Francesca Galliani. Transformation
Dal 23 Gennaio 2015 al 31 Marzo 2015
Bologna
Luogo: Palazzo Isolani / Galleria d'Arte Maggiore
Indirizzo: piazza Santo Stefano 16 / via Massimo D'Azeglio 15
Telefono per informazioni: +39 051 235843
E-Mail info: info@maggioregam.com
Sito ufficiale: http://www.maggioregam.com
La Galleria d'Arte Maggiore, dopo il successo della preview nella splendida cornice di Palazzo Isolani a Bologna in occasione di ArteFiera, continua la mostra di Francesca Galliani presso i suoi spazi espositivi di via d'Azeglio 15. Le opere selezionate vedono nel tema della "trasformazione" un vero e proprio fil rouge, declinato attraverso fotografie che spaziano dalla dimensione geografica – con un omaggio alla città in cui risiede, New York – a quella umana per arrivare a tematiche sociali di grande attualità, come la violenza sulle donne e i diritti dei transgender. La trama urbana offre quindi il soggetto e l'ispirazione per la sua fotografia: i landmark della città ma anche le persone stesse che la abitano vengono letti dall'obiettivo di Francesca Galliani con intensa e evocativa partecipazione, marcandone le trasformazioni, in un dialogo intimo tra l'autrice, il soggetto e lo spettatore.
Manipolando le immagini fotografiche, l'artista inserisce inoltre nei suoi lavori elementi di pittura, scrittura e collage, trasformando ogni incontro in un romanzo, narrato “senza pregiudizio e senza glorificazione”.
Per Francesca Galliani la fotografia è un’espressione d’arte e di comunicazione: non è una registrazione del tempo, ma piuttosto un diario di metamorfosi continue. Le sovrapposizioni di immagini e tratti – tipici della sua produzione - trovano radici nella formazione dell'artista alla Corcoran School of Art di Washinghton DC dove ha potuto sperimentare le più varie tecniche espressive, consolidando così le sue radici, influenzate dall'amore per artisti come Mapplethorpe, Rauschenberg e
Witkin. La manipolazione dell'immagine è il suo marchio: alla fotografia si accompagnano interventi pittorici, collage e parole, completandosi a vicenda, come in un diario d'artista o uno scrapbook di impressioni fugaci; in questo modo, la fotografia si trasforma in un linguaggio autonomo in cui riemergono le sensazioni tattili dei corpi, della pellicola, dei ricordi.
Con le opere presenti in mostra si entra nella dimensione del viaggio, con un omaggio a New York, la città che ha permesso all'artista di sperimentare fin da subito un cuore pulsante di libertà, energia e tolleranza. È proprio a quella New York che ha fatto la storia e che oggi sta svanendo che Francesca Galliani paga tributo, fotografando luoghi come l'Holiday Cocktail Lounge, locale celebrato dalla musica e dalla letteratura e che adesso non esiste più: le sue fotografie diventano allora
testimonianze, attestazioni di esistenze che andrebbero perdure. Nei suoi collage ci sono muri tappezzati di poster, edifici e ponti iconici: la trama urbana si interseca alle immagini dei maestri della storia dell'Arte, il nuovo si incrocia con il vecchio, in un ciclo di inaspettate corrispondenze.
Con gli occhi di chi accoglie il cambiamento e la trasformazione come momenti di un eterno ciclo, si legge la serie dedicata ai ritratti transgender, protagonisti oggi di un momento storico politicamente rivoluzionario, paragonabile alla rivola di Stonewall al Greenwich Village nel 1969 che ha spianato la via per i diritti gay negli Stati Uniti. Ancora una volta la trasformazione è quindi al centro del lavoro di Francesca Galliani, declinato in questo caso attraveso il punto di vista non solo del corpo ma anche delle conquiste dei diritti umani. L'attenzione per il sociale è sempre molto forte nelle opere
dell'artista, come è testimoniato dai ritratti dedicati al tema della violenza sulle donne che completano la mostra. Esteriorizzando le diverse emozioni nate come conseguenza dell'abuso sia fisico che mentale, questi ritratti riescono a far emergere con grande forza evocativa il trauma interiore che ne deriva.
Nata in Italia ma formatasi e trasferitasi dall'età di 19 anni negli Stati Uniti, Francesca Galliani si laurea in Belle Arti (specializzandosi però in fotografia) nel 1988 alla Corcoran di Washinghton. Traferitasi a New York nel 1991, nel 1995 le viene conferito il premio Kodak European Panorama Award ad Arles ed inizia ad esporre in diverse mostre internazionali. Numerose le personali, la più recente nel 2013 presso il Museo Ciurlionis in Lituania, e in alcune esposizioni collettive tra cui nel 2011 per la Biennale Venezia al Padiglione Lombardia del Palazzo della Regione di Milano e nel 2004 al MAMbo di Bologna. Ha lavorato per riviste come Detour, Vogue, Velvet e D. Sua la creazione di 'Blue', la campagna pubblicitaria di Levi’s di grande successo esposta alla Triennale di Milano.
Manipolando le immagini fotografiche, l'artista inserisce inoltre nei suoi lavori elementi di pittura, scrittura e collage, trasformando ogni incontro in un romanzo, narrato “senza pregiudizio e senza glorificazione”.
Per Francesca Galliani la fotografia è un’espressione d’arte e di comunicazione: non è una registrazione del tempo, ma piuttosto un diario di metamorfosi continue. Le sovrapposizioni di immagini e tratti – tipici della sua produzione - trovano radici nella formazione dell'artista alla Corcoran School of Art di Washinghton DC dove ha potuto sperimentare le più varie tecniche espressive, consolidando così le sue radici, influenzate dall'amore per artisti come Mapplethorpe, Rauschenberg e
Witkin. La manipolazione dell'immagine è il suo marchio: alla fotografia si accompagnano interventi pittorici, collage e parole, completandosi a vicenda, come in un diario d'artista o uno scrapbook di impressioni fugaci; in questo modo, la fotografia si trasforma in un linguaggio autonomo in cui riemergono le sensazioni tattili dei corpi, della pellicola, dei ricordi.
Con le opere presenti in mostra si entra nella dimensione del viaggio, con un omaggio a New York, la città che ha permesso all'artista di sperimentare fin da subito un cuore pulsante di libertà, energia e tolleranza. È proprio a quella New York che ha fatto la storia e che oggi sta svanendo che Francesca Galliani paga tributo, fotografando luoghi come l'Holiday Cocktail Lounge, locale celebrato dalla musica e dalla letteratura e che adesso non esiste più: le sue fotografie diventano allora
testimonianze, attestazioni di esistenze che andrebbero perdure. Nei suoi collage ci sono muri tappezzati di poster, edifici e ponti iconici: la trama urbana si interseca alle immagini dei maestri della storia dell'Arte, il nuovo si incrocia con il vecchio, in un ciclo di inaspettate corrispondenze.
Con gli occhi di chi accoglie il cambiamento e la trasformazione come momenti di un eterno ciclo, si legge la serie dedicata ai ritratti transgender, protagonisti oggi di un momento storico politicamente rivoluzionario, paragonabile alla rivola di Stonewall al Greenwich Village nel 1969 che ha spianato la via per i diritti gay negli Stati Uniti. Ancora una volta la trasformazione è quindi al centro del lavoro di Francesca Galliani, declinato in questo caso attraveso il punto di vista non solo del corpo ma anche delle conquiste dei diritti umani. L'attenzione per il sociale è sempre molto forte nelle opere
dell'artista, come è testimoniato dai ritratti dedicati al tema della violenza sulle donne che completano la mostra. Esteriorizzando le diverse emozioni nate come conseguenza dell'abuso sia fisico che mentale, questi ritratti riescono a far emergere con grande forza evocativa il trauma interiore che ne deriva.
Nata in Italia ma formatasi e trasferitasi dall'età di 19 anni negli Stati Uniti, Francesca Galliani si laurea in Belle Arti (specializzandosi però in fotografia) nel 1988 alla Corcoran di Washinghton. Traferitasi a New York nel 1991, nel 1995 le viene conferito il premio Kodak European Panorama Award ad Arles ed inizia ad esporre in diverse mostre internazionali. Numerose le personali, la più recente nel 2013 presso il Museo Ciurlionis in Lituania, e in alcune esposizioni collettive tra cui nel 2011 per la Biennale Venezia al Padiglione Lombardia del Palazzo della Regione di Milano e nel 2004 al MAMbo di Bologna. Ha lavorato per riviste come Detour, Vogue, Velvet e D. Sua la creazione di 'Blue', la campagna pubblicitaria di Levi’s di grande successo esposta alla Triennale di Milano.
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