L’Italia chiamò
olio su tela, 232×348 cm
Dal 12 Novembre 2011 al 15 Gennaio 2012
Firenze
Luogo: Galleria degli Uffizi, San Pier Scheraggio
Indirizzo: Piazzale degli Uffizi
Orari: Martedì – Domenica ore 10.00 – 17.00
Curatori: Carlo Sisi, Giovanna Giusti, Antonio Natali
Enti promotori:
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
- Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico
- Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze
- Galleria degli Uffizi
Costo del biglietto: ingresso libero
Telefono per informazioni: 055 2388651
E-Mail info: direzione.uffizi@polomuseale.firenze.it
Sito ufficiale: http://www.uffizi.firenze.it
Dal prossimo 12 novembre fino al 15 gennaio 2012 la Galleria degli Uffizi sarà sede, nell’Aula di San Pier Scheraggio, della mostra L’Italia chiamò, che celebrando i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia ha occasione di illustrare come venissero proposti ed elaborati dagli artisti dell’epoca i grandi temi morali e patriottici e le figure storiche illustri che ne erano state e ne erano gli emblemi.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attivi Culturali, dalla Soprintendenza per il Patrimonio Artistico, Storico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze con la Galleria degli Uffizi e curata da Carlo Sisi con Giovanna Giusti e Antonio Natali, riflette sostanzialmente su tre temi suggeriti dal luogo espositivo stesso, San Pier Scheraggio, e dalle collezioni della Galleria:
1. La celebrazione degli illustri della patria
Con il patrocinio del granduca Leopoldo II e grazie alla sottoscrizione promossa dal tipografo-editore Vincenzo Batelli fu avviato, sin dal 1835, il progetto di decorare le nicchie del loggiato degli Uffizi con ventotto statue di illustri toscani; impresa che sarà portata a compimento nel 1856, quando il montante scontento nei confronti del paternalismo granducale maturerà, a Firenze, la ‘rivoluzione’ del ’59. Radicato nella temperie culturale e civica del Romanticismo, quel santuario delle eccellenze toscane non piacque, nel Quarantotto, a chi si aspettava dall’arte figurativa più radicali coinvolgimenti popolari, ma fu comunque capace di suggerire pensieri e immaginazioni d’amor patrio al milieu dei moderati, cui allora facevano riferimento Niccolò Puccini e i frequentatori del ‘pantheon laico’ di Scornio.
Si espone in questa sezione il quadro di Eugenio Agneni, Le ombre dei grandi uomini fiorentini. Sogno di un esule, 1857 (Torino, Galleria d’Arte Moderna), che proprio in riferimento al ciclo celebrativo del loggiato intesse una visione notturna di grande suggestione, rappresentando i grandi toscani che, in forma di minacciosi fantasmi, cacciano l’invasore austriaco.
In anni cruciali per le sorti dell’indipendenza italiana, il Governo provvisorio di Toscana bandì un concorso – del quale fu convinto promotore Bettino Ricasoli – che ebbe il compito di aggregare gli artisti al progetto politico dell’unità nazionale.
Quattro grandi ritratti presentati al Concorso Ricasoli indetto nel 1859 – Antonio Puccinelli, Vincenzo Gioberti; Francesco Saverio Altamura, Carlo Troya; Ferdinando Rondoni, Giuseppe Giusti; Luigi Norfini, Silvio Pellico (Firenze, Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti) – vengono esposti in ideale dialogo di continuità con gli Uomini e le donne illustri di Andrea del Castagno già presenti in San Pier Scheraggio.
2. Evocazioni risorgimentali nel Novecento. Le battaglie di Corrado Cagli e di Renato Guttuso
Esiti significativi di un genere che negli anni postunitari avrebbe aperto la strada alla rappresentazione dei fatti contemporanei, la Battaglia di San Martino di Corrado Cagli (1936) e la Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (1951-52) di Renato Guttuso si fronteggiano in uno degli spazi di San Pier Scheraggio dimostrando la vitale meditazione di due protagonisti dell’arte moderna su fatti cruciali del nostro Risorgimento. Due sensibilità a confronto, indirizzata la prima a distribuire nella grande composizione la memoria dei maestri quattrocenteschi, secondo la poetica dei ‘ritorni’ perseguita dall’arte fra le due guerre; impegnata la seconda a coniugare il deciso risalto dei gesti e dei caratteri, peculiare dello stile del Realismo, con il messaggio politico che i tempi e le ideologie richiedevano.
La visione dei due dipinti è accompagnata in mostra da una selezione di scene di battaglia tratte da celebri film di soggetto risorgimentale che, raccolti in due video di particolare suggestione, hanno la funzione di completare un percorso stilistico e concettuale con il quale la Galleria degli Uffizi partecipa alle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia.
3. Il rinnovamento della pittura di genere storico
Il concorso Ricasoli fu un’importante occasione per incoraggiare il rinnovamento della pittura di genere storico che si applicava per la prima volta a soggetti contemporanei: nella sezione dedicata ai “quadri di battaglie”, che prevedeva il ricordo delle quattro giornate di Curtatone, Magenta, Palestro e San Martino, si distinguerà, fra gli altri, il giovane Fattori con Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta, opera monumentale che includeva tuttavia le innovative sperimentazioni cromatiche dei macchiaioli.
Vengono qui esposti il quadro di Luigi Norfini, La battaglia di Novara (Milano, Museo del Risorgimento), eseguito su incarico del governo toscano e donato ai Savoia per la ‘Galleria delle battaglie’ in Palazzo Reale a Milano; e la Spalliera per il trono del re d’Italia (Firenze, Galleria del Costume), realizzata dall’Istituto magistrale di Firenze nel 1861.
“Attraverso le immagini presenti in permanenza nell’aula chiesastica di San Pier Scheraggio - così profondamente legata alle più remote memorie civiche di Fiorenza comunale - e con l’opportuno affiancamento ad esse di quadri ottenuti in prestito, il “discorso” espositivo limpido e convincente esalta il valore testimoniale di opere d’arte alle quali fin dall’origine fu inteso affidare un messaggio di monito e di ispirazione: i personaggi illustri evocati e ritratti, le battaglie viste e immaginate” (Cristina Acidini).
Così commenta il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, “è stata giustappunto la presenza degli Uomini illustri di Andrea del Castagno a suggerire d’affiancare a personaggi celebri del passato l’effigi di uomini parimenti illustri, ma dell’epopea risorgimentale; conforme a un dialogo fra antico e moderno ch’è poi segno distintivo degli Uffizi e che in questi medesimi locali si rinnova e si rinsalda anche per via dei marmi romani che austeri ne impreziosiscono lo spazio”.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attivi Culturali, dalla Soprintendenza per il Patrimonio Artistico, Storico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze con la Galleria degli Uffizi e curata da Carlo Sisi con Giovanna Giusti e Antonio Natali, riflette sostanzialmente su tre temi suggeriti dal luogo espositivo stesso, San Pier Scheraggio, e dalle collezioni della Galleria:
1. La celebrazione degli illustri della patria
Con il patrocinio del granduca Leopoldo II e grazie alla sottoscrizione promossa dal tipografo-editore Vincenzo Batelli fu avviato, sin dal 1835, il progetto di decorare le nicchie del loggiato degli Uffizi con ventotto statue di illustri toscani; impresa che sarà portata a compimento nel 1856, quando il montante scontento nei confronti del paternalismo granducale maturerà, a Firenze, la ‘rivoluzione’ del ’59. Radicato nella temperie culturale e civica del Romanticismo, quel santuario delle eccellenze toscane non piacque, nel Quarantotto, a chi si aspettava dall’arte figurativa più radicali coinvolgimenti popolari, ma fu comunque capace di suggerire pensieri e immaginazioni d’amor patrio al milieu dei moderati, cui allora facevano riferimento Niccolò Puccini e i frequentatori del ‘pantheon laico’ di Scornio.
Si espone in questa sezione il quadro di Eugenio Agneni, Le ombre dei grandi uomini fiorentini. Sogno di un esule, 1857 (Torino, Galleria d’Arte Moderna), che proprio in riferimento al ciclo celebrativo del loggiato intesse una visione notturna di grande suggestione, rappresentando i grandi toscani che, in forma di minacciosi fantasmi, cacciano l’invasore austriaco.
In anni cruciali per le sorti dell’indipendenza italiana, il Governo provvisorio di Toscana bandì un concorso – del quale fu convinto promotore Bettino Ricasoli – che ebbe il compito di aggregare gli artisti al progetto politico dell’unità nazionale.
Quattro grandi ritratti presentati al Concorso Ricasoli indetto nel 1859 – Antonio Puccinelli, Vincenzo Gioberti; Francesco Saverio Altamura, Carlo Troya; Ferdinando Rondoni, Giuseppe Giusti; Luigi Norfini, Silvio Pellico (Firenze, Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti) – vengono esposti in ideale dialogo di continuità con gli Uomini e le donne illustri di Andrea del Castagno già presenti in San Pier Scheraggio.
2. Evocazioni risorgimentali nel Novecento. Le battaglie di Corrado Cagli e di Renato Guttuso
Esiti significativi di un genere che negli anni postunitari avrebbe aperto la strada alla rappresentazione dei fatti contemporanei, la Battaglia di San Martino di Corrado Cagli (1936) e la Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (1951-52) di Renato Guttuso si fronteggiano in uno degli spazi di San Pier Scheraggio dimostrando la vitale meditazione di due protagonisti dell’arte moderna su fatti cruciali del nostro Risorgimento. Due sensibilità a confronto, indirizzata la prima a distribuire nella grande composizione la memoria dei maestri quattrocenteschi, secondo la poetica dei ‘ritorni’ perseguita dall’arte fra le due guerre; impegnata la seconda a coniugare il deciso risalto dei gesti e dei caratteri, peculiare dello stile del Realismo, con il messaggio politico che i tempi e le ideologie richiedevano.
La visione dei due dipinti è accompagnata in mostra da una selezione di scene di battaglia tratte da celebri film di soggetto risorgimentale che, raccolti in due video di particolare suggestione, hanno la funzione di completare un percorso stilistico e concettuale con il quale la Galleria degli Uffizi partecipa alle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia.
3. Il rinnovamento della pittura di genere storico
Il concorso Ricasoli fu un’importante occasione per incoraggiare il rinnovamento della pittura di genere storico che si applicava per la prima volta a soggetti contemporanei: nella sezione dedicata ai “quadri di battaglie”, che prevedeva il ricordo delle quattro giornate di Curtatone, Magenta, Palestro e San Martino, si distinguerà, fra gli altri, il giovane Fattori con Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta, opera monumentale che includeva tuttavia le innovative sperimentazioni cromatiche dei macchiaioli.
Vengono qui esposti il quadro di Luigi Norfini, La battaglia di Novara (Milano, Museo del Risorgimento), eseguito su incarico del governo toscano e donato ai Savoia per la ‘Galleria delle battaglie’ in Palazzo Reale a Milano; e la Spalliera per il trono del re d’Italia (Firenze, Galleria del Costume), realizzata dall’Istituto magistrale di Firenze nel 1861.
“Attraverso le immagini presenti in permanenza nell’aula chiesastica di San Pier Scheraggio - così profondamente legata alle più remote memorie civiche di Fiorenza comunale - e con l’opportuno affiancamento ad esse di quadri ottenuti in prestito, il “discorso” espositivo limpido e convincente esalta il valore testimoniale di opere d’arte alle quali fin dall’origine fu inteso affidare un messaggio di monito e di ispirazione: i personaggi illustri evocati e ritratti, le battaglie viste e immaginate” (Cristina Acidini).
Così commenta il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, “è stata giustappunto la presenza degli Uomini illustri di Andrea del Castagno a suggerire d’affiancare a personaggi celebri del passato l’effigi di uomini parimenti illustri, ma dell’epopea risorgimentale; conforme a un dialogo fra antico e moderno ch’è poi segno distintivo degli Uffizi e che in questi medesimi locali si rinnova e si rinsalda anche per via dei marmi romani che austeri ne impreziosiscono lo spazio”.
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