In due anni la spesa in cultura aumenta di 4 miliardi
Rapporto annuale di Federculture: la cultura di nuovo una risorsa per il nostro Paese
Reggia di Venaria Reale, foto Touring Club
Ludovica Sanfelice
19/10/2016
Roma - "Ci sono tutte le condizioni, questa volta, per una vera svolta". Lo annuncia il presidente di Federculture Andrea Cacellato alla presentazione del 12° Rapporto Annuale Federculture, “Impresa Cultura. Creatività, partecipazione, competitività” (edito da Gangemi in collaborazione con Agis) che finalmente registra importanti inversioni di tendenza con crescita e trend positivi su fronti cruciali.
A cominciare dall'aumento di risorse economiche a disposizione del settore e dei soggetti che vi operano; dalla maggiore rilevanza esercitata nell'agenda del Paese e dal ruolo strategico stabilito nelle politiche per lo sviluppo economico e sociale; senza sottostimare i risultati dell'autonomia operativa concessa ai musei statali.
Le dinamiche attivate nel settore fotografano un risveglio grazie all'opera congiunta di valorizzazione e promozione di conoscenza tra i giovani che hanno saputo favorire la partecipazione dei cittadini alla tutela e alla fruizione del diffuso patrimonio nazionale.
Il premio è nei risultati che registrano recuperi notevoli nei consumi del 2015. Il 4% in più degli italiani è tornato a frequentare i teatri, il 7% i musei (con margini del 18% rispetto al 2013), l'8% i siti archeologici. E se si prendono in esame la fasce di età 15-17 e 20-24 non potrà che colpire l'ondata di interesse espresso con picchi rispettivi del 16,6% e dell'11,4% alla voce teatro, del 10,6% e del 14,3% per musei e mostre e addirittura un +8,2% per i concerti di musica classica.
Passando al setaccio gli aspetti critici del quadro complessivamente felice, il nodo da sciogliere rimane l'astensione culturale in calo del 4% ma ancora valida per circa 11 milioni di italiani. Con gravi precipizi soprattutto sul fronte della lettura dove si stima che meno di un italiano su due abbia letto almeno un libro nel corso dell'anno.
Altro fronte da presidiare rimane il Mezzogiorno che malgrado gli indicatori positivi, mantiene una posizione arretrata rispetto al resto della penisola.
Nel frattempo, la gratificante scalata nella classifica della competitività turistica del World Economic Forum, che in due anni (2013-2015) ci vede schizzare dalla 26esima posizione all'ottava, porta con sè anche indicazioni sulla concentrazione dei visitatori stranieri in alcune regioni a scapito, ancora una volta, del Sud che dovrà lavorare con insistenza sulla valorizzazione instensificando le azioni avviate affinchè si mostrino più efficaci.
Tra le proposte che Federculture avanza per sostenere il processo positivo e intervenire sulle sue lacune figurano dunque la defiscalizzazione dei consumi culturali, l'estensione dell'Art bonus ad una platea più ampia di beneficiari e del bonus giovani alla popolazione anziana, l'assecondamento dei processi di autonomia delle fondazioni culturali e di eventuali percorsi di privatizzazione, lo studio e il varo di discipline specifiche per l’"Impresa culturale" al fine di stimolare la partecipazione di soggetti privati accanto alle Istituzioni pubbliche.
A cominciare dall'aumento di risorse economiche a disposizione del settore e dei soggetti che vi operano; dalla maggiore rilevanza esercitata nell'agenda del Paese e dal ruolo strategico stabilito nelle politiche per lo sviluppo economico e sociale; senza sottostimare i risultati dell'autonomia operativa concessa ai musei statali.
Le dinamiche attivate nel settore fotografano un risveglio grazie all'opera congiunta di valorizzazione e promozione di conoscenza tra i giovani che hanno saputo favorire la partecipazione dei cittadini alla tutela e alla fruizione del diffuso patrimonio nazionale.
Il premio è nei risultati che registrano recuperi notevoli nei consumi del 2015. Il 4% in più degli italiani è tornato a frequentare i teatri, il 7% i musei (con margini del 18% rispetto al 2013), l'8% i siti archeologici. E se si prendono in esame la fasce di età 15-17 e 20-24 non potrà che colpire l'ondata di interesse espresso con picchi rispettivi del 16,6% e dell'11,4% alla voce teatro, del 10,6% e del 14,3% per musei e mostre e addirittura un +8,2% per i concerti di musica classica.
Passando al setaccio gli aspetti critici del quadro complessivamente felice, il nodo da sciogliere rimane l'astensione culturale in calo del 4% ma ancora valida per circa 11 milioni di italiani. Con gravi precipizi soprattutto sul fronte della lettura dove si stima che meno di un italiano su due abbia letto almeno un libro nel corso dell'anno.
Altro fronte da presidiare rimane il Mezzogiorno che malgrado gli indicatori positivi, mantiene una posizione arretrata rispetto al resto della penisola.
Nel frattempo, la gratificante scalata nella classifica della competitività turistica del World Economic Forum, che in due anni (2013-2015) ci vede schizzare dalla 26esima posizione all'ottava, porta con sè anche indicazioni sulla concentrazione dei visitatori stranieri in alcune regioni a scapito, ancora una volta, del Sud che dovrà lavorare con insistenza sulla valorizzazione instensificando le azioni avviate affinchè si mostrino più efficaci.
Tra le proposte che Federculture avanza per sostenere il processo positivo e intervenire sulle sue lacune figurano dunque la defiscalizzazione dei consumi culturali, l'estensione dell'Art bonus ad una platea più ampia di beneficiari e del bonus giovani alla popolazione anziana, l'assecondamento dei processi di autonomia delle fondazioni culturali e di eventuali percorsi di privatizzazione, lo studio e il varo di discipline specifiche per l’"Impresa culturale" al fine di stimolare la partecipazione di soggetti privati accanto alle Istituzioni pubbliche.
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