Dalla madre dell’artista all’identità della Gioconda, le rivelazioni shock del professor Kemp
Da Oxford tutta la verità su Leonardo
Leonardo da Vinci, Autoritratto. Torino, Biblioteca Reale. D.C. 15571 I Courtesy Musei Reali di Torino
Francesca Grego
22/05/2017
Mondo - La Casa Natale di Leonardo ad Anchiano, ogni anno visitata da migliaia di turisti, è un falso storico. Monna Lisa non era la moglie di un onesto mercante di seta, tantomeno un autoritratto en travesti, come alcuni hanno sostenuto, ma la consorte di uno spregiudicato uomo d’affari legato probabilmente al traffico di schiavi, che fece fortuna con i primi vagiti della globalizzazione del commercio.
E la madre di uno dei più grandi geni della storia non fu che una povera orfana dalla storia lacrimevole, sedotta a soli 15 anni da un uomo un po’ più vecchio e molto più ricco.
A snocciolare una dietro l’altra queste e altre rivelazioni è Martin Kemp, professore emerito all’Università di Oxford in un libro di prossima uscita in Gran Bretagna, come anticipato ieri all’Observer, il settimanale domenicale del Guardian.
Non si tratta delle solite leggende e dicerie che da secoli circondano la misteriosa figura di Leonardo, tuona Kemp, ma dei risultati di una rigorosa ricerca condotta a quattro mani con l’economista e ricercatore Giuseppe Pallanti. A suffragarla ci sarebbe un’ampia documentazione disponibile per qualunque studioso negli archivi storici di Vinci e di Firenze, in particolare nei registri dell’efficiente fisco toscano: “una miniera d’oro” a distanza di cinque secoli.
È qui che Kemp e Pallanti hanno seguito le tracce di Caterina di Meo Lippi, orfana di madre e abbandonata dal padre alle cure della nonna, in una decrepita casa di campagna sulle colline toscane.
Nel 1451, poco dopo la morte dell’anziana parente, Caterina incontra Messer Piero da Vinci, un uomo di legge benestante, più vecchio di lei di dieci anni e prossimo al matrimonio, con cui concepisce un figlio destinato a segnare indelebilmente la storia delle arti e delle scienze.
Sedotta e abbandonata? Fortunatamente no. La giovane partorisce in casa del nonno di Piero, poi la famiglia da Vinci si occupa di fornirle una piccola dote e di trovarle un marito: Antonio di Piero Buti, contadino “del suo stesso livello sociale”.
Mentre a distanza di pochi chilometri la madre alleva un secondo figlio e quattro bambine, il piccolo Leonardo cresce nella residenza del bisnonno.
Stando alle ricerche di Kemp, la vecchia fattoria di Anchiano, oggi casa museo e meta di pellegrinaggio culturale, non figurerebbe nemmeno tra i luoghi legati al genio del Rinascimento.
Un passo avanti per sfatare i “miti improbabili” e “le leggende che talvolta diventano più vere della verità”, spera il professore. Come quello secondo cui la madre di Leonardo era una schiava, venuta dall’Oriente o dal Nord Africa, “perché Caterina era un nome che si dava alle schiave”.
Ancora scettici? Non resta che attendere l’uscita di Mona Lisa: The People and The Painting. Stando alle premesse, ne leggeremo delle belle.
E la madre di uno dei più grandi geni della storia non fu che una povera orfana dalla storia lacrimevole, sedotta a soli 15 anni da un uomo un po’ più vecchio e molto più ricco.
A snocciolare una dietro l’altra queste e altre rivelazioni è Martin Kemp, professore emerito all’Università di Oxford in un libro di prossima uscita in Gran Bretagna, come anticipato ieri all’Observer, il settimanale domenicale del Guardian.
Non si tratta delle solite leggende e dicerie che da secoli circondano la misteriosa figura di Leonardo, tuona Kemp, ma dei risultati di una rigorosa ricerca condotta a quattro mani con l’economista e ricercatore Giuseppe Pallanti. A suffragarla ci sarebbe un’ampia documentazione disponibile per qualunque studioso negli archivi storici di Vinci e di Firenze, in particolare nei registri dell’efficiente fisco toscano: “una miniera d’oro” a distanza di cinque secoli.
È qui che Kemp e Pallanti hanno seguito le tracce di Caterina di Meo Lippi, orfana di madre e abbandonata dal padre alle cure della nonna, in una decrepita casa di campagna sulle colline toscane.
Nel 1451, poco dopo la morte dell’anziana parente, Caterina incontra Messer Piero da Vinci, un uomo di legge benestante, più vecchio di lei di dieci anni e prossimo al matrimonio, con cui concepisce un figlio destinato a segnare indelebilmente la storia delle arti e delle scienze.
Sedotta e abbandonata? Fortunatamente no. La giovane partorisce in casa del nonno di Piero, poi la famiglia da Vinci si occupa di fornirle una piccola dote e di trovarle un marito: Antonio di Piero Buti, contadino “del suo stesso livello sociale”.
Mentre a distanza di pochi chilometri la madre alleva un secondo figlio e quattro bambine, il piccolo Leonardo cresce nella residenza del bisnonno.
Stando alle ricerche di Kemp, la vecchia fattoria di Anchiano, oggi casa museo e meta di pellegrinaggio culturale, non figurerebbe nemmeno tra i luoghi legati al genio del Rinascimento.
Un passo avanti per sfatare i “miti improbabili” e “le leggende che talvolta diventano più vere della verità”, spera il professore. Come quello secondo cui la madre di Leonardo era una schiava, venuta dall’Oriente o dal Nord Africa, “perché Caterina era un nome che si dava alle schiave”.
Ancora scettici? Non resta che attendere l’uscita di Mona Lisa: The People and The Painting. Stando alle premesse, ne leggeremo delle belle.
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