Biennale Foto/Industria 2017
Dal 12 Ottobre 2017 al 19 Novembre 2017
Bologna
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: Sedi varie
Enti promotori:
- Fondazione MAST
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.fotoindustria.it
La Fondazione MAST presenta la terza edizione di Foto/Industria, la prima Biennale al mondo dedicata alla fotografia dell’industria e del lavoro che si svolgerà a Bologna dal 12 ottobre al 19 novembre con quattordici mostre in 13 sedi storiche del centro cittadino e al MAST.
Foto/Industria nasce nel 2013 con l’intento di ampliare e condividere con il centro storico di Bologna l’idea imprenditoriale e culturale della Fondazione MAST, centro di livello internazionale legato al gruppo industriale Coesia e concepito come tramite tra l’impresa e la comunità. Il MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) si configura come un luogo di condivisione e collaborazione che ospita diverse attività e funzioni tra cui la PhotoGallery, che con la propria collezione di fotografia industriale curata da Urs Stahel e con l’allestimento di mostre temporanee è oggi l’unica istituzione al mondo dedicata a un genere fotografico che è quello della civiltà industriale.
Questa edizione, con il direttore artistico Francois Hèbel porta in Italia i grandi fotografi, permettendoci di scoprire i loro progetti più originali e rilevanti, il loro sguardo unico, la loro straordinaria capacità di indagare il rapporto tra l’uomo e il lavoro nei suoi aspetti sociali, economici, politici e geopolitici, filosofici, spirituali.
Curate da Urs Stahel sono le due mostre di Thomas Ruff e Carlo Valsecchi. La prima nella PhotoGallery del MAST presenta le immagini di un fotografo che incarna il prototipo dell’artista dedito alla ricerca, demiurgo dell'immagine, per cui l’apparecchio fotografico costituisce molto più di un mero dispositivo meccanico di registrazione ottica, piuttosto una macchina generatrice di immagini attraverso la quale trasformare gli elementi della realtà in un nuovo materiale visivo che parla di macchine e di energie. La seconda, all’ex Ospedale degli Innocenti, mostra le immagini di grande formato che Carlo Valsecchi ha realizzato su uno dei più innovativi stabilimenti costruiti in Italia negli ultimi venti anni, dove la ricerca tecnologica punta a rivoluzionare la vita di molte persone, creando un futuro migliore. Per catturare il formato di questa fabbrica d’eccellenza Valsecchi ha scelto immagini vicine al disegno tecnico con linee infinite, costituite da pilastri d’acciaio che strutturano gli edifici a perdita d’occhio.
Le altre mostre che portano il visitatore anche alla scoperta del centro storico di Bologna raccontano “il lavorare” nelle sue molteplici espressioni con una selezione originale di opere dal Museo di Arte Multimediale di Mosca del russo Alexander Rodchenko (Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna - Casa Saraceni); con una eccezionale mostra di paesaggi industriali fotografati nell’arco di trent’anni del ceco Josef Koudelka (Museo Civico Archeologico) e con le migliori immagini realizzate per l’impresa nel corso della sua carriera dall’americano Lee Friedlander (Fondazione del Monte - Palazzo Paltroni).
Due le serie provenienti dalla Collezione Walther (Pinacoteca Nazionale): un corpus di fotografie anonime del primo Novecento su una città americana costruita per lo sfruttamento del carbone e il ciclo American Power di Mitch Epstein che documenta, un secolo dopo, come la produzione di energia sia onnipresente nello stesso paesaggio. Il francese Mathieu Bernard- Reymond (Spazio Carbonesi) trasforma in composizioni astratte fotografie di siti di produzione energetica mentre il connazionale Vincent Fournier (MAMbo) mostra con imponenti immagini l’addestramento degli astronauti e i robot umanoidi.
Il catalano Joan Fontcuberta (Palazzo Boncompagni) presenta le sconvolgenti prove fotografiche sul cosmonauta sovietico che avrebbe dovuto essere il primo uomo sulla luna; lo svedese Mårten Lange (Teatro San Leonardo) racconta la solitudine degli impiegati negli spazi di lavoro di oggi e la complessità delle più sofisticate apparecchiature da laboratorio mentre il giapponese Yukichi Watabe (Museo di Palazzo Poggi), con una ambientazione da film noir, segue sul campo un ispettore di polizia in una indagine criminale nel Giappone appena uscito dalla Seconda Guerra Mondiale. L’inglese John Meyers (Museo Internazionale e Biblioteca della Musica) è autore di un lirico reportage sugli stabilimenti industriali dismessi che attendono la riconversione in uffici mentre gli italiani guardano alla realtà del nostro paese tra passato e presente: Michele Borzoni (Palazzo Pepoli Campogrande), con immagini di sconfinati spazi di lavoro nelle società di servizi di oggi e Mimmo Jodice (Santa Maria della Vita) con le inedite immagini dei bambini al lavoro nelle vie di Napoli, testimoni del suo impegno civile negli anni Settanta.
Con Foto/Industria, la missione della Fondazione MAST, come sintetizzato nel pay-off “etica ed estetica”, svolge il duplice ruolo di offrire al pubblico una testimonianza artistica e creativa di alto valore estetico e quello di consolidare l’attenzione verso i valori etici del “fare” che caratterizzano l’identità industriale di Bologna, presenza imprescindibile e unica nel panorama italiano, promuovendola quale protagonista mondiale della fotografia dell’Industria e del lavoro.
La biennale del 2017 con 39 giorni di apertura delle sedi espositive sarà scandita da un ricco programma di eventi che si terranno prevalentemente al MAST (ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria): incontri e visite guidate con gli artisti, tavole rotonde con grandi personaggi dell’attualità come il premio Nobel Joseph Stieglitz e del mondo della fotografia contemporanea, performance teatrali e concerti, workshop per i più piccoli e durante il fine settimana in collaborazione con la Cineteca di Bologna un ciclo di biopic sui protagonisti della fotografia mondiale.
Un sentito ringraziamento va a tutte le istituzioni che ospiteranno nelle loro sedi le mostre di Foto/Industria Bologna 2017.
Vedi anche: • FOTO: Fotografie dalla civiltà industriale
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