Ad Aquileia dall’11 marzo al 3 giugno
Tesori e imperatori di Serbia: quando sul Danubio si parlava latino
Tesori e Imperatori. Lo splendore della Serbia romana - courtesy © Fondazione Aquileia
Francesca Grego
08/03/2018
Udine - Come 18 secoli fa, l’Oriente e l’Occidente d’Europa si incontrano ad Aquileia. È stata presentata oggi a Roma la mostra Tesori e Imperatori. Lo splendore della Serbia Romana, da ammirare nella cittadina friulana a Palazzo Meizlik dall’11 marzo al 3 giugno.
Oltre 60 preziosi reperti provenienti dai musei serbi, tra cui ritratti imperiali, maschere da parata, elmi tempestati di gemme, statue divine e raffinate oreficerie, ricordano i tempi in cui le terre d’Illiria furono parte viva e attivissima dell’Impero Romano, che sfidò più volte il confine del Danubio nel magnifico scenario delle Porte di Ferro senza mai riuscire a vincerlo del tutto. Teatri di eventi memorabili come la campagna di Traiano e l’ascesa di Domiziano, i territori dell’Est diedero i natali a ben 17 o 18 imperatori, tra cui lo stesso Costantino.
Ma la mostra di Aquileia non è solo un affascinante viaggio tra le vestigia del passato. Come traspare dalle parole dei partecipanti alla conferenza – il presidente della Fondazione Aquileia Antonio Zanardi Landi, l’ambasciatore della Repubblica di Serbia in Italia Goran Aleksič, lo storico Claudio Strinati e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - la riscoperta dell’antico è la base per un nuovo incontro. “In un tempo in cui nuovi muri sembrano sorgere a ogni piè sospinto, noi vogliamo ricordare quanto importante sia stata l’integrazione 1700-1800 anni fa e valorizzare le eredità culturali che abbiamo in comune con la Serbia e con gli altri paesi dei Balcani”, ha dichiarato Zanardi Landi.
E mentre scopriamo con Strinati che nelle ben conservate aree archeologiche serbe l’idea di città dei Romani è oggi leggibile meglio che nella stessa Urbe, le opere d’arte venute dall’Est diventano occasioni per guardare l’attualità nelle lenti del passato: in un Impero che nel corso dei secoli cambia radicalmente il proprio volto, in grandi leader che durano “meno di un governo balneare della prima Repubblica”, per arrivare a interrogarsi su quanto la percezione della geografia sia frutto di processi storici o su come le identità dei popoli siano i prodotti di flussi umani e culturali in continuo movimento nello spazio.
Un progetto in linea con le ultime iniziative della Fondazione Aquileia, che in questi anni ha guardato al Mediterraneo e all’Africa settentrionale - con la mostra dei tesori del Museo del Bardo di Tunisi - e alla città siriana di Palmira, della quale ha ospitato antichi reperti feriti dalla guerra. A tre mesi dal rinnovo dell’accordo decennale della Fondazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e il Mibact, che oltre ai siti archeologici affida all’ente presieduto da Zanardi Landi la gestione dei due Musei Nazionali di Aquileia e di importanti immobili di interesse storico, Tesori e imperatori rappresenta anche il primo evento di un nuovo capitolo, che nei prossimi anni vedrà lo sviluppo di ulteriori scambi con i patrimoni storico-artistici dell’Europa dell’Est.
Dall’11 marzo a farci strada tra la magnifica testa di porfido rosso dell’imperatore Galerio, i gioielli d’argento del Tesoro di Tekija, un capolavoro come l’Elmo di Berkasovo e la Venere di Sirmius, sarà il nastro argenteo del Danubio, protagonista occulto di una storia di “profondità abissale”. A lui è dedicata l’ultima opera in mostra, un’installazione di suoni e immagini che evoca gli scenari in cui la natura si intreccia con la storia: linea di confine ma anche permeabile via di comunicazione, veicolo di commerci, trait d’union tra popoli, culture e religioni. Nel suo abbraccio sono racchiuse ancora fortificazioni, antichi insediamenti e maestose residenze imperiali, da Felix Romuliana (oggi Gamzigrad) a Sirmium (Sremska Mitrovica).
Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana è organizzata dalla Fondazione Aquileia, dal Museo Nazionale di Belgrado e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, il Comune di Aquileia e l’Associazione Nazionale per Aquileia con il supporto di Cassa Rurale Fvg, FCA e Trieste Airport.
Partecipano all’esposizione il Museo Nazionale di Belgrado, il Museo Nazionale di Zječar e di Niš, i Musei di Požarevac, Novi Sad, Sremska Mitrovica e Negotin.
Leggi anche:
• Volti di Palmira: in mostra le meraviglie della "Sposa del Deserto"
• Aquileia madre di Venezia e porta verso l'Oriente
• Alla scoperta di Aquileia con Cristiano Tiussi
Oltre 60 preziosi reperti provenienti dai musei serbi, tra cui ritratti imperiali, maschere da parata, elmi tempestati di gemme, statue divine e raffinate oreficerie, ricordano i tempi in cui le terre d’Illiria furono parte viva e attivissima dell’Impero Romano, che sfidò più volte il confine del Danubio nel magnifico scenario delle Porte di Ferro senza mai riuscire a vincerlo del tutto. Teatri di eventi memorabili come la campagna di Traiano e l’ascesa di Domiziano, i territori dell’Est diedero i natali a ben 17 o 18 imperatori, tra cui lo stesso Costantino.
Ma la mostra di Aquileia non è solo un affascinante viaggio tra le vestigia del passato. Come traspare dalle parole dei partecipanti alla conferenza – il presidente della Fondazione Aquileia Antonio Zanardi Landi, l’ambasciatore della Repubblica di Serbia in Italia Goran Aleksič, lo storico Claudio Strinati e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - la riscoperta dell’antico è la base per un nuovo incontro. “In un tempo in cui nuovi muri sembrano sorgere a ogni piè sospinto, noi vogliamo ricordare quanto importante sia stata l’integrazione 1700-1800 anni fa e valorizzare le eredità culturali che abbiamo in comune con la Serbia e con gli altri paesi dei Balcani”, ha dichiarato Zanardi Landi.
E mentre scopriamo con Strinati che nelle ben conservate aree archeologiche serbe l’idea di città dei Romani è oggi leggibile meglio che nella stessa Urbe, le opere d’arte venute dall’Est diventano occasioni per guardare l’attualità nelle lenti del passato: in un Impero che nel corso dei secoli cambia radicalmente il proprio volto, in grandi leader che durano “meno di un governo balneare della prima Repubblica”, per arrivare a interrogarsi su quanto la percezione della geografia sia frutto di processi storici o su come le identità dei popoli siano i prodotti di flussi umani e culturali in continuo movimento nello spazio.
Un progetto in linea con le ultime iniziative della Fondazione Aquileia, che in questi anni ha guardato al Mediterraneo e all’Africa settentrionale - con la mostra dei tesori del Museo del Bardo di Tunisi - e alla città siriana di Palmira, della quale ha ospitato antichi reperti feriti dalla guerra. A tre mesi dal rinnovo dell’accordo decennale della Fondazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e il Mibact, che oltre ai siti archeologici affida all’ente presieduto da Zanardi Landi la gestione dei due Musei Nazionali di Aquileia e di importanti immobili di interesse storico, Tesori e imperatori rappresenta anche il primo evento di un nuovo capitolo, che nei prossimi anni vedrà lo sviluppo di ulteriori scambi con i patrimoni storico-artistici dell’Europa dell’Est.
Dall’11 marzo a farci strada tra la magnifica testa di porfido rosso dell’imperatore Galerio, i gioielli d’argento del Tesoro di Tekija, un capolavoro come l’Elmo di Berkasovo e la Venere di Sirmius, sarà il nastro argenteo del Danubio, protagonista occulto di una storia di “profondità abissale”. A lui è dedicata l’ultima opera in mostra, un’installazione di suoni e immagini che evoca gli scenari in cui la natura si intreccia con la storia: linea di confine ma anche permeabile via di comunicazione, veicolo di commerci, trait d’union tra popoli, culture e religioni. Nel suo abbraccio sono racchiuse ancora fortificazioni, antichi insediamenti e maestose residenze imperiali, da Felix Romuliana (oggi Gamzigrad) a Sirmium (Sremska Mitrovica).
Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana è organizzata dalla Fondazione Aquileia, dal Museo Nazionale di Belgrado e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, il Comune di Aquileia e l’Associazione Nazionale per Aquileia con il supporto di Cassa Rurale Fvg, FCA e Trieste Airport.
Partecipano all’esposizione il Museo Nazionale di Belgrado, il Museo Nazionale di Zječar e di Niš, i Musei di Požarevac, Novi Sad, Sremska Mitrovica e Negotin.
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