Ivo Stazio. Oltre il Blu Reale
Dal 28 Aprile 2021 al 07 Maggio 2021
Milano
Luogo: Vi.P. Gallery Milano
Indirizzo: Alzaia Naviglio Grande 4
Orari: lunedì e dal mercoledì al sabato 15,30-18,30; domenica 11-13 / 14-18. Chiuso il martedì. In caso di zona rossa o lockdown dopo l’apertura la mostra verrà sospesa e riaperta al termine delle eventuali ulteriori restrizioni
Curatori: Virgilio Patarini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: galleria.zamenhof@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.zamenhofart.it
Si inaugura mercoledì 28 aprile 2021, alle ore 18,00, alla Vi.P. Gallery di Milano, in Alzaia Naviglio Grande, 4, la mostra personale del pittore Ivo Stazio intitolata “Oltre il Blu Reale”, che presenta una quindicina di lavori dell’artista bolognese. Si tratta del recupero della personale programmata già due volte, a novembre e a marzo scorso, e due volte rinviata causa zona rossa.
Una presentazione virtuale dell’artista è presente sul canale YouTube di Zamenhof Art
https://youtu.be/ZpcRjG9QPG8
L’arte di Ivo Stazio danza sull’orlo sottile che separa una figurazione “scabra ed essenziale”, allusiva, ad un’astrazione informale materica ed altrettanto, ma per altri versi, allusiva. In tutti i suoi quadri c’è il recupero consapevole del retaggio della migliore figurazione italiana degli ultimi cento cinquant’anni: dai macchiaioli fino ai cosiddetti “ultimi naturalisti”, tra una sintesi formale al limite della dissoluzione della forma e una pastosità in rilievo della materia pittorica trattata con decise e sapienti spatolate. Spesso poi lo spunto figurativo, tende a ridursi a mero punto di partenza per affacciarsi con lo sguardo e con la mente al limite della pura esplorazione astratta, informe ed informale, “oltre il Reale”, anche se i piedi, metaforicamente parlando, restano sempre saldamente ancorati ad estreme propaggini di Realtà sospese sull’abisso delle emozioni. Una pittura in costante tensione oltre il Blu dell’orizzonte, oltre l’orizzonte del Reale.
(Vi.P.)
Ivo Stazio (Bologna, 1959) fin dagli anni '80 inizia ad esporre in mostre personali e collettive, ottenendo nel tempo riconoscimenti di caratura internazionale. Negli anni successivi conosce ed approfondisce la pittura dei maestri della scuola bolognese che rientrano nel novero degli “Ultimi naturalisti”, come rubricato da Francesco Arcangeli: Ilario Rossi, Pompilio Mandelli, Bruno Pulga, Sergio Romiti. Inizia da qui la sua sperimentazione artistica di cui, nel 1997, il critico Valerio Grimaldi, riconosce la continuità pittorica, coloristica e tonale (“Il colore dentro”). Nel 1998 la personalità dell’artista emerge in una mescolanza di “razionalità e passione”, analizzata da Franco Basile ne “La luna calpestata” nella quale le metafore si mescolano in un desiderio di fuga dalla realtà, per sognare, fuggire lontano “non ha importanza se la luna non è più la stessa, basta un’ombra per ritrovare il ricordo e ritrovare, forse, parte di ciò che si è perso”. In questa ambivalenza tra sogno e realtà le luci, le dimensioni, i colori, i paesaggi si muovono in assoluta libertà. Nel 2002 Adriano Baccilieri ripercorre l’opera di Ivo Stazio in un itinerario che parte dal punto in cui si perdono le immagini degli anni novanta e nasce la pittura dei momenti lirici all’interno dei quali l’Informale viene utilizzato e piegato al figurativo contemporaneo. Negli anni che seguono, tra gli altri importanti critici che si dedicano all’artista figura Valerio Dehò che tra l’altro scrive: “la scelta cromatica di Ivo Stazio degli ultimi anni si basa su colorazioni incisive, contrastanti e cupe, colori graffianti, grazie anche all'uso della spatola, che incidono la tela lasciando trapelare la luce nelle morbide colorazioni. Un procedimento lento nel quale l’artista focalizza la sua attenzione alla trama, al colore, alla materia. Una ricerca che continua tutt’oggi volta a scoprire qualcosa di genuino, tra i diversi linguaggi quali la sabbia, la terra, il catrame, il gesso, in una sinfonia poetica della materia”.
Tra le ultimissime esposizioni personali ricordiamo: nel 2020 a Bologna, alla Sede della Regione, “Il fascino di Bologna tra colore e materia”, nell’ottobre 2019 alla Vi.P. Gallery Milano “Possibili scenari”, nel 2019, a Bologna, nello Spazio espositivo di “Fico” con la mostra intitolata “Hangar” e alla Galleria Il Ponte 04 a Pieve di Cento (BO); nel 2018 alla Galleria di Arianna Sartori a Manova e alla Galleria Piccinini a Bologna.
Una presentazione virtuale dell’artista è presente sul canale YouTube di Zamenhof Art
https://youtu.be/ZpcRjG9QPG8
L’arte di Ivo Stazio danza sull’orlo sottile che separa una figurazione “scabra ed essenziale”, allusiva, ad un’astrazione informale materica ed altrettanto, ma per altri versi, allusiva. In tutti i suoi quadri c’è il recupero consapevole del retaggio della migliore figurazione italiana degli ultimi cento cinquant’anni: dai macchiaioli fino ai cosiddetti “ultimi naturalisti”, tra una sintesi formale al limite della dissoluzione della forma e una pastosità in rilievo della materia pittorica trattata con decise e sapienti spatolate. Spesso poi lo spunto figurativo, tende a ridursi a mero punto di partenza per affacciarsi con lo sguardo e con la mente al limite della pura esplorazione astratta, informe ed informale, “oltre il Reale”, anche se i piedi, metaforicamente parlando, restano sempre saldamente ancorati ad estreme propaggini di Realtà sospese sull’abisso delle emozioni. Una pittura in costante tensione oltre il Blu dell’orizzonte, oltre l’orizzonte del Reale.
(Vi.P.)
Ivo Stazio (Bologna, 1959) fin dagli anni '80 inizia ad esporre in mostre personali e collettive, ottenendo nel tempo riconoscimenti di caratura internazionale. Negli anni successivi conosce ed approfondisce la pittura dei maestri della scuola bolognese che rientrano nel novero degli “Ultimi naturalisti”, come rubricato da Francesco Arcangeli: Ilario Rossi, Pompilio Mandelli, Bruno Pulga, Sergio Romiti. Inizia da qui la sua sperimentazione artistica di cui, nel 1997, il critico Valerio Grimaldi, riconosce la continuità pittorica, coloristica e tonale (“Il colore dentro”). Nel 1998 la personalità dell’artista emerge in una mescolanza di “razionalità e passione”, analizzata da Franco Basile ne “La luna calpestata” nella quale le metafore si mescolano in un desiderio di fuga dalla realtà, per sognare, fuggire lontano “non ha importanza se la luna non è più la stessa, basta un’ombra per ritrovare il ricordo e ritrovare, forse, parte di ciò che si è perso”. In questa ambivalenza tra sogno e realtà le luci, le dimensioni, i colori, i paesaggi si muovono in assoluta libertà. Nel 2002 Adriano Baccilieri ripercorre l’opera di Ivo Stazio in un itinerario che parte dal punto in cui si perdono le immagini degli anni novanta e nasce la pittura dei momenti lirici all’interno dei quali l’Informale viene utilizzato e piegato al figurativo contemporaneo. Negli anni che seguono, tra gli altri importanti critici che si dedicano all’artista figura Valerio Dehò che tra l’altro scrive: “la scelta cromatica di Ivo Stazio degli ultimi anni si basa su colorazioni incisive, contrastanti e cupe, colori graffianti, grazie anche all'uso della spatola, che incidono la tela lasciando trapelare la luce nelle morbide colorazioni. Un procedimento lento nel quale l’artista focalizza la sua attenzione alla trama, al colore, alla materia. Una ricerca che continua tutt’oggi volta a scoprire qualcosa di genuino, tra i diversi linguaggi quali la sabbia, la terra, il catrame, il gesso, in una sinfonia poetica della materia”.
Tra le ultimissime esposizioni personali ricordiamo: nel 2020 a Bologna, alla Sede della Regione, “Il fascino di Bologna tra colore e materia”, nell’ottobre 2019 alla Vi.P. Gallery Milano “Possibili scenari”, nel 2019, a Bologna, nello Spazio espositivo di “Fico” con la mostra intitolata “Hangar” e alla Galleria Il Ponte 04 a Pieve di Cento (BO); nel 2018 alla Galleria di Arianna Sartori a Manova e alla Galleria Piccinini a Bologna.
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