Al MuMa di Le Havre dal 4 aprile al 20 settembre
"Notturni elettrici" in Normandia: l'illuminazione artificiale vista dagli artisti, da Toulouse-Lautrec a Monet

Gustave Caillebotte, Rue de Paris, temps de pluie, 1877, olio su tela, 65x54 cm, Parigi, musée Marmottan Monet, legs Michel Monet, 1966 © Christian Baraja / Bridgeman Images | © ADAGP Paris
Samantha De Martin
20/02/2020
Mondo - Una lanterna elettrica divampa in un cielo grigio foriero di burrasca mentre una coppia, sotto l’ombrello, immortalata da Gustave Caillebotte in un freddo pomeriggio d’inverno, passeggia tra le strade di Parigi.
Il Moulin Rouge di Pierre Bonnard trascina lo spettatore nella tela con il suo scintillio di luci, cedendo alla notte di Monet, fluttuante sul porto di Havre.
La Normandia celebra i notturni nell’arte esplorando, per la prima volta, con una mostra in programma a Le Havre dal 4 aprile al 20 settembre, il tema della percezione dell'illuminazione artificiale urbana da parte degli artisti della seconda metà del XIX secolo fino alla vigilia della Prima Guerra mondiale.
Con Notti elettriche, il MuMa - Museo di arte moderna André Malraux - propone un percorso di 150 opere e 71 artisti, che accoglie pittori francesi come Monet, Pissarro, Vallotton, Toulouse-Lautrec, Steinlein, Bonnard, van Dongen, Sonia Delaunay a confronto con i loro omologhi europei meno noti, dallo svedese Eugène Jansson allo spagnolo Darío de Regoyos.
Si tratta di pitture, acquerelli, fotografie, incisioni, film provenienti da grandi collezioni pubbliche e private francesi ed estere (dal Museo d’Orsay al Victoria & Albert Museum) realizzate principalmente intorno al XIX secolo, periodo che vede il paesaggio notturno evolvere radicalmente grazie alla comparsa dell'illuminazione artificiale. Rimasta per molto tempo oscura, la notte inizia progressivamente a illuminarsi, adornandosi delle atmosfere più variegate. Giochi d'ombre e di luci, chiaroscuri, controluce, pubblicità al neon descrivono un nuovo ventaglio di esperienze visive, che si caricano della magia e di una poesia proprie del mondo notturno.
Ovunque in Europa, pittori, incisori, fotografi restano fortemente affascinati da questo cambiamento, che diventa soggetto delle loro opere.
La città-porto di Le Havre, che ospita la mostra, è stata pioniera nella storia dell'illuminazione urbana. I suoi fari sono stati tra i primissimi in tutto il mondo a dotarsi di illuminazione elettrica ad arco nel 1863. Dal 1889, la città è stata una delle prime a preferire l'elettricità al gas.
Ma soprattutto Le Havre ha prestato la sua atmosfera a una delle prime e rare rappresentazioni impressioniste della notte. Nel 1872, Claude Monet vi esegue Il Porto di Le Havre, effetto notturno (Le Port du Havre, effet de nuit), oggi in collezione privata ed eccezionalmente presentato in mostra.
Nella fotografia positiva su carta albuminata “Lampione davanti all’hôtel Rothschild”, il lampione diventa per Charles Marville simbolo di modernità e icona della "ville lumière". Ma il fascino e l'entusiasmo cedono talvolta il posto all'inquietudine. Allora i simbolisti inventano una città immaginaria, fatta di oscurità e silenzio, dove la notte torna ad essere uno spazio di sogno.
Alla vigilia della Prima Guerra mondiale, nonostante l'illuminazione elettrica si sia imposta ovunque, il gas continuerà ancora ad alimentare i riverberi durante il periodo tra le due guerre. Affascinati da tutte le manifestazioni della vita moderna, gli artisti d'avanguardia guardano in faccia la nuova luce, per coglierne l'energia pura fino all'abbagliamento.
Le opere si decostruiscono riducendosi a giochi astratti di colori alla stregua del prisma luminoso, come si evince dal Carosello, place Pigalle del pittore olandese Kees van Dongen.
L'esposizione - organizzata con il patrocinio eccezionale della Biblioteca nazionale di Francia e della Cinematografia francese e del Museo d’Orsay - rientra nel quadro dei festival "Normandia Impressionista" e "Un'Estate A Le Havre".
Il Moulin Rouge di Pierre Bonnard trascina lo spettatore nella tela con il suo scintillio di luci, cedendo alla notte di Monet, fluttuante sul porto di Havre.
La Normandia celebra i notturni nell’arte esplorando, per la prima volta, con una mostra in programma a Le Havre dal 4 aprile al 20 settembre, il tema della percezione dell'illuminazione artificiale urbana da parte degli artisti della seconda metà del XIX secolo fino alla vigilia della Prima Guerra mondiale.
Con Notti elettriche, il MuMa - Museo di arte moderna André Malraux - propone un percorso di 150 opere e 71 artisti, che accoglie pittori francesi come Monet, Pissarro, Vallotton, Toulouse-Lautrec, Steinlein, Bonnard, van Dongen, Sonia Delaunay a confronto con i loro omologhi europei meno noti, dallo svedese Eugène Jansson allo spagnolo Darío de Regoyos.
Si tratta di pitture, acquerelli, fotografie, incisioni, film provenienti da grandi collezioni pubbliche e private francesi ed estere (dal Museo d’Orsay al Victoria & Albert Museum) realizzate principalmente intorno al XIX secolo, periodo che vede il paesaggio notturno evolvere radicalmente grazie alla comparsa dell'illuminazione artificiale. Rimasta per molto tempo oscura, la notte inizia progressivamente a illuminarsi, adornandosi delle atmosfere più variegate. Giochi d'ombre e di luci, chiaroscuri, controluce, pubblicità al neon descrivono un nuovo ventaglio di esperienze visive, che si caricano della magia e di una poesia proprie del mondo notturno.
Ovunque in Europa, pittori, incisori, fotografi restano fortemente affascinati da questo cambiamento, che diventa soggetto delle loro opere.
La città-porto di Le Havre, che ospita la mostra, è stata pioniera nella storia dell'illuminazione urbana. I suoi fari sono stati tra i primissimi in tutto il mondo a dotarsi di illuminazione elettrica ad arco nel 1863. Dal 1889, la città è stata una delle prime a preferire l'elettricità al gas.
Ma soprattutto Le Havre ha prestato la sua atmosfera a una delle prime e rare rappresentazioni impressioniste della notte. Nel 1872, Claude Monet vi esegue Il Porto di Le Havre, effetto notturno (Le Port du Havre, effet de nuit), oggi in collezione privata ed eccezionalmente presentato in mostra.
Nella fotografia positiva su carta albuminata “Lampione davanti all’hôtel Rothschild”, il lampione diventa per Charles Marville simbolo di modernità e icona della "ville lumière". Ma il fascino e l'entusiasmo cedono talvolta il posto all'inquietudine. Allora i simbolisti inventano una città immaginaria, fatta di oscurità e silenzio, dove la notte torna ad essere uno spazio di sogno.
Alla vigilia della Prima Guerra mondiale, nonostante l'illuminazione elettrica si sia imposta ovunque, il gas continuerà ancora ad alimentare i riverberi durante il periodo tra le due guerre. Affascinati da tutte le manifestazioni della vita moderna, gli artisti d'avanguardia guardano in faccia la nuova luce, per coglierne l'energia pura fino all'abbagliamento.
Le opere si decostruiscono riducendosi a giochi astratti di colori alla stregua del prisma luminoso, come si evince dal Carosello, place Pigalle del pittore olandese Kees van Dongen.
L'esposizione - organizzata con il patrocinio eccezionale della Biblioteca nazionale di Francia e della Cinematografia francese e del Museo d’Orsay - rientra nel quadro dei festival "Normandia Impressionista" e "Un'Estate A Le Havre".
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