Satira e humor nell’antico Egitto. Il Papiro Erotico-Satirico restaurato
Dal 10 Dicembre 2021 al 27 Marzo 2022
Cuneo
Luogo: Fondazione CRC
Indirizzo: Via Roma 17
Orari: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 20; il sabato e la domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20. L’esposizione sarà chiusa i sabati 25 dicembre 2021 e 1° gennaio 2022. Sono previste visite guidate al mattino per le scuole su prenotazione
Curatori: Susanne Töpfer, Enrico Ferraris, Cedric Gobeil
Enti promotori:
- Fondazione CRC
- CRC Innova
- Con il patrocinio di
- Ministero della Cultura
- Regione Piemonte
- Provincia di Cuneo
- Città di Cuneo
Prolungata: fino al 27 marzo 2022
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0171/452711
E-Mail info: info@fondazionecrc.it
“Con questa mostra prosegue il percorso intrapreso dalla Fondazione CRC per promuovere importanti iniziative artistiche sul territorio della provincia di Cuneo, realizzate in collaborazione con istituzioni culturali di importanza internazionale”dichiara il Vice Presidente della Fondazione CRC Ezio Raviola. “Grazie al Museo Egizio, proponiamo a Cuneo un’iniziativa inedita e di grande valore, realizzata con CRC Innova, l’ente strumentale che abbiamo individuato come partner operativo su iniziative sperimentali nei diversi ambiti d’intervento”.
“La mostra Satira e humor nell’Antico Egitto è la prima iniziativa espositiva che CRC Innova, ente strumentale di Fondazione CRC, promuove all’interno dello Spazio Innov@zione” aggiunge Michelangelo Pellegrino, Presidente di CRC Innova. “Un primo tassello molto prestigioso, possibile grazie alla collaborazione del Museo Egizio, di un programma ampio di iniziative ed eventi che proseguirà nel corso del 2022, con progettualità e appuntamenti che approfondiranno tematiche di attualità con uno sguardo innovativo”.
“Siamo orgogliosi di poter proseguire il percorso di diffusione della cultura egizia, che il Museo sta portando avanti da anni non solo a livello internazionale, ma anche sul territorio piemontese. L’esposizione di un reperto della collezione permanente del Museo Egizio a Cuneo, presso lo Spazio Innovazione della Fondazione Crc, mira a raggiungere pubblici diversi e a far conoscere maggiormente sul nostro territorio il patrimonio del Museo Egizio”, dichiara la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin.
“Il contributo di Fondazione CRC è stato prezioso: ha consentito il restauro del papiro erotico satirico che fa parte della nostra collezione permanente. Il reperto rappresenta un unicum e continua ad essere oggetto di studio da parte della comunità egittologica internazionale. Il Museo Egizio ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo e custodisce 700 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 17 mila frammenti di papiro, che documentano più di 3.000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue”, spiega il direttore del Museo Egizio, Christian Greco.
Unico nel suo genere, il Papiro Erotico-Satirico è costituito da due parti che contengono illustrazioni satiriche ed erotiche, accompagnate da iscrizioni ieratiche. Nella prima parte si trovano disegnati alcuni animali in atteggiamenti umani e intenti a suonare alcuni strumenti musicali come una vera e propria orchestra: si riconoscono una scimmia che soffia in uno strumento a fiato, un coccodrillo che suona il liuto, un leone che imbraccia una lira e un asino che pizzica le corde di una grande arpa. Nella seconda parte ritrae uomini e donne impegnati in modo esplicito in attività sessuali. Spesso interpretato come un carnet di illustrazioni pornografiche per l'intrattenimento della corte reale tebana, questo documento nasconde in realtà molteplici significati che spaziano dalla celebrazione dell'umanità all'affermazione del ruolo della donna e alla dimostrazione di virilità. Il fatto che una parte del papiro mostri “vignette” irriverenti con animali impegnati in attività umane porta inoltre a far credere che anche la parte erotica possa essere stata realizzata con un intento umoristico, rappresentando situazioni che potevano intrattenere gli spettatori anche a causa delle sproporzioni evidenti tra i disegni: le figure maschili rudi, con genitali dalle dimensioni esplicitamente esagerate, si contrappongono a quelle femminili, eseguite in uno stile raffinato.
La mostra si sviluppa in tre ambienti dello Spazio Innov@zione: all’ingresso il pubblico viene accolto da due video, che approfondiscono anche la complessa attività di restauro; il percorso prosegue con una esperienza immersiva, grazie alle tecnologie sviluppate da Alessandro Marrazzo, vengono proiettate immagini del papiro e delle sue copie conservate in celebri musei, per preparare il visitatori ad ammirare l’originale, il papiro erotico-satirico, esposto in una teca apposita e accompagnato da una infografica che consente di comprendere i contenuti più rilevanti.
Dopo la mostra di Cuneo, il Museo Egizio inserirà il papiro nel suo percorso espositivo, ricontestualizzando un reperto che fa parte della collezione del Museo Egizio di Torino, fin dalla sua nascita nel 1824, essendo stato acquistato in quell’anno dal governo piemontese tramite Bernardino Drovetti, all'epoca console francese in Egitto. Grazie al nuovo corredo di presentazione, potrà essere posto in relazione con i contesti archeologici e sociali del tempo: il “Papiro Erotico-Satirico” è parte del contesto di Deir-el-Medina, la località dalla quale quasi certamente proviene e che ospitava le famiglie dei lavoratori impegnati nei cantieri delle tombe regali nella Tebe occidentale. Gli abitanti di questo villaggio, famosi anche per il loro amore per l’umorismo testimoniato da numerosi manufatti, hanno prodotto un corpus di testi e iscrizioni di dimensioni e qualità incomparabile che costituisce uno straordinario laboratorio per osservare la vita quotidiana di un'antica comunità di artisti, scriba e operai e delle loro famiglie, lì attestate per un periodo di circa 250 anni tra il 1300 e il 1050 a.C. circa.
LA STORIA DEL PAPIRO
La storia nota del papiro inizia a Torino, quando i suoi frammenti giungono nel 1824 a Torino insieme agli altri 4.000 oggetti della collezione Drovetti. La disciplina egittologica era allora ai suoi albori: il suo padre fondatore, J. F. Champollion, aveva decifrato la scrittura geroglifica solo quattro anni prima. Lo stesso Champollion visita Torino nel corso del 1824, per perfezionare la sua conoscenza della scrittura geroglifica e della lingua egizia su stele, statue e naturalmente sui papiri appena arrivati nella capitale del Regno di Sardegna. Durante il suo lavoro, che lo porterà a riconoscere i nomi dei faraoni che comporranno il futuro Canone Reale di Torino, si imbatte in questo documento e ne lascia la prima testimonianza scritta, un commento perplesso: “dipinti di un’oscenità mostruosa che mi restituiscono una singolare idea della serietà e della saggezza egiziana”. Una lettura del reperto in aperto contrasto con l’immagine solenne che gli intellettuali dell’epoca attribuivano alla civiltà egizia. Nel corso degli anni successivi diversi copisti eseguono copie, anche a colori, del papiro che oggi costituiscono utili informazioni sull’aspetto che esso aveva circa 200 anni fa quando è stato osservato per la prima volta, evidenziando ciò che il tempo ha inevitabilmente cancellato e integrando gli strumenti che la ricerca scientifica e le scienze della conservazione hanno oggi a disposizione per raccontare questo straordinario quanto enigmatico papiro.
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