Manlio Rho. Guazzi
Dal 25 Novembre 2012 al 20 Dicembre 2012
Como
Luogo: Roberta Lietti Arte Contemporanea
Indirizzo: via Diaz 3
Orari: da martedì a sabato 15.30-19
Curatori: Roberta Lietti
Telefono per informazioni: +39 031 242238
E-Mail info: info@robertalietti.com
Sito ufficiale: http://www.robertalietti.com
A partire dal 1954 fino alla morte, avvenuta nel 1957, Manlio Rho realizza un consistente numero di carte utilizzando pasta d?amido monocroma su cui interviene secondo la tecnica scultorea del ?levare?.
Si tratta di un nutrito gruppo di ?guazzi?,( alcuni caratterizzati da una struttura compositiva geometrica, altri invece fortemente e sorprendentemente dinamici), ben descritti da Luciano Caramel nell?introduzione al Catalogo Generale di Rho (Electa, 1990).
Scrive Caramel: “ Sono decine e decine di carte, prima, attorno al 1954, più strutturate, secondo schemi compositivi per l?artista abituali, trasferiti sul supporto con l?istantaneità della nuova tecnica, con strisciature, ingrossamenti e affinamenti del segno e risultati spaziali singolari. Dove, anche per la rarefazione della traccia sulla materia, si assiste ad una versione aggiornata degli studi, di matrice kandinskiana, sul rapporto tra linea e superficie.Che con il progredire dei mesi e del lavoro si fa sempre più sciolto, con fremente energia gestuale, entro il registro,quasi sempre, d?un cromatismo limitato alle diverse luminosità di un unico valore, in contrasto con il Rho “ classico” delle scansioni limpide,fermamente ancorate ad una razionalità lucida(...)”.
In mostra una ventina di ?guazzi?, databili tra il 1954 e il 1957, di varie dimensioni, in gran parte mai esposti.
Si definisce guazzo ( o nella forma francese gouache) un tipo di colore a tempera reso più pesante e opaco dall?aggiunta di un pigmento bianco, per esempio biacca o gesso, mescolato con la gomma arabica. Il risultato è quindi un colore più opaco ma luminoso rispetto al normale colore a tempera.
Manlio Rho (Como, 1901 – Como, 1957) è considerato uno dei massimi esponenti dell'arte astratta in Italia. Negli anni venti partecipa al clima di scambio culturale che coinvolge l'ambiente comasco entrando in contatto con le avanguardie dell'astrattismo europeo guidate da artisti quali Kandinskji e Malevic.
Insieme con gli architetti Giuseppe Terragni e Alberto Sartoris e con il pittore Mario Radice getta le basi per la nascita del gruppo degli "astrattisti comaschi" a cui partecipano anche, tra gli altri, Aldo Galli, Carla Prina e Carla Badiali. Tale esperienza fu uno degli episodi più omogenei nella storia dell'arte italiana del Novecento.
Dopo alcuni esperimenti figurativi Rho concepisce agli inizi degli anni trenta le sue prime opere astratte, rivelando fin da principio un puro senso del colore e dell'armonia delle forme.
Nel 1935 è invitato a esporre presso la Galleria del Milione di Milano.
Nel 1940 firma il "Manifesto del Gruppo futuristi primordiali Antonio Sant'Elia"
Nel 1947 espone alla mostra "Arte astratta e concreta" nelle sale di palazzo Reale a Milano.
Manlio Rho ha partecipato a numerose Biennali di Venezia: la prima presenza risale al 1940 con tre pitture all'interno della mostra "Futurismo italiano: gli aeropittori e l'aeroritratto simultaneo". Ancora nel 1942 partecipa alla Biennale nella "Mostra del futurismo italiano". È ancora presente a Venezia nel 1948, 1950, 1954, 1956, 1958, 1966 e nel 1986. Nel 1955 gli è stato assegnato il Compasso d'Oro per una stampa di tessuto.
Opere di Manlio Rho sono presenti in numerosi musei e raccolte pubbliche. Una grande retrospettiva si è tenuta a Milano in occasione del centenario della nascita, e alcune sue opere sono state esposte nel 2007 sempre a Milano nelle mostre di Palazzo Reale "Kandinskji e l'astrattismo italiano" e "Camera con vista".
Si tratta di un nutrito gruppo di ?guazzi?,( alcuni caratterizzati da una struttura compositiva geometrica, altri invece fortemente e sorprendentemente dinamici), ben descritti da Luciano Caramel nell?introduzione al Catalogo Generale di Rho (Electa, 1990).
Scrive Caramel: “ Sono decine e decine di carte, prima, attorno al 1954, più strutturate, secondo schemi compositivi per l?artista abituali, trasferiti sul supporto con l?istantaneità della nuova tecnica, con strisciature, ingrossamenti e affinamenti del segno e risultati spaziali singolari. Dove, anche per la rarefazione della traccia sulla materia, si assiste ad una versione aggiornata degli studi, di matrice kandinskiana, sul rapporto tra linea e superficie.Che con il progredire dei mesi e del lavoro si fa sempre più sciolto, con fremente energia gestuale, entro il registro,quasi sempre, d?un cromatismo limitato alle diverse luminosità di un unico valore, in contrasto con il Rho “ classico” delle scansioni limpide,fermamente ancorate ad una razionalità lucida(...)”.
In mostra una ventina di ?guazzi?, databili tra il 1954 e il 1957, di varie dimensioni, in gran parte mai esposti.
Si definisce guazzo ( o nella forma francese gouache) un tipo di colore a tempera reso più pesante e opaco dall?aggiunta di un pigmento bianco, per esempio biacca o gesso, mescolato con la gomma arabica. Il risultato è quindi un colore più opaco ma luminoso rispetto al normale colore a tempera.
Manlio Rho (Como, 1901 – Como, 1957) è considerato uno dei massimi esponenti dell'arte astratta in Italia. Negli anni venti partecipa al clima di scambio culturale che coinvolge l'ambiente comasco entrando in contatto con le avanguardie dell'astrattismo europeo guidate da artisti quali Kandinskji e Malevic.
Insieme con gli architetti Giuseppe Terragni e Alberto Sartoris e con il pittore Mario Radice getta le basi per la nascita del gruppo degli "astrattisti comaschi" a cui partecipano anche, tra gli altri, Aldo Galli, Carla Prina e Carla Badiali. Tale esperienza fu uno degli episodi più omogenei nella storia dell'arte italiana del Novecento.
Dopo alcuni esperimenti figurativi Rho concepisce agli inizi degli anni trenta le sue prime opere astratte, rivelando fin da principio un puro senso del colore e dell'armonia delle forme.
Nel 1935 è invitato a esporre presso la Galleria del Milione di Milano.
Nel 1940 firma il "Manifesto del Gruppo futuristi primordiali Antonio Sant'Elia"
Nel 1947 espone alla mostra "Arte astratta e concreta" nelle sale di palazzo Reale a Milano.
Manlio Rho ha partecipato a numerose Biennali di Venezia: la prima presenza risale al 1940 con tre pitture all'interno della mostra "Futurismo italiano: gli aeropittori e l'aeroritratto simultaneo". Ancora nel 1942 partecipa alla Biennale nella "Mostra del futurismo italiano". È ancora presente a Venezia nel 1948, 1950, 1954, 1956, 1958, 1966 e nel 1986. Nel 1955 gli è stato assegnato il Compasso d'Oro per una stampa di tessuto.
Opere di Manlio Rho sono presenti in numerosi musei e raccolte pubbliche. Una grande retrospettiva si è tenuta a Milano in occasione del centenario della nascita, e alcune sue opere sono state esposte nel 2007 sempre a Milano nelle mostre di Palazzo Reale "Kandinskji e l'astrattismo italiano" e "Camera con vista".
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