A Roma dal 13 marzo al 19 luglio
Tra mare e terra. Helen Frankenthaler alla Gagosian con “Sea Change”
Helen Frankenthaler, Ocean Drive West, 1974, Acrilico su tela, 144 x 94 cm. Foto: © Samantha De Martin
Samantha De Martin
13/03/2019
Roma - Dalle pareti bianche della grande sala ovale della Gagosian, l’Oceano di Helen Frankenthaler, con le sue bande fluttuanti e orizzontali, inghiotte lo sguardo dei visitatori in una distesa di un blu intenso, magnetico.
Ocean Drive West, del 1974, è forse la più bella tra le undici tele dipinte tra il 1974 e il 1983 che accompagnano il percorso Sea Change con il quale la figura di punta della seconda generazione di pittori astratti americani del Dopoguerra, arriva per la prima volta in mostra a Roma.
Celebre per il suo ruolo di spicco nel passaggio dall’Espressionismo Astratto al movimento Color Field, l’artista, morta nel 2011, ha ampliato le possibilità della pittura astratta, con l’invenzione della tecnica soak-stain.
La tela del 1974, simile a una sorta di spartiacque, segna un periodo di cambiamento nel suo lavoro. Nell’estate di quell’anno, infatti, la pittrice newyorkese affitta una casa a Shippan Point, vicino a Stamford, nel Connecticut, con il suo affaccio sulle acque del Lond Island Sound.
Nelle altre tele in mostra l’elemento riferito all’acqua del mare sembra arretrare. In Jupiter (1976) e Reflection (1977), le pennellate, verticali e dense, sembrano essere sul punto di dissolversi. In entrambi i dipinti, i colori caldi della terra sono in contrasto con il blu-verde acqueo, evocando un incontro tra terra e mare quasi sussurrato.
Se nelle grandi tele Tunis II e Dream Walk Red (del 1978), i densi strati di rosso scuro, rosa, cremisi, terra di Siena e rosso trasmettono un forte senso di calore, in Feather (1976), Omen (1980) e Shippan Point: Twilight (1980) i colori si intrecciano, sovrapponendosi e generando sfumature morbide.
I tratti di pigmento giallo di Omen preannunciano le successive tele orizzontali dove appaiono densi grumi e tracce di colore scuro su un fondo più chiaro - come in Sacrifice Decision (1981) - o di colore chiaro su un fondo più scuro, come nel caso di in Eastern Light (1982).
Con il suo campo verde luminoso e compatto, Tumbleweed (1982), che introduce il pubblico alla sala ovale, si allontana dal riferimento ai valori atmosferici di aria e acqua per approdare sul più solido terreno di una superficie verdeggiante.
Silver Express, la tela più recente in mostra, testimonia il trasferimento di Frankenthaler dall’acqua verso una superficie piatta e resistente, ai margini di uno spazio più urbano come la piazza.
Helen Frankenthaler: Sea Change - a cura di John Elderfield, Capo Curatore Emerito della sezione Dipinti e Sculture del Museum of Modern Art di New York, e consulente per i progetti speciali di Gagosian - è la quinta mostra dedicata all'artista presentata dal 2013 dalla prestigiosa galleria. La mostra di Roma si svolgerà in concomitanza con l’esposizione della pittrice a Palazzo Grimani nel corso della Biennale di Venezia 2019.
Leggi anche:
• Alla Gagosian le creazioni multimediai di Sarah Sze
• Dieci anni di Gagosian con Andreas Gursky e Pepi Marchetti
Ocean Drive West, del 1974, è forse la più bella tra le undici tele dipinte tra il 1974 e il 1983 che accompagnano il percorso Sea Change con il quale la figura di punta della seconda generazione di pittori astratti americani del Dopoguerra, arriva per la prima volta in mostra a Roma.
Celebre per il suo ruolo di spicco nel passaggio dall’Espressionismo Astratto al movimento Color Field, l’artista, morta nel 2011, ha ampliato le possibilità della pittura astratta, con l’invenzione della tecnica soak-stain.
La tela del 1974, simile a una sorta di spartiacque, segna un periodo di cambiamento nel suo lavoro. Nell’estate di quell’anno, infatti, la pittrice newyorkese affitta una casa a Shippan Point, vicino a Stamford, nel Connecticut, con il suo affaccio sulle acque del Lond Island Sound.
Nelle altre tele in mostra l’elemento riferito all’acqua del mare sembra arretrare. In Jupiter (1976) e Reflection (1977), le pennellate, verticali e dense, sembrano essere sul punto di dissolversi. In entrambi i dipinti, i colori caldi della terra sono in contrasto con il blu-verde acqueo, evocando un incontro tra terra e mare quasi sussurrato.
Se nelle grandi tele Tunis II e Dream Walk Red (del 1978), i densi strati di rosso scuro, rosa, cremisi, terra di Siena e rosso trasmettono un forte senso di calore, in Feather (1976), Omen (1980) e Shippan Point: Twilight (1980) i colori si intrecciano, sovrapponendosi e generando sfumature morbide.
I tratti di pigmento giallo di Omen preannunciano le successive tele orizzontali dove appaiono densi grumi e tracce di colore scuro su un fondo più chiaro - come in Sacrifice Decision (1981) - o di colore chiaro su un fondo più scuro, come nel caso di in Eastern Light (1982).
Con il suo campo verde luminoso e compatto, Tumbleweed (1982), che introduce il pubblico alla sala ovale, si allontana dal riferimento ai valori atmosferici di aria e acqua per approdare sul più solido terreno di una superficie verdeggiante.
Silver Express, la tela più recente in mostra, testimonia il trasferimento di Frankenthaler dall’acqua verso una superficie piatta e resistente, ai margini di uno spazio più urbano come la piazza.
Helen Frankenthaler: Sea Change - a cura di John Elderfield, Capo Curatore Emerito della sezione Dipinti e Sculture del Museum of Modern Art di New York, e consulente per i progetti speciali di Gagosian - è la quinta mostra dedicata all'artista presentata dal 2013 dalla prestigiosa galleria. La mostra di Roma si svolgerà in concomitanza con l’esposizione della pittrice a Palazzo Grimani nel corso della Biennale di Venezia 2019.
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