Teresa Imbriani. Senzadistanza
![Teresa Imbriani. Senzadistanza, Galleria Museo Nuova Era, Bari Teresa Imbriani. Senzadistanza, Galleria Museo Nuova Era, Bari](http://www.arte.it/foto/600x450/75/20588-ba.jpg)
Teresa Imbriani. Senzadistanza, Galleria Museo Nuova Era, Bari
Dal 28 Febbraio 2014 al 31 Marzo 2014
Bari
Luogo: Galleria Museo Nuova Era
Indirizzo: Strada dei Gesuiti 13
Orari: da lunedì a sabato 17- 20
Curatori: A. Traversa, R. Sansonetti
Enti promotori:
- Associazione Culturale Museo Nuova Era
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 080 5061158 / 348 0352614
E-Mail info: museonuovaera@alice.it
Sito ufficiale: http://www.museonuovaera.it
Dopo una breve esperienza giovanile con la pittura, negli ultimi 10 anni si è occupata indirettamente di fotografia curando un progetto in cui ha guardato e selezionato migliaia e migliaia di foto realizzate da bambini: si potrebbe riassumere in questo la sua esperienza complessiva con la fotografia sino a due anni fa, quando, con un cellulare dapprima e una macchina fotografica ora, ha iniziato essa stessa a fotografare.
Esperienza molto forte ed intensa, diretta all’inizio soprattutto verso l’esterno, verso la strada, la gente, il mondo, per avvicinarsi poi pian piano ad un'altra ricerca fotografica più personale ed intima, quella dell’autoscatto.
senzadistanza è un tentativo di descrivere “le intermittenze del cuore” ed i segreti del desiderio e della paura del conoscersi, del farsi conoscere, dell’avvicinarsi, dell’unione e della fusione.
è un primo tentativo di esplorare le soglie di quello che la prossemica* definisce come spazio mentale e virtuale che separa (o che unisce) dall’altro, dall’altrui, dall’altrove.
Esperienza molto forte ed intensa, diretta all’inizio soprattutto verso l’esterno, verso la strada, la gente, il mondo, per avvicinarsi poi pian piano ad un'altra ricerca fotografica più personale ed intima, quella dell’autoscatto.
senzadistanza è un tentativo di descrivere “le intermittenze del cuore” ed i segreti del desiderio e della paura del conoscersi, del farsi conoscere, dell’avvicinarsi, dell’unione e della fusione.
è un primo tentativo di esplorare le soglie di quello che la prossemica* definisce come spazio mentale e virtuale che separa (o che unisce) dall’altro, dall’altrui, dall’altrove.
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