L’Edificio del Sogno. L’opera incantatrice di Richard Wagner
Giuliano Pini, Crepuscolo degi dei, L’Edificio del Sogno. L’opera incantatrice di Richard Wagner, Museo Mediceo, Palazzo Medici Riccardi, Firenze
Dal 06 Giugno 2012 al 22 Luglio 2012
Firenze
Luogo: Museo Mediceo - Palazzo Medici Riccardi
Indirizzo: via Cavour 1
Orari: 9-13/ 14-18; chiuso mercoledì
Telefono per informazioni: +39 055 2754823
E-Mail info: mv.galeazzi@florencemultimedia.it
Sito ufficiale: http://www.palazzo-medici.it
L’artista estrae dalla partitura musicale tratti e colori, trasforma l’azione della teatralità in movimenti dei soggetti nello spazio pittorico.
Il cromatismo delle note wagneriane nelle opere di Giuliano Pini dal 6 giugno al 1° luglio 2012 nel Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi nella mostra “L’Edificio del Sogno – L’opera incantatrice di Richard Wagner”: un ciclo di dipinti nel quale l’artista fiorentino, raggiunta la massima maturità espressiva, si confronta con la rappresentazione della musica in pittura. Esposizione riproposta a trent’anni dalla prima fatta nel Palazzo dei Diamanti di Ferrara e a oltre dieci anni dall’ultima, tenutasi all’Istituto degli Innocenti, torna ad affascinare nella sua poetica figurativo-simbolica nella quale dimostra una conoscenza autentica di ciò che vuole rappresentare con l’immagine.
A questa esposizione seguirà una successiva mostra legata al mondo della danza “Il sogno mediterraneo” dal 5 luglio al 5 agosto 2012 nella sala del Basolato del Comune di Fiesole. I due eventi si assemblano in un ciclo dal titolo “Uomini, dei ed eroi”, proprio per le diverse tematiche del mito che il maestro propone e indaga con i suoi dipinti.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione culturale Liberarte con il patrocinio della Provincia di Firenze, del Comune di Fiesole e dalla Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino.
Nel corso delle due mostre, curate da Anita Valentini, saranno presentati alcuni eventi legati al tema specifico dei dipinti: venerdì 15 giugno alle ore 17.00 nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici si terrà un Recital del Pianista Andrea Trovato su musiche di Wagner, Verdi, Debussy e Liszt; giovedì 21 giugno alle 17, presentazione del libro “Richard Wagner, la poetica del puro umano” di Renzo Cresti (Edizione Libreria Musicale Italiana, Lucca 2012) con l’intervento dell’autore e dell’editore.
Nel percorso artistico di Giuliano Pini, in un’esplorazione profonda tra linguaggi espressivi diversi, si rivela come opera centrale “Il punto da raggiungere” del 1979: inizio di un suo nuovo cammino e definizione di un traguardo finale per il quale l’artista abbandona l’Espressionismo e il Realismo politico tedesco, mutuato da un’attenta analisi delle opere di Otto Dix e di George Grosz.
Pini si allontana dalle sperimentazioni di Nuova Corrente, corrente artistica fondata con Xavier Bueno, Midollini, Tredici, Papasogli ed altri, per inoltrarsi nel racconto del teatro wagneriano, sollecitato e sostenuto dalla splendida amicizia con il tenore Alfredo Kraus.
Il fascino che l’opera di Richard Wagner ha esercitato su Giuliano Pini si esprime con estrema forza nelle linee, nei colori, nella capacità dell’artista di saper svelare nel dipinto il vigore delle note musicali in una traslazione pittorica nei quadri ispirati a “La Walkiria”, “Tristano ed Isotta”, “L’Olandese Volante”, “Il Crepuscolo degli Dei”, “Parsifal”.
Il visitatore ritroverà nel cromatismo degli oli e delle tempere dell’opera piniana il cromatismo delle note wagneriane. Sono quei verdi, ora scintillanti ora no, con dei gialli sommessi, quei blu leggeri, o quei rossi accesi che virano all’arancione ed al giallo, quelle figure sospese, attente, attonite, leggere, che nella posizione, nel sovrapporsi, raccontano, puntuali, il mito delle saghe nordiche.
Si rileva uno studio attento dell’artista sulla teatralità dell’azione, un procedere musicato dei soggetti nello spazio loro assegnato, un composto essere protagonisti, anche quando i cavalli tumultuosi e le lance che si spezzano sembrano rompere questo schema.
GIULIANO PINI E LA DANZA
È dall’avvicinamento ad Antonio Gades e il flamenco che inizia un altro progetto e nascono le opere che compongono la mostra “Il sogno mediterraneo” dal 5 luglio al 5 agosto 2012 nella sala del Basolato del Comune di Fiesole.
In questi dipinti altri colori si sprigionano dalla tavolozza dell’artista, adesso prevalgono i rossi accesi, i gialli, i blu; le linee si fanno più circolari, nei quadri predomina un movimento, ora lento ora veloce, un rapporto fisico tra i soggetti, sguardi fieri, pose plastiche e decise. Si sente il sole dell’Andalusia ed il ritmico battere sul plancito di legno.
Scialli neri e camicie bianche, capelli raccolti in crocchia, capigliature scarmigliate, il canto roco di qualcuno che è fuori della tela ma che sappiamo presente, sguardi fieri, liberi, mai soggetti.
Un rito, un mito nel nostro immaginario.
Una musica, una danza, che non è solo musica e danza ma cultura custodita per secoli dal popolo gitano e che si diffonde in tutta la Spagna, fino a diventarne tradizione, una volta che questo acquisisce diritti e libertà prima negate.
Rispetto alle opere della mostra allestita a Palazzo Medici Riccardi, adesso è diversa la luce, come diverso è il sole della Spagna rispetto a quello del Nord Europa, diversi sono i contorni, diversa la stesura del colore nel quadro. Uguale la straordinaria capacità di Giuliano Pini di trasferire sulla tela la percezione di un’arte che appartiene ad un altro universo sensoriale.
Il cromatismo delle note wagneriane nelle opere di Giuliano Pini dal 6 giugno al 1° luglio 2012 nel Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi nella mostra “L’Edificio del Sogno – L’opera incantatrice di Richard Wagner”: un ciclo di dipinti nel quale l’artista fiorentino, raggiunta la massima maturità espressiva, si confronta con la rappresentazione della musica in pittura. Esposizione riproposta a trent’anni dalla prima fatta nel Palazzo dei Diamanti di Ferrara e a oltre dieci anni dall’ultima, tenutasi all’Istituto degli Innocenti, torna ad affascinare nella sua poetica figurativo-simbolica nella quale dimostra una conoscenza autentica di ciò che vuole rappresentare con l’immagine.
A questa esposizione seguirà una successiva mostra legata al mondo della danza “Il sogno mediterraneo” dal 5 luglio al 5 agosto 2012 nella sala del Basolato del Comune di Fiesole. I due eventi si assemblano in un ciclo dal titolo “Uomini, dei ed eroi”, proprio per le diverse tematiche del mito che il maestro propone e indaga con i suoi dipinti.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione culturale Liberarte con il patrocinio della Provincia di Firenze, del Comune di Fiesole e dalla Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino.
Nel corso delle due mostre, curate da Anita Valentini, saranno presentati alcuni eventi legati al tema specifico dei dipinti: venerdì 15 giugno alle ore 17.00 nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici si terrà un Recital del Pianista Andrea Trovato su musiche di Wagner, Verdi, Debussy e Liszt; giovedì 21 giugno alle 17, presentazione del libro “Richard Wagner, la poetica del puro umano” di Renzo Cresti (Edizione Libreria Musicale Italiana, Lucca 2012) con l’intervento dell’autore e dell’editore.
Nel percorso artistico di Giuliano Pini, in un’esplorazione profonda tra linguaggi espressivi diversi, si rivela come opera centrale “Il punto da raggiungere” del 1979: inizio di un suo nuovo cammino e definizione di un traguardo finale per il quale l’artista abbandona l’Espressionismo e il Realismo politico tedesco, mutuato da un’attenta analisi delle opere di Otto Dix e di George Grosz.
Pini si allontana dalle sperimentazioni di Nuova Corrente, corrente artistica fondata con Xavier Bueno, Midollini, Tredici, Papasogli ed altri, per inoltrarsi nel racconto del teatro wagneriano, sollecitato e sostenuto dalla splendida amicizia con il tenore Alfredo Kraus.
Il fascino che l’opera di Richard Wagner ha esercitato su Giuliano Pini si esprime con estrema forza nelle linee, nei colori, nella capacità dell’artista di saper svelare nel dipinto il vigore delle note musicali in una traslazione pittorica nei quadri ispirati a “La Walkiria”, “Tristano ed Isotta”, “L’Olandese Volante”, “Il Crepuscolo degli Dei”, “Parsifal”.
Il visitatore ritroverà nel cromatismo degli oli e delle tempere dell’opera piniana il cromatismo delle note wagneriane. Sono quei verdi, ora scintillanti ora no, con dei gialli sommessi, quei blu leggeri, o quei rossi accesi che virano all’arancione ed al giallo, quelle figure sospese, attente, attonite, leggere, che nella posizione, nel sovrapporsi, raccontano, puntuali, il mito delle saghe nordiche.
Si rileva uno studio attento dell’artista sulla teatralità dell’azione, un procedere musicato dei soggetti nello spazio loro assegnato, un composto essere protagonisti, anche quando i cavalli tumultuosi e le lance che si spezzano sembrano rompere questo schema.
GIULIANO PINI E LA DANZA
È dall’avvicinamento ad Antonio Gades e il flamenco che inizia un altro progetto e nascono le opere che compongono la mostra “Il sogno mediterraneo” dal 5 luglio al 5 agosto 2012 nella sala del Basolato del Comune di Fiesole.
In questi dipinti altri colori si sprigionano dalla tavolozza dell’artista, adesso prevalgono i rossi accesi, i gialli, i blu; le linee si fanno più circolari, nei quadri predomina un movimento, ora lento ora veloce, un rapporto fisico tra i soggetti, sguardi fieri, pose plastiche e decise. Si sente il sole dell’Andalusia ed il ritmico battere sul plancito di legno.
Scialli neri e camicie bianche, capelli raccolti in crocchia, capigliature scarmigliate, il canto roco di qualcuno che è fuori della tela ma che sappiamo presente, sguardi fieri, liberi, mai soggetti.
Un rito, un mito nel nostro immaginario.
Una musica, una danza, che non è solo musica e danza ma cultura custodita per secoli dal popolo gitano e che si diffonde in tutta la Spagna, fino a diventarne tradizione, una volta che questo acquisisce diritti e libertà prima negate.
Rispetto alle opere della mostra allestita a Palazzo Medici Riccardi, adesso è diversa la luce, come diverso è il sole della Spagna rispetto a quello del Nord Europa, diversi sono i contorni, diversa la stesura del colore nel quadro. Uguale la straordinaria capacità di Giuliano Pini di trasferire sulla tela la percezione di un’arte che appartiene ad un altro universo sensoriale.
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