Landscapes and Characters

Tom McGrath, City in the Rain, olio su tela, 2004, cm 124,4x244
Dal 21 Novembre 2012 al 13 Febbraio 2013
Milano
Luogo: Osart Gallery
Indirizzo: via Lamorma 24
Orari: da martedì a sabato 14.30-19; la mattina su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 02 5513826
E-Mail info: info@osartgallery.com
Sito ufficiale: http://www.osartgallery.com
Il paesaggio resta uno dei motivi più presenti e stimolanti dell’arte contemporanea di alto livello poiché è vissuto dagli artisti, non come uno schermo passivo, ma come un vero interlocutore attivo, animato di invenzioni, di figure ed anche di progetti concettualmente imprevisti ed innovativi. In questa straordinaria antologia da mondo globale - con protagonisti sia europei che statunitensi, asiatici e australiani - scopriamo l’intensa e affascinante varietà delle letture possibili .
Janis Avotins (1981) sembra aspirare a spazi minimali, più da immaginare che da vivere, in modo da trasformare i suoi quadri spogli in punti interrogativi che alludono alle problematiche esistenziali degli esseri umani.
Michael Cline (1973) dipinge delle fiabe contemporanee con uno stile country ricco di personaggi bizzarri che agiscono in paesaggi serenamente pastorali, ma sull’orlo di accadimenti inquietanti.
Le scene di Li Dafang ( 1971) si svolgono spesso in non-luoghi affastellati di rovine, di rifiuti , di edifici abbandonati delle periferie in disarmo. Il suo stile pittorico riesce però a riscattarli grazie a un repertorio visivo ripreso dal vero che Li dipinge con colori sottotono e dettagli eloquenti. Finalmente così si lasciano il realismo di stato e quello iper che mira solo a stupire, ed egli ci affascina con forme e atteggiamenti nuovi che mirano a scoprire e conoscere non tanto la realtà quanto la verità.
Stef Driesen (1966) usa l'interiorità dei suoi sentimenti ed istinti per evocare nei suoi dipinti la sensualità fisica e psichica insita in ognuno di noi. Per farlo usa con immaginazione ed ambiguità i temi, i tipi di composizione ed i colori che gli derivano dall'amore per l'arte paesaggistica del mondo antico . Attraverso i suoi paesaggi 'astratti' , evoca forme umane che suggeriscono una simbiosi possibile fra la carnalità umana e l'aspirazione alla spiritualità.
Red Grooms (1937) è un precoce sperimentatore di nuovi media che intrecciando pittura e scultura crea delle vibranti costruzioni tridimensionali popolate di spazi abitati da personaggi fumettistici che ci invitano al dialogo.
Berhard Martin (1966), molto collezionato globalmente incluso il MOMA di N.Y, anima le sue scene con l’invenzione di personaggi provocatòri fra ironia, seduzione e romanticismo, come l’apparizione sotto la luna di questo Phantomas innamorato.
Per Tom McGrath (1978) è la stesura pittorica a farla da protagonista: nel raffigurare il paesaggio filtrato dalla pioggia, ci mostra come l’artista può oscurare o mettere in luce sia la realtà che le emozioni.
James Morrison ci offre la più esuberante delle versioni naturali della bellezza selvaggia e mirmirabolante della sua terra (è nato nel 1959 in Papua Nuova Guinea). La sua è una narnarrativa dai colori iridescenti, dove possiamo perderci nella ricchezza eterogenea e sossontuosa di fiori, piante, animali di precisione e varietà infinita.
Le vernici argentate e i colori graduati di Olaf Quantius (1971) danno alle architetture, come questo simbolico Osservatorio, il senso di una presenza essenziale, eterna e senza tempo.
Sudheesh K (1971) concepisce il mondo come una biosfera pullulante di vite : umane, animali e di creature anfibie che, fra acqua e terra, ci narrano con colori vivacissimi azioni e drammi che si ispirano al grande Yeronimus Bosch.
Janis Avotins (1981) sembra aspirare a spazi minimali, più da immaginare che da vivere, in modo da trasformare i suoi quadri spogli in punti interrogativi che alludono alle problematiche esistenziali degli esseri umani.
Michael Cline (1973) dipinge delle fiabe contemporanee con uno stile country ricco di personaggi bizzarri che agiscono in paesaggi serenamente pastorali, ma sull’orlo di accadimenti inquietanti.
Le scene di Li Dafang ( 1971) si svolgono spesso in non-luoghi affastellati di rovine, di rifiuti , di edifici abbandonati delle periferie in disarmo. Il suo stile pittorico riesce però a riscattarli grazie a un repertorio visivo ripreso dal vero che Li dipinge con colori sottotono e dettagli eloquenti. Finalmente così si lasciano il realismo di stato e quello iper che mira solo a stupire, ed egli ci affascina con forme e atteggiamenti nuovi che mirano a scoprire e conoscere non tanto la realtà quanto la verità.
Stef Driesen (1966) usa l'interiorità dei suoi sentimenti ed istinti per evocare nei suoi dipinti la sensualità fisica e psichica insita in ognuno di noi. Per farlo usa con immaginazione ed ambiguità i temi, i tipi di composizione ed i colori che gli derivano dall'amore per l'arte paesaggistica del mondo antico . Attraverso i suoi paesaggi 'astratti' , evoca forme umane che suggeriscono una simbiosi possibile fra la carnalità umana e l'aspirazione alla spiritualità.
Red Grooms (1937) è un precoce sperimentatore di nuovi media che intrecciando pittura e scultura crea delle vibranti costruzioni tridimensionali popolate di spazi abitati da personaggi fumettistici che ci invitano al dialogo.
Berhard Martin (1966), molto collezionato globalmente incluso il MOMA di N.Y, anima le sue scene con l’invenzione di personaggi provocatòri fra ironia, seduzione e romanticismo, come l’apparizione sotto la luna di questo Phantomas innamorato.
Per Tom McGrath (1978) è la stesura pittorica a farla da protagonista: nel raffigurare il paesaggio filtrato dalla pioggia, ci mostra come l’artista può oscurare o mettere in luce sia la realtà che le emozioni.
James Morrison ci offre la più esuberante delle versioni naturali della bellezza selvaggia e mirmirabolante della sua terra (è nato nel 1959 in Papua Nuova Guinea). La sua è una narnarrativa dai colori iridescenti, dove possiamo perderci nella ricchezza eterogenea e sossontuosa di fiori, piante, animali di precisione e varietà infinita.
Le vernici argentate e i colori graduati di Olaf Quantius (1971) danno alle architetture, come questo simbolico Osservatorio, il senso di una presenza essenziale, eterna e senza tempo.
Sudheesh K (1971) concepisce il mondo come una biosfera pullulante di vite : umane, animali e di creature anfibie che, fra acqua e terra, ci narrano con colori vivacissimi azioni e drammi che si ispirano al grande Yeronimus Bosch.
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