Riccardo Antonelli. Showcase. Facce da vetrina
Dal 05 Dicembre 2014 al 17 Gennaio 2015
Firenze
Luogo: Galleria Frascione Arte - Palazzo Ricasoli
Indirizzo: via Maggio 5
Orari: 10-13 / 16-19 o su appuntamento
Curatori: Lorenzo Fiorucci
Enti promotori:
- Galleria Frascione Arte di Firenze
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 2399205
E-Mail info: info@frascionearte.com
Sito ufficiale: http://www.frascionearte.com
Si intitola “Showcase”- Facce da vetrina la nuova iniziativa promossa dalla galleria Frascione Arte di Firenze. Il progetto, a cura di Lorenzo Fiorucci, con la partecipazione dell’artista Riccardo Antonelli, propone la vetrina della Galleria come luogo di incontro, diaframma tra la realtà e il desiderio, tra il quotidiano e l'effimero, spazio in cui sguardi, ambizioni ed emozioni diverse convergono e confluiscono per brevi attimi. I diversi stati d’animo delle persone che si accostano alla vetrina saranno immortalati per una settimana (dal 24 al 29 novembre) dall'obiettivo di una macchina fotografica e restituiti sotto forma artistica dal pittore Riccardo Antonelli. Le opere saranno presentate in occasione della manifestazione Contemporaneamente giovedì 4 dicembre 2014 a partire dalle ore 18.00, assieme ad una performance di Antonelli che trasporrà a colpi di spatola sulla tela una delle fotografie scattate dalla vetrina di Via Maggio .
Si è soliti considerare la vetrina come punto di osservazione dall'esterno all'interno. Scopo del progetto è invece cambiare il punto di vista, fissando l'immagine dei passanti, e cercando di cogliere le loro differenti emozioni: turisti, attratti dal fascino dell'arte, che si affacciano incuriositi; barboni che si accostano all'ingresso in cerca di attenzione; collezionisti che frugano le vetrine con la speranza di trovare il pezzo mancante alla propria raccolta; storici dell'arte e critici animati dal piacere della scoperta. Questo ribaltamento del punto di vista diventa così metafora della condizione contemporanea, in cui è l'uomo ad essere diventato oggetto d'osservazione.
Non è casuale la scelta del pittore Riccardo Antonelli, la cui opera è stata recentemente commentata da Achille Bonito Oliva, che ha descritto efficacemente il carattere della sua ricerca artistica: "Riccardo Antonelli pone l'uomo al centro della sua tela, il volto abnorme … umanissimo che tanto sconforta e sconcerta un pubblico quasi scrutato da quelle grandi pupille, da quell'aria indagatoria e giudicatrice. Il quadro per Antonelli diviene uno specchio pauroso in cui non si riflettono le nostre virtù ma le nostre colpe. Lo specchio ormai fisso in quell'immagine, bloccato in quella fisionomia, è quasi un memento mori costante che ci osserva ogni qual volta noi cediamo al desiderio di compiacere il narcisismo e l'egotismo. Lo specchio assume valenza di manifesto, di slogan morale contro i vezzi della società attuale, verso il nichilismo di cui siamo tutti imbevuti".
Si è soliti considerare la vetrina come punto di osservazione dall'esterno all'interno. Scopo del progetto è invece cambiare il punto di vista, fissando l'immagine dei passanti, e cercando di cogliere le loro differenti emozioni: turisti, attratti dal fascino dell'arte, che si affacciano incuriositi; barboni che si accostano all'ingresso in cerca di attenzione; collezionisti che frugano le vetrine con la speranza di trovare il pezzo mancante alla propria raccolta; storici dell'arte e critici animati dal piacere della scoperta. Questo ribaltamento del punto di vista diventa così metafora della condizione contemporanea, in cui è l'uomo ad essere diventato oggetto d'osservazione.
Non è casuale la scelta del pittore Riccardo Antonelli, la cui opera è stata recentemente commentata da Achille Bonito Oliva, che ha descritto efficacemente il carattere della sua ricerca artistica: "Riccardo Antonelli pone l'uomo al centro della sua tela, il volto abnorme … umanissimo che tanto sconforta e sconcerta un pubblico quasi scrutato da quelle grandi pupille, da quell'aria indagatoria e giudicatrice. Il quadro per Antonelli diviene uno specchio pauroso in cui non si riflettono le nostre virtù ma le nostre colpe. Lo specchio ormai fisso in quell'immagine, bloccato in quella fisionomia, è quasi un memento mori costante che ci osserva ogni qual volta noi cediamo al desiderio di compiacere il narcisismo e l'egotismo. Lo specchio assume valenza di manifesto, di slogan morale contro i vezzi della società attuale, verso il nichilismo di cui siamo tutti imbevuti".
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