I trionfi di Spaccanapoli
Napoli barocca11
05/06/2001
E’ primavera e, in generale, sembra crescere, col bel tempo e le giornate più lunghe, la voglia di spostarsi e di trascorrere del tempo all’aperto. Napoli vede in questo periodo l’afflusso di migliaia di visitatori, pronti ad imbarcarsi per le isole del golfo e per quelle siciliane o a visitare la bella mostra che rende omaggio a Luca Giordano, tra i massimi pittori barocchi d’Europa. E’ a questo pittore, e al contesto artistico che lo vide protagonista, che i seguenti itinerari vogliono rendere omaggio.
La piazza del Gesù, dalla quale parte il percorso alla scoperta della pittura barocca, può essere considerata la zona di cerniera tra la città antica (greco-romana) e gli ampliamenti occidentali, iniziati in epoca angioina e proseguiti durante il viceregno di Pedro di Toledo (1532-1553).
La chiesa omonima, per importanza seconda solo al duomo, la cui facciata in bugnato apparteneva al quattrocentesco palazzo Sanseverino, colpisce per la ricchezza della decorazione e i marmi policromi. Della cupola affrescata da Giovanni Lanfranco nel quarto decennio del ‘600, tra le prime incursioni del classicismo romano-emiliano in ambito partenopeo, sono rimasti i soli peducci (che raffigurano i Quattro Evangelisti) a causa del crollo avvenuto durante il terremoto del 1688. All’altare si conservano alcune tele di Jusepe de Ribera (Sant’Ignazio in gloria, Paolo III approva la regola) che celebrano il fondatore dell’ordine dei Gesuiti e il papa che ne favorì l’opera di evangelizzazione. In controfacciata La cacciata di Eliodoro dal tempio di Francesco Solimena (1725), affresco di straordinaria potenza visiva, si propone come manifesto estremo del barocco napoletano.
Proseguendo su via Benedetto Croce, a qualche centinaio di metri, la guglia di San Domenico, eretta su progetto di Cosimo Fanzago (il massimo scultore del Seicento partenopeo) dopo l’epidemia di peste del 1656, caratterizza il percorso che conduce al complesso del Monte di Pietà su via San Biagio dei Librai. Il palazzo e la cappella, costruiti da Giambattista Cavagna tra il 1601 e il 1604, hanno facciate tardo-rinascimentali, ornate da sculture (quelle della Carità e della Sicurezza sono opera di Pietro Bernini). Il ricco interno della cappella fu affrescato da Belisario Corinzio e Battistello Caracciolo, principale seguace di Caravaggio in città, nei primi anni del Seicento.
Tornando su via San Biagio dei Librai e girando a sinistra per via di San Gregorio Armeno si raggiunge il complesso omonimo. Sorta sui resti dell’antico tempio di Cerere per volere delle suore di San Basilio, fuggite dall’Oriente con le reliquie di San Gregorio, la chiesa si propone come uno dei più straordinari esempi di barocco partenopeo. L’interno, a navata unica con cappelle laterali, secondo il modello tanto in voga durante il periodo controriformistico, è opera del già citato Giambattista Cavagna. I muri, eccezion fatta per quelli delle cappelle, sono affrescati da Luca Giordano con scene dell’Arrivo delle monache armene a Napoli e della Vita di San Gregorio (1671-84).
“Stanza di Paradiso in terra” fu definito il vano basilicale nella guida di Napoli di Carlo Celano alla metà del Settecento. Ancor oggi l’esuberanza decorativa disorienta.
Gesù Nuovo
Piazza del Gesù Nuovo
Orario: 6.30-12.45 e 16.15-19.30
Tel. 081-440511
Monte di Pietà
Via San Biagio dei Librai 114
Orario: 9-14, sabato
Tel. 081-5517074
San Gregorio Armeno, chiesa
Via San Gregorio Armeno 44
Orario: 9.30-12, martedì
Tel. 081-5520186
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