L’Onda Nuragica. Arte, artigianato e design alla prova della preistoria
Dal 04 Luglio 2024 al 30 Settembre 2024
Sassari
Luogo: Padiglione Tavolara
Indirizzo: Via Eugenio Tavolara
Telefono per informazioni: +39 329 194 2242
E-Mail info: padiglionetavolara@gmail.com
Sito ufficiale: http://museonivola.it/padiglionetavolara
Fino al 30 settembre il Padiglione Tavolara di Sassari ospita L’Onda Nuragica. Arte, artigianato e design alla prova della preistoria, a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri, una mostra organizzata dalla Fondazione Nivola, promossa dal Comune di Sassari in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale“Giovanni Antonio Sanna” - Direzione Regionale Musei della Sardegna, l’Università degli Studi di Sassari e il supporto della Fondazione di Sardegna, di Bibanca e di ARS / Arte Condivisa in Sardegna.
"La proroga della mostra L'Onda Nuragica – afferma il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia – è il primo atto concreto che segna l’impegno della nuova amministrazione nel campo della cultura. Investiremo sul Padiglione Tavolara e sulle altre strutture presenti in città per renderle operative e offrire ai cittadini una programmazione culturale di alto livello".
L'esposizione esplora l’influsso esercitato dalle civiltà nuragica e prenuragica sull’arte e la cultura del Novecento e del contemporaneo in Sardegna, esaminando i riflessi del “discorso nuragico” in diversi ambiti della produzione visuale: dalla pittura e scultura all’architettura, al design e all’artigianato, dagli audiovisivi ai social media e alla cultura di massa. Il percorso si apre con la riscoperta moderna della cultura prenuragica e nuragica, dagli scavi tardo ottocenteschi e primo novecenteschi dell’archeologo Antonio Taramelli fino a quelli di Giovanni Lilliu, tra gli studiosi più influenti della Sardegna antica, attraverso documenti, foto e manoscritti, dalla Mostra Etnografica di Roma del 1911 per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia alle due rassegne di Venezia e Roma del 1949-50, fino alla messa in luce nel secondo dopoguerra del sito di Barumini.
Modernità nuragica
Forti delle teorie di Lilliu, che sosteneva l’esistenza di una continuità artistica tra il passato nuragico e l’età contemporanea, molti artisti degli anni Cinquanta e Sessanta attinsero a forme, temi e iconografie della preistoria sarda: Mauro Manca, Ausonio Tanda, Giovanni Nonnis, Franco d’Aspro, Maria Lai.
Un apripista è - dalla sua postazione transatlantica - Costantino Nivola, tramite il quale la suggestione nuragica tocca anche protagonisti dell’architettura del Novecento come Le Corbusier e Franco Albini.
La ceramica è un campo privilegiato per l’applicazione dei temi nuragici da parte di artisti e artigiani come Federico Melis, Melkiorre Melis, Giuseppe Silecchia, Gavino Tilocca, Aldo Contini.
La suggestione nuragica tocca anche il campo del gioiello, rappresentato in mostra da un focus sull’orafo sassarese Salvatore Puggioni.
Con le nascenti fortune della Costa Smeralda e la trasformazione della Sardegna in destinazione privilegiata di vacanza, a partire dalla metà degli anni Sessanta il repertorio nuragico e prenuragico diventa riferimento per una vasta produzione di oggettistica turistica, che rivisita instancabilmente forme e motivi-tipo come la madre mediterranea, il guerriero, l’arciere e altri, spaziando dalla riproduzione più o meno fedele alla libera reinterpretazione, toccando talvolta le note dell’umoristico e del grottesco.
Dal fantastico nuragico al nuragico fantastico
Gli anni Ottanta vedono riaccendersi l’interesse per il mondo nuragico, liberato da ogni pretesa filologica e in linea con l’estetica massimalista del decennio. La straordinaria serie di tappeti nuragici di Aldo Rossi, nati da una collaborazione con ARP Studio e realizzati da Mariangela Cubadda e le Tessitrici di Zeddiani - provenienti dalla collezione Bibanca - ne è un esempio spettacolare, con le sue figure di guerrieri aggressivamente distorte e deformate e la decostruzione espressionista dell’architettura. Nella ceramica, l’impulso fantastico genera coloratissimi mostri primordiali nell’opera di maestri come Pulli, Sciannella, Scassellati, De Gonare, Demurtas.
Il nuovo secolo vede da un lato una tendenza alla semplificazione formale e un ritorno alle fonti storiche del nuragico e del prenuragico, sia nella creazione di riproduzioni fedeli (Carmine Piras, Cooperativa Villa Abbas), sia nell’invenzione di un design di gusto contemporaneo ispirato al remoto passato dell’isola (Francesca Addari,Monica Casu, Domenico Cubeddu, Giampaolo Mameli, Fernando Mussone, Maria Paola Piras, Pretziada, Monica Scassellati).
Il percorso si chiude con l’evocazione di una Sardegna arcaica e seducente nel video De Innui Ses, girato a Barumini per la sfilata Autunno-Inverno 2021 di Antonio Marras.
Le civiltà nuragica e prenuragica sono oggi al centro del dibattito culturale in Sardegna, non solo nella ricerca scientifica e artistica, ma anche nella cultura di massa alimentata dai social media. Ricostruzioni più o meno fantasiose della preistoria dell’isola, onnipresenti in produzioni culturali diverse, dai romanzi ai videogames, dalla pubblicità alla street art, dimostrano che i Nuragici sono ancora tra noi.
"La proroga della mostra L'Onda Nuragica – afferma il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia – è il primo atto concreto che segna l’impegno della nuova amministrazione nel campo della cultura. Investiremo sul Padiglione Tavolara e sulle altre strutture presenti in città per renderle operative e offrire ai cittadini una programmazione culturale di alto livello".
L'esposizione esplora l’influsso esercitato dalle civiltà nuragica e prenuragica sull’arte e la cultura del Novecento e del contemporaneo in Sardegna, esaminando i riflessi del “discorso nuragico” in diversi ambiti della produzione visuale: dalla pittura e scultura all’architettura, al design e all’artigianato, dagli audiovisivi ai social media e alla cultura di massa. Il percorso si apre con la riscoperta moderna della cultura prenuragica e nuragica, dagli scavi tardo ottocenteschi e primo novecenteschi dell’archeologo Antonio Taramelli fino a quelli di Giovanni Lilliu, tra gli studiosi più influenti della Sardegna antica, attraverso documenti, foto e manoscritti, dalla Mostra Etnografica di Roma del 1911 per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia alle due rassegne di Venezia e Roma del 1949-50, fino alla messa in luce nel secondo dopoguerra del sito di Barumini.
Modernità nuragica
Forti delle teorie di Lilliu, che sosteneva l’esistenza di una continuità artistica tra il passato nuragico e l’età contemporanea, molti artisti degli anni Cinquanta e Sessanta attinsero a forme, temi e iconografie della preistoria sarda: Mauro Manca, Ausonio Tanda, Giovanni Nonnis, Franco d’Aspro, Maria Lai.
Un apripista è - dalla sua postazione transatlantica - Costantino Nivola, tramite il quale la suggestione nuragica tocca anche protagonisti dell’architettura del Novecento come Le Corbusier e Franco Albini.
La ceramica è un campo privilegiato per l’applicazione dei temi nuragici da parte di artisti e artigiani come Federico Melis, Melkiorre Melis, Giuseppe Silecchia, Gavino Tilocca, Aldo Contini.
La suggestione nuragica tocca anche il campo del gioiello, rappresentato in mostra da un focus sull’orafo sassarese Salvatore Puggioni.
Con le nascenti fortune della Costa Smeralda e la trasformazione della Sardegna in destinazione privilegiata di vacanza, a partire dalla metà degli anni Sessanta il repertorio nuragico e prenuragico diventa riferimento per una vasta produzione di oggettistica turistica, che rivisita instancabilmente forme e motivi-tipo come la madre mediterranea, il guerriero, l’arciere e altri, spaziando dalla riproduzione più o meno fedele alla libera reinterpretazione, toccando talvolta le note dell’umoristico e del grottesco.
Dal fantastico nuragico al nuragico fantastico
Gli anni Ottanta vedono riaccendersi l’interesse per il mondo nuragico, liberato da ogni pretesa filologica e in linea con l’estetica massimalista del decennio. La straordinaria serie di tappeti nuragici di Aldo Rossi, nati da una collaborazione con ARP Studio e realizzati da Mariangela Cubadda e le Tessitrici di Zeddiani - provenienti dalla collezione Bibanca - ne è un esempio spettacolare, con le sue figure di guerrieri aggressivamente distorte e deformate e la decostruzione espressionista dell’architettura. Nella ceramica, l’impulso fantastico genera coloratissimi mostri primordiali nell’opera di maestri come Pulli, Sciannella, Scassellati, De Gonare, Demurtas.
Il nuovo secolo vede da un lato una tendenza alla semplificazione formale e un ritorno alle fonti storiche del nuragico e del prenuragico, sia nella creazione di riproduzioni fedeli (Carmine Piras, Cooperativa Villa Abbas), sia nell’invenzione di un design di gusto contemporaneo ispirato al remoto passato dell’isola (Francesca Addari,Monica Casu, Domenico Cubeddu, Giampaolo Mameli, Fernando Mussone, Maria Paola Piras, Pretziada, Monica Scassellati).
Il percorso si chiude con l’evocazione di una Sardegna arcaica e seducente nel video De Innui Ses, girato a Barumini per la sfilata Autunno-Inverno 2021 di Antonio Marras.
Le civiltà nuragica e prenuragica sono oggi al centro del dibattito culturale in Sardegna, non solo nella ricerca scientifica e artistica, ma anche nella cultura di massa alimentata dai social media. Ricostruzioni più o meno fantasiose della preistoria dell’isola, onnipresenti in produzioni culturali diverse, dai romanzi ai videogames, dalla pubblicità alla street art, dimostrano che i Nuragici sono ancora tra noi.
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