Un'importante riapertura
Pompei riscopre il complesso Championnet, un quartiere di lusso affacciato sul mare
Un mosaico rinvenuto all'interno della Casa del Marinaio a Pompei. Courtesy of Parco Archeologico di Pompei
Samantha De Martin
25/09/2017
Napoli - Un quartiere di lusso affacciato sul golfo, con caratteristiche case a “pendio”, ambienti ipogei che ospitano olle per la bollitura, anfore e tegami per friggere, e una domus con un piccolo impianto termale e un ampio sotterraneo adibito a panificio.
Pompei non smette di sorprendere svelando preziose testimonianze dalle sue loquaci viscere. Un intero complesso residenziale a sud del Foro e della Basilica, tra la Terrazza del santuario di Venere e le Terme del Sarno, da anni interdetto al pubblico, torna a vivere grazie agli importanti interventi del Grande Progetto Pompei.
Si tratta del Complesso di Championnet - dal nome del generale Jean Étienne Championnet che, nel periodo della presenza francese a Napoli fu grande fautore delle ricerche nella cittadina ai piedi del Vesuvio - che comprende anche la Casa dei mosaici geometrici e gli edifici municipali che affacciano sul Foro, già aperti a novembre 2016.
L'area è stata totalmente restituita alla pubblica fruizione con l’apertura del secondo lotto costituito dalle case di Championnet I e II e dal cosiddetto “cortile delle Murene”, per un cantiere complessivo di oltre 4mila metri quadri.
Con le sue domus protese su scale e terrazze, altane e giardini pensili con affaccio privilegiato verso le isole e appartenute a ricchi esponenti del ceto aristocratico cittadino, l'intero quartiere incarna uno dei più singolari aspetti dell’edilizia pompeiana. «È stato un lavoro molto complesso e impegnativo - ha ribadito il direttore generale della Soprintendenza, Massimo Osanna - frutto della sinergia tra il Grande Progetto Pompei e la Soprintendenza, un notevole esempio di restauro riuscito, finalizzato alla fruizione».
Il complesso residenziale, caratterizzato da oltre 60 ambienti, era costituito dalle due domus ad atrio con ingresso dal vicolo di Championnet, collegate probabilmente da un corridoio e ampliate, in epoca post-sismica, grazie al grande peristilio con una vasca per la piscicoltura, da cui l’appellativo di “cortile delle Murene”. Tra gli interventi realizzati dal Grande Progetto Pompei - che hanno interessato il restauro delle strutture architettoniche e di tutti gli apparati decorativi parietali e pavimentali degli edifici residenziali - particolarmente innovativo è stato l'utilizzo di moderne coperture piane in carpenteria metallica rivestita in lastre di Corian. Questo tipo di struttura, sperimentata per la prima volta in un’area archeologica, serve a proteggere i mosaici più preziosi rinvenuti nelle Case di Championnet I e II, e ancorate nelle porzioni di muratura ricostruita, senza tuttavia distrarre il visitatore, né occultare la bellezza delle decorazioni.
Grazie al nuovo percorso espositivo, uno degli ambienti sotterranei ha potuto riacquistare la sua antica funzione di cucina. Sul bancone sono stati infatti collocati diversi tipi di recipiente impiegati nel 79 d.C. per la cottura degli alimenti, dalle olle per la bollitura al mortaio utilizzato per macinare, tritare e mescolare gli ingredienti. Si potranno apprezzare anche le raffinate anfore per il vino provenienti da Creta e dalla Turchia e, nella ex cabina Enel, alcuni reperti emersi dagli scavi delle domus, condotti negli anni Trenta e Settanta, tra coppe, brocche in bronzo, frammenti di affresco e di intonaci.
A questa nuova, straordinaria apertura si affianca un altro gioiello, fresco di restauro e appena restituito al pubblico. Si tratta della Casa del Marinaio, anche questa collocata nei pressi del Foro, in una zona panoramica della città antica.
È il prezioso mosaico posto all'ingresso, oggi solo parzialmente conservato - che doveva raffigurare sei navi ormeggiate nei rispettivi arsenali, possibile metafora di quel porto sicuro che la casa rappresentava per i suoi abitanti - a conferire il nome alla domus, portata alla luce a partire dal 1871.
Le particolarità più suggestive di questo edificio a doppio atrio sono costituite da un impianto termale privato, realizzato in seguito all'ampliamento della struttura, avvenuto nel corso del I secolo a.C, e l'ampio sotterraneo adibito a panificio. Quest'ultimo rappresenta un unicum nel panorama domestico pompeiano, perché coniuga le caratteristiche di una elegante casa di città con l’utilizzo di magazzini a carattere commerciale e produttivo.
Particolarmente affascinanti anche il largo oecus - una sorta di sala da banchetto e ricevimento - con funzioni di triclinio invernale e pavimentato con semplice coccio pesto, ma anche la preziosa Fontana del Gallo - un gioiello in marmo dai ricchi apparati decorativi - e il giardino, posto a quota inferiore rispetto al quartiere residenziale principale e situato nell’angolo nord-ovest della domus.
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Pompei non smette di sorprendere svelando preziose testimonianze dalle sue loquaci viscere. Un intero complesso residenziale a sud del Foro e della Basilica, tra la Terrazza del santuario di Venere e le Terme del Sarno, da anni interdetto al pubblico, torna a vivere grazie agli importanti interventi del Grande Progetto Pompei.
Si tratta del Complesso di Championnet - dal nome del generale Jean Étienne Championnet che, nel periodo della presenza francese a Napoli fu grande fautore delle ricerche nella cittadina ai piedi del Vesuvio - che comprende anche la Casa dei mosaici geometrici e gli edifici municipali che affacciano sul Foro, già aperti a novembre 2016.
L'area è stata totalmente restituita alla pubblica fruizione con l’apertura del secondo lotto costituito dalle case di Championnet I e II e dal cosiddetto “cortile delle Murene”, per un cantiere complessivo di oltre 4mila metri quadri.
Con le sue domus protese su scale e terrazze, altane e giardini pensili con affaccio privilegiato verso le isole e appartenute a ricchi esponenti del ceto aristocratico cittadino, l'intero quartiere incarna uno dei più singolari aspetti dell’edilizia pompeiana. «È stato un lavoro molto complesso e impegnativo - ha ribadito il direttore generale della Soprintendenza, Massimo Osanna - frutto della sinergia tra il Grande Progetto Pompei e la Soprintendenza, un notevole esempio di restauro riuscito, finalizzato alla fruizione».
Il complesso residenziale, caratterizzato da oltre 60 ambienti, era costituito dalle due domus ad atrio con ingresso dal vicolo di Championnet, collegate probabilmente da un corridoio e ampliate, in epoca post-sismica, grazie al grande peristilio con una vasca per la piscicoltura, da cui l’appellativo di “cortile delle Murene”. Tra gli interventi realizzati dal Grande Progetto Pompei - che hanno interessato il restauro delle strutture architettoniche e di tutti gli apparati decorativi parietali e pavimentali degli edifici residenziali - particolarmente innovativo è stato l'utilizzo di moderne coperture piane in carpenteria metallica rivestita in lastre di Corian. Questo tipo di struttura, sperimentata per la prima volta in un’area archeologica, serve a proteggere i mosaici più preziosi rinvenuti nelle Case di Championnet I e II, e ancorate nelle porzioni di muratura ricostruita, senza tuttavia distrarre il visitatore, né occultare la bellezza delle decorazioni.
Grazie al nuovo percorso espositivo, uno degli ambienti sotterranei ha potuto riacquistare la sua antica funzione di cucina. Sul bancone sono stati infatti collocati diversi tipi di recipiente impiegati nel 79 d.C. per la cottura degli alimenti, dalle olle per la bollitura al mortaio utilizzato per macinare, tritare e mescolare gli ingredienti. Si potranno apprezzare anche le raffinate anfore per il vino provenienti da Creta e dalla Turchia e, nella ex cabina Enel, alcuni reperti emersi dagli scavi delle domus, condotti negli anni Trenta e Settanta, tra coppe, brocche in bronzo, frammenti di affresco e di intonaci.
A questa nuova, straordinaria apertura si affianca un altro gioiello, fresco di restauro e appena restituito al pubblico. Si tratta della Casa del Marinaio, anche questa collocata nei pressi del Foro, in una zona panoramica della città antica.
È il prezioso mosaico posto all'ingresso, oggi solo parzialmente conservato - che doveva raffigurare sei navi ormeggiate nei rispettivi arsenali, possibile metafora di quel porto sicuro che la casa rappresentava per i suoi abitanti - a conferire il nome alla domus, portata alla luce a partire dal 1871.
Le particolarità più suggestive di questo edificio a doppio atrio sono costituite da un impianto termale privato, realizzato in seguito all'ampliamento della struttura, avvenuto nel corso del I secolo a.C, e l'ampio sotterraneo adibito a panificio. Quest'ultimo rappresenta un unicum nel panorama domestico pompeiano, perché coniuga le caratteristiche di una elegante casa di città con l’utilizzo di magazzini a carattere commerciale e produttivo.
Particolarmente affascinanti anche il largo oecus - una sorta di sala da banchetto e ricevimento - con funzioni di triclinio invernale e pavimentato con semplice coccio pesto, ma anche la preziosa Fontana del Gallo - un gioiello in marmo dai ricchi apparati decorativi - e il giardino, posto a quota inferiore rispetto al quartiere residenziale principale e situato nell’angolo nord-ovest della domus.
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