La conquista del cielo

La conquista del cielo, Palazzo Claudi, Serrapetrona (Macerata)

 

Dal 06 Ottobre 2012 al 30 Giugno 2013

Serrapetrona | Macerata

Luogo: Palazzo Claudi

Indirizzo: Serrapetrona

Orari: sabato 16-20; domenica 9-12/ 16-20 e su prenotazione

Enti promotori:

  • Comune di Serrapetrona
  • Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche
  • Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Scienze della Terra

Costo del biglietto: euro 5, riduzioni per gruppi e scuole

Telefono per informazioni: +39 0733 908321

E-Mail info: isabella.tombolini@alceomoretti.it


Dal 6 ottobre a Serrapetrona (Mc) una straordinaria mostra racconta l’evoluzione della vita e gli antichi miti seguendo il tema del volo. In esposizione rarissimi reperti paleontologici che testimoniano momenti chiave dell’evoluzione e reperti archeologici di produzione magno-greca ed etrusca magnificamente decorati.

L’aspirazione al volo come elemento cruciale nell’evoluzione della vita sulla Terra e come grandiosa tensione dell’essere umano espressa nel mito e nell’arte. Un percorso affascinante quello proposto dalla mostra “La conquista del cielo”, che si aprirà sabato 6 ottobre a Palazzo Claudi a Serrapetrona (Mc), rendendo così fruibile al grande pubblico un tesoro paleontologico e archeologico di valore inestimabile. L’esposizione è organizzata e promossa dal Comune di Serrapetrona, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e dalla Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Scienze della Terra ed è realizzata grazie alla collaborazione del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, con il patrocinio e il contributo di: Regione Marche, Provincia di Macerata, Fondazione Carima, Fondazioni Claudi e Comunità Montana dei Monti Azzurri; con il sostegno delle aziende Efi, Cava Baroni e iGuzzini.

La mostra raccoglie circa 70 reperti tra paleontologici, archeologici e numismatici riferibili ad un arco cronologico che va dalla Preistoria all’età romana; essi provengono dal sequestro di una collezione privata detenuta illegalmente e rinvenuta a Serrapetrona nel dicembre 2006. Da allora è stata avviata l’attività di recupero, studio e valorizzazione; l’analisi è ancora in corso ma gli esperti hanno già riconosciuto il grande valore scientifico e didattico dei reperti, destinati a diventare un riferimento per studiosi e appassionati a livello internazionale. 
Per rendere fruibile al grande pubblico il ‘tesoro di Serrapetrona’ è stato avviato un percorso di musealizzazione, con una prima mostra nel 2010 incentrata sul tema del mare. La seconda e più ampia esposizione si aprirà proprio il 6 ottobre e permetterà di ammirare per la prima volta uno dei reperti più imponenti: lo scheletro di un dinosauro, più precisamente di un Prosaurolophus, risalente al Cretaceo Superiore (circa 75 milioni di anni fa).  

Il percorso di mostra, dalla significativa valenza didattica, si articola in una sezione paleontologica ed una archelogica. 
La sezione paleontologica, curata da Umberto Nicosia e Ilaria Paparella (Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Scienze della Terra), accompagna il visitatore attraverso gli adattamenti che hanno consentito ad alcuni organismi di invadere il cielo.  La scelta di spiegare l’arte del volo, dopo aver affrontato l’ambiente marino, segue una precisa strategia didattica, tesa a spiegare, attraverso casi esemplari, i meccanismi dell’evoluzione della vita sulla Terra. I fossili in esposizione coprono un intervallo di circa 100 milioni di anni: insetti provenienti soprattutto dal Brasile; pterosauri (rettili volanti) da Sud America e Germania; un esemplare dei primi uccelli basali (fondamentali per la discussa teoria sull’evoluzione degli uccelli dai dinosauri) e un piccolo fossile di pipistrello.

La sezione archeologica, curata da Mara Silvestrini e Nicoletta Frapiccini (Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche) raccoglie alcuni splendidi esemplari di vasi e altri manufatti per la gran parte di produzione magno-greca ed etrusca, magnificamente decorati con esseri alati, creature favolose protagoniste di innumerevoli miti e leggende sorti attorno a quella che nell’antichità era l’utopia del volo. Tra i pezzi più pregiati, si può citare una oinochoe (brocca usata per versare il vino) risalente al IV secolo a.C. decorata con due Erinni, nella mitologia greca dee della vendetta, o forse Eumenidi nella loro benevola accezione; la tecnica della doratura, diffusamente impiegata nella realizzazione di questo esemplare, ne fa un cimelio straordinario. Altro pezzo di grande pregio una olpe (particolare tipologia di vaso) a rotelle, datata tra il 630 e il 610 a. C, inquadrabile nella produzione corinzia, elegantemente decorata con animali e sfingi, ovvero esseri alati in parte umani e in parte animali.

Completa la mostra un nucleo di materiali costituito da 25 monete. Di particolare rilievo quelle raffiguranti Pegaso, il cavallo alato della mitologia greca; si tratta di stateri d’argento greci, coniati inizialmente a Corinto verso la metà del VI sec. a.C. e poi diffusi, sia per utilizzo, sia per nuove aree di emissione, non solo in Grecia ma anche in Occidente, nella Magna Grecia e in Sicilia, dove si diffusero tra il IV e il III sec. a.C.  



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