Massimo Vitali. Pienovuoto
![Massimo Vitali, JBP Pink, 2019 Massimo Vitali, JBP Pink, 2019](http://www.arte.it/foto/600x450/2d/117797-D_0081.jpg)
© Massimo Vitali | Massimo Vitali, JBP Pink, 2019
Dal 25 Giugno 2021 al 10 Ottobre 2021
Firenze
Luogo: Forte di Belvedere
Indirizzo: Via di S. Leonardo 1
Curatori: Sergio Risaliti
Enti promotori:
- Comune di Firenze
Spiagge italiane assolate e gremite di gente in vacanza e ambienti dove gli individui ritrovano relazioni primigenie con la natura. Si intitola Pienovuoto la mostra di Massimo Vitali, curata da Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E nell’ambito del progetto Ieri, oggi, domani. Italia autoritratto allo specchio promossa con il supporto di Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze e Mazzoleni, in programma dal 25 giugno al 10 ottobre 2021 nella Palazzina del Forte di Belvedere, a Firenze. Il progetto vuole esaltare lo guardo di un fotografo che sa cogliere l’instabile ma ricorrente equilibrio tra densità e assenza, tra calca e solitudine, tra città e spiagge affollate e luoghi ameni dove la presenza umana è ridotta ai minimi termini.
L’opera di Massimo Vitali attinge esteticamente alla storia dell'arte e non solo a quella della fotografia. Italiano d'origine, anglosassone di formazione e con una visione internazionale e attenta all'evolversi della ricerca d'avanguardia a cavallo tra il secolo scorso e quello attuale, l'artista appare come un fotografo incline a non lasciare tracce nelle sue opere di momenti legati a fatti storici identificabili. Il suo mondo appare come sospeso in un fermo immagine cinematografico. Non vi sono mai dettagli identificabili con fatti storici o di attualità, se non per i titoli che, talvolta, rimandano a raduni affollati o a serate di divertimento in discoteca.
“Massimo Vitali, è in grado di mettere in scena un’Italia secondo punti di vista del tutto peculiari – spiega Sergio Risaliti, curatore della mostra -. La sua visione del nostro paese è quella di un teatro universale, ora preso d’assalto ora al contrario ancora rappresentato come spazio di estese misure e solitudini, tra assembramenti e moltitudini di spiagge affollate e discoteche piene all’inverosimile. A fare da contraltare a questo repertorio ecco spazi ancora incontaminati, dove poche presenze testimoniano la forza della natura e il suo dominio fuori della civiltà dei consumi e della tecnologia. Il tempo per Vitali è non tanto relativo quanto fuori del tempo: la fotografia non certifica cosa è stato, ma quello che potrebbe essere sempre un eterno presente. La vita fissata in termini di metafisica, e il reale si trasforma in una messa in scena, la cui verità iconica sembra nascere con la mutazione fotografica del contenuto in forma assoluta e a sé stante.
“Cerco di restituire dei pezzi di storia, di vita, e cerco di fornire elementi molto precisi e apparentemente inutili. A me piace la storia dell’uomo normale. Odio le belle fotografie”, ha spiegato Massimo Vitali, commentando il suo lavoro.
La sua opera appare come conseguente a un periodo "illuminista", dove vengono registrati luoghi che, al di là del loro interesse geografico, paesaggistico o atmosferico, sono immortalati per ciò che sono e “catturati” da un occhio algido e preciso per quantità di dettagli e particolari illustrati fino al parossismo. Le costruzioni vengono restituite in tutta la loro identità e fisicità architettonica, le montagne sono riprese, per quanto impossibile, fino all'ultima roccia e lichene, le spiagge e le dune di sabbia, ammorbidite dai riflessi e dalle ombre percepibili fino all'orizzonte. Come Canaletto e molta della pittura settecentesca, il suo occhio capta ogni minimo dettaglio e lo trasferisce sulla carta fotografica in modo realistico e analitico.
Massimo Vitali è nato a Como nel 1944. Terminate le scuole superiori si trasferisce a Londra dove studia fotografia al London College of Printing. Nei primi anni Sessanta intraprende la sua carriera come fotogiornalista, collaborando con molti giornali e agenzie italiane ed europee. In questo periodo conosce Simon Guttman, il fondatore dell’agenzia Report, un incontro fondamentale per la sua crescita professionale. All’inizio degli anni Ottanta, avendo perso convinzione su alcuni aspetti della fotografia, collabora come direttore della fotografia per cinema e televisione. Nel 1995 da' inizio alla sua famosa serie dei panorami delle spiagge italiane. Attualmente vive e lavora tra Lucca e Berlino.
Opening 25 giugno 2021 h 16
L’opera di Massimo Vitali attinge esteticamente alla storia dell'arte e non solo a quella della fotografia. Italiano d'origine, anglosassone di formazione e con una visione internazionale e attenta all'evolversi della ricerca d'avanguardia a cavallo tra il secolo scorso e quello attuale, l'artista appare come un fotografo incline a non lasciare tracce nelle sue opere di momenti legati a fatti storici identificabili. Il suo mondo appare come sospeso in un fermo immagine cinematografico. Non vi sono mai dettagli identificabili con fatti storici o di attualità, se non per i titoli che, talvolta, rimandano a raduni affollati o a serate di divertimento in discoteca.
“Massimo Vitali, è in grado di mettere in scena un’Italia secondo punti di vista del tutto peculiari – spiega Sergio Risaliti, curatore della mostra -. La sua visione del nostro paese è quella di un teatro universale, ora preso d’assalto ora al contrario ancora rappresentato come spazio di estese misure e solitudini, tra assembramenti e moltitudini di spiagge affollate e discoteche piene all’inverosimile. A fare da contraltare a questo repertorio ecco spazi ancora incontaminati, dove poche presenze testimoniano la forza della natura e il suo dominio fuori della civiltà dei consumi e della tecnologia. Il tempo per Vitali è non tanto relativo quanto fuori del tempo: la fotografia non certifica cosa è stato, ma quello che potrebbe essere sempre un eterno presente. La vita fissata in termini di metafisica, e il reale si trasforma in una messa in scena, la cui verità iconica sembra nascere con la mutazione fotografica del contenuto in forma assoluta e a sé stante.
“Cerco di restituire dei pezzi di storia, di vita, e cerco di fornire elementi molto precisi e apparentemente inutili. A me piace la storia dell’uomo normale. Odio le belle fotografie”, ha spiegato Massimo Vitali, commentando il suo lavoro.
La sua opera appare come conseguente a un periodo "illuminista", dove vengono registrati luoghi che, al di là del loro interesse geografico, paesaggistico o atmosferico, sono immortalati per ciò che sono e “catturati” da un occhio algido e preciso per quantità di dettagli e particolari illustrati fino al parossismo. Le costruzioni vengono restituite in tutta la loro identità e fisicità architettonica, le montagne sono riprese, per quanto impossibile, fino all'ultima roccia e lichene, le spiagge e le dune di sabbia, ammorbidite dai riflessi e dalle ombre percepibili fino all'orizzonte. Come Canaletto e molta della pittura settecentesca, il suo occhio capta ogni minimo dettaglio e lo trasferisce sulla carta fotografica in modo realistico e analitico.
Massimo Vitali è nato a Como nel 1944. Terminate le scuole superiori si trasferisce a Londra dove studia fotografia al London College of Printing. Nei primi anni Sessanta intraprende la sua carriera come fotogiornalista, collaborando con molti giornali e agenzie italiane ed europee. In questo periodo conosce Simon Guttman, il fondatore dell’agenzia Report, un incontro fondamentale per la sua crescita professionale. All’inizio degli anni Ottanta, avendo perso convinzione su alcuni aspetti della fotografia, collabora come direttore della fotografia per cinema e televisione. Nel 1995 da' inizio alla sua famosa serie dei panorami delle spiagge italiane. Attualmente vive e lavora tra Lucca e Berlino.
Opening 25 giugno 2021 h 16
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