La Musica alla Grande Guerra. Spartiti di musica e d’arte fra il 1914 e il 1918
Dal 10 Novembre 2018 al 23 Novembre 2018
Arezzo
Luogo: CaMu - Casa della Musica di Arezzo
Indirizzo: piazza Grande
Curatori: Carlo Pagliucci
Enti promotori:
- Comune di Arezzo
- Fondazione Guido d’Arezzo
Telefono per informazioni: +39 0575.1696045
Sito ufficiale: http://https://www.camuarezzo.it/it/
Il 4 novembre di cento anni fa si concludeva la tragedia della Prima Guerra Mondiale e per ricordare questo importante anniversario CaMu - Casa della Musica di Arezzo dal 10 al 23 novembre ospita la mostra La Musica alla Grande Guerra. Spartiti di musica e d’arte fra il 1914 e il 1918, una selezione di circa cinquanta spartiti musicali - in gran parte esemplari di edizioni rarissime e introvabili - di quegli anni drammatici, frutto della paziente ricerca del collezionista aretino Carlo Pagliucci, che ha dedicato appassionate energie al collezionismo musicale, in particolare per quanto riguarda la musica popolare italiana tra XIX e XX secolo.
Organizzata in collaborazione con il Comune di Arezzo e con la Fondazione Guido d’Arezzo, la mostra racconta l’Italia e gli italiani di allora attraverso le diverse anime musicali - dai canti patriottici a quelli popolari, dalle canzoni di protesta alle espressioni più colte della musica - di quei tempi bui e allo stesso tempo carichi di speranza.
Il percorso espositivo, organizzato in ordine cronologico, accompagna il visitatore lungo un viaggio che inizia con i canti dell’irredentismo e patriottici (L’ora di Trento e Trieste, Alla patria), con gli inni bellicosi per l’ingresso in guerra (Fuori i Barbari) e le canzoni nostalgiche intonate dai soldati al fronte (L’addio del bersagliere, (‘O surdato ‘nnammurato), prosegue con le melodie di conforto cantate nelle retrovie e tra il popolo (Stornello dell’aviatore), con i canti di montagna (Ta Pum) e con i canti anonimi di sofferenza e di protesta (O Gorizia, tu sei maledetta), per giungere alle melodie festose che annunciano la vittoria (La campana di San Giusto).
“Siamo felici di celebrare la fine della Prima Guerra Mondiale dando la parola alla musica - commenta il Sovrintendente della Scuola di Musica di Fiesole Lorenzo Cinatti - che in un momento storico drammatico come quello attraversato dall’Italia fra il 1915 e il 1918 è stato uno strumento di coesione fondamentale e ha contribuito in modo determinante alla nascita della memoria collettiva di tutti gli italiani”
A testimonianza che anche in tempo di guerra la vita quotidiana continuò in qualche modo a scorrere serenamente lontano dal fronte, la mostra prosegue con gli spartiti dei primi successi della canzone sentimentale italiana (Come pioveva), dei neonati tanghi rioplatensi (La Cumparsita) e con alcuni esemplari degli echi canori della Grande Guerra nei primi Festival di Sanremo del secondo dopoguerra (Vecchio scarpone). Il percorso termina con una sezione dedicata ai coevi canti stranieri, alle più note melodie risorgimentali e con alcune importanti partiture di composizioni colte.
La mostra è aperta al pubblico sabato 10 novembre in occasione dell’inaugurazione a partire dalle 17:00 e successivamente dal lunedì al venerdì con orario 14.30-19.00.
L’inaugurazione della mostra, in programma sabato 10 novembre a partire dalle 17:00 e aperta a tutta la città, è l’occasione per una giornata di riflessione guidata dalla musica. Dopo i saluti del Sindaco Alessandro Ghinelli, del Primo Rettore della Fraternita dei Laici Pier Luigi Rossi e del Sovrintendente della scuola di Musica di Fiesole Lorenzo Cinatti, Carlo Pagliucci presenta al pubblico insieme al giornalista Claudio Santori il suo lavoro, a partire dal libro Memorie storiche d’Italia nei canti della Patria. Seguirà il concerto Voci di Guerra di cui sono protagonisti Viscantus ensemble e I Cantori del Borgo, diretti da Silvia Vajente e accompagnati al pianoforte da Niccolò Nardoianni. Ascolteremo celebri canti come Sul cappello, Monte Canino e La leggenda del Piave, ma anche il pianista Andrea D’Alonzo che eseguirà Lament, con cui il compositore britannico Frank Bridge commemora una vittima giovanissima dell’affondamento del transatlantico Lusitania (1915). Un intervento di Antonello Farulli sarà dedicato alla posizione delle minoranze intellettuali durante i conflitti, partendo dalla paradigmatica esperienza del cosmopolita Ferruccio Busoni, il più “tedesco” tra i compositori italiani. La conclusione è affidata alla viola sola di Wu Tianyao, allieva di Antonello Farulli al Conservatorio di Bologna, impegnata nel Molto sostenuto dalla Suite in sol minore per viola sola, op. 131d n. 1 (1915) di Max Reger.
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