Al Terzo Paradiso di Pistoletto si aggiunge il progetto di un moderno velario
Novità in vista per l’Arena di Verona
Arena di Verona | Foto: Luciano Mortula
Francesca Grego
02/02/2017
Verona - Il fascino millenario dell’Arena si arricchisce di una nota contemporanea con la nuova versione del Terzo Paradiso, studiata da Pistoletto appositamente per gli spazi dell’anfiteatro.
Conosciuta internazionalmente come Rebirth, l’opera “è stata realizzata nell’ombelico dell’Arena, che a sua volta”, spiega l’autore “è l’ombelico della città. Qui c’è l’energia storica, si unisce al presente e crea un’immagine di futuro”. Novantasei tavolette di legno riciclato rivestite di lucido alluminio, per una superficie totale di 555 metri quadrati che cambia colore e luminosità a seconda dell’angolazione da cui viene osservata. Tre cerchi - o Paradisi - rappresentano la ricerca dell’equilibrio tra natura e artificio, in un gioco di rimando con le forme dell’anfiteatro romano. L’installazione è visibile dall’interno del monumento ma anche dallo spazio aereo sopra la città.
Ma un altro corto circuito temporale si prospetta per l’Arena. Una moderna versione dei velari che riparavano i teatri romani dal sole è stata studiata dall’azienda tedesca Rti SBP&GMP per proteggere la struttura dagli agenti atmosferici, in particolare dai danni della pioggia, che erodendone la pietra di Rosso Ammonitico e le murature di ciottoli e mattoni rischia di minarne la stabilità o provocare dei crolli.
Il progetto, vincitore di un concorso internazionale di idee, prevede l’applicazione di un telo da stendere sul monumento in caso di necessità, invisibile in tutte le altre circostanze grazie al riavvolgimento a scomparsa su un lato. Tre anni sono il tempo previsto per l’implementazione, se dopo l’approvazione del Comune arriveranno anche i nulla osta di Mibact e Soprintendenza.
Conosciuta internazionalmente come Rebirth, l’opera “è stata realizzata nell’ombelico dell’Arena, che a sua volta”, spiega l’autore “è l’ombelico della città. Qui c’è l’energia storica, si unisce al presente e crea un’immagine di futuro”. Novantasei tavolette di legno riciclato rivestite di lucido alluminio, per una superficie totale di 555 metri quadrati che cambia colore e luminosità a seconda dell’angolazione da cui viene osservata. Tre cerchi - o Paradisi - rappresentano la ricerca dell’equilibrio tra natura e artificio, in un gioco di rimando con le forme dell’anfiteatro romano. L’installazione è visibile dall’interno del monumento ma anche dallo spazio aereo sopra la città.
Ma un altro corto circuito temporale si prospetta per l’Arena. Una moderna versione dei velari che riparavano i teatri romani dal sole è stata studiata dall’azienda tedesca Rti SBP&GMP per proteggere la struttura dagli agenti atmosferici, in particolare dai danni della pioggia, che erodendone la pietra di Rosso Ammonitico e le murature di ciottoli e mattoni rischia di minarne la stabilità o provocare dei crolli.
Il progetto, vincitore di un concorso internazionale di idee, prevede l’applicazione di un telo da stendere sul monumento in caso di necessità, invisibile in tutte le altre circostanze grazie al riavvolgimento a scomparsa su un lato. Tre anni sono il tempo previsto per l’implementazione, se dopo l’approvazione del Comune arriveranno anche i nulla osta di Mibact e Soprintendenza.
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