Il graffito scoperto nella grotta di Gorham
L’arte dell’uomo di Neanderthal
L.S.
03/09/2014
La scoperta e l’analisi di un graffito rupestre, scoperto da un’equipe internazionale di ricercatori nella grotta di Gorham, nei pressi di Gibilterra, e risalente a più di trentanovemila anni fa, dimostrerebbe che l’uomo di Neanderthal era in grado di esprimersi in maniera astratta.
La fantasia geometrica (simile al gioco del filetto) incisa nella parete rocciosa, secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, sarebbe infatti la più antica opera d’arte creativa della storia. Un disegno non necessariamente simbolico, ma certamente frutto di un’azione deliberata e non casuale, come dimostrerebbero i test eseguiti sulla pietra, che secondo Clive Finlayson, direttore del Gibraltar Museum e co-autore dello studio, costituisce la prova che le capacità intellettive dei Neanderthal sarebbero state finora sottostimate.
L’arte, come alta espressione del pensiero astratto era considerata una prerogativa della nostra specie. Recenti scoperte, tuttavia, hanno permesso di accumulare una serie di indizi che accorcerebbero le distanze tra noi e l’uomo di Neanderthal, evidentemente meno bruto di quanto la storia abbia finora raccontato.
La fantasia geometrica (simile al gioco del filetto) incisa nella parete rocciosa, secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, sarebbe infatti la più antica opera d’arte creativa della storia. Un disegno non necessariamente simbolico, ma certamente frutto di un’azione deliberata e non casuale, come dimostrerebbero i test eseguiti sulla pietra, che secondo Clive Finlayson, direttore del Gibraltar Museum e co-autore dello studio, costituisce la prova che le capacità intellettive dei Neanderthal sarebbero state finora sottostimate.
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