Nelle sale il 27-28-29 novembre
Canaletto a Venezia. Al cinema il maestro delle infinite vedute
Canaletto (Venezia 1697 - Venezia1768), Venezia. Il Bacino di San Marco nel Giorno dell'Ascensione | Courtesy of the Royal Collection Trust
Samantha De Martin
22/11/2017
Mondo - Acqua e riflessi, l’annuire delle gondole a una laguna capricciosa, la maestà di Venezia, vivace e laboriosa, con i suoi irresistibii gioielli ed il viavai di turisti e viaggiatori del Gran Tour. Simili a cartoline dell’epoca, le tele di Canaletto sono lo specchio più autentico e fedele della immortale bellezza della città.
Vedendo per la prima volta sul grande schermo la delicatezza delle infinite vedute, la precisione delle architetture e della prospettiva di questo artista che oltre a riprodurre ha saputo soprattutto interpretare, sembra davvero di muoversi tra le piazze ed i canali di una Venezia antica, magica.
Il film Canaletto a Venezia, nelle sale il 27, 28 e 29 novembre, diretto da David Bickerstaff, che lo ha scritto assieme a Phil Grabsky, è l’ultima chicca de La Grande Arte al Cinema distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Sky Arte HD e MYmovies.it.
Ed è soprattutto un’occasione unica per aggirarsi con disinvoltura tra i capolavori dell’artista, custoditi nelle collezioni di Buckingham Palace e del Castello di Windsor, recentemente al centro della mostra Canaletto e l’arte di Venezia che, dopo Londra - dove si è chiusa lo scorso 12 novembre - è pronta a raggiungere le grandi città italiane.
Perché la fama di Giovanni Antonio Canal, figlio di Bernardo, pittore anch’egli, ma di scenografie teatrali, travalicò precocemente i confini nazionali grazie al suo principale agente, Joseph Smith, Console britannico a Venezia, che introdusse il pittore nel Regno Unito, ma soprattutto grazie alla bellezza di quelle sue “vedute” che così tanto piacquero a re George III da indurlo, nel 1762, ad acquistare quasi tutti i lavori dell’artista collezionati da Smith.
Ed è per questo motivo che, nonostante il rapporto intimo del pittore con la città in cui nacque, visse e morì, la più grande collezione delle sue opere si trova nel Regno Unito, all’interno della Royal Collection.
In questa visita esclusiva ai tesori italiani di proprietà della Regina Elisabetta II, accompagnati dai curatori della Royal Collection Trust - Claire Chorley e Lucy Whitaker - e dai maggiori esperti al mondo della storia di Venezia, dallo storico dell’arte Charles Beddington a Lorenzo Pericolo, da Giorgio Tagliaferro a Rosemary Sweet - gli spettatori potranno “mettere piede” nelle due prestigiose residenze di Buckingham Palace e del Castello di Windsor. In questa passeggiata virtuale, ma estremamente dettagliata, tra gli oltre 200 dipinti, le stampe, i disegni - sui quali Canaletto inseriva anche le lettere, "B" come “bianco”, "R" come “rosso”, a seconda del colore da stendere - si incontrano anche diversi lavori dei contemporanei di Canaletto, come Sebastiano Ricci, Francesco Zuccarelli, Rosalba Carriera, Pietro Longhi, Giovanni Battista Piazzetta, esposti nella mostra da poco conclusasi, ma che viene adesso prolungata grazie al film.
Un elegante scorcio di Italia accende la Queen's Gallery di Buckingham Palace attraverso le architetture del Canal Grande e di Piazza San Marco, tra dame e colori, vicoli e maschere, in un tripudio di bellezza che solo Venezia sa regalare.
Nonostante l’artista veneziano - che presto raggiunse Londra per soddisfare la sua illustre clientela - sia stato più volte accusato di aver riprodotto i luoghi meccanicamente, quasi come si trattasse di fotografie - Canaletto, che si avvaleva talvolta della camera oscura, fu un geniale interprete di quelle linee e di quei contorni che ha reinterpretato e trasformato. Un aspetto che nel film è chiaramente messo in luce.
D’altra parte è proprio grazie a questa sua abilità che deriva dalla manipolazione della realtà - che lo portava addirittura a cambiare la posizione degli edifici o ad aprire nuove vedute alla ricerca della composizione perfetta - che i protagonisti e gli illustri collezionisti del Grand Tour andavano pazzi per i suoi dipinti.
Quei suoi “capricci”, infatti, non erano altro che idealizzazioni, scaturite dall’intreccio tra fantastico e reale, di quella città a lui così cara.
In questo esplosivo show di Venezia, dove le tele diventano scorci - e dove piazza San Marco è in realtà tante piazze San Marco, diverse a seconda della differente angolatura - cani, donne, commercianti, pescatori si intrecciano con maschere e riti, come la festa dell’Ascensione, durante la quale aveva luogo lo Sposalizio del Mare, con il bucintoro in testa.
Il film è soprattutto un viaggio tra i luoghi. Oltre alla Queen’s Gallery e al Castello di Windsor, si incontrano diverse location veneziane, dal Museo Ca’ Rezzonico alle Gallerie dell’Accademia, dalla Libreria del Museo Correr al Teatro la Fenice.
In questo itinerario romantico alla scoperta del grande pittore di Venezia non poteva mancare la musica, affidata alla voce del soprano Jenny Bacon che interpreta Tu m’offendi di Antonio Vivaldi.
E così il salto nel bello e nella magia della Serenissima può dirsi compiuto.
Leggi anche:
• Phil Grabsky. Il pioniere dell'arte al cinema
Vedendo per la prima volta sul grande schermo la delicatezza delle infinite vedute, la precisione delle architetture e della prospettiva di questo artista che oltre a riprodurre ha saputo soprattutto interpretare, sembra davvero di muoversi tra le piazze ed i canali di una Venezia antica, magica.
Il film Canaletto a Venezia, nelle sale il 27, 28 e 29 novembre, diretto da David Bickerstaff, che lo ha scritto assieme a Phil Grabsky, è l’ultima chicca de La Grande Arte al Cinema distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Sky Arte HD e MYmovies.it.
Ed è soprattutto un’occasione unica per aggirarsi con disinvoltura tra i capolavori dell’artista, custoditi nelle collezioni di Buckingham Palace e del Castello di Windsor, recentemente al centro della mostra Canaletto e l’arte di Venezia che, dopo Londra - dove si è chiusa lo scorso 12 novembre - è pronta a raggiungere le grandi città italiane.
Perché la fama di Giovanni Antonio Canal, figlio di Bernardo, pittore anch’egli, ma di scenografie teatrali, travalicò precocemente i confini nazionali grazie al suo principale agente, Joseph Smith, Console britannico a Venezia, che introdusse il pittore nel Regno Unito, ma soprattutto grazie alla bellezza di quelle sue “vedute” che così tanto piacquero a re George III da indurlo, nel 1762, ad acquistare quasi tutti i lavori dell’artista collezionati da Smith.
Ed è per questo motivo che, nonostante il rapporto intimo del pittore con la città in cui nacque, visse e morì, la più grande collezione delle sue opere si trova nel Regno Unito, all’interno della Royal Collection.
In questa visita esclusiva ai tesori italiani di proprietà della Regina Elisabetta II, accompagnati dai curatori della Royal Collection Trust - Claire Chorley e Lucy Whitaker - e dai maggiori esperti al mondo della storia di Venezia, dallo storico dell’arte Charles Beddington a Lorenzo Pericolo, da Giorgio Tagliaferro a Rosemary Sweet - gli spettatori potranno “mettere piede” nelle due prestigiose residenze di Buckingham Palace e del Castello di Windsor. In questa passeggiata virtuale, ma estremamente dettagliata, tra gli oltre 200 dipinti, le stampe, i disegni - sui quali Canaletto inseriva anche le lettere, "B" come “bianco”, "R" come “rosso”, a seconda del colore da stendere - si incontrano anche diversi lavori dei contemporanei di Canaletto, come Sebastiano Ricci, Francesco Zuccarelli, Rosalba Carriera, Pietro Longhi, Giovanni Battista Piazzetta, esposti nella mostra da poco conclusasi, ma che viene adesso prolungata grazie al film.
Un elegante scorcio di Italia accende la Queen's Gallery di Buckingham Palace attraverso le architetture del Canal Grande e di Piazza San Marco, tra dame e colori, vicoli e maschere, in un tripudio di bellezza che solo Venezia sa regalare.
Nonostante l’artista veneziano - che presto raggiunse Londra per soddisfare la sua illustre clientela - sia stato più volte accusato di aver riprodotto i luoghi meccanicamente, quasi come si trattasse di fotografie - Canaletto, che si avvaleva talvolta della camera oscura, fu un geniale interprete di quelle linee e di quei contorni che ha reinterpretato e trasformato. Un aspetto che nel film è chiaramente messo in luce.
D’altra parte è proprio grazie a questa sua abilità che deriva dalla manipolazione della realtà - che lo portava addirittura a cambiare la posizione degli edifici o ad aprire nuove vedute alla ricerca della composizione perfetta - che i protagonisti e gli illustri collezionisti del Grand Tour andavano pazzi per i suoi dipinti.
Quei suoi “capricci”, infatti, non erano altro che idealizzazioni, scaturite dall’intreccio tra fantastico e reale, di quella città a lui così cara.
In questo esplosivo show di Venezia, dove le tele diventano scorci - e dove piazza San Marco è in realtà tante piazze San Marco, diverse a seconda della differente angolatura - cani, donne, commercianti, pescatori si intrecciano con maschere e riti, come la festa dell’Ascensione, durante la quale aveva luogo lo Sposalizio del Mare, con il bucintoro in testa.
Il film è soprattutto un viaggio tra i luoghi. Oltre alla Queen’s Gallery e al Castello di Windsor, si incontrano diverse location veneziane, dal Museo Ca’ Rezzonico alle Gallerie dell’Accademia, dalla Libreria del Museo Correr al Teatro la Fenice.
In questo itinerario romantico alla scoperta del grande pittore di Venezia non poteva mancare la musica, affidata alla voce del soprano Jenny Bacon che interpreta Tu m’offendi di Antonio Vivaldi.
E così il salto nel bello e nella magia della Serenissima può dirsi compiuto.
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