Ceramica & Cibo
Dal 29 Agosto 2015 al 30 Novembre 2015
Deruta | Perugia
Luogo: Museo Regionale della Ceramica di Deruta
Indirizzo: largo San Francesco
Curatori: Giulio Busti
Costo del biglietto: intero € 7 / € 5, ridotto € 5 / € 4 / € 1
Telefono per informazioni: +39 075 9711000
E-Mail info: deruta@sistemamuseo.it
Sito ufficiale: http://www.sistemamuseo.it
In esposizione le ceramiche antiche per la tavola selezionate dal patrimonio del museo, molte delle quali inedite, a raccontare la stretta relazione tra la ceramica da mensa derutese e il cibo, dall’antichità ad oggi. Le ceramiche antiche dialogano con i manufatti ceramici realizzati per l’occasione dalle botteghe artigiane di Deruta.
La stretta relazione tra la ceramica da mensa derutese e il cibo, dall’antichità ad oggi, è protagonista della mostra ospitata al Museo Regionale della Ceramica di Deruta, visitabile dal 29 agosto al 30 novembre 2015.
La mostra “Ceramica & Cibo”, a cura di Giulio Busti, è organizzata dal Comune di Deruta e da Sistema Museo, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Per l’esposizione sono stati selezionati dal patrimonio del Museo oggetti per la tavola collocabili cronologicamente tra il XIV e il XVIII secolo, molti dei quali inediti, con alcuni esempi di rielaborazioni della prima metà del Novecento. Le opere sono riconducibili al tema della mensa in un excursus storico e formale, proposto anche come modello alle botteghe artigiane chiamate a produrre per l’evento manufatti ceramici legati al tema scelto. Le opere realizzate dagli artigiani dialogano e si confrontano con i modelli storicizzati, in un inedito trionfo di decori e colori sapientemente reinterpretati dalla saggezza artigiana, in linea con il gusto contemporaneo.
“La mostra si inserisce nell’importante progetto di valorizzazione e promozione del Museo Regionale della Ceramica – sottolinea il Sindaco di Deruta Alvaro Verbena - perseguendo la lunga strada inaugurata nel 1898 quando il notaio derutese Francesco Briganti ebbe l'idea di istituire un "Museo artistico pei lavoranti in maiolica". Il titolo, già presente nel primo catalogo museale redatto da Angelo Micheletti nel 1900, recava in sé i fini che l'istituzione culturale avrebbe dovuto perseguire: non solo luogo di conservazione e cultura, ma anche modello espositivo utile alla maestranze. Il tema proposto in questa occasione si prefigge come scopo principale di raccontare l’arte ceramica derutese dall’antichità ad oggi, leggendola attraverso il peculiare aspetto della produzione destinata alla mensa, argomento di grande interesse ed attualità proprio nell’anno in cui a Milano si sta svolgendo Expo 2015 (Nutrire il pianeta, energia per la vita).
I destinatari principali dell’iniziativa sono gli artigiani e gli artisti ceramisti, chiamati ad esporre le proprie opere all’interno del “Museo artistico peilavoranti in maiolica”, in un’ottica di promozione della produzione artigianale locale in un periodo di crisi come quello che l’intero comparto ceramico sta attraversando ormai da anni”.
La città di Deruta partecipò pienamente alla progressiva evoluzione della tavola e dei riti conviviali. Almeno fin dai primi del Trecento la produzione derutese da mensa ha avuto una significativa diffusione. I documenti d’archivio del Sacro Convento di Assisi registrano fra il 1513 e il 1702 frequenti e consistenti forniture di vasai derutesi. Tra queste, fa sensazione quella di Cecce d’Alessandro nel 1355 a cui sono richiesti oltre seimila pezzi. Come fossero le ceramiche dell'epoca è testimoniato sia dai ritrovamenti nel Sacro Convento che dalle testimonianze iconografiche del periodo. La “Morte del Cavaliere di Celano” del ciclo degli affreschi di Giotto nella Basilica di San Francesco ad Assisi, nella rappresentazione delle storie di San Francesco, mostra una tavola imbandita con brocche e ciotole di ceramica e un vassoio di pesce arrostito. Di qualche anno più tardi un dipinto di Duccio di Buoninsegna con il miracolo evangelico delle “Nozze di Cana”, conservato a Siena nel Museo dell’Opera del Duomo, raffigura una serie di personaggi in primo piano che versano liquidi in vasi di terracotta e boccali di maiolica finemente dipinti, sullo sfondo una tavola riccamente imbandita. Da questi due capolavori dell'arte italiana si ricava anche come la ceramica avesse già riconquistato, all'epoca, un ruolo importante e non solo utilitario nell'allestimento della mensa conviviale.
Il curatore Giulio Busti, conservatore del Museo: “La necessità di aggiornare lo stile e le decorazioni al gusto contemporaneo della ceramica artistica è una questione che ha origini antiche e che i vasai derutesi hanno affrontato nel corso dei secoli, rinnovando il proprio repertorio decorativo agli stili prevalenti. A Deruta le prime significative rielaborazioni erano già presenti nelle produzioni rinascimentali, infatti i ceramisti si ispiravano alla pittura coeva, apportando variazioni e modifiche delle scene o delle singole figure, emblematica la rappresentazione della Sibilla Eritrea dipinta dal Perugino nella volta del Collegio del Cambio a Perugia, ripresa a mezzo busto al centro del cavetto nei grandi piatti da pompa e disposta indifferentemente con il profilo volto a sinistra o a destra (Busti, Cocchi, 2004). Questo è uno dei tanti esempi di flessibilità interpretativa dell’artigiano in relazione alle esigenze concrete di trasferimento di una immagine culturalmente aggiornata in un oggetto ceramico. Le ragioni della mostra sono quelle di individuare punti di contatto con le opere storiche della tradizione di Deruta, attraverso quell’universo di forme, di colori e di tecniche che possono essere ancora esperite utilizzando la decorazione che è stata l’elemento espressivo dominante nella cultura della bottega artigiana derutese”.
La stretta relazione tra la ceramica da mensa derutese e il cibo, dall’antichità ad oggi, è protagonista della mostra ospitata al Museo Regionale della Ceramica di Deruta, visitabile dal 29 agosto al 30 novembre 2015.
La mostra “Ceramica & Cibo”, a cura di Giulio Busti, è organizzata dal Comune di Deruta e da Sistema Museo, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Per l’esposizione sono stati selezionati dal patrimonio del Museo oggetti per la tavola collocabili cronologicamente tra il XIV e il XVIII secolo, molti dei quali inediti, con alcuni esempi di rielaborazioni della prima metà del Novecento. Le opere sono riconducibili al tema della mensa in un excursus storico e formale, proposto anche come modello alle botteghe artigiane chiamate a produrre per l’evento manufatti ceramici legati al tema scelto. Le opere realizzate dagli artigiani dialogano e si confrontano con i modelli storicizzati, in un inedito trionfo di decori e colori sapientemente reinterpretati dalla saggezza artigiana, in linea con il gusto contemporaneo.
“La mostra si inserisce nell’importante progetto di valorizzazione e promozione del Museo Regionale della Ceramica – sottolinea il Sindaco di Deruta Alvaro Verbena - perseguendo la lunga strada inaugurata nel 1898 quando il notaio derutese Francesco Briganti ebbe l'idea di istituire un "Museo artistico pei lavoranti in maiolica". Il titolo, già presente nel primo catalogo museale redatto da Angelo Micheletti nel 1900, recava in sé i fini che l'istituzione culturale avrebbe dovuto perseguire: non solo luogo di conservazione e cultura, ma anche modello espositivo utile alla maestranze. Il tema proposto in questa occasione si prefigge come scopo principale di raccontare l’arte ceramica derutese dall’antichità ad oggi, leggendola attraverso il peculiare aspetto della produzione destinata alla mensa, argomento di grande interesse ed attualità proprio nell’anno in cui a Milano si sta svolgendo Expo 2015 (Nutrire il pianeta, energia per la vita).
I destinatari principali dell’iniziativa sono gli artigiani e gli artisti ceramisti, chiamati ad esporre le proprie opere all’interno del “Museo artistico peilavoranti in maiolica”, in un’ottica di promozione della produzione artigianale locale in un periodo di crisi come quello che l’intero comparto ceramico sta attraversando ormai da anni”.
La città di Deruta partecipò pienamente alla progressiva evoluzione della tavola e dei riti conviviali. Almeno fin dai primi del Trecento la produzione derutese da mensa ha avuto una significativa diffusione. I documenti d’archivio del Sacro Convento di Assisi registrano fra il 1513 e il 1702 frequenti e consistenti forniture di vasai derutesi. Tra queste, fa sensazione quella di Cecce d’Alessandro nel 1355 a cui sono richiesti oltre seimila pezzi. Come fossero le ceramiche dell'epoca è testimoniato sia dai ritrovamenti nel Sacro Convento che dalle testimonianze iconografiche del periodo. La “Morte del Cavaliere di Celano” del ciclo degli affreschi di Giotto nella Basilica di San Francesco ad Assisi, nella rappresentazione delle storie di San Francesco, mostra una tavola imbandita con brocche e ciotole di ceramica e un vassoio di pesce arrostito. Di qualche anno più tardi un dipinto di Duccio di Buoninsegna con il miracolo evangelico delle “Nozze di Cana”, conservato a Siena nel Museo dell’Opera del Duomo, raffigura una serie di personaggi in primo piano che versano liquidi in vasi di terracotta e boccali di maiolica finemente dipinti, sullo sfondo una tavola riccamente imbandita. Da questi due capolavori dell'arte italiana si ricava anche come la ceramica avesse già riconquistato, all'epoca, un ruolo importante e non solo utilitario nell'allestimento della mensa conviviale.
Il curatore Giulio Busti, conservatore del Museo: “La necessità di aggiornare lo stile e le decorazioni al gusto contemporaneo della ceramica artistica è una questione che ha origini antiche e che i vasai derutesi hanno affrontato nel corso dei secoli, rinnovando il proprio repertorio decorativo agli stili prevalenti. A Deruta le prime significative rielaborazioni erano già presenti nelle produzioni rinascimentali, infatti i ceramisti si ispiravano alla pittura coeva, apportando variazioni e modifiche delle scene o delle singole figure, emblematica la rappresentazione della Sibilla Eritrea dipinta dal Perugino nella volta del Collegio del Cambio a Perugia, ripresa a mezzo busto al centro del cavetto nei grandi piatti da pompa e disposta indifferentemente con il profilo volto a sinistra o a destra (Busti, Cocchi, 2004). Questo è uno dei tanti esempi di flessibilità interpretativa dell’artigiano in relazione alle esigenze concrete di trasferimento di una immagine culturalmente aggiornata in un oggetto ceramico. Le ragioni della mostra sono quelle di individuare punti di contatto con le opere storiche della tradizione di Deruta, attraverso quell’universo di forme, di colori e di tecniche che possono essere ancora esperite utilizzando la decorazione che è stata l’elemento espressivo dominante nella cultura della bottega artigiana derutese”.
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