A Mantova dal 5 settembre al 6 gennaio
Picasso poeta e straniero. Una grande mostra in arrivo a Palazzo Te
Pablo Picasso, Donna sdraiata a leggere, 21 gennaio 1939. Le Tremblay-sur-Mauldre, Olio su tela, 130 x 96.5 cm. Musée national Picasso-Paris. Dation Pablo Picasso, 1979. Inv. : MP177 © Succession Picasso by SIAE 2024 Photo © RMN-Grand Palais / Adrien Didierjean/ Dist. Foto SCALA, Firenze, 2024
Samantha De Martin
02/09/2024
Mantova - Nel 1930, quattro secoli dopo la realizzazione della Camera dei Giganti a Mantova, la spettacolare sala eseguita tra il 1532 e il 1535, che narra la vicenda della Caduta dei Giganti tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, Picasso dà vita a una serie di incisioni dedicate alla medesima opera del poeta di Sulmona. Questo gli permette di confrontarsi con Giulio Romano e con le pitture rinascimentali del palazzo.
Ma dietro il confronto dell’artista con la tradizione mitologica si nasconde una straordinaria avventura. A ripercorrerla sarà la mostra Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza, attesa a Mantova dal 5 settembre al 6 gennaio.
Prodotta dalla Fondazione Palazzo Te con la collaborazione del Museo Nazionale Picasso di Parigi e della famiglia dell’artista, l’esposizione abbraccerà una cinquantina di opere del maestro, tra le quali alcuni dipinti che saranno esposti in Italia per la prima volta.
Quando, nel 1900, Picasso arrivò in Francia, marchiato dalla polizia e dall’Accademia di Belle Arti come straniero, anarchico e artista avanguardista, trovò inizialmente accoglienza in un piccolo gruppo di poeti marginali.
Solo in questo contesto, nella poesia e nell'universo dei poeti, riuscì a trovare gli strumenti per superare gli ostacoli legati alla sua condizione di straniero. Navigando magistralmente tra le molteplici tensioni della società francese, adoperò la metamorfosi come strategia diventando a livello estetico, personale e professionale, un artista scaltro che pochissimi critici, soprattutto in Francia, riescono a decifrare.
“Che senso può avere, oggi, dedicarsi alla poesia, un’area apparentemente minore nella travolgente opera di Pablo Picasso? Come spiegare il fatto che, a partire dal 1935, la poesia divenne un altro mezzo di espressione per questo genio che, arrivato in Francia nel 1900, non parlava una sola parola di francese e, quando lo parlò, fu in modo sempre mediocre? La risposta - spiega Annie Cohen-Solal, curatrice della mostra in collaborazione con Johan Popelard - va cercata nella sua fragilità di straniero in Francia, nella sua sfrenata energia creativa, nella sua empatia verso la gente più emarginata della società, vale a dire verso i poeti, e soprattutto nel suo magnifico genio politico, che gli permise di superare magistralmente gli innumerevoli ostacoli della società francese. Entrato a Parigi dalla porta di servizio, trattato alla stregua di un paria, ed escluso dalle collezioni nazionali per cinquant’anni, Picasso non smise mai di intessere reti di amicizie in tutto il paese, per scegliere, nel 1955, di sistemarsi in Provincia piuttosto che nella capitale, preferendo gli artigiani agli accademici di Belle Arti, eleggendo il Mediterraneo come sua patria e costruendo liberamente la sua fama globale: una risposta sovversiva, in sintonia con la storia di Palazzo Te”.
Il percorso si preannuncia come la produzione principale del programma culturale 2024 dedicato al tema della Metamorfosi, e in particolare al rapporto tra Giulio Romano e il poema di Ovidio che ha ispirato la costruzione di Palazzo Te dal 1525 al 1535. L’esposizione fa parte dell’accordo di collaborazione stretto da Fondazione Palazzo Te, Musei Civici con il Comune di Mantova, e del Palazzo Reale con il Comune di Milano, per promuovere le due mostre dedicate a Pablo Picasso.
A partire dal 20 settembre e fino al 2 febbraio 2025, Palazzo Reale, a Milano, ha in programma Picasso lo straniero, una mostra co-prodotta con Marsilio Arte. Le mostre di Mantova e di Milano - entrambe a cura di Annie Cohen-Solal, con catalogo Marsilio Arte - nascono dalla collaborazione con il Museo Nazionale Picasso di Parigi e presentano ai visitatori un Picasso sconosciuto.
Con il biglietto di ingresso della prima esposizione i visitatori potranno accedere all’altra con il ridotto.
Ma dietro il confronto dell’artista con la tradizione mitologica si nasconde una straordinaria avventura. A ripercorrerla sarà la mostra Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza, attesa a Mantova dal 5 settembre al 6 gennaio.
Prodotta dalla Fondazione Palazzo Te con la collaborazione del Museo Nazionale Picasso di Parigi e della famiglia dell’artista, l’esposizione abbraccerà una cinquantina di opere del maestro, tra le quali alcuni dipinti che saranno esposti in Italia per la prima volta.
Quando, nel 1900, Picasso arrivò in Francia, marchiato dalla polizia e dall’Accademia di Belle Arti come straniero, anarchico e artista avanguardista, trovò inizialmente accoglienza in un piccolo gruppo di poeti marginali.
Solo in questo contesto, nella poesia e nell'universo dei poeti, riuscì a trovare gli strumenti per superare gli ostacoli legati alla sua condizione di straniero. Navigando magistralmente tra le molteplici tensioni della società francese, adoperò la metamorfosi come strategia diventando a livello estetico, personale e professionale, un artista scaltro che pochissimi critici, soprattutto in Francia, riescono a decifrare.
“Che senso può avere, oggi, dedicarsi alla poesia, un’area apparentemente minore nella travolgente opera di Pablo Picasso? Come spiegare il fatto che, a partire dal 1935, la poesia divenne un altro mezzo di espressione per questo genio che, arrivato in Francia nel 1900, non parlava una sola parola di francese e, quando lo parlò, fu in modo sempre mediocre? La risposta - spiega Annie Cohen-Solal, curatrice della mostra in collaborazione con Johan Popelard - va cercata nella sua fragilità di straniero in Francia, nella sua sfrenata energia creativa, nella sua empatia verso la gente più emarginata della società, vale a dire verso i poeti, e soprattutto nel suo magnifico genio politico, che gli permise di superare magistralmente gli innumerevoli ostacoli della società francese. Entrato a Parigi dalla porta di servizio, trattato alla stregua di un paria, ed escluso dalle collezioni nazionali per cinquant’anni, Picasso non smise mai di intessere reti di amicizie in tutto il paese, per scegliere, nel 1955, di sistemarsi in Provincia piuttosto che nella capitale, preferendo gli artigiani agli accademici di Belle Arti, eleggendo il Mediterraneo come sua patria e costruendo liberamente la sua fama globale: una risposta sovversiva, in sintonia con la storia di Palazzo Te”.
Il percorso si preannuncia come la produzione principale del programma culturale 2024 dedicato al tema della Metamorfosi, e in particolare al rapporto tra Giulio Romano e il poema di Ovidio che ha ispirato la costruzione di Palazzo Te dal 1525 al 1535. L’esposizione fa parte dell’accordo di collaborazione stretto da Fondazione Palazzo Te, Musei Civici con il Comune di Mantova, e del Palazzo Reale con il Comune di Milano, per promuovere le due mostre dedicate a Pablo Picasso.
A partire dal 20 settembre e fino al 2 febbraio 2025, Palazzo Reale, a Milano, ha in programma Picasso lo straniero, una mostra co-prodotta con Marsilio Arte. Le mostre di Mantova e di Milano - entrambe a cura di Annie Cohen-Solal, con catalogo Marsilio Arte - nascono dalla collaborazione con il Museo Nazionale Picasso di Parigi e presentano ai visitatori un Picasso sconosciuto.
Con il biglietto di ingresso della prima esposizione i visitatori potranno accedere all’altra con il ridotto.
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