Angini, Cipolli, Donati, Polvani e Radicati
Dal 01 Luglio 2013 al 24 Luglio 2013
Cortona | Arezzo
Luogo: Palazzo Ferretti
Indirizzo: via Nazionale
Telefono per informazioni: +39 0575 6371/ 333 4535056
E-Mail info: ufficistampa.egv@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.comunedicortona.it/#&panel1-1
Il luglio cortonese è nel segno di cinque grandi artisti aretini.
Dal 1° al 24 luglio 2013 Palazzo Ferretti, in via Nazionale a Cortona (Ar), ospita la mostra collettiva di Vittorio Angini, Marco Cipolli, Lorenzo Donati, Dario Polvani e Luciano Radicati.
Cinque tra i più apprezzati artisti operanti sul territorio aretino, si ritrovano nella cornice estiva della cittadina etrusca, per un evento che mette in risalto la loro produzione recente.
Stili e percorsi artistici eterogenei trovano un caleidoscopico approdo naturale in una delle sedi espositive più prestigiose di Cortona.
La pittura di Vittorio Angini è partita dall’impressionismo e negli anni ha attraversato varie fasi, sempre nel segno della ricerca, dove si sono intravisti anche echi di futurismo e cubismo. Negli ultimi anni lo stile si è arricchito di deflagrazioni cromatiche, all’apparenza distribuite con tocchi gestuali, ma che nel loro ritmo palpitante sono viceversa figli di un’esecuzione ponderata e organizzata. Nella sua arte carica di spiritualità, Angini trasfigura ciò che osserva, va oltre le umane percezioni, penetra la realtà, come gli suggerisce anche il pensiero di Cézanne, da sempre sua fonte di ispirazione.
Le sculture del poliedrico Marco Cipolli sono figlie di un percorso che ha avuto come punto d'arrivo un linguaggio personale di raro effetto. Le superfici delle sinuose opere, prevalentemente in resina e ceramica, sono accarezzate da una ricca gamma coloristica e prendono sembianze di suadenti figure femminili che dialogano con articolate geometriche ed elementi della natura. Grazie a una tecnica sopraffina e certosina, l’artista valdarnese riesce a incantare ogni volta con realizzazioni piene di grazia, ironiche ma soprattutto dotate di una bellezza distintiva.
In Lorenzo Donati l’innata sensibilità cromatica incontra un'abilità tecnica acquisita con anni di grande abnegazione. Un linguaggio maturo fatto di arte istintiva, materica, vibrante. Quello del pittore è uno studio dell’ambiente incontaminato, della vegetazione rigogliosa. In alcuni esiti sono le sensazioni più interiori che affiorano, suggerite da un effimero contatto con il creato, tracce che riemergono quando meno te lo aspetti. Scenari sospesi tra realtà e immaginazione, carichi di fascino, leggiadria ancestrale e silenzi evocativi.
Equilibrio e dolcezza sono i tratti propri dell’arte di Dario Polvani. Il suo stile figurativo si caratterizza per un uso personalizzato del colore e per la presenza della ormai nota “nebbia polvaniana”, utile a ottenere effetti luministici e trasmettere un senso di onirico dissolvimento. Spesso i paesaggi dell’artista evocano con nostalgia i bei tempi andati. Flessuose figure umane, che rasentano la metafisica, si muovono in maniera armonica nell’ambiente, ma non ne diventano mai i soggetti principali, poiché con esso e con tutti gli altri elementi si accordano con garbo misurato.
La cifra stilistica di Luciano Radicati, infine, è una unione di simboli atavici, spiritualità e mitologia cosmogonica. Opere polimateriche non collocabili: arte primitiva, mosaici bizantini, arte mozarabica dell’VIII secolo, ma anche correnti novecentesche come la metafisica, il surrealismo e l’espressionismo tedesco. Un linguaggio del tutto peculiare, connotato da un complesso colorismo, dove non ci sono limiti di tecniche e materiali, ma dove grandi quesiti esistenziali – come l’origine e il senso della vita – provano a essere decifrati attraverso un viaggio lungo i sentieri del tempo.
Dal 1° al 24 luglio 2013 Palazzo Ferretti, in via Nazionale a Cortona (Ar), ospita la mostra collettiva di Vittorio Angini, Marco Cipolli, Lorenzo Donati, Dario Polvani e Luciano Radicati.
Cinque tra i più apprezzati artisti operanti sul territorio aretino, si ritrovano nella cornice estiva della cittadina etrusca, per un evento che mette in risalto la loro produzione recente.
Stili e percorsi artistici eterogenei trovano un caleidoscopico approdo naturale in una delle sedi espositive più prestigiose di Cortona.
La pittura di Vittorio Angini è partita dall’impressionismo e negli anni ha attraversato varie fasi, sempre nel segno della ricerca, dove si sono intravisti anche echi di futurismo e cubismo. Negli ultimi anni lo stile si è arricchito di deflagrazioni cromatiche, all’apparenza distribuite con tocchi gestuali, ma che nel loro ritmo palpitante sono viceversa figli di un’esecuzione ponderata e organizzata. Nella sua arte carica di spiritualità, Angini trasfigura ciò che osserva, va oltre le umane percezioni, penetra la realtà, come gli suggerisce anche il pensiero di Cézanne, da sempre sua fonte di ispirazione.
Le sculture del poliedrico Marco Cipolli sono figlie di un percorso che ha avuto come punto d'arrivo un linguaggio personale di raro effetto. Le superfici delle sinuose opere, prevalentemente in resina e ceramica, sono accarezzate da una ricca gamma coloristica e prendono sembianze di suadenti figure femminili che dialogano con articolate geometriche ed elementi della natura. Grazie a una tecnica sopraffina e certosina, l’artista valdarnese riesce a incantare ogni volta con realizzazioni piene di grazia, ironiche ma soprattutto dotate di una bellezza distintiva.
In Lorenzo Donati l’innata sensibilità cromatica incontra un'abilità tecnica acquisita con anni di grande abnegazione. Un linguaggio maturo fatto di arte istintiva, materica, vibrante. Quello del pittore è uno studio dell’ambiente incontaminato, della vegetazione rigogliosa. In alcuni esiti sono le sensazioni più interiori che affiorano, suggerite da un effimero contatto con il creato, tracce che riemergono quando meno te lo aspetti. Scenari sospesi tra realtà e immaginazione, carichi di fascino, leggiadria ancestrale e silenzi evocativi.
Equilibrio e dolcezza sono i tratti propri dell’arte di Dario Polvani. Il suo stile figurativo si caratterizza per un uso personalizzato del colore e per la presenza della ormai nota “nebbia polvaniana”, utile a ottenere effetti luministici e trasmettere un senso di onirico dissolvimento. Spesso i paesaggi dell’artista evocano con nostalgia i bei tempi andati. Flessuose figure umane, che rasentano la metafisica, si muovono in maniera armonica nell’ambiente, ma non ne diventano mai i soggetti principali, poiché con esso e con tutti gli altri elementi si accordano con garbo misurato.
La cifra stilistica di Luciano Radicati, infine, è una unione di simboli atavici, spiritualità e mitologia cosmogonica. Opere polimateriche non collocabili: arte primitiva, mosaici bizantini, arte mozarabica dell’VIII secolo, ma anche correnti novecentesche come la metafisica, il surrealismo e l’espressionismo tedesco. Un linguaggio del tutto peculiare, connotato da un complesso colorismo, dove non ci sono limiti di tecniche e materiali, ma dove grandi quesiti esistenziali – come l’origine e il senso della vita – provano a essere decifrati attraverso un viaggio lungo i sentieri del tempo.
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