Graziano Pompili. Ascoltare il tempo
Dal 24 Ottobre 2015 al 06 Gennaio 2016
Carrara | Massa-Carrara
Luogo: Galleria Duomo
Indirizzo: via Finelli 22/b
Orari: venerdì - sabato - domenica dalle 17.00 alle 20.00 o su appuntamento
Curatori: Filippo Rolla
Enti promotori:
- Con il Patrocinio del Comune di Carrara e del Club Unesco Massa Carrara
Telefono per informazioni: +39 0585 71839
E-Mail info: info@galleriaduomo.it
Sito ufficiale: http://www.galleriaduomo.it/
Sabato 24 ottobre alle ore 18.00 inaugura presso la Galleria Duomo in Via Finelli 22/b a Carrara (MS) la mostra personale di Graziano Pompili dal titolo "Ascoltare il tempo" curata da Filippo Rolla e visibile fino al 6 gennaio 2016 negli orari di apertura al pubblico o su appuntamento, come indicato nel sito www.galleriaduomo.it.
La mostra è la prima personale dell'artista nella città di Carrara e vuole essere un'occasione per capire lo stile e la poetica di Graziano Pompili in un arco di tempo che parte dai primi anni '70, in cui si focalizza sulla tematica della maternità in marmo statuario, arriva alla fine degli anni '80 ed inizio '90, con i paesaggi e gli autoritratti in marmo di Carrara, nero Belgio, granito svedese, fino ad oggi con il tema della casa, in marmo greco, rosso persiano, granito brasiliano.
È proprio sull'attenzione all'utilizzo di materiali diversi quali il marmo statuario, il nero Marquinia, il nero del Belgio, l'Azul Bajia, il marmo greco, il travertino di Persia, e sul passaggio dalle tematiche legate alla maternità, al paesaggio-casa o all'autoritratto che si incentra il viaggio-curatoriale di Filippo Rolla negli spazi di tempo scultoreo di Graziano Pompili che, come spesso capita, inizia dall'ascolto attivo.
Ecco con quali parole l'artista descrive la sua avventura alla scoperta del marmo: "Nel 1969 mentre frequentavo il IV anno all'Accademia di Belle Arti a Bologna, seguivo un corso di scultura in marmo, tenuto dal prof. De Gasperi di Trento. Si lavorava solo a scalpello, a mano e raspe. Affascinato comunque dal materiale, chiesi informazioni ed il professore stesso mi parlò di Laboratori a Carrara che potevano esser visitati e, volendo, ci si poteva anche fermare per scolpire. Fu così che in un bel giorno di primavera feci il mio primo viaggio, in quella città con un amico, e ci recammo direttamente ai Laboratori Artistici Nicoli. Fu lì che conobbi un aitante, giovane e vivace Carlo Nicoli che ci accolse e ci fece vedere lo studio, ne rimasi affascinato a tal punto che trascorsi l'estate a Carrara. Trascorsi anche gli anni successivi, fino al 1974 circa, a Carrara, e qui mentre lavoravo ed apprendevo le tecniche scultoree, vivevo quotidianamente vicino ad artisti come Cárdenas, Signori, Ipousteguy, Viani e Vangi. A distanza di qualche anno, nel '78, mi venne la crisi del marmo e smisi di frequentare studi, laboratori e la stessa Carrara. Fu proprio un momento di crisi legato al marmo ed al mondo che vi girava intorno. Dovettero trascorrere quasi dieci anni, prima di accarezzare con mani il marmo, quando un giorno di Settembre dell'88 fui invitato ad un Simposio di Scultura a Fanano, in provincia di Modena. E proprio lì conobbi e feci amicizia con lo scultore Teddy Cassamayor. Fu lo stesso Teddy ad invitarmi a Carrara, nella stessa Carrara, città del marmo che avevo ben conosciuto anni addietro nei sui vari angoli ed orizzonti, presso il laboratorio di scultura S.G.F. di Torano, dove lui lavorava. Qui ripresi a lavorare il marmo e non ne volevo sapere dei virtuosismi oppure delle trasposizioni "organiche", quindi cominciai ad andare nelle cave, o meglio nei ravaneti, accompagnato dall'allibito ma condiscendente Silvio Santini, che mi assecondava e mi aiutava a riempire lo studio di scarti di montagna. Ecco, direi che questa è un po' la sintesi della relazione che ho avuto con la scultura in marmo in tutti questi lunghi e veloci anni trascorsi a Carrara”.
Nell'esposizione "Ascoltare il tempo" Filippo Rolla ha voluto ripercorrere questo viaggio in cui sculture in marmo statuario di piccole e medie dimensioni, come "Incontro" (1976), "Concetto materno" (1975), "Fiore assopito" (1976), raccontano l'amore come desiderio di procreazione, il calore e la dolcezza della maternità, la protezione di un terreno fertile dove far crescere la vita. Così come le opere "Paesaggio urbano" del 1989 in marmo bianco di Carrara o "Terrae Motus" del 1990 in marmo nero di Carrara, spostano la ricerca dell'artista sulla natura e sulla condizione umana, con le sue luci ed ombre. In "Autoritratto con ombra" del 1998 si riconosce l'artista quando parla a se stesso e al mondo intero attraverso il simbolo della propria ombra, un'ombra raffigurata dallo scorrere del tempo, una sorta di teatro della coscienza che chiunque può vedere ed ascoltare. Questo teatro diventa l'essenza dell'abitare dell'uomo in "Luogo" (2004, granito nero Zimbabwe) e "Poeticamente abita l'uomo" in marmo statuario del 2010. Una dimensione a cui arriva attraverso un sentiero, "Der feldweg" (2007, granito nero Zimbabwe), e nella quale si trova ed esiste in relazione allo spazio, al riconoscimento dell'altro e a quella familiarità delle cose che permettono a ciascuno di noi di sentirsi a casa e radicato nel proprio mondo, come dimostra la reinterpretazione del soggetto "ORT" nel corso degli ultimi anni in vari materiali, dal granito nero Zimbabwe allo statuario, al marmo nero del Belgio, al travertino rosso di Persia.
In mostra oltre ad una ventina di sculture, anche disegni su carta con bitume e smalto, ed incisioni a tiratura limitata, che richiamano le tematiche sviluppate in forma plastica.
Graziano Pompili nasce a Fiume il 18 dicembre 1943; tre anni dopo la sua famiglia si trasferisce a Faenza, dove Pompili riceve la sua prima educazione artistica, apprendendo soprattutto l'uso della terracotta e della ceramica. Frequenta l'istituto d'Arte di questa città, ed ha come maestri Angelo Biancini e Carlo Zauli. In seguito si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove frequenta i corsi di scultura e incisione. Dal 1970 soggiorna per lunghi periodi a Carrara. Qui ha l'opportunità di frequentare gli storici Laboratori Artistici Nicoli dove oltre ad apprendere le tecniche del marmo, conosce maestri come Signori, Viani, Cárdenas. Attualmente frequenta il Laboratorio di Scultura & Design S.G.F. di Torano. Pompili, molto giovane si dedica alla didattica, insegnando dapprima ceramica e plastica all' Istituto d'Arte Chierici di Reggio Emilia, poi scultura in marmo all'Accademia di Belle Arti di Bologna ed infine scultura riferita all'arte sacra all'Accademia di Brera a Milano. Pompili ha realizzato negli anni numerose mostre personali in gallerie pubbliche e private, in Italia e all' estero. Fra le mostre personali ricordiamo: galerie Les Cyclades, Antibes 1996; “Il tempo grande scultore” galleria Niccoli, Parma 1997; Tour Fromage, Aosta 1997; galleria Arte Borgogna Milano 1998; Landaus Bauer, Francoforte 1999; galerie N. E., Darmstadt 2000; Circolo degli Artisti, Faenza 2000; Sala delle Colonne, Comune di Nonantola 2001; Alte kelter, Mulhacher 2002; “Bianco e Nero” Galleria Radium Artis, Reggio Emilia; personale alla Fondazione Gaibazzi con Galleria Niccoli, Parma 2003; “Miraggi, mostre al castello” Castel S. Pietro Terme, 2004; “La memoria del sacro” Palazzo Magnani, Reggio Emilia 2006; “Poeticamente abita l'uomo” Galleria Maria Cilena, Milano 2007; “Il Sacro ed il Profano” (con Daniel Spoerri) in St. Peter Lubecca; “Poreklo” Obalne Galerie, Pirano (Slovenia) 2008; Galleria Romberg, Roma 2009; Der feldweg, “ORT”, è il titolo di un vasto allestimento a Castelpergine, (Trento) 2011. “Der Weg” (il cammino) Galleria Niccoli, Parma 2011; “Der Feldweg” Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano 2011; “Terramare” personale di sola grafica Galleria Artesucarte, Modena 2012. Fra le mostre collettive si possono menzionare la Quadriennale di Roma “Nuove Generazioni” 1975; “Fiorino d' Oro” a Firenze in Palazzo Strozzi 1976; “Terra d' Italia” Ancona 1983; “Ricognizioni anni 1980 – 85” Erice 1985; Biennale di Venezia 1986, Padiglione Arte e Biologia, curato da Giorgio Celli; “Ritorno al mare, omaggio a Pino Pascali” Polignano Mare, Bari 1994; Biennale d' Arte Contemporanea a Dubrovnik sulla Via del Sale, provincia di Cuneo 2003; Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo a Salerno 2002; XIV Quadriennale di Roma 2005; l'Opera e lo spazio, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna 2005; XXIV Biennale di Gubbio 2005; Intervento scenico per “Traiettorie 2005” Teatro Farnese, Parma; GNAM, Gastronomia nell'arte moderna, Parma 2007; presentazione dei bozzetti delle sculture del giardino di Spoerri al Museo Pecci di Prato 2007; Biennale d'arte “Roncaglia” S. Felice sul Panaro 2008; V Triennale svizzera di scultura Bad Ragaz – Vaduz 2012; “Il paesaggio Necessario” Grizzana Morandi 2012; “Lascia un segno” disegni per le collezioni della Accademia di belle arti di Bologna; Biennale Internazionale di Scultura Racconigi 2013; L'Arte contemporanea legge l'Ariosto, Palazzo Magnani, Reggio Emilia 2014; La Scultura Ceramica in Italia, G.N.A.M. Roma e VI triennale Svizzera di scultura, Bad Ragaz e Vaduz 2015. Le sue opere fanno parte delle collezioni pubbliche di diversi musei d'arte contemporanea come il MAMBO di Bologna, Collezioni civiche di Aosta, il MAR di Ravenna, il MAGI di Pieve di Cento, la Galleria civica a Modena, il Museo Pecci a Prato, la Collezione della fondazione Carisbo di Bologna, il Museo della Scultura di Gubbio, il MUSMA di Matera, il “giardino di Daniel Spoerri” a Seggiano. Al Museo d'arte contemporanea di Pirano, e alla Collezione di “Forma Viva” a Porto Rose. Al Museo all'aperto di Ravne Na Koroskem (Lubiana).
La mostra è la prima personale dell'artista nella città di Carrara e vuole essere un'occasione per capire lo stile e la poetica di Graziano Pompili in un arco di tempo che parte dai primi anni '70, in cui si focalizza sulla tematica della maternità in marmo statuario, arriva alla fine degli anni '80 ed inizio '90, con i paesaggi e gli autoritratti in marmo di Carrara, nero Belgio, granito svedese, fino ad oggi con il tema della casa, in marmo greco, rosso persiano, granito brasiliano.
È proprio sull'attenzione all'utilizzo di materiali diversi quali il marmo statuario, il nero Marquinia, il nero del Belgio, l'Azul Bajia, il marmo greco, il travertino di Persia, e sul passaggio dalle tematiche legate alla maternità, al paesaggio-casa o all'autoritratto che si incentra il viaggio-curatoriale di Filippo Rolla negli spazi di tempo scultoreo di Graziano Pompili che, come spesso capita, inizia dall'ascolto attivo.
Ecco con quali parole l'artista descrive la sua avventura alla scoperta del marmo: "Nel 1969 mentre frequentavo il IV anno all'Accademia di Belle Arti a Bologna, seguivo un corso di scultura in marmo, tenuto dal prof. De Gasperi di Trento. Si lavorava solo a scalpello, a mano e raspe. Affascinato comunque dal materiale, chiesi informazioni ed il professore stesso mi parlò di Laboratori a Carrara che potevano esser visitati e, volendo, ci si poteva anche fermare per scolpire. Fu così che in un bel giorno di primavera feci il mio primo viaggio, in quella città con un amico, e ci recammo direttamente ai Laboratori Artistici Nicoli. Fu lì che conobbi un aitante, giovane e vivace Carlo Nicoli che ci accolse e ci fece vedere lo studio, ne rimasi affascinato a tal punto che trascorsi l'estate a Carrara. Trascorsi anche gli anni successivi, fino al 1974 circa, a Carrara, e qui mentre lavoravo ed apprendevo le tecniche scultoree, vivevo quotidianamente vicino ad artisti come Cárdenas, Signori, Ipousteguy, Viani e Vangi. A distanza di qualche anno, nel '78, mi venne la crisi del marmo e smisi di frequentare studi, laboratori e la stessa Carrara. Fu proprio un momento di crisi legato al marmo ed al mondo che vi girava intorno. Dovettero trascorrere quasi dieci anni, prima di accarezzare con mani il marmo, quando un giorno di Settembre dell'88 fui invitato ad un Simposio di Scultura a Fanano, in provincia di Modena. E proprio lì conobbi e feci amicizia con lo scultore Teddy Cassamayor. Fu lo stesso Teddy ad invitarmi a Carrara, nella stessa Carrara, città del marmo che avevo ben conosciuto anni addietro nei sui vari angoli ed orizzonti, presso il laboratorio di scultura S.G.F. di Torano, dove lui lavorava. Qui ripresi a lavorare il marmo e non ne volevo sapere dei virtuosismi oppure delle trasposizioni "organiche", quindi cominciai ad andare nelle cave, o meglio nei ravaneti, accompagnato dall'allibito ma condiscendente Silvio Santini, che mi assecondava e mi aiutava a riempire lo studio di scarti di montagna. Ecco, direi che questa è un po' la sintesi della relazione che ho avuto con la scultura in marmo in tutti questi lunghi e veloci anni trascorsi a Carrara”.
Nell'esposizione "Ascoltare il tempo" Filippo Rolla ha voluto ripercorrere questo viaggio in cui sculture in marmo statuario di piccole e medie dimensioni, come "Incontro" (1976), "Concetto materno" (1975), "Fiore assopito" (1976), raccontano l'amore come desiderio di procreazione, il calore e la dolcezza della maternità, la protezione di un terreno fertile dove far crescere la vita. Così come le opere "Paesaggio urbano" del 1989 in marmo bianco di Carrara o "Terrae Motus" del 1990 in marmo nero di Carrara, spostano la ricerca dell'artista sulla natura e sulla condizione umana, con le sue luci ed ombre. In "Autoritratto con ombra" del 1998 si riconosce l'artista quando parla a se stesso e al mondo intero attraverso il simbolo della propria ombra, un'ombra raffigurata dallo scorrere del tempo, una sorta di teatro della coscienza che chiunque può vedere ed ascoltare. Questo teatro diventa l'essenza dell'abitare dell'uomo in "Luogo" (2004, granito nero Zimbabwe) e "Poeticamente abita l'uomo" in marmo statuario del 2010. Una dimensione a cui arriva attraverso un sentiero, "Der feldweg" (2007, granito nero Zimbabwe), e nella quale si trova ed esiste in relazione allo spazio, al riconoscimento dell'altro e a quella familiarità delle cose che permettono a ciascuno di noi di sentirsi a casa e radicato nel proprio mondo, come dimostra la reinterpretazione del soggetto "ORT" nel corso degli ultimi anni in vari materiali, dal granito nero Zimbabwe allo statuario, al marmo nero del Belgio, al travertino rosso di Persia.
In mostra oltre ad una ventina di sculture, anche disegni su carta con bitume e smalto, ed incisioni a tiratura limitata, che richiamano le tematiche sviluppate in forma plastica.
Graziano Pompili nasce a Fiume il 18 dicembre 1943; tre anni dopo la sua famiglia si trasferisce a Faenza, dove Pompili riceve la sua prima educazione artistica, apprendendo soprattutto l'uso della terracotta e della ceramica. Frequenta l'istituto d'Arte di questa città, ed ha come maestri Angelo Biancini e Carlo Zauli. In seguito si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove frequenta i corsi di scultura e incisione. Dal 1970 soggiorna per lunghi periodi a Carrara. Qui ha l'opportunità di frequentare gli storici Laboratori Artistici Nicoli dove oltre ad apprendere le tecniche del marmo, conosce maestri come Signori, Viani, Cárdenas. Attualmente frequenta il Laboratorio di Scultura & Design S.G.F. di Torano. Pompili, molto giovane si dedica alla didattica, insegnando dapprima ceramica e plastica all' Istituto d'Arte Chierici di Reggio Emilia, poi scultura in marmo all'Accademia di Belle Arti di Bologna ed infine scultura riferita all'arte sacra all'Accademia di Brera a Milano. Pompili ha realizzato negli anni numerose mostre personali in gallerie pubbliche e private, in Italia e all' estero. Fra le mostre personali ricordiamo: galerie Les Cyclades, Antibes 1996; “Il tempo grande scultore” galleria Niccoli, Parma 1997; Tour Fromage, Aosta 1997; galleria Arte Borgogna Milano 1998; Landaus Bauer, Francoforte 1999; galerie N. E., Darmstadt 2000; Circolo degli Artisti, Faenza 2000; Sala delle Colonne, Comune di Nonantola 2001; Alte kelter, Mulhacher 2002; “Bianco e Nero” Galleria Radium Artis, Reggio Emilia; personale alla Fondazione Gaibazzi con Galleria Niccoli, Parma 2003; “Miraggi, mostre al castello” Castel S. Pietro Terme, 2004; “La memoria del sacro” Palazzo Magnani, Reggio Emilia 2006; “Poeticamente abita l'uomo” Galleria Maria Cilena, Milano 2007; “Il Sacro ed il Profano” (con Daniel Spoerri) in St. Peter Lubecca; “Poreklo” Obalne Galerie, Pirano (Slovenia) 2008; Galleria Romberg, Roma 2009; Der feldweg, “ORT”, è il titolo di un vasto allestimento a Castelpergine, (Trento) 2011. “Der Weg” (il cammino) Galleria Niccoli, Parma 2011; “Der Feldweg” Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano 2011; “Terramare” personale di sola grafica Galleria Artesucarte, Modena 2012. Fra le mostre collettive si possono menzionare la Quadriennale di Roma “Nuove Generazioni” 1975; “Fiorino d' Oro” a Firenze in Palazzo Strozzi 1976; “Terra d' Italia” Ancona 1983; “Ricognizioni anni 1980 – 85” Erice 1985; Biennale di Venezia 1986, Padiglione Arte e Biologia, curato da Giorgio Celli; “Ritorno al mare, omaggio a Pino Pascali” Polignano Mare, Bari 1994; Biennale d' Arte Contemporanea a Dubrovnik sulla Via del Sale, provincia di Cuneo 2003; Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo a Salerno 2002; XIV Quadriennale di Roma 2005; l'Opera e lo spazio, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna 2005; XXIV Biennale di Gubbio 2005; Intervento scenico per “Traiettorie 2005” Teatro Farnese, Parma; GNAM, Gastronomia nell'arte moderna, Parma 2007; presentazione dei bozzetti delle sculture del giardino di Spoerri al Museo Pecci di Prato 2007; Biennale d'arte “Roncaglia” S. Felice sul Panaro 2008; V Triennale svizzera di scultura Bad Ragaz – Vaduz 2012; “Il paesaggio Necessario” Grizzana Morandi 2012; “Lascia un segno” disegni per le collezioni della Accademia di belle arti di Bologna; Biennale Internazionale di Scultura Racconigi 2013; L'Arte contemporanea legge l'Ariosto, Palazzo Magnani, Reggio Emilia 2014; La Scultura Ceramica in Italia, G.N.A.M. Roma e VI triennale Svizzera di scultura, Bad Ragaz e Vaduz 2015. Le sue opere fanno parte delle collezioni pubbliche di diversi musei d'arte contemporanea come il MAMBO di Bologna, Collezioni civiche di Aosta, il MAR di Ravenna, il MAGI di Pieve di Cento, la Galleria civica a Modena, il Museo Pecci a Prato, la Collezione della fondazione Carisbo di Bologna, il Museo della Scultura di Gubbio, il MUSMA di Matera, il “giardino di Daniel Spoerri” a Seggiano. Al Museo d'arte contemporanea di Pirano, e alla Collezione di “Forma Viva” a Porto Rose. Al Museo all'aperto di Ravne Na Koroskem (Lubiana).
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