Fino al 31 gennaio presso la Palestra grande degli scavi
Le donne dell'antica Pompei rivivono in una mostra

Essere donna nell’antica Pompei, Allestimento | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Samantha De Martin
16/04/2025
Napoli - Una scena di lavatio, un servizio da tavola in argento, un pettine, una paio di orecchini a canestro, e ancora amuleti in ambra, ametista, corniola.
Sono alcune delle tracce di vita, respiri di fanciulle, adulte e anziane, mogli e concubine, madri, figlie vissute nell’antica Pompei. Sono loro, le donne dell’antica società pompeiana, matrone, schiave, liberte, ciascuna con le proprie abitudini e la propria individualità, restituite dal tempo attraverso statue, affreschi, iscrizioni, graffiti, manufatti, le protagoniste della mostra presso la Palestra grande degli scavi di Pompei.
“Essere donna nell’antica Pompei” è il titolo del percorso, visitabile fino al 31 gennaio, a cura di Francesca Ghedini e Monica Salvadori e in collaborazione con le Università di Padova, Salerno e Verona.
Se la vita privata di una matrona trascorreva tra la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo, gli impieghi nel tempo libero, la vita pubblica di una donna, a seconda della propria posizone sociale, oscillava dalla prosituzione alle attività di grande prestigio che avevano importanti ricadute sociali, come emerge in mostra nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città.
Essere donna nell’antica Pompei, Allestimento | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Le ultime tracce del passaggio delle donne di Pompei nella vita terrena si colgono invece nelle necropoli, dove monumenti funerari, iscrizioni e corredi restituiscono il ricordo di alcune di loro. A fine percorso un salto nella contemporaneità permette di esplorare i profili di alcune figure femminili che hanno offerto il loro contributo alla conoscenza di Pompei, da Carolina Bonaparte, a Wilhelmina Jashemski, da Tatiana Warsher a Olga Elia.
Dalla Palestra grande la visita prosegue nel contesto del Parco Archeologico dove l’esperienza espositiva diventa vera e propria visita tematica. Non mancano infatti i collegamenti con alcuni edifici significativi che spiegano la condizione femminile all’interno del sito. Ad arricchire la visita immersiva sono alcuni podcast tematici disponibili sull’ app MyPompeii, che raccontano storie di donne realmente vissute in città. È così che il pubblico incontra Flavia Agatea ed Eumachia presso le tombe a Porta Nocera, ritrova quest’ultima nell’omonimo edificio nel Foro, ed ecco Mamia e Nevoleia Tyche presso le tombe a Porta Ercolano, solo per citare alcune ospiti di questo viaggio.

Essere donna nell’antica Pompei, Allestimento | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
L’obiettivo finale è quello di creare un’esperienza culturale completa, che unisca il passato e il presente in una riflessione critica sul ruolo delle donne, offrendo strumenti di comprensione storica e attuale.
Dal mese di settembre inoltre, durante le aperture serali straordinarie - nell'ambito del progetto di valorizzazione ESOPOP - sono previste letture e performance artistiche dedicate alle donne protagoniste della mostra. La rassegna è prodotta da Casa del Contemporaneo, testi e regia a cura di Fabio Cocifoglia e Rosario Sparno.
Sono alcune delle tracce di vita, respiri di fanciulle, adulte e anziane, mogli e concubine, madri, figlie vissute nell’antica Pompei. Sono loro, le donne dell’antica società pompeiana, matrone, schiave, liberte, ciascuna con le proprie abitudini e la propria individualità, restituite dal tempo attraverso statue, affreschi, iscrizioni, graffiti, manufatti, le protagoniste della mostra presso la Palestra grande degli scavi di Pompei.
“Essere donna nell’antica Pompei” è il titolo del percorso, visitabile fino al 31 gennaio, a cura di Francesca Ghedini e Monica Salvadori e in collaborazione con le Università di Padova, Salerno e Verona.
Se la vita privata di una matrona trascorreva tra la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo, gli impieghi nel tempo libero, la vita pubblica di una donna, a seconda della propria posizone sociale, oscillava dalla prosituzione alle attività di grande prestigio che avevano importanti ricadute sociali, come emerge in mostra nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città.

Essere donna nell’antica Pompei, Allestimento | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Le ultime tracce del passaggio delle donne di Pompei nella vita terrena si colgono invece nelle necropoli, dove monumenti funerari, iscrizioni e corredi restituiscono il ricordo di alcune di loro. A fine percorso un salto nella contemporaneità permette di esplorare i profili di alcune figure femminili che hanno offerto il loro contributo alla conoscenza di Pompei, da Carolina Bonaparte, a Wilhelmina Jashemski, da Tatiana Warsher a Olga Elia.
Dalla Palestra grande la visita prosegue nel contesto del Parco Archeologico dove l’esperienza espositiva diventa vera e propria visita tematica. Non mancano infatti i collegamenti con alcuni edifici significativi che spiegano la condizione femminile all’interno del sito. Ad arricchire la visita immersiva sono alcuni podcast tematici disponibili sull’ app MyPompeii, che raccontano storie di donne realmente vissute in città. È così che il pubblico incontra Flavia Agatea ed Eumachia presso le tombe a Porta Nocera, ritrova quest’ultima nell’omonimo edificio nel Foro, ed ecco Mamia e Nevoleia Tyche presso le tombe a Porta Ercolano, solo per citare alcune ospiti di questo viaggio.

Essere donna nell’antica Pompei, Allestimento | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
L’obiettivo finale è quello di creare un’esperienza culturale completa, che unisca il passato e il presente in una riflessione critica sul ruolo delle donne, offrendo strumenti di comprensione storica e attuale.
Dal mese di settembre inoltre, durante le aperture serali straordinarie - nell'ambito del progetto di valorizzazione ESOPOP - sono previste letture e performance artistiche dedicate alle donne protagoniste della mostra. La rassegna è prodotta da Casa del Contemporaneo, testi e regia a cura di Fabio Cocifoglia e Rosario Sparno.
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