Dadamaino ?(1930 - 2004)

© Archivio Dadamaino | Dadamaino, I fatti della vita, ricostruzione della sala alla Biennale di Venezia 1980, installazione al Fondo Giov-Anna Piras 2014. Collezione privata
Dal 11 Ottobre 2014 al 30 Novembre 2014
Asti
Luogo: Fondo Giov-Anna Piras
Indirizzo: via Brofferio 80
Orari: da lunedì a sabato 10-12:30 / 15:30-19
Curatori: Paolo Campiglio
Enti promotori:
- Fondo Giov-Anna Piras
- Sotheby’s
- Archivio Dadamaino
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0141 352111
E-Mail info: info@fondopiras.com
Sito ufficiale: http://www.fondazionegiovannapiras.com/
A dieci anni dalla scomparsa dell’artista milanese nel 2004 una mostra retrospettiva su Dadamaino (Eduarda Maino, Milano 1930 - 2004) rappresenta un omaggio dovuto a un’artista il cui impegno quarantennale, sovente condotto in solitudine e lontano dai clamori della scena merita di essere studiato con rinnovata attenzione critica .
Dadamaino è un’artista che dalla fine degli anni Cinquanta ha operato intorno ai temi della visione, della percezione del colore, dell’immaterialità connessa a una nuova nozione di tempo e di spazio, del segno come calligramma di un alfabeto inventato: i recenti studi su Dadamaino, condotti soprattutto da Flaminio Gualdoni, mettono in luce la centralità della sua ricerca in un ambito che intende riflettere sugli elementi fondamentali dell’arte contemporanea.
Le domande che l’artista ha posto lungo la sua quarantennale attività sull’ambiguità del vedere, sulla concretezza del fare, sul concetto di programmazione del lavoro, ed anche sulla nozione ambigua di creatività femminile, collocano la sua riflessione tra le più attuali nell’arte contemporanea.
La mostra è organizzata dal Fondo Giov-Anna Piras per l’arte contemporanea e la fotografia in collaborazione con Sotheby’s, Milano e Londra; l’Archivio Dadamaino (Somma Lombardo) che presiede all’opera dell’artista, archivia la sua produzione, promuove iniziative espositive volte allo studio e all’analisi della figura di Dadamaino nel contesto dell’arte italiana e internazionale.
La mostra di Asti raduna circa ottanta opere dell’artista milanese e si snoda in uno spazio di circa1500 mq percorrendo le differenti fasi della sua produzione: questa è caratterizzata dalla successione di momenti consequenziali ben definiti, che si tende, in generale, a scandire in due principali periodi:
Un primo periodo, che ha origine nell’ambito delle ricerche delle “neoavanguardie” e in particolare è connesso al magistero di Lucio Fontana e Piero Manzoni, si snoda fino alle ricerche legate alla complementarità del colore. In questa fase l’impegno di Dadamaino è teso a mettere in discussione e riformulare le origini e la sintassi dei visivo: dall'intervento sulla superficie della tela fino alle ricerche ottiche e costruttive vere e proprie degli anni Sessanta e della prima metà degli anni Settanta.
Una seconda fase, sempre legata a un approccio radicale, tende a porre in discussione le categorie di tempo e di spazio in una rinnovata forma “segnica”, una sorta di scrittura. Appartengono a questa fase le lettere dell'Alfabeto della mente e quindi I Fatti della vita, serie di lavori con i quali, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, Dadamaino ha focalizzato l’attenzione su una grafia che è anche traccia, sospesa tra lo scrivere e il segnare un percorso. Su questa nuova grammatica segnica l’artista ha operato nelle opere successive, con minime varianti, fino all’ultima fase creativa dal 2000 al 2004.
Appartiene a questo seconda fase la messa a punto di opere e installazioni ambientali, tendenti ad annullare le tradizionali dimensioni della fruizione: si tratta di opere che hanno trovato una consona collocazione nella celebre sala personale alla Biennale di Venezia del 1980 (I fatti della vita) e successivamente alla Biennale del 1990 (Il movimento delle cose), installazioni emblematiche che in questa occasione espositiva si vogliono riproporre nelle originali dimensioni ambientali.
Il Fondo Giov-Anna Piras è nato per promuovere l’arte e la fotografia moderne e contemporanee attraverso mostre ed eventi volti a valorizzare e condividere il proprio fondo collezionistico con la collettività. Dal 2006 il Fondo è impegnato nella conservazione di opere e supporti foto-cartacei, nella catalogazione fotografica, nella cultura archivistico-bibliografica e collezionistica relative a svariati settori di interesse artistico-culturale. Inoltre, grazie alla grande passione che ne anima i progetti e all’intensa attività che ne contraddistingue l’operato, il Fondo promuove e valorizza anche le risorse del territorio astense che lo ospita.
La mostra è organizzata per sezioni che rispettano le fasi successive dell’opera dell’artista:
I
Volumi e volumi a moduli sfasati
II
La ricerca ottico-cinetica: i Componibili, Ricerca del colore, Superfici volumi, Cromorilievi
III
L’inconscio razionale, L’alfabeto della mente
IV
I fatti della vita(Biennale di Venezia 1980)
V
Dagli Interludi a Seind und zeit
VI
Il movimento delle cose (Biennale di Venezia 1990)
Dadamaino è un’artista che dalla fine degli anni Cinquanta ha operato intorno ai temi della visione, della percezione del colore, dell’immaterialità connessa a una nuova nozione di tempo e di spazio, del segno come calligramma di un alfabeto inventato: i recenti studi su Dadamaino, condotti soprattutto da Flaminio Gualdoni, mettono in luce la centralità della sua ricerca in un ambito che intende riflettere sugli elementi fondamentali dell’arte contemporanea.
Le domande che l’artista ha posto lungo la sua quarantennale attività sull’ambiguità del vedere, sulla concretezza del fare, sul concetto di programmazione del lavoro, ed anche sulla nozione ambigua di creatività femminile, collocano la sua riflessione tra le più attuali nell’arte contemporanea.
La mostra è organizzata dal Fondo Giov-Anna Piras per l’arte contemporanea e la fotografia in collaborazione con Sotheby’s, Milano e Londra; l’Archivio Dadamaino (Somma Lombardo) che presiede all’opera dell’artista, archivia la sua produzione, promuove iniziative espositive volte allo studio e all’analisi della figura di Dadamaino nel contesto dell’arte italiana e internazionale.
La mostra di Asti raduna circa ottanta opere dell’artista milanese e si snoda in uno spazio di circa1500 mq percorrendo le differenti fasi della sua produzione: questa è caratterizzata dalla successione di momenti consequenziali ben definiti, che si tende, in generale, a scandire in due principali periodi:
Un primo periodo, che ha origine nell’ambito delle ricerche delle “neoavanguardie” e in particolare è connesso al magistero di Lucio Fontana e Piero Manzoni, si snoda fino alle ricerche legate alla complementarità del colore. In questa fase l’impegno di Dadamaino è teso a mettere in discussione e riformulare le origini e la sintassi dei visivo: dall'intervento sulla superficie della tela fino alle ricerche ottiche e costruttive vere e proprie degli anni Sessanta e della prima metà degli anni Settanta.
Una seconda fase, sempre legata a un approccio radicale, tende a porre in discussione le categorie di tempo e di spazio in una rinnovata forma “segnica”, una sorta di scrittura. Appartengono a questa fase le lettere dell'Alfabeto della mente e quindi I Fatti della vita, serie di lavori con i quali, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, Dadamaino ha focalizzato l’attenzione su una grafia che è anche traccia, sospesa tra lo scrivere e il segnare un percorso. Su questa nuova grammatica segnica l’artista ha operato nelle opere successive, con minime varianti, fino all’ultima fase creativa dal 2000 al 2004.
Appartiene a questo seconda fase la messa a punto di opere e installazioni ambientali, tendenti ad annullare le tradizionali dimensioni della fruizione: si tratta di opere che hanno trovato una consona collocazione nella celebre sala personale alla Biennale di Venezia del 1980 (I fatti della vita) e successivamente alla Biennale del 1990 (Il movimento delle cose), installazioni emblematiche che in questa occasione espositiva si vogliono riproporre nelle originali dimensioni ambientali.
Il Fondo Giov-Anna Piras è nato per promuovere l’arte e la fotografia moderne e contemporanee attraverso mostre ed eventi volti a valorizzare e condividere il proprio fondo collezionistico con la collettività. Dal 2006 il Fondo è impegnato nella conservazione di opere e supporti foto-cartacei, nella catalogazione fotografica, nella cultura archivistico-bibliografica e collezionistica relative a svariati settori di interesse artistico-culturale. Inoltre, grazie alla grande passione che ne anima i progetti e all’intensa attività che ne contraddistingue l’operato, il Fondo promuove e valorizza anche le risorse del territorio astense che lo ospita.
La mostra è organizzata per sezioni che rispettano le fasi successive dell’opera dell’artista:
I
Volumi e volumi a moduli sfasati
II
La ricerca ottico-cinetica: i Componibili, Ricerca del colore, Superfici volumi, Cromorilievi
III
L’inconscio razionale, L’alfabeto della mente
IV
I fatti della vita(Biennale di Venezia 1980)
V
Dagli Interludi a Seind und zeit
VI
Il movimento delle cose (Biennale di Venezia 1990)
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