Immagini dalla Russia
Dal 04 Maggio 2013 al 16 Giugno 2013
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Galleria Parmeggiani
Indirizzo: corso Cairoli 2
Orari: sabato 4/5 maggio 10-24. Dal 6 maggio al 16 giugno da martedì a giovedì 9-12; venerdì 9-12/ 19-23; sabato 10-23; domenica 10-21
Curatori: Laura Serani
Costo del biglietto: biglietto unico per tutte le mostre: intero € 10, ridotto € 7
Telefono per informazioni: +39 0522 456532/ 348 8080539
E-Mail info: patrizia.paterlini@municipio.re.it
Sito ufficiale: http://musei.comune.re.it
Dietro le scene attentamente costruite, gli scatti di Viktoria Sorochinski svelano i timori di una generazione che deve affrontare la crisi di una società in profonda trasformazione. I temi dell’esilio e della nostalgia, la ricerca di un’identità e il profondo disagio che l’accompagna non sono offuscati dall’estetica delle immagini.
Viktoria Sorochinski lascia l’Unione Sovietica con i suoi genitori nel 1990. All’epoca ha 11 anni. Dopo un periodo trascorso in Israele, prosegue gli studi di belle arti prima a Montreal e poi a New York, dove risiede attualmente. A Montreal, nel 2005, inizia a fotografare una bambina, che allora aveva tre anni, e sua madre di 23 anni, anche loro di origini russe. Ancora oggi continua a portare avanti questo lavoro attento di osservazione e interpretazione, cogliendo i vari passaggi della crescita di Eve e del suo rapporto con Anna. Tema centrale del racconto è l’infanzia con il suo corollario di fantasie e di paure e “l’apprendimento” della maternità. Basandosi sui miti, sulle leggende e le credenze popolari, che vanno a intrecciarsi con la percezione infantile del bene e del male, Viktoria ritrae il mondo fantastico di Eve e il rapporto complesso e intenso con la madre in una serie di scatti impeccabili, pervasi di inquietante magia.
La personalità e la presenza della piccola Eve occupano ogni immagine. Di fronte all’obiettivo, si instaura uno strano gioco di ruoli tra le due protagoniste e tra loro e la fotografa. Dietro la finzione, si percepisce una tensione reale, la fragilità di Anna e la determinazione di Eve. Come Alice nel paese delle meraviglie, la piccola Eve sembra reggere da sola le sorti di questo equilibrio e dell’intero racconto.
Viktoria, complice attenta, vede e prevede, svelando un universo segreto fatto di segni e di visioni. Catturato da queste immagini perfette, dove nessun dettaglio è lasciato al caso, incantato da inquietanti misteri e dal senso del meraviglioso, lo spettatore ben presto si smarrisce come in un gioco di specchi.
Tim Parchikov. Times New Roman. Episodio 3: Mosca
Con il crollo del muro di Berlino nel 1989, la riunificazione della Germania, il successivo crollo dell’Urss con la formazione delle repubbliche ex-sovietiche e la caduta dei regimi socialisti, i confini dell’Europa si sono spostati sempre più verso Est e l’Unione Europea si é allargata fino a includere, nel 2007, 27 paesi. Le conseguenze economiche e sociali che hanno coinvolto i paesi storicamente membri dell’Unione europea , hanno avuto conseguenze molto più radicali e profonde all’interno dei paesi dell’ex blocco socialista. Malgrado la liberalizzazione dell’informazione e la globalizzazione, la realtà all’est resta per noi ancora spesso una sorta di nebulosa da cui emergono solo gli eventi maggiori che fanno notizia. Senza la pretesa di tracciare un ritratto globale della situazione nei paesi nostri nuovi vicini, ho cercato di mettere a fuoco alcune questioni attraverso i lavori di quattro fotografi russi impegnati, ciascuno su terreni diversi, ad analizzare aspetti del loro paese.
Sergey Shestakov nell’ambito di una riflessione globale sulla fatalità e le responsabilità umane ha lavorato sulla cosiddetta Exclusion Zone, teatro della catastrofe di Chernobyl nell’aprile del 1986.
Luoghi deserti, case abbandonate, tracce di vita quotidiana bruscamente interrotta, le immagini di Shestakov lasciano trapelare un sentimento di tempo sospeso e un’emozione profonda. Dopo l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, nel 2011, la sua testimonianza ha preso la forza di un avvertimento che lo ha spinto ad aggiungere al titolo del suo lavoro Journey into the Future la drammatica dicitura Stop N°1. L’incidente avvenuto il 12 febbraio scorso a Chernobyl, con il crollo di un muro e di un tetto della centrale, a prossimità del sarcofago che isola il reattore, ha fatto rivivere lo spettro di una catastrofe nucleare.
Gli altri lavori presentati a Fotografia Europea, di tre giovani artisti rappresentativi della nuova scena russa, esplorano degli aspetti legati a fenomeni di società. Modi di vita, questioni identitarie di nuove classi sociali o delle nuove generazioni, sono al centro dell’attenzione di Lucia Ganieva, Tim Parchikov e Viktoria Sorochinski. I Dreaming wallpapers della Ganieva, che decorano gli interni delle case, raccontano i sogni e un po’ la voglia di evasione, come i fondi dipinti negli studi dei ritrattisti africani. Ma invece che per la posa, diventano decori di un quotidiano lontano da paesaggi paradisiaci. Dal vecchio al nuovo kitsch, con Times New Roman. Episodio 3: Mosca, di Parchikov documenta il desiderio dei nuovi ricchi che, alla ricerca di referenze culturali, ornano ville e giardini con delle riproduzioni di statue romane. Fenomeno che permette al tempo stesso una riflessione sul falso nell’arte e sulla credibilità acquisita col tempo dai falsi nella storia dell’arte.
Sensibile al dialogo tra le mostre e i luoghi destinati ad accoglierle, la scelta si é allora portata sulle sale della Galleria Parmeggiani, antica dimora di un collezionista e mercante, accessoriamente falsario, e oggi tempio di una reinterpretazione originale del concetto di opera d’arte. In questa stessa logica gli appartamenti privati, al piano superiore della Galleria, accoglieranno The Wonder House of Anna & Eve, la mostra di Viktoria Sorochinski. Dal 2005 ad oggi la Sorochinski segue l’evoluzione della piccola Eve e il rapporto con Anna, la sua giovane mamma, in un gioco di ruoli che interpella la questione della maternità e delle radici culturali. Il mondo di Eve é fatto di fantasticherie e inquietudini e abitato da personaggi immaginari o ispirati dalle favole russe. Viktoria Sorochinski attraverso messe in scena e metafore da’ vita a un teatro del quotidiano che, in bilico tra poesia e situazioni enigmatiche, al tempo stesso attrae e mette a disagio lo spettatore. Un video, concepito come colonna sonora della mostra, introduce una certa inquietudine, che spesso accompagna facendo da controcanto alla serenità dell’infanzia .
L’insieme dei lavori proposti permette un approccio della nuova fotografia documentaria russa, tesa alla ricerca di nuove forme espressive e di nuovi linguaggi visivi in cui struttura concettuale e impronta poetica sono fortemente presenti.
La presentazione di questa serie di mostre a Reggio Emilia é stata possibile grazie al partenariato iniziato quest’anno con il Mamm di Mosca e la sua direttrice Olga Sviblova. Il nuovo museo delle arti multimediali racchiude la più importante collezione di fotografia russa storica e contemporanea e porta avanti un’azione esemplare di sostegno alla creazione e di diffusione della fotografia a livello nazionale e internazionale.
Lucia Ganieva. Dreaming walls
Con il crollo del muro di Berlino nel 1989, la riunificazione della Germania, il successivo crollo dell’Urss con la formazione delle repubbliche ex-sovietiche e la caduta dei regimi socialisti, i confini dell’Europa si sono spostati sempre più verso Est e l’Unione Europea si é allargata fino a includere, nel 2007, 27 paesi. Le conseguenze economiche e sociali che hanno coinvolto i paesi storicamente membri dell’Unione europea , hanno avuto conseguenze molto più radicali e profonde all’interno dei paesi dell’ex blocco socialista. Malgrado la liberalizzazione dell’informazione e la globalizzazione, la realtà all’est resta per noi ancora spesso una sorta di nebulosa da cui emergono solo gli eventi maggiori che fanno notizia. Senza la pretesa di tracciare un ritratto globale della situazione nei paesi nostri nuovi vicini, ho cercato di mettere a fuoco alcune questioni attraverso i lavori di quattro fotografi russi impegnati, ciascuno su terreni diversi, ad analizzare aspetti del loro paese.
Sergey Shestakov nell’ambito di una riflessione globale sulla fatalità e le responsabilità umane ha lavorato sulla cosiddetta Exclusion Zone, teatro della catastrofe di Chernobyl nell’aprile del 1986.
Luoghi deserti, case abbandonate, tracce di vita quotidiana bruscamente interrotta, le immagini di Shestakov lasciano trapelare un sentimento di tempo sospeso e un’emozione profonda. Dopo l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, nel 2011, la sua testimonianza ha preso la forza di un avvertimento che lo ha spinto ad aggiungere al titolo del suo lavoro Journey into the Future la drammatica dicitura Stop N°1. L’incidente avvenuto il 12 febbraio scorso a Chernobyl, con il crollo di un muro e di un tetto della centrale, a prossimità del sarcofago che isola il reattore, ha fatto rivivere lo spettro di una catastrofe nucleare.
Gli altri lavori presentati a Fotografia Europea, di tre giovani artisti rappresentativi della nuova scena russa, esplorano degli aspetti legati a fenomeni di società. Modi di vita, questioni identitarie di nuove classi sociali o delle nuove generazioni, sono al centro dell’attenzione di Lucia Ganieva, Tim Parchikov e Viktoria Sorochinski. I Dreaming wallpapers della Ganieva, che decorano gli interni delle case, raccontano i sogni e un po’ la voglia di evasione, come i fondi dipinti negli studi dei ritrattisti africani. Ma invece che per la posa, diventano decori di un quotidiano lontano da paesaggi paradisiaci. Dal vecchio al nuovo kitsch, con Times New Roman. Episodio 3: Mosca, di Parchikov documenta il desiderio dei nuovi ricchi che, alla ricerca di referenze culturali, ornano ville e giardini con delle riproduzioni di statue romane. Fenomeno che permette al tempo stesso una riflessione sul falso nell’arte e sulla credibilità acquisita col tempo dai falsi nella storia dell’arte.
Sensibile al dialogo tra le mostre e i luoghi destinati ad accoglierle, la scelta si é allora portata sulle sale della Galleria Parmeggiani, antica dimora di un collezionista e mercante, accessoriamente falsario, e oggi tempio di una reinterpretazione originale del concetto di opera d’arte. In questa stessa logica gli appartamenti privati, al piano superiore della Galleria, accoglieranno The Wonder House of Anna & Eve, la mostra di Viktoria Sorochinski. Dal 2005 ad oggi la Sorochinski segue l’evoluzione della piccola Eve e il rapporto con Anna, la sua giovane mamma, in un gioco di ruoli che interpella la questione della maternità e delle radici culturali. Il mondo di Eve é fatto di fantasticherie e inquietudini e abitato da personaggi immaginari o ispirati dalle favole russe. Viktoria Sorochinski attraverso messe in scena e metafore da’ vita a un teatro del quotidiano che, in bilico tra poesia e situazioni enigmatiche, al tempo stesso attrae e mette a disagio lo spettatore. Un video, concepito come colonna sonora della mostra, introduce una certa inquietudine, che spesso accompagna facendo da controcanto alla serenità dell’infanzia .
L’insieme dei lavori proposti permette un approccio della nuova fotografia documentaria russa, tesa alla ricerca di nuove forme espressive e di nuovi linguaggi visivi in cui struttura concettuale e impronta poetica sono fortemente presenti.
La presentazione di questa serie di mostre a Reggio Emilia é stata possibile grazie al partenariato iniziato quest’anno con il Mamm di Mosca e la sua direttrice Olga Sviblova. Il nuovo museo delle arti multimediali racchiude la più importante collezione di fotografia russa storica e contemporanea e porta avanti un’azione esemplare di sostegno alla creazione e di diffusione della fotografia a livello nazionale e internazionale.
Sabato 4 maggio, ore 10.30 / incontro con l'artista all'interno della conferenza SORPRESA: CAMBIARE IL MONDO | SARAJEVO: CHI HA GUADAGNATO, CHI HA PERSO Dževad Karahasan scrittore dialoga con Piero del Giudice giornalista.
Alle 12.00 Incontro con gli artisti Thierry Cohen, Sergey Shestakov, Viktoria Sorochinski, Tim Parchikov, Alessandro Rizzi, Lucia Ganieva, la curatrice Laura Serani e Olga Sviblova direttrice del MAMM. Coordina Elio Grazio
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