Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana

Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana, Bologna

 

Dal 20 Giugno 2013 al 22 Settembre 2013

Bologna

Luogo: Casa Saraceni

Indirizzo: via Farini 15

Orari: da martedì a domenica 10-19

Curatori: Alfonso Panzetta

Enti promotori:

  • Regione Toscana
  • Provincia di Arezzo
  • Fondazione Carnevale di Viareggio

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 051 2754049/ 340 7612178

E-Mail info: info@genusbononiae.it

Sito ufficiale: http://www.genusbononiae.it


Sarà inaugurata domani mercoledì 19 giugno alle ore 18 a Casa Saraceni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, via Farini 15, Bologna, la mostra “Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana”. Saranno presenti Leone Sibani, presidente Fondazione Carisbo, Fabio Alberto Roversi Monaco, presidente Museo della città di Bologna, Angelo Mazza conservatore collezioni d’arte Fondazione Carisbo, Francesco Maria Grasso sindaco del Comune di Montevarchi (Ar), Alfonso Panzetta direttore scientifico del Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento di Montevarchi e Gianluca Monicolini presidente dell’Associazione amici del Cassero. La mostra, aperta al pubblico dal 20 giugno al 22 settembre ad ingresso libero e curata da Alfonso Panzetta, è il frutto di un meticoloso lavoro di ricerca sul tema, fino ad oggi quasi del tutto sconosciuto, della satira e della caricatura nella scultura italiana da parte del Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento di Montevarchi. Un museo civico riconosciuto dalla Regione Toscana come centro culturale di eccellenza e che ha ospitato la mostra con grande successo fino allo scorso 19 maggio. Il percorso espositivo comprende 170 opere che vanno della fine dell’Ottocento agli anni Novanta del Novecento tra terrecotte, bronzi, gessi, disegni e dipinti di una quindicina di artisti. Di alcuni di questi la produzione “caricaturale” era del tutto ignorata e sono stati trovati consistenti nuclei totalmente inediti come le piccole statue sui protagonisti della Prima Repubblica in terracotta policrome dell’artista bolognese Quinto Ghermandi, uno dei grandi protagonisti della scuola informale italiana, opere che hanno ancora un loro potere rivoluzionario e raro che la scultura ufficiale non possiede. L’artista mette a nudo, deridendola ferocemente, tutta una classe politica che ha fatto parte della nostra storia recente e a lui contemporanea. Un importantissimo nucleo di 60 pezzi che raffigurano personaggi come, tra gli altri, Nilde Jotti, Enrico Berlinguer, Ciriaco De Mita, Giulio Andreotti, Giorgio Napolitano, Sandro Pertini, Achille Occhetto, Bettino Craxi, Amintore Fanfani, Giovanni Spadolini e un giovane Antonio Di Pietro ancora in toga, ma anche sindacalisti come Carniti, Lama e Benvenuto e gli esponenti della cultura e dell’industria
come Antonio Zichichi e Gianni Agnelli. Caricature deformi di politici ladri, sbavati di rossetto, colti su un divano di postribolo, “fantasmi” nudi e paludati difesi unicamente dai loro organi genitali che hanno costretto gli organizzatori a dedicare questa sezione ad un pubblico adulto esposta in una sala separata. Ci sono poi le opere di Umberto Tirelli, modenese che ha vissuto a lungo a Bologna. Grande disegnatore di caricature per i più importanti periodici italiani tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, è presente con venti caricature in terracotta dipinta, tutte assolutamente inedite, tra le quali quelle di Giosuè Carducci, Guglielmo Marconi, Eleonora Duse, Emma Gramatica e Primo Carnera. Tavole colorate e un grande dipinto inedito raffigurante il “Caffè Nazionale di Bologna”, popolato delle caricature di personaggi e artisti della Bologna degli anni Venti del Novecento. Spazio anche a Cleto Tomba, protagonista della scena artistica bolognese sempre di quel periodo, di cui sono state selezionate una trentina di terrecotte policrome di grande effetto, anche queste molte inedite. Tra le altre opere esposte una dozzina sono dei macchiaioli Adriano Cecioni e Angiolo Tricca tra terrecotte policrome e tavole caricaturali e poi anche Leonardo Bistolfi, Enrico Caruso, Ettore Ximenes, Felice Tosalli, Giuseppe Renda, Timo Bortolotti, Rodolfo Castellana, Amilcare Guido e Renato Brozzi. La mostra è organizzata dal Comune di Montevarchi, Assessorato alla Cultura, insieme all’Associazione “Amici de Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento”, Genus Bononiae e Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo, della Fondazione Carnevale di Viareggio e il sostegno e la collaborazione di Edizioni Fioranna, Accademia di Belle Arti di Bologna - Scuola di Restauro, Unipol Assicurazioni. 

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