica come altra forma del falso, ora sembrano scomparire, per lasciare il posto a un’esplosione ordinata e caleidoscopica di colori.
Eppure nel colore il numero sopravvive nascosto, come matrice moltiplicativa in grado di generare infinite combinazioni di forme nello spazio: le Neometrie nascono come scomposizione e ricomposizione di quei frammenti in un ordine apparentemente casuale che diventa, nella cristallizzazione dell’opera e nella visione d’insieme, permanente.
Attus invita a scorgere l’insieme nel particolare, ad andare oltre l’apparenza, verso quell’uno, matematico, cromatico e forse esistenziale, che sottende il tutto, e lo fa con un linguaggio che è il linguaggio stesso, senza più l’uso di segni e significanti, ponendo l’osservatore di fronte alla grammatica primaria della creazione, al suo stesso codice. I visitatori saranno invitati a decostruire a loro volta l’ordine creato: l’incanto del gioco, come modalità di appropriazione della realtà e quindi del processo creativo, avrà infine il sopravvento.
Adriano Attus
Sanremo, 1971. Da oltre 20 anni designer e art director nei periodici delle principali case editrici italiane, dal Mondo a Panorama, ora direttore creativo del Sole 24 Ore, poliedrico e multimediale, ha collaborato con Axa, Bloomberg, Bmw, Eni, Iulm. Da sempre combina numeri e colori in una ricerca che progressivamente diventa la cifra stilistica del suo lavoro di artista, esposto per la prima volta alla Galleria L’Affiche di Milano nel 2015, a cura di Mathia Pagani. Seguono, tra le altre, le mostre al Mudec Art Wall, Milano (2015), la partecipazione ad Italian AXA Forum, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2016), Wopart Fair, Lugano, con Galleria l’Affiche (2017).
www.numerage.com
Laboratorio Formentini
Il Laboratorio Formentini per l’editoria è uno spazio per la valorizzazione del lavoro editoriale, punto di riferimento per i professionisti del settore e per tutti i lettori milanesi. Sito nel cuore di Brera, è sede dell’Associazione BookCity Milano. Le attività sono coordinate da Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.
www.laboratorioformentini.it
Officine Buena Vista - Mimaster
E’ l’associazione senza scopo di lucro che fa riferimento a Mimaster illustrazione per la divulgazione della cultura dell’illustrazione a un pubblico di professionisti e di appassionati attraverso mostre, conferenze, incontri e seminari. Officine Buena Vista realizza all’interno del Laboratorio Formentini per l’editoria attività dedicate a professionisti, lettori, appassionati di illustrazione e del libro, studenti.
www.mimasterillustrazione.com
Galleria l’Affiche
La Galleria l’Affiche nasce a Milano nella sede di Via Unione nel 1990. Ha da sempre prediletto autori emergenti, curando le prime mostre di autori come Guido Scarabottolo (1991), Gianluigi Toccafondo (1991), Spider (1991), Francesco Bocchini (1998), Francesco Santosuosso (1998), Simone Pellegrini (2002), Paolo Picozza (2003), Luigi Belli (2003), Chiara Passigli (2007), Federico Guerri (2010), Alfred Drago Rens (2013). Ha curato diverse mostre in spazi pubblici, partecipando a fiere in Italia e all’estero.
www.affiche.it
Matrici, numeri e forme
di Mathia Pagani
Se è vero che le forme sono le lettere con cui da bambini leggiamo il mondo, i numeri ci permettono di moltiplicare il creato e inventare mondi. Numeri e forme hanno molto in comune: infiniti entrambi, traducono cose finite. Paradosso?
Sublimare il numero in forma e la forma in colore: si potrebbe raccontare così la genesi di Neometrie, l’ultima ricerca che Adriano Attus ha condotto tra le maglie lenticolari del reale, quasi per gemmazione dai lavori precedenti.
Se in Numerage i numeri dispersi rappresentavano per estensione la dispersione stessa del sistema mediatico, ridondante e sovraccarico, e in #wearenotnumbers si traducevano nella loro negazione, in Neometrie ora i numeri scompaiono nel frantumarsi in combinazioni cromatiche di spazi potenzialmente infiniti.
Attus ci invita a scorgere l’insieme nel particolare, ad andare oltre l’apparenza, verso quell’uno che sottende il tutto, e lo fa con un linguaggio che è il linguaggio stesso, senza più l’uso di segni e significanti.
Ogni opera è la matrice con cui potrebbe essere ricombinata, come una sequenza genetica, a dare forma a infinite altre opere. In questo risiede l’unicità di Neometrie: siamo di fronte alla grammatica primaria della creazione, al suo stesso codice.
Note:
#1 Forme e colori sono gli elementi primari con cui i bambini fin dai primi mesi sperimentano e indagano la realtà circostante; elementi che restituiscono l’essenza di ogni fenomeno, di ogni oggetto, di ogni espressione della materia.
#2 I limiti della forma ingabbiano il colore, che altrimenti coprirebbe i piani della visione indifferente alla geometria e alle regole dell’Universo.
#3 I colori si contendono spazi di esistenza, immobili solo in apparenza, ma vibranti sotto lo sguardo dell’osservatore, attratto dall’opera fino a diventarne parte essenziale e necessaria.
#4 Ispirazioni neometriche. Chiudo gli occhi e li riapro. Vedo: le geometrie assolute dei mandala tibetani del monastero di Alchi in Ladakh; una tela esposta alla galleria Denise René di un certo Victor Vasarely; le mistiche decorazioni persiane della Moschea Sheikh Lotfollah di Isfahan in Iran.
#5 Neometrie, infinite combinazioni di forme e colori: microcosmi nati dall’incontro di linee, piani e cromie, in continua trasformazione e rigenerazione, come cellule di un organismo vivente. Le singole tessere si ripetono simili, ma mai identiche a se stesse, offrendo alla visione una composizione imprevedibile.
#6 Il pubblico diventa la seconda opera in mostra: la presenza dell’Altro permette al messaggio di affiorare e di imporsi sulla mera figurazione. Prevale così l’importanza dell’elaborazione personale e della ragione per avvicinarsi alla verità.
#7 Adriano Attus ci chiede di intervenire sulle sue opere, di farle nostre e di toccarle con mano. La sperimentazione visiva si unisce a quella tattile. L’incanto del gioco, come modalità di appropriazione della realtà e quindi del processo creativo, ha infine il sopravvento.
#8 Tutto è gioco, non è vero?
Vedi anche:
• Adriano Attus. Numerage: #Wearenotnumbers
• Numerage: la verità nascosta
• Visual Making
• Spider. Oh Boy!
La mostra presenta l’ultimo ciclo di lavori che l’artista ha realizzato come naturale conseguenza della ricerca nata con Numerage, la verità nascosta e poi proseguita in #wearenotnumbers.
I numeri, che nei lavori precedenti erano strumento di una riflessione sul concetto di ridondanza mediatica come altra forma del falso, ora sembrano scomparire, per lasciare il posto a un’esplosione ordinata e caleidoscopica di colori.
Eppure nel colore il numero sopravvive nascosto, come matrice moltiplicativa in grado di generare infinite combinazioni di forme nello spazio: le Neometrie nascono come scomposizione e ricomposizione di quei frammenti in un ordine apparentemente casuale che diventa, nella cristallizzazione dell’opera e nella visione d’insieme, permanente.
Attus invita a scorgere l’insieme nel particolare, ad andare oltre l’apparenza, verso quell’uno, matematico, cromatico e forse esistenziale, che sottende il tutto, e lo fa con un linguaggio che è il linguaggio stesso, senza più l’uso di segni e significanti, ponendo l’osservatore di fronte alla grammatica primaria della creazione, al suo stesso codice. I visitatori saranno invitati a decostruire a loro volta l’ordine creato: l’incanto del gioco, come modalità di appropriazione della realtà e quindi del processo creativo, avrà infine il sopravvento.
Adriano Attus
Sanremo, 1971. Da oltre 20 anni designer e art director nei periodici delle principali case editrici italiane, dal Mondo a Panorama, ora direttore creativo del Sole 24 Ore, poliedrico e multimediale, ha collaborato con Axa, Bloomberg, Bmw, Eni, Iulm. Da sempre combina numeri e colori in una ricerca che progressivamente diventa la cifra stilistica del suo lavoro di artista, esposto per la prima volta alla Galleria L’Affiche di Milano nel 2015, a cura di Mathia Pagani. Seguono, tra le altre, le mostre al Mudec Art Wall, Milano (2015), la partecipazione ad Italian AXA Forum, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2016), Wopart Fair, Lugano, con Galleria l’Affiche (2017).
www.numerage.com
Laboratorio Formentini
Il Laboratorio Formentini per l’editoria è uno spazio per la valorizzazione del lavoro editoriale, punto di riferimento per i professionisti del settore e per tutti i lettori milanesi. Sito nel cuore di Brera, è sede dell’Associazione BookCity Milano. Le attività sono coordinate da Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.
www.laboratorioformentini.it
Officine Buena Vista - Mimaster
E’ l’associazione senza scopo di lucro che fa riferimento a Mimaster illustrazione per la divulgazione della cultura dell’illustrazione a un pubblico di professionisti e di appassionati attraverso mostre, conferenze, incontri e seminari. Officine Buena Vista realizza all’interno del Laboratorio Formentini per l’editoria attività dedicate a professionisti, lettori, appassionati di illustrazione e del libro, studenti.
www.mimasterillustrazione.com
Galleria l’Affiche
La Galleria l’Affiche nasce a Milano nella sede di Via Unione nel 1990. Ha da sempre prediletto autori emergenti, curando le prime mostre di autori come Guido Scarabottolo (1991), Gianluigi Toccafondo (1991), Spider (1991), Francesco Bocchini (1998), Francesco Santosuosso (1998), Simone Pellegrini (2002), Paolo Picozza (2003), Luigi Belli (2003), Chiara Passigli (2007), Federico Guerri (2010), Alfred Drago Rens (2013). Ha curato diverse mostre in spazi pubblici, partecipando a fiere in Italia e all’estero.
www.affiche.it
Matrici, numeri e forme
di Mathia Pagani
Se è vero che le forme sono le lettere con cui da bambini leggiamo il mondo, i numeri ci permettono di moltiplicare il creato e inventare mondi. Numeri e forme hanno molto in comune: infiniti entrambi, traducono cose finite. Paradosso?
Sublimare il numero in forma e la forma in colore: si potrebbe raccontare così la genesi di Neometrie, l’ultima ricerca che Adriano Attus ha condotto tra le maglie lenticolari del reale, quasi per gemmazione dai lavori precedenti.
Se in Numerage i numeri dispersi rappresentavano per estensione la dispersione stessa del sistema mediatico, ridondante e sovraccarico, e in #wearenotnumbers si traducevano nella loro negazione, in Neometrie ora i numeri scompaiono nel frantumarsi in combinazioni cromatiche di spazi potenzialmente infiniti.
Attus ci invita a scorgere l’insieme nel particolare, ad andare oltre l’apparenza, verso quell’uno che sottende il tutto, e lo fa con un linguaggio che è il linguaggio stesso, senza più l’uso di segni e significanti.
Ogni opera è la matrice con cui potrebbe essere ricombinata, come una sequenza genetica, a dare forma a infinite altre opere. In questo risiede l’unicità di Neometrie: siamo di fronte alla grammatica primaria della creazione, al suo stesso codice.
Note:
#1 Forme e colori sono gli elementi primari con cui i bambini fin dai primi mesi sperimentano e indagano la realtà circostante; elementi che restituiscono l’essenza di ogni fenomeno, di ogni oggetto, di ogni espressione della materia.
#2 I limiti della forma ingabbiano il colore, che altrimenti coprirebbe i piani della visione indifferente alla geometria e alle regole dell’Universo.
#3 I colori si contendono spazi di esistenza, immobili solo in apparenza, ma vibranti sotto lo sguardo dell’osservatore, attratto dall’opera fino a diventarne parte essenziale e necessaria.
#4 Ispirazioni neometriche. Chiudo gli occhi e li riapro. Vedo: le geometrie assolute dei mandala tibetani del monastero di Alchi in Ladakh; una tela esposta alla galleria Denise René di un certo Victor Vasarely; le mistiche decorazioni persiane della Moschea Sheikh Lotfollah di Isfahan in Iran.
#5 Neometrie, infinite combinazioni di forme e colori: microcosmi nati dall’incontro di linee, piani e cromie, in continua trasformazione e rigenerazione, come cellule di un organismo vivente. Le singole tessere si ripetono simili, ma mai identiche a se stesse, offrendo alla visione una composizione imprevedibile.
#6 Il pubblico diventa la seconda opera in mostra: la presenza dell’Altro permette al messaggio di affiorare e di imporsi sulla mera figurazione. Prevale così l’importanza dell’elaborazione personale e della ragione per avvicinarsi alla verità.
#7 Adriano Attus ci chiede di intervenire sulle sue opere, di farle nostre e di toccarle con mano. La sperimentazione visiva si unisce a quella tattile. L’incanto del gioco, come modalità di appropriazione della realtà e quindi del processo creativo, ha infine il sopravvento.
#8 Tutto è gioco, non è vero?
Vedi anche:
• Adriano Attus. Numerage: #Wearenotnumbers
• Numerage: la verità nascosta
• Visual Making
• Spider. Oh Boy!
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