Cortona On The Move 2015
Dal 16 Luglio 2015 al 27 Settembre 2015
Cortona | Arezzo
Luogo: Fortezza Medicea del Girifalco e altre sedi
Indirizzo: via Santa Margherita
Costo del biglietto: Biglietto per tutte le esibizioni intero € 15, ridotto € 12, Fiaf € 10. Biglietto per le singole esibizioni Fortezza 4 €, Vecchio Ospedale 6 €, Ruga Piana, 60 € 5, Ex Magazzino delle Carni € 3
E-Mail info: info@cortonaonthemove.com
Sito ufficiale: http://www.cortonaonthemove.com
Cortona On The Move, festival internazionale di fotografia, festeggia i suoi primi cinque anni. In così poco tempo Cortona OTM è diventato un evento da segnare in rosso nei calendari di fotografi, giornalisti, appassionati e amanti della fotografia di tutto il mondo. Un riconoscimento importante alla qualità e alla ricerca dei contenuti, arricchiti dalla magia delle location che li ospitano.
Il viaggio come percorso reale o ideale, dirompente e rivoluzionario, scoperta di sé e dell’altro, è l'anima del festival. La bellezza dei luoghi storici di Cortona, antichissimo paese toscano, è la cornice per decine di mostre dei più importanti fotografi italiani e stranieri e per i workshop con i professionisti della fotografia contemporanea. Cortona OTM si rivolge anche ai talenti emergenti a cui offre l'opportunità di esporre accanto ai colleghi più famosi grazie al Circuito Off, e di avere un giudizio autorevole sui propri lavori con le letture portfolio. Ogni anno una giuria di qualità elegge il vincitore di Happiness On The Move, il premio internazionale legato al festival.
Cortona On The Move nasce nel 2011 da un'idea dell'associazione culturale ONTHEMOVE. Dalla seconda edizione la direzione artistica è affidata ad Arianna Rinaldo. Quasi 24.000 persone hanno visitato l'edizione 2014 del festival, arricchita da 15 mostre e dal progetto European Dream-Road to Bruxelles, una mostra itinerante che ha percorso 5.500 km dalla Grecia a Cortona, passando per Ginevra e Bruxelles. Cortona On The Move non potrebbe esistere senza il lavoro dei volontari e degli stagisti, oltre 30 nella passata edizione, arrivati dai cinque continenti.
La fusione del festival con Cortona è uno dei valori aggiunti dell'On The Move. Le sue radici affondano nei luoghi antichi e dismessi a cui il festival ha dato una seconda vita. I visitatori sono affascinati dal Vecchio Ospedale, dall' Ex Magazzino delle Carni e dalla Fortezza Medicea del Girifalco, le principali sedi espositive di Cortona On The Move. Per dieci settimane all'anno il festival diventa tessuto vitale di Cortona e le sue fotografie arricchiscono le mura dei vicoli e delle strade del centro storico, mentre nei giorni dell'opening Cortona mette a disposizione la sua bellezza per le cene comunitarie.
SEDI E ORARI
VECCHIO OSPEDALE
Via Maffei 24-26
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì: 10 - 13 / 15 -19
Venerdì, sabato e domenica 10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
TOMAS VAN HOUTRYVE - BLUE SKY DAYS
"Secondo molte inchieste giornalistiche svariate migliaia di persone sono state uccise dal 2004 durante attacchi di droni statunitensi sotto copertura. Nonostante viviamo nell’epoca più interconnessa della storia, sono poche le testimonianze visive e accessibili al pubblico della guerra dei droni e delle sue vittime. Per questo ho deciso di attaccare la mia fotocamera a un piccolo drone e di viaggiare per l’America fotografando tutti i tipi di raduni menzionati nei resoconti degli attacchi in Pakistan e Yemen: matrimoni, funerali, gruppi di persone mentre pregano o si allenano. Ho fatto sorvolare la mia macchina fotografica anche sopra luoghi dove i droni vengono usati per scopi meno letali, come carceri, aree petrolifere e il confine tra Stati Uniti e Messico. Il mio intento è attirare l’attenzione sul cambiamento in atto nel campo della privacy, della sorveglianza e della guerra moderna".
Tomas van Houtryve è fotografo, artista e scrittore. Si occupa di questioni di stretta attualità in diverse aree del mondo.
KAI WIEDENHOEFER - CONFRONTIER
Confrontier è un progetto sulle barriere nel mondo. Kai Wiedenhoefer è nato in Germania nel 1966 e ha vissuto in prima persona, fotografandola, la caduta del Muro di Berlino nel 1989: "È stato l’evento politico più positivo ed emozionante di cui sono stato testimone in tutta la mia vita - dice l'autore -. È stata per me un’esperienza formativa e ha fatto sì che anni dopo rimanessi impressionato e preoccupato dalla costruzione di una barriera di separazione nei Territori Palestinesi Occupati. L’ho fotografata tra il 2003 e il 2006 e il mio lavoro è diventato un libro, Wall. Con Confrontier ho ampliato il tema a livello globale". Il lavoro è diventato anche una mostra, Wallonwall, esposta su 1.200 metri quadrati del Muro di Berlino: "Voglio sottolineare che muri e recinzioni di confine non sono una soluzione agli attuali problemi politici ed economici globali - spiega Wiedenhoefer -. Il muro di Berlino ne è la miglior prova: la pace inizia dove i muri cadono, non dove vengono eretti".
ELENA PERLINO - PIPELINE
Chiese pentecostali, club nigeriani, centri di detenzione temporanea e vita di strada formano il contesto di Pipeline, il lavoro di Elena Perlino sul percorso migratorio delle donne nigeriane in Italia. La fotografa racconta per immagini la storia delle donne di Benin City, una città dell'Edo State, enclave nel Sud della Nigeria. Da là proviene l’80% delle donne nigeriane vittime di tratta e costrette a prostituirsi sulle strade italiane. Nel percorso d’affrancamento dallo sfruttamento a scopo sessuale intervengono le unità di strada, i centri d’accoglienza e non ultimi i clienti stessi, che assumo un doppio ruolo. Da una parte sono una risorsa per le donne che affrontano il difficile percorso di riscatto, e dall’altra ne alimentano il flusso in Italia. Pipeline è stato realizzato tra il 2006 e il 2013 fra Torino, Genova, Roma, Napoli e Palermo.
Elena Perlino (1972) vive a Parigi e concentra il suo lavoro sui fenomeni migratori e sulla tratta di esseri umani nel Mediterraneo.
FORTEZZA DI GIRIFALCO Via Raimondo Bistacci
Dal 18 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
PHILLIP TOLEDANO - MAYBE
"Per la maggior parte della mia vita ho vissuto in un bagliore dorato di amore e privilegio. Sono stato fortunato in più modi che si possano immaginare. Quando mia madre morì all'improvviso nel 2006, tutto cambiò. Mi chiedevo quali altri repentini e oscuri cambiamenti mi attendessero. Piuttosto che aspettare impotente il mio futuro, decisi di affrontare le mie paure. Avrei provato a indovinare quali direzioni improvvise e impreviste la mia vita avrebbe potuto prendere. Avrei immaginato il fallimento e la solitudine. Sarei stato incapace di camminare. Obeso. Avrei subito un infarto. Avrei visto la mia stessa morte. La fotografia si occupa sempre del passato. Questo progetto si occupa del futuro, ma come si può ricercare quello che non è ancora successo? Ho fatto un test del Dna che mi ha svelato quali malattie fossi soggetto a contrarre. Ho consultato cartomanti, lettori di tarocchi, ipnotizzatori, numerologi e chiromanti. Ho studiato le statistiche delle compagnie di assicurazione. Ho lavorato con un qualificato esperto di protesi, così ho potuto diventare fisicamente come sarei stato nel futuro. Ho imparato a muovermi come se avessi 90 anni. Seguendo la mia ricerca, ho scattato delle immagini".
Phillip Toledano si definisce un artista concettuale. È nato a Londa da madre franco-marocchina e da padre americano.
JAMES WHITLOW DELANO - JAPAN
Un fotografo americano, James Whitlow Delano, ha vissuto in Giappone per più di 20 anni. Lo ha fotografato con lo sguardo lucido di uno straniero, ma con una profonda conoscenza del Paese e della sua cultura. È come un membro della famiglia che arriva in città e la visita con un fare familiare, mantenendo allo stesso tempo una certa distanza, e offrendo così un originale punto di vista sul luogo. Il suo principale lavoro sul Giappone è riunito nella serie Mangaland. Il manga è un classico e storico stile dei fumetti giapponesi, con caratteristiche riconoscibili all'interno di una varietà di generi e tematiche. Come i manga, la cultura giapponese può essere vista come un cartone animato, con protagonisti, avventure e uno stile molto peculiare che nasconde messaggi criptici. L'altra parte del lavoro presentato a Cortona On The Move riguarda la documentazione sullo tsunami. Le immagini di Black Tsunami sono un prodotto giornalistico e allo stesso tempo una testimonianza dall'interno. Il Giappone è la casa di Delano, e lui doverosamente registra l'evento disastroso e le sue conseguenze, senza abbandonare il suo stile unico e il profondo rispetto per la regione.
CARLA KOGELMAN
"ICH BIN WALDVIERTEL - IO SONO WALDVIERTEL"
"Ich bin Waldviertel - Io sono Waldviertel" ritrae la quotidianità di Hannah e Alena, due bambine di 7 e 9 anni di Merkenbrechts, villaggio austriaco di soli 170 abitanti nella regione di Waldviertel, al confine con la Repubblica Ceca. Kogelman conosce le due bambine e la loro famiglia di contadini mentre sta realizzando un documentario sulla regione. Fra Carla, Hannah e Alena nasce un rapporto di intimità che dura negli anni e che riporta alla memoria della fotografa la sua infanzia, ricca di giochi, semplicità e del calore di una grande famiglia. "La macchina fotografica mi permette di essere parte delle situazioni e delle comunità - spiega Kogelman -. Sono molto vicina ai soggetti che scelgo di fotografare e uso la fotocamera come una sicura linea di confine"
Carla Kogelman (Olanda, 1961) è la vincitrice del premio internazionale HAPPINESS ON THE MOVE edizione 2014, promosso da Cortona On The Move.
MATTIA INSOLERA - 6TH CONTINENT
6th Continent ha origine nel 2007, quando Mattia Insolera parte in barca a vela dall’Italia insieme a un amico che vuole attraversare l’Oceano Atlantico. Dopo due settimane di navigazione, Mattia capisce che ciò che gli interessa di più è la vita sulla terraferma. Decide di dedicare gli anni successivi a realizzare un progetto fotografico sulla cultura mediterranea. La maggior parte delle persone conosce il Mediterraneo come un paradiso di sole, mare e cielo azzurro, o come teatro del dramma dell’immigrazione in Europa. Provenendo da quest’area, Mattia sente l’esigenza di raschiare via la superficie di questo cliché da turista per cercare di catturare la vera essenza di questi luoghi. Il Mediterraneo del XXI secolo è diventato terreno di discordie: un recinto di filo spinato che divide Nord e Sud del mondo. È anche il bacino in cui hanno luogo i maggiori conflitti del pianeta, è un passaggio pericoloso per chi è in fuga da miseria e guerra ed è un cimitero per i 20.000 migranti che negli ultimi vent’anni vi sono annegati. Non è sempre stato così. Nel passato questo mare interno comprendeva e collegava tutto. Mattia vuole scoprire se sia rimasto qualcosa di quell’epoca, quindi punta la macchina fotografica sulla gente che ancora considera il mare un mezzo di trasporto, un’area di scambio.
Nato a Bologna nel 1977, Mattia Insolera ha ricevuto numerosi premi tra cui Canon Italia Award, Alberobello Portfolio Award e Fnac European Talent Latent Award. Attualmente è rappresentato dall’agenzia fotografica Luz.
ALVARO DEPRIT E MICHELA PALERMO - DREAMING LEONE
Negli anni ‘70 e ‘80 il deserto di Tabernas, nei pressi di Almeria, nel Sud della Spagna, diventò la Hollywood dei western. Con i suoi paesaggi, i set cinematografici e i costi relativamente bassi, il deserto fu un punto di riferimento per la produzione di molti “spaghetti western”. È qui che il celebre regista Sergio Leone ha girato alcuni dei suoi film più famosi. Negli anni ’90 i registi hanno smesso di girare film ad Almeria, principalmente perché i costi non erano più accessibili. I set sono stati trasformati in fiere oppure abbandonati, e la gente che viveva e lavorava nel circuito cinematografico, come controfigure e comparse, ha iniziato a organizzare spettacoli western per attrarre i turisti. Nello scenario attuale questi luoghi sono diventati l’imitazione di un’imitazione, catturando interpreti che mettano in scena ricostruzioni della gloria western, come facevano una volta attori e controfigure, e usando la zona a imitazione dei paesaggi americani. Queste esibizioni rievocano un’era che sta scomparendo e le facce degli attori rivelano la malinconica prospettiva di una fine già annunciata.
Alvaro Deprit nasce a Madrid e dal 2004 vive in Italia. È interessato a progetti a lungo termine su temi come l’immigrazione e la frammentazione culturale.
Il lavoro di Michela Palermo (1980) ruota intorno al mondo dei libri di fotografia. Dreaming Leone è il primo libro che ha curato come designer e curatrice.
EX MAGAZZINO DELLE CARNI Via Santucci 5
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì:
10 -13 / 15 - 19
Venerdì, sabato e domenica:
10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
ALEJANDRO CHASKIELBERG - OTSUCHI FUTURE MEMORIES Otsuchi, città di pescatori nel distretto di Iwate, fu probabilmente la più colpita dallo Tsunami che devastò il Giappone l'11 marzo 2011. Circa il 10% della popolazione morì o risultò dispersa e il 60% degli edifici abitati furono pesantemente danneggiati. Il sindaco di allora e molti impiegati comunali persero la vita e l'attività amministrativa di Otsuchi si paralizzò. In mezzo a un caos del genere le persone iniziarono a recuperare le foto di famiglia che trovavano fra i detriti della città, per cercare di mantenerne viva la memoria. Il progetto del giovane fotografo argentino Alejandro Chaskielberg, nato a Buenos Aires nel 1977, è una documentazione visiva della distruzione e della perdita. L'autore sovrappone i ritratti dei sopravvissuti di Otsuchi con le foto di famiglia trasportate lontano dallo Tsunami e salvate dall'acqua. I colori delle foto distrutte, con immagini deformate e sfocate, o alterate dagli effetti dell'acqua salata che a volte ha creato nuovi colori o mischiato gli originali, vengono restaurati con un lavoro di archeologia, e usati per colorare i ritratti in bianco e nero dei sopravvissuti.
PALAZZO FERRETTI Via Nazionale 45
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì:
10 - 13 / 15 - 19
venerdì, sabato e domenica:
10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
GIOVANNI TROILO - LA VILLE NOIRE, THE DARK HEART OF EUROPE
"Charleroi, La Ville Noire (La Città Nera) è una città nei pressi di Bruxelles. E rappresenta l’Europa intera: il collasso della produzione industriale, l’aggravarsi della disoccupazione, l’incremento dell’immigrazione, la diffusione della microcriminalità, la regressione del benessere sociale e la perdita di un’identità condivisa. Tutto questo fa parte di un viaggio alle radici della mia famiglia, che nel 1956 si è trasferita dall’Italia al distretto di Charleroi per lavorare nell’industria dell’acciaio. Ciò che mi ha spinto a raccontare questa storia è stata un’indagine sulla mia identità. Sono figlio della stessa cultura che indago. Metà della mia famiglia vive ancora lì e questo spiega l’accesso immediato e privilegiato che ho avuto al mondo catturato dalle mie fotografie. Con le mie fotografie metto a disposizione la mia realtà. Non miro a una conclusione, voglio che la gente inizi a porsi delle domande. Questo lavoro conta sull’approccio attivo di chi guarda, non su quello passivo. Chi guarda deve vacillare".
Giovanni Troilo nasce nel 1978 a Putignano. Regista e fotografo, si muove tra il mondo del cinema, della televisione, dell’editoria e della pubblicità.
MARIO GIACOMELLI - SOTTO LA PELLE DEL REALE
In occasione della riedizione in lingua inglese del libro Mario Giacomelli. Sotto la pelle del reale (24 Ore Cultura, 2011), edito da Schilt Publishing, è proprio la Schilt Publishing&Gallery a ideare la mostra di Mario Giacomelli, in collaborazione con Cortona On The Move e l’Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato. Una selezione di 20 immagini del libro offrono allo sguardo dello spettatore le stampe vintage dell’artista, per la maggior parte inedite. È un percorso attraverso le serie Presa di Coscienza sulla natura, Metamorfosi della terra, Motivo suggerito dal taglio dell’albero, Poesie in cerca d’autore.
L’Archivio presenta il viaggio interiore di Mario Giacomelli dagli anni ‘60 al 2000, mostrando l’eccezionale coerenza espressiva di un artista che considera il suo corpus fotografico una tumultuosa unità in fieri.
Giacomelli nasce a Senigallia nel 1925 e vi muore nel 2000. Tipografo alle origini e fotografo autodidatta, le sue opere sono esposte nelle collezioni permanenti dei più grandi musei del mondo.
TXEMA SALVANS - THE WAITING GAME
Per 8 anni il fotografo spagnolo Txema Salvans ha percorso la costa spagnola del Mediterraneo fotografando le strade della prostituzione in diversi scenari: agli incroci e alle rotatorie, nelle terre sconfinate delle zone industriali, sui marciapiedi e le banchine. Luoghi che sono realmente "terra di nessuno", dove il paesaggio desolato enfatizza l'alta intensità emotiva di quell'imperturbabile business che è la prostituzione. I metodi di ricerca di Salvans sono simili a un'indagine scientifica. Una volta individuati i luoghi e i soggetti, l'autore li approccia travestito da operaio, il che gli permette di sviluppare il suo progetto in parte come un'analisi sociologica e in parte come una narrazione onesta. In queste fotografie la figura isolata di una prostituta in attesa, nella postura stereotipata di un oggetto sessuale, si staglia ad una distanza media che è impressionante e talvolta addirittura tragica.
L'essenza del lavoro di Salvans è esplorare la vasta, variegata e spesso sorprendente tavolozza dei comportamenti umani. Con The Waiting Game ha mosso un ulteriore passo in questa direzione.
RUGAPIANA, 60 Via Nazionale 60
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì:
10 - 13 / 15 - 19
venerdì, sabato e domenica:
10 -19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
ALEXANDER GRONSKY - PASTORAL
Alexander Gronsky è un fotografo paesaggista. Gronsky evita di identificare gli oggetti, persino a livello tematico. Nel ciclo Pastoral il fotografo cattura la zona intermedia fra la metropoli - la capitale russa Mosca - e la natura, già scomparsa. Una zona che non è città né campagna. Pastoral è una serie di paesaggi di periferie della città, presi sempre dall'esterno, dalle lande incolte e le discariche alla terra di nessuno che circonda la città. Il paesaggio è spesso separato dall'osservatore, bloccandogli l'ingresso. Nel lavoro di Gronsky lo spazio fra il fotografo e il paesaggio è presentato letteralmente con le sembianze di una zona intermedia di rifiuto e indefinitezza, che distrugge l'effetto di assoluta autonomia del visibile. Questo è uno spazio dove il paesaggio non è stato ancora completamente separato dall'osservatore. L'oggetto fotografato non si è ancora cristallizzato in una forma che possegga integrità estetica, ma è solamente nel processo della sua graduale autonomizzazione nell'apparire a chi osserva.
Alexander Gronsky è nato a Tallinn, Estonia, nel 1980 e vive a Saulkrasti, in Lettonia.
TATIANA PLOTNIKOVA
THE MARI, THE LAST PAGANS OF EUROPE
La Repubblica di Mari El si trova a 800 chilometri da Mosca. La popolazione locale, circa mezzo milione di persone di ceppo ugro-finnico, si divide in due gruppi principali: gli abitanti degli altopiani e quelli delle pianure. Si pensa che i Mari siano arrivati nell’area del Volga dall’Europa dell’Est alcune migliaia di anni fa. Parlano lingue diverse e vivono in zone distinte del territorio della Repubblica, ma c’è una cosa che unisce la gente di Mari El: la fede. Le credenze Mari non hanno per tradizione scritture né edifici sacri e invocano l’aiuto divino pregando nei boschi sacri, dove vengono celebrate feste rituali con sacrifici animali.
“La Natura è il nostro tempio” è il credo dei Mari, gli ultimi pagani d’Europa.
Tatiana Plotnikova (Leningrado, Russia, 1973) vive a San Pietroburgo e lavora come fotografa freelance. È stata allieva del noto fotografo Sergey Maximishin.
EVGENIA ARBUGAEVA - WEATHER MAN
Vyacheslav Korotki è un uomo di una solitudine estrema. È un esperto polyarnik, un meteorologo specialista del Polo Nord. Negli ultimi 30 anni ha vissuto su delle navi russe e più recentemente a Khodovarikha, un avamposto sull'Artico, inviato dallo Stato a misurare le temperature, le nevicate e i venti. La base si trova all'estremità di una penisola in mezzo al Mar di Barents. La città più vicina è a un'ora di elicottero. Korotki ha una moglie che però vive lontano, ad Arkhangelsk. Non hanno figli. Korotki ha 63 anni e quando ha iniziato la sua carriera era un romantico entusiasta degli spazi aperti e della natura dell'Artico. Vedeva in televisione i polyarnik che apparivano come dei cosmonauti, degli esploratori per conto dell'Unione Sovietica. Non riusciva a credere che fossero veri, ne era affascinato. Ma adesso ne sono rimasti pochi. Chi vorrebbe ancora vivere quella vita? Evgenia Arbugaeva, una fotografa nata e cresciuta a Tiksi, nell'Artico russo, ha passato lungo tempo con Korotki: “Sono andata con l'idea di trovare un eremita solitario in fuga dal mondo per chissà quale oscuro dramma - spiega Arbugaeva - ma non era così. Non si sente affatto solo. È come se scomparisse nella tundra, nelle tempeste di neve. Korotki non ha una concezione di sé come la maggior parte delle persone. È come se fosse vento".
KSENIA DIODOROVA - IN THE COLD
Dopo la guerra civile e il successivo collasso economico, il fenomeno migratorio ha coinvolto la popolazione del Tagikistan. Si possono trovare dei tagiki in tutte le città russe. Nel gennaio 2014 la fotografa russa Ksenia Diodorova ha passato un mese in Tagikistan, precisamente nel Pamir, a fotografare la valle Bartang e i suoi abitanti. Una volta tornata a casa ha cercato i parenti delle persone ritratte che lavorano in Russia: circa 24 famiglie separate dal processo di migrazione. I migranti sono visti dalla popolazione russa come gente con una sola faccia e un solo nome. In Russia vivono in condizioni molto dure, in un clima sociale ostile e completamente esclusi dal sistema legislativo. D'altro canto il Tagikistan è rimasto quasi completamente privo di elettricità, carbone e gas. Ferme le fabbriche, che senza energia non possono funzionare, non c’è quasi nessun lavoro disponibile. E se qualcuno è tanto fortunato da trovare un impiego, il salario si aggira sui 200 dollari americani, anche per i lavoratori più istruiti. In the cold è la storia dei lavoratori emigrati e comincia dall’inizio: gli insediamenti rurali, i kishlaks dove sono nati, la loro cultura e le loro tradizioni, i genitori, le case, i figli.
Ksenia Diodorova (Leningrado, Russia, 1985) è stata eletta Fotografo Emergente dell’Anno al festival di San Pietroburgo nel 2013.
CIRCOLO OPERAIO Piazza Signorelli
Dal 17 Luglio al 20 Agosto
10 - 24.30
Dall’1 al 27 Settembre
14 - 24.30
Ingresso gratuito
EXPOSED
DETOUR: ATLANTE DI CORTONA, CAMUCIA E DEL TURISMO
Detour è un progetto nato dalla collaborazione tra Cortona On The Move ed il gruppo di fotografi di Exposed, da tempo impegnati nel racconto dei mutamenti di Milano in relazione a Expo 2015. Detour racconta il territorio di Cortona, Camucia e dintorni attraverso la fotografia. Gli autori si sono allontanati dal centro di Cortona, per “scivolare a valle” e incontrare Camucia, lo strato “di sotto”, più vero e più vivo. A Camucia, dove tutti si sono trasferiti per poter affittare o vendere la casa di Cortona, gli elementi del territorio perdono immaginario e visioni e diventano quelli vivi e veri, comuni a tutta la provincia italiana. È a Camucia che c’è la stazione ferroviaria e le vie principali di comunicazione che attraversano la Val di Chiana e che permettono l’arrivo delle persone e dei turisti che alimentano il sistema economico “di sopra”. Ci sono il centro culturale islamico, il mattatoio comunale, i servizi e il mercato da cui si servono anche i turisti in cerca della “normale” vita di provincia. Detour si è trasformato per due settimane in un piccolo ufficio/negozio a porte aperte. Lo spazio è diventato il principale dispositivo relazionale con i cittadini, che hanno partecipato alla ricerca condividendo con Exposed Project i loro racconti e le fotografie dagli album di famiglia.
FLANEUR New Urban Narratives Parco Parterre
Dal 17 Luglio al 9 Agosto
Ingresso gratuito
Se acquisti il biglietto singolo per la Fortezza, potrai poi comprare il biglietto per tutte le esposizioni a 11€
Il viaggio come percorso reale o ideale, dirompente e rivoluzionario, scoperta di sé e dell’altro, è l'anima del festival. La bellezza dei luoghi storici di Cortona, antichissimo paese toscano, è la cornice per decine di mostre dei più importanti fotografi italiani e stranieri e per i workshop con i professionisti della fotografia contemporanea. Cortona OTM si rivolge anche ai talenti emergenti a cui offre l'opportunità di esporre accanto ai colleghi più famosi grazie al Circuito Off, e di avere un giudizio autorevole sui propri lavori con le letture portfolio. Ogni anno una giuria di qualità elegge il vincitore di Happiness On The Move, il premio internazionale legato al festival.
Cortona On The Move nasce nel 2011 da un'idea dell'associazione culturale ONTHEMOVE. Dalla seconda edizione la direzione artistica è affidata ad Arianna Rinaldo. Quasi 24.000 persone hanno visitato l'edizione 2014 del festival, arricchita da 15 mostre e dal progetto European Dream-Road to Bruxelles, una mostra itinerante che ha percorso 5.500 km dalla Grecia a Cortona, passando per Ginevra e Bruxelles. Cortona On The Move non potrebbe esistere senza il lavoro dei volontari e degli stagisti, oltre 30 nella passata edizione, arrivati dai cinque continenti.
La fusione del festival con Cortona è uno dei valori aggiunti dell'On The Move. Le sue radici affondano nei luoghi antichi e dismessi a cui il festival ha dato una seconda vita. I visitatori sono affascinati dal Vecchio Ospedale, dall' Ex Magazzino delle Carni e dalla Fortezza Medicea del Girifalco, le principali sedi espositive di Cortona On The Move. Per dieci settimane all'anno il festival diventa tessuto vitale di Cortona e le sue fotografie arricchiscono le mura dei vicoli e delle strade del centro storico, mentre nei giorni dell'opening Cortona mette a disposizione la sua bellezza per le cene comunitarie.
SEDI E ORARI
VECCHIO OSPEDALE
Via Maffei 24-26
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì: 10 - 13 / 15 -19
Venerdì, sabato e domenica 10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
TOMAS VAN HOUTRYVE - BLUE SKY DAYS
"Secondo molte inchieste giornalistiche svariate migliaia di persone sono state uccise dal 2004 durante attacchi di droni statunitensi sotto copertura. Nonostante viviamo nell’epoca più interconnessa della storia, sono poche le testimonianze visive e accessibili al pubblico della guerra dei droni e delle sue vittime. Per questo ho deciso di attaccare la mia fotocamera a un piccolo drone e di viaggiare per l’America fotografando tutti i tipi di raduni menzionati nei resoconti degli attacchi in Pakistan e Yemen: matrimoni, funerali, gruppi di persone mentre pregano o si allenano. Ho fatto sorvolare la mia macchina fotografica anche sopra luoghi dove i droni vengono usati per scopi meno letali, come carceri, aree petrolifere e il confine tra Stati Uniti e Messico. Il mio intento è attirare l’attenzione sul cambiamento in atto nel campo della privacy, della sorveglianza e della guerra moderna".
Tomas van Houtryve è fotografo, artista e scrittore. Si occupa di questioni di stretta attualità in diverse aree del mondo.
KAI WIEDENHOEFER - CONFRONTIER
Confrontier è un progetto sulle barriere nel mondo. Kai Wiedenhoefer è nato in Germania nel 1966 e ha vissuto in prima persona, fotografandola, la caduta del Muro di Berlino nel 1989: "È stato l’evento politico più positivo ed emozionante di cui sono stato testimone in tutta la mia vita - dice l'autore -. È stata per me un’esperienza formativa e ha fatto sì che anni dopo rimanessi impressionato e preoccupato dalla costruzione di una barriera di separazione nei Territori Palestinesi Occupati. L’ho fotografata tra il 2003 e il 2006 e il mio lavoro è diventato un libro, Wall. Con Confrontier ho ampliato il tema a livello globale". Il lavoro è diventato anche una mostra, Wallonwall, esposta su 1.200 metri quadrati del Muro di Berlino: "Voglio sottolineare che muri e recinzioni di confine non sono una soluzione agli attuali problemi politici ed economici globali - spiega Wiedenhoefer -. Il muro di Berlino ne è la miglior prova: la pace inizia dove i muri cadono, non dove vengono eretti".
ELENA PERLINO - PIPELINE
Chiese pentecostali, club nigeriani, centri di detenzione temporanea e vita di strada formano il contesto di Pipeline, il lavoro di Elena Perlino sul percorso migratorio delle donne nigeriane in Italia. La fotografa racconta per immagini la storia delle donne di Benin City, una città dell'Edo State, enclave nel Sud della Nigeria. Da là proviene l’80% delle donne nigeriane vittime di tratta e costrette a prostituirsi sulle strade italiane. Nel percorso d’affrancamento dallo sfruttamento a scopo sessuale intervengono le unità di strada, i centri d’accoglienza e non ultimi i clienti stessi, che assumo un doppio ruolo. Da una parte sono una risorsa per le donne che affrontano il difficile percorso di riscatto, e dall’altra ne alimentano il flusso in Italia. Pipeline è stato realizzato tra il 2006 e il 2013 fra Torino, Genova, Roma, Napoli e Palermo.
Elena Perlino (1972) vive a Parigi e concentra il suo lavoro sui fenomeni migratori e sulla tratta di esseri umani nel Mediterraneo.
FORTEZZA DI GIRIFALCO Via Raimondo Bistacci
Dal 18 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
PHILLIP TOLEDANO - MAYBE
"Per la maggior parte della mia vita ho vissuto in un bagliore dorato di amore e privilegio. Sono stato fortunato in più modi che si possano immaginare. Quando mia madre morì all'improvviso nel 2006, tutto cambiò. Mi chiedevo quali altri repentini e oscuri cambiamenti mi attendessero. Piuttosto che aspettare impotente il mio futuro, decisi di affrontare le mie paure. Avrei provato a indovinare quali direzioni improvvise e impreviste la mia vita avrebbe potuto prendere. Avrei immaginato il fallimento e la solitudine. Sarei stato incapace di camminare. Obeso. Avrei subito un infarto. Avrei visto la mia stessa morte. La fotografia si occupa sempre del passato. Questo progetto si occupa del futuro, ma come si può ricercare quello che non è ancora successo? Ho fatto un test del Dna che mi ha svelato quali malattie fossi soggetto a contrarre. Ho consultato cartomanti, lettori di tarocchi, ipnotizzatori, numerologi e chiromanti. Ho studiato le statistiche delle compagnie di assicurazione. Ho lavorato con un qualificato esperto di protesi, così ho potuto diventare fisicamente come sarei stato nel futuro. Ho imparato a muovermi come se avessi 90 anni. Seguendo la mia ricerca, ho scattato delle immagini".
Phillip Toledano si definisce un artista concettuale. È nato a Londa da madre franco-marocchina e da padre americano.
JAMES WHITLOW DELANO - JAPAN
Un fotografo americano, James Whitlow Delano, ha vissuto in Giappone per più di 20 anni. Lo ha fotografato con lo sguardo lucido di uno straniero, ma con una profonda conoscenza del Paese e della sua cultura. È come un membro della famiglia che arriva in città e la visita con un fare familiare, mantenendo allo stesso tempo una certa distanza, e offrendo così un originale punto di vista sul luogo. Il suo principale lavoro sul Giappone è riunito nella serie Mangaland. Il manga è un classico e storico stile dei fumetti giapponesi, con caratteristiche riconoscibili all'interno di una varietà di generi e tematiche. Come i manga, la cultura giapponese può essere vista come un cartone animato, con protagonisti, avventure e uno stile molto peculiare che nasconde messaggi criptici. L'altra parte del lavoro presentato a Cortona On The Move riguarda la documentazione sullo tsunami. Le immagini di Black Tsunami sono un prodotto giornalistico e allo stesso tempo una testimonianza dall'interno. Il Giappone è la casa di Delano, e lui doverosamente registra l'evento disastroso e le sue conseguenze, senza abbandonare il suo stile unico e il profondo rispetto per la regione.
CARLA KOGELMAN
"ICH BIN WALDVIERTEL - IO SONO WALDVIERTEL"
"Ich bin Waldviertel - Io sono Waldviertel" ritrae la quotidianità di Hannah e Alena, due bambine di 7 e 9 anni di Merkenbrechts, villaggio austriaco di soli 170 abitanti nella regione di Waldviertel, al confine con la Repubblica Ceca. Kogelman conosce le due bambine e la loro famiglia di contadini mentre sta realizzando un documentario sulla regione. Fra Carla, Hannah e Alena nasce un rapporto di intimità che dura negli anni e che riporta alla memoria della fotografa la sua infanzia, ricca di giochi, semplicità e del calore di una grande famiglia. "La macchina fotografica mi permette di essere parte delle situazioni e delle comunità - spiega Kogelman -. Sono molto vicina ai soggetti che scelgo di fotografare e uso la fotocamera come una sicura linea di confine"
Carla Kogelman (Olanda, 1961) è la vincitrice del premio internazionale HAPPINESS ON THE MOVE edizione 2014, promosso da Cortona On The Move.
MATTIA INSOLERA - 6TH CONTINENT
6th Continent ha origine nel 2007, quando Mattia Insolera parte in barca a vela dall’Italia insieme a un amico che vuole attraversare l’Oceano Atlantico. Dopo due settimane di navigazione, Mattia capisce che ciò che gli interessa di più è la vita sulla terraferma. Decide di dedicare gli anni successivi a realizzare un progetto fotografico sulla cultura mediterranea. La maggior parte delle persone conosce il Mediterraneo come un paradiso di sole, mare e cielo azzurro, o come teatro del dramma dell’immigrazione in Europa. Provenendo da quest’area, Mattia sente l’esigenza di raschiare via la superficie di questo cliché da turista per cercare di catturare la vera essenza di questi luoghi. Il Mediterraneo del XXI secolo è diventato terreno di discordie: un recinto di filo spinato che divide Nord e Sud del mondo. È anche il bacino in cui hanno luogo i maggiori conflitti del pianeta, è un passaggio pericoloso per chi è in fuga da miseria e guerra ed è un cimitero per i 20.000 migranti che negli ultimi vent’anni vi sono annegati. Non è sempre stato così. Nel passato questo mare interno comprendeva e collegava tutto. Mattia vuole scoprire se sia rimasto qualcosa di quell’epoca, quindi punta la macchina fotografica sulla gente che ancora considera il mare un mezzo di trasporto, un’area di scambio.
Nato a Bologna nel 1977, Mattia Insolera ha ricevuto numerosi premi tra cui Canon Italia Award, Alberobello Portfolio Award e Fnac European Talent Latent Award. Attualmente è rappresentato dall’agenzia fotografica Luz.
ALVARO DEPRIT E MICHELA PALERMO - DREAMING LEONE
Negli anni ‘70 e ‘80 il deserto di Tabernas, nei pressi di Almeria, nel Sud della Spagna, diventò la Hollywood dei western. Con i suoi paesaggi, i set cinematografici e i costi relativamente bassi, il deserto fu un punto di riferimento per la produzione di molti “spaghetti western”. È qui che il celebre regista Sergio Leone ha girato alcuni dei suoi film più famosi. Negli anni ’90 i registi hanno smesso di girare film ad Almeria, principalmente perché i costi non erano più accessibili. I set sono stati trasformati in fiere oppure abbandonati, e la gente che viveva e lavorava nel circuito cinematografico, come controfigure e comparse, ha iniziato a organizzare spettacoli western per attrarre i turisti. Nello scenario attuale questi luoghi sono diventati l’imitazione di un’imitazione, catturando interpreti che mettano in scena ricostruzioni della gloria western, come facevano una volta attori e controfigure, e usando la zona a imitazione dei paesaggi americani. Queste esibizioni rievocano un’era che sta scomparendo e le facce degli attori rivelano la malinconica prospettiva di una fine già annunciata.
Alvaro Deprit nasce a Madrid e dal 2004 vive in Italia. È interessato a progetti a lungo termine su temi come l’immigrazione e la frammentazione culturale.
Il lavoro di Michela Palermo (1980) ruota intorno al mondo dei libri di fotografia. Dreaming Leone è il primo libro che ha curato come designer e curatrice.
EX MAGAZZINO DELLE CARNI Via Santucci 5
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì:
10 -13 / 15 - 19
Venerdì, sabato e domenica:
10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
ALEJANDRO CHASKIELBERG - OTSUCHI FUTURE MEMORIES Otsuchi, città di pescatori nel distretto di Iwate, fu probabilmente la più colpita dallo Tsunami che devastò il Giappone l'11 marzo 2011. Circa il 10% della popolazione morì o risultò dispersa e il 60% degli edifici abitati furono pesantemente danneggiati. Il sindaco di allora e molti impiegati comunali persero la vita e l'attività amministrativa di Otsuchi si paralizzò. In mezzo a un caos del genere le persone iniziarono a recuperare le foto di famiglia che trovavano fra i detriti della città, per cercare di mantenerne viva la memoria. Il progetto del giovane fotografo argentino Alejandro Chaskielberg, nato a Buenos Aires nel 1977, è una documentazione visiva della distruzione e della perdita. L'autore sovrappone i ritratti dei sopravvissuti di Otsuchi con le foto di famiglia trasportate lontano dallo Tsunami e salvate dall'acqua. I colori delle foto distrutte, con immagini deformate e sfocate, o alterate dagli effetti dell'acqua salata che a volte ha creato nuovi colori o mischiato gli originali, vengono restaurati con un lavoro di archeologia, e usati per colorare i ritratti in bianco e nero dei sopravvissuti.
PALAZZO FERRETTI Via Nazionale 45
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì:
10 - 13 / 15 - 19
venerdì, sabato e domenica:
10 - 19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
GIOVANNI TROILO - LA VILLE NOIRE, THE DARK HEART OF EUROPE
"Charleroi, La Ville Noire (La Città Nera) è una città nei pressi di Bruxelles. E rappresenta l’Europa intera: il collasso della produzione industriale, l’aggravarsi della disoccupazione, l’incremento dell’immigrazione, la diffusione della microcriminalità, la regressione del benessere sociale e la perdita di un’identità condivisa. Tutto questo fa parte di un viaggio alle radici della mia famiglia, che nel 1956 si è trasferita dall’Italia al distretto di Charleroi per lavorare nell’industria dell’acciaio. Ciò che mi ha spinto a raccontare questa storia è stata un’indagine sulla mia identità. Sono figlio della stessa cultura che indago. Metà della mia famiglia vive ancora lì e questo spiega l’accesso immediato e privilegiato che ho avuto al mondo catturato dalle mie fotografie. Con le mie fotografie metto a disposizione la mia realtà. Non miro a una conclusione, voglio che la gente inizi a porsi delle domande. Questo lavoro conta sull’approccio attivo di chi guarda, non su quello passivo. Chi guarda deve vacillare".
Giovanni Troilo nasce nel 1978 a Putignano. Regista e fotografo, si muove tra il mondo del cinema, della televisione, dell’editoria e della pubblicità.
MARIO GIACOMELLI - SOTTO LA PELLE DEL REALE
In occasione della riedizione in lingua inglese del libro Mario Giacomelli. Sotto la pelle del reale (24 Ore Cultura, 2011), edito da Schilt Publishing, è proprio la Schilt Publishing&Gallery a ideare la mostra di Mario Giacomelli, in collaborazione con Cortona On The Move e l’Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato. Una selezione di 20 immagini del libro offrono allo sguardo dello spettatore le stampe vintage dell’artista, per la maggior parte inedite. È un percorso attraverso le serie Presa di Coscienza sulla natura, Metamorfosi della terra, Motivo suggerito dal taglio dell’albero, Poesie in cerca d’autore.
L’Archivio presenta il viaggio interiore di Mario Giacomelli dagli anni ‘60 al 2000, mostrando l’eccezionale coerenza espressiva di un artista che considera il suo corpus fotografico una tumultuosa unità in fieri.
Giacomelli nasce a Senigallia nel 1925 e vi muore nel 2000. Tipografo alle origini e fotografo autodidatta, le sue opere sono esposte nelle collezioni permanenti dei più grandi musei del mondo.
TXEMA SALVANS - THE WAITING GAME
Per 8 anni il fotografo spagnolo Txema Salvans ha percorso la costa spagnola del Mediterraneo fotografando le strade della prostituzione in diversi scenari: agli incroci e alle rotatorie, nelle terre sconfinate delle zone industriali, sui marciapiedi e le banchine. Luoghi che sono realmente "terra di nessuno", dove il paesaggio desolato enfatizza l'alta intensità emotiva di quell'imperturbabile business che è la prostituzione. I metodi di ricerca di Salvans sono simili a un'indagine scientifica. Una volta individuati i luoghi e i soggetti, l'autore li approccia travestito da operaio, il che gli permette di sviluppare il suo progetto in parte come un'analisi sociologica e in parte come una narrazione onesta. In queste fotografie la figura isolata di una prostituta in attesa, nella postura stereotipata di un oggetto sessuale, si staglia ad una distanza media che è impressionante e talvolta addirittura tragica.
L'essenza del lavoro di Salvans è esplorare la vasta, variegata e spesso sorprendente tavolozza dei comportamenti umani. Con The Waiting Game ha mosso un ulteriore passo in questa direzione.
RUGAPIANA, 60 Via Nazionale 60
Dal 17 Luglio al 31 Agosto
10 - 20
Dall’1 al 27 Settembre
Dal lunedì al giovedì:
10 - 13 / 15 - 19
venerdì, sabato e domenica:
10 -19
In queste location puoi comprare i biglietti per tutte le mostre del festival
ALEXANDER GRONSKY - PASTORAL
Alexander Gronsky è un fotografo paesaggista. Gronsky evita di identificare gli oggetti, persino a livello tematico. Nel ciclo Pastoral il fotografo cattura la zona intermedia fra la metropoli - la capitale russa Mosca - e la natura, già scomparsa. Una zona che non è città né campagna. Pastoral è una serie di paesaggi di periferie della città, presi sempre dall'esterno, dalle lande incolte e le discariche alla terra di nessuno che circonda la città. Il paesaggio è spesso separato dall'osservatore, bloccandogli l'ingresso. Nel lavoro di Gronsky lo spazio fra il fotografo e il paesaggio è presentato letteralmente con le sembianze di una zona intermedia di rifiuto e indefinitezza, che distrugge l'effetto di assoluta autonomia del visibile. Questo è uno spazio dove il paesaggio non è stato ancora completamente separato dall'osservatore. L'oggetto fotografato non si è ancora cristallizzato in una forma che possegga integrità estetica, ma è solamente nel processo della sua graduale autonomizzazione nell'apparire a chi osserva.
Alexander Gronsky è nato a Tallinn, Estonia, nel 1980 e vive a Saulkrasti, in Lettonia.
TATIANA PLOTNIKOVA
THE MARI, THE LAST PAGANS OF EUROPE
La Repubblica di Mari El si trova a 800 chilometri da Mosca. La popolazione locale, circa mezzo milione di persone di ceppo ugro-finnico, si divide in due gruppi principali: gli abitanti degli altopiani e quelli delle pianure. Si pensa che i Mari siano arrivati nell’area del Volga dall’Europa dell’Est alcune migliaia di anni fa. Parlano lingue diverse e vivono in zone distinte del territorio della Repubblica, ma c’è una cosa che unisce la gente di Mari El: la fede. Le credenze Mari non hanno per tradizione scritture né edifici sacri e invocano l’aiuto divino pregando nei boschi sacri, dove vengono celebrate feste rituali con sacrifici animali.
“La Natura è il nostro tempio” è il credo dei Mari, gli ultimi pagani d’Europa.
Tatiana Plotnikova (Leningrado, Russia, 1973) vive a San Pietroburgo e lavora come fotografa freelance. È stata allieva del noto fotografo Sergey Maximishin.
EVGENIA ARBUGAEVA - WEATHER MAN
Vyacheslav Korotki è un uomo di una solitudine estrema. È un esperto polyarnik, un meteorologo specialista del Polo Nord. Negli ultimi 30 anni ha vissuto su delle navi russe e più recentemente a Khodovarikha, un avamposto sull'Artico, inviato dallo Stato a misurare le temperature, le nevicate e i venti. La base si trova all'estremità di una penisola in mezzo al Mar di Barents. La città più vicina è a un'ora di elicottero. Korotki ha una moglie che però vive lontano, ad Arkhangelsk. Non hanno figli. Korotki ha 63 anni e quando ha iniziato la sua carriera era un romantico entusiasta degli spazi aperti e della natura dell'Artico. Vedeva in televisione i polyarnik che apparivano come dei cosmonauti, degli esploratori per conto dell'Unione Sovietica. Non riusciva a credere che fossero veri, ne era affascinato. Ma adesso ne sono rimasti pochi. Chi vorrebbe ancora vivere quella vita? Evgenia Arbugaeva, una fotografa nata e cresciuta a Tiksi, nell'Artico russo, ha passato lungo tempo con Korotki: “Sono andata con l'idea di trovare un eremita solitario in fuga dal mondo per chissà quale oscuro dramma - spiega Arbugaeva - ma non era così. Non si sente affatto solo. È come se scomparisse nella tundra, nelle tempeste di neve. Korotki non ha una concezione di sé come la maggior parte delle persone. È come se fosse vento".
KSENIA DIODOROVA - IN THE COLD
Dopo la guerra civile e il successivo collasso economico, il fenomeno migratorio ha coinvolto la popolazione del Tagikistan. Si possono trovare dei tagiki in tutte le città russe. Nel gennaio 2014 la fotografa russa Ksenia Diodorova ha passato un mese in Tagikistan, precisamente nel Pamir, a fotografare la valle Bartang e i suoi abitanti. Una volta tornata a casa ha cercato i parenti delle persone ritratte che lavorano in Russia: circa 24 famiglie separate dal processo di migrazione. I migranti sono visti dalla popolazione russa come gente con una sola faccia e un solo nome. In Russia vivono in condizioni molto dure, in un clima sociale ostile e completamente esclusi dal sistema legislativo. D'altro canto il Tagikistan è rimasto quasi completamente privo di elettricità, carbone e gas. Ferme le fabbriche, che senza energia non possono funzionare, non c’è quasi nessun lavoro disponibile. E se qualcuno è tanto fortunato da trovare un impiego, il salario si aggira sui 200 dollari americani, anche per i lavoratori più istruiti. In the cold è la storia dei lavoratori emigrati e comincia dall’inizio: gli insediamenti rurali, i kishlaks dove sono nati, la loro cultura e le loro tradizioni, i genitori, le case, i figli.
Ksenia Diodorova (Leningrado, Russia, 1985) è stata eletta Fotografo Emergente dell’Anno al festival di San Pietroburgo nel 2013.
CIRCOLO OPERAIO Piazza Signorelli
Dal 17 Luglio al 20 Agosto
10 - 24.30
Dall’1 al 27 Settembre
14 - 24.30
Ingresso gratuito
EXPOSED
DETOUR: ATLANTE DI CORTONA, CAMUCIA E DEL TURISMO
Detour è un progetto nato dalla collaborazione tra Cortona On The Move ed il gruppo di fotografi di Exposed, da tempo impegnati nel racconto dei mutamenti di Milano in relazione a Expo 2015. Detour racconta il territorio di Cortona, Camucia e dintorni attraverso la fotografia. Gli autori si sono allontanati dal centro di Cortona, per “scivolare a valle” e incontrare Camucia, lo strato “di sotto”, più vero e più vivo. A Camucia, dove tutti si sono trasferiti per poter affittare o vendere la casa di Cortona, gli elementi del territorio perdono immaginario e visioni e diventano quelli vivi e veri, comuni a tutta la provincia italiana. È a Camucia che c’è la stazione ferroviaria e le vie principali di comunicazione che attraversano la Val di Chiana e che permettono l’arrivo delle persone e dei turisti che alimentano il sistema economico “di sopra”. Ci sono il centro culturale islamico, il mattatoio comunale, i servizi e il mercato da cui si servono anche i turisti in cerca della “normale” vita di provincia. Detour si è trasformato per due settimane in un piccolo ufficio/negozio a porte aperte. Lo spazio è diventato il principale dispositivo relazionale con i cittadini, che hanno partecipato alla ricerca condividendo con Exposed Project i loro racconti e le fotografie dagli album di famiglia.
FLANEUR New Urban Narratives Parco Parterre
Dal 17 Luglio al 9 Agosto
Ingresso gratuito
Se acquisti il biglietto singolo per la Fortezza, potrai poi comprare il biglietto per tutte le esposizioni a 11€
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