Monique Veaute, signora del contemporaneo
monique veaute
15/11/2007
Demiurgo e guida del Romaeuropa Festival da sempre, poi lo scorso luglio una telefonata da Jean Jacques Aillagon, che la invita a contattare François Pinault a Venezia. Et voilà madame Monique Veaute diventa la nuova regina di Palazzo Grassi.
Nata in Germania, trasferitasi in Alsazia e poi a Parigi, Monique dietro invito di Jean-Marie Drot approda a Roma, nella Villa Medici di Balthus e Lemairie, poi la grande avventura l’esperienza del Romaeuropa Festival, oggi il balzo di carriera meritatissimo, ottenuto grazie ad un talento ed intelligenza rara e una contagiosa joie de vivre.
''Per me Palazzo Grassi è fortemente legato al contemporaneo'', afferma la neo direttrice, riferendosi alla sua prima mostra “Roma e i Barbari. La nascita di un nuovo mondo” che aprirà al pubblico dal 26 gennaio 2008 “ L'esposizione è come una fotografia di quello che succede in questo momento, perché dà una visione del confronto e non dello scontro di civiltà. L'attualità della mostra sta nel fatto che racconta ciò che accadde allora, ma che sta succedendo anche adesso. Una lezione di buona gestione dell'immigrazione”.
Classico e moderno, sarà proprio questa la nuova “ linea di Palazzo”.
E per quanto riguarda la splendida creatura romana, e cioè il Festival, Monique rassicura: “Resto vicepresidente di Romaeuropa, al mio posto c’è Fabrizio Grifasi, che già da due anni ne cura la programmazione.
Compiere vent’anni a Roma è, allo stesso tempo, un traguardo poco significativo, se paragonato alla storia di questa città, e notevole nel panorama delle istituzioni italiane ed europee. L’avventura cominciata venti anni fa è stata una sfida contemporanea alla tradizione, una scommessa sulla creazione, un autentico ascolto degli artisti, un interrogativo sempre rinnovato sul possibile successo di una simile manifestazione.
Molti hanno partecipato alla sua nascita, tanti sono quelli che hanno sostenuto la crescita della Fondazione Romaeuropa, oggi una squadra giovane e solida. Dire che la nostra è una sfida perenne è dire poco: abbiamo la convinzione di catturare il volto sempre cangiante di una cultura internazionale e polimorfa, in cui le singolarità si sviluppano in direzione opposta al modello unico - sia esso di linguaggio, forma o potere”.
Quanto al travagliato progetto architettonico di restauro del complesso di Punta della Dogana che porterà all’apertura di un nuovo centro d’Arte Contemporanea a Venezia e vedrà all’opera la squadra di Pinault, la direttrice auspica nell’apertura in contemporanea con la Biennale del giugno 2009. Il progettista Tadao Ando ha già presentato le proprie indicazioni d’intervento, le demolizioni sono già state compiute e quindi non resta che sperare.
Il Festival ha aperto i battenti in questi giorni: “L’edizione 2007 è nata dal desiderio di incontrare artisti che, con opere dalla forte personalità, ci conducessero in un’esplorazione della modernità declinata in forme e contenuti molto diversi. La grande varietà e il dialogo che ne scaturiscono sono una ricchezza straordinaria nel tempo della globalizzazione e dell’omologazione.
Il risultato è un lungo viaggio nell’emisfero nord del nostro globo, da Tokyo a Vancouver, attraversando Shanghai, Pnomh Penh, Singapore, Istanbul, Beirut, Gerusalemme, Ramallah, Roma, Venezia, Stoccolma, Rennes, Parigi, Bruxelles, Anversa, Londra, Montréal, New York. Questo viaggio compone un mosaico variegato ed eclettico, strutturato attorno ad alcuni temi ricorrenti. Fortemente rinnovato nella proposta artistica, ma al tempo stesso fedele ad alcuni “classici”, il Romaeuropa Festival 2007 intende riaffermare la sua vocazione di appuntamento internazionale articolato sull’innovazione e sull’ascolto del nostro tempo”.
Parola di Monique Veaute.
Nata in Germania, trasferitasi in Alsazia e poi a Parigi, Monique dietro invito di Jean-Marie Drot approda a Roma, nella Villa Medici di Balthus e Lemairie, poi la grande avventura l’esperienza del Romaeuropa Festival, oggi il balzo di carriera meritatissimo, ottenuto grazie ad un talento ed intelligenza rara e una contagiosa joie de vivre.
''Per me Palazzo Grassi è fortemente legato al contemporaneo'', afferma la neo direttrice, riferendosi alla sua prima mostra “Roma e i Barbari. La nascita di un nuovo mondo” che aprirà al pubblico dal 26 gennaio 2008 “ L'esposizione è come una fotografia di quello che succede in questo momento, perché dà una visione del confronto e non dello scontro di civiltà. L'attualità della mostra sta nel fatto che racconta ciò che accadde allora, ma che sta succedendo anche adesso. Una lezione di buona gestione dell'immigrazione”.
Classico e moderno, sarà proprio questa la nuova “ linea di Palazzo”.
E per quanto riguarda la splendida creatura romana, e cioè il Festival, Monique rassicura: “Resto vicepresidente di Romaeuropa, al mio posto c’è Fabrizio Grifasi, che già da due anni ne cura la programmazione.
Compiere vent’anni a Roma è, allo stesso tempo, un traguardo poco significativo, se paragonato alla storia di questa città, e notevole nel panorama delle istituzioni italiane ed europee. L’avventura cominciata venti anni fa è stata una sfida contemporanea alla tradizione, una scommessa sulla creazione, un autentico ascolto degli artisti, un interrogativo sempre rinnovato sul possibile successo di una simile manifestazione.
Molti hanno partecipato alla sua nascita, tanti sono quelli che hanno sostenuto la crescita della Fondazione Romaeuropa, oggi una squadra giovane e solida. Dire che la nostra è una sfida perenne è dire poco: abbiamo la convinzione di catturare il volto sempre cangiante di una cultura internazionale e polimorfa, in cui le singolarità si sviluppano in direzione opposta al modello unico - sia esso di linguaggio, forma o potere”.
Quanto al travagliato progetto architettonico di restauro del complesso di Punta della Dogana che porterà all’apertura di un nuovo centro d’Arte Contemporanea a Venezia e vedrà all’opera la squadra di Pinault, la direttrice auspica nell’apertura in contemporanea con la Biennale del giugno 2009. Il progettista Tadao Ando ha già presentato le proprie indicazioni d’intervento, le demolizioni sono già state compiute e quindi non resta che sperare.
Il Festival ha aperto i battenti in questi giorni: “L’edizione 2007 è nata dal desiderio di incontrare artisti che, con opere dalla forte personalità, ci conducessero in un’esplorazione della modernità declinata in forme e contenuti molto diversi. La grande varietà e il dialogo che ne scaturiscono sono una ricchezza straordinaria nel tempo della globalizzazione e dell’omologazione.
Il risultato è un lungo viaggio nell’emisfero nord del nostro globo, da Tokyo a Vancouver, attraversando Shanghai, Pnomh Penh, Singapore, Istanbul, Beirut, Gerusalemme, Ramallah, Roma, Venezia, Stoccolma, Rennes, Parigi, Bruxelles, Anversa, Londra, Montréal, New York. Questo viaggio compone un mosaico variegato ed eclettico, strutturato attorno ad alcuni temi ricorrenti. Fortemente rinnovato nella proposta artistica, ma al tempo stesso fedele ad alcuni “classici”, il Romaeuropa Festival 2007 intende riaffermare la sua vocazione di appuntamento internazionale articolato sull’innovazione e sull’ascolto del nostro tempo”.
Parola di Monique Veaute.
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