Piotr Hanzelewicz. Laborioso Laborioso Laborioso
Dal 25 Aprile 2013 al 31 Maggio 2013
Roma
Luogo: Istituto Polacco di Roma
Indirizzo: via Vittoria Colonna 1
Orari: da lunedì a giovedì 10-17 e su appuntamento
Curatori: Franco Speroni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 36000723/ 339 4998229
E-Mail info: press.istitutopolacco@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.istitutopolacco.it
Stiamo vivendo il momento storico sicuramente più critico della vita dell’Euro e di conseguenza dell’idea stessa di Europa. La moneta che doveva aprire la via a un grande progetto politico di ampio respiro, nato come risposta ai disastri della seconda guerra mondiale, oggi sembra essere la principale imputata del tradimento di quel sogno, facendo prevalere la sua natura di misuratore di un ordine economico astratto, rispetto alle esigenze di un tessuto sociale concreto con i suoi bisogni e i suoi desideri.
A partire da queste considerazioni sul presente, l'artista Piotr Hanzelewicz (Lodz, Polonia, 1978, dal 1983 vive fra Roma e l'Abruzzo) ha costruito una mostra basata su un percorso espositivo che si snoda lungo gli spazi dell’Istituto Polacco di Roma. L’artista allarga l’attenzione a temi più ampi, come il rapporto tra denaro, in quanto equivalente generale, e desiderio; tra valori astratti e vita concreta; tra realtà e sue rappresentazioni, tra le quali, il denaro, ma anche l’arte, hanno svolto e svolgono un ruolo determinante.
Su questi binomi, Hanzelewicz allestisce per il visitatore della mostra un percorso euristico che non vuole dare soluzioni predeterminate ma consentire l’esperienza progressiva di situazioni differenti che aprono a esiti possibili. Si susseguono, così, installazioni e interventi site specific che rendono la mostra stessa un equivalente visuale liberamente ispirato sia al racconto di fantascienza del 1963 dello scrittore statunitense Kurt Vonnegut, Ghiaccio-nove, dal quale prende il titolo Laborioso, laborioso, laborioso (traduzione dell'originale 'busy, busy, busy'), sia a un testo di Alberto Abruzzese sul tema delle mille lire ricoperte di scritte, intitolato Mille lire a sguardo.
Così, dal catalogo, citando il testo di Alberto Abruzzese “Quintessenze del denaro”:
“L’euro e la sua criticità. L’euro come regressione verso la terra. Rispetto al modo storico prevalente nel nominare il denaro da parte di ciascuna nazione e lingua, l’euro esibisce un sovrappiù di utopia prendendo il nome dell’unità europea. Le astrazioni geopolitiche del dollaro o della lira o della sterlina appartengono ai nomi delle “misure” o dei mediatori di commercio con cui il mercato funziona, rende possibile lo scambio, il valore. L’euro chiama se stesso Europa: una astrazione rovesciata. Non più verso il cielo ma verso il territorio fisico. La dichiarazione di una sconfitta della modernità, del suo tempo, in nome di una rinascita politica dello spazio. Una crepa nella globalizzazione.
La moneta cartacea sta per finire. Forse solo i poveri, i derelitti della terra, continueranno a vivere la loro vita di infimo ordine maneggiando i resti avariati di spiccioli di carta già destinati al macero. Fuori corso. E solo numeri e codici segreti per i ricchi. La società che vive, che può vivere, vivrà di scambi digitali, senza più nessun oggetto intermediario. Sino a quando sarà il corpo, la sua carne, ad essere una scheda elettronica in cui s’annoda ogni connessione del mondo. Ecco perché la mostra di Hanzelewicz potrà essere ricordata come uno degli ultimi monumenti del capitalismo classico nel suo transito dalla dimensione ancora rozza dei flussi finanziari – in cui ora la società civile e incivile si sta liquefacendo – all’avvento della sua riproduzione tecnologica come ultima e per ciò stesso terribile bolla di sopravvivenza del potere moderno sulla esistenza umana che va morendo là dove è nata.
I testi in catalogo di Alberto Abruzzese e di Franco Speroni, insieme a un dialogo tra l’artista e Michela Becchis sulle opere e sul concetto generale della mostra.
Durante la mostra l’artista effettuerà visite guidate per appuntamento.
Fra le mostre recenti di Piotr Hanzelewicz: nel 2012 la mostra personale 'L'inquilino del terzo piano' al Museo Laboratorio ex Manifattura Tabacchi, nel 2011 'Timely', al centro di arte sperimentale Kuhturm di Lipsia, nel 2009 la mostra 'Usine de rêve' alla galleria cc26 di Roma, curata da Sabrina Vedovotto e Cecilia Casorati. Nel 2012 Hanzelewicz cura la mostra 'Omaggio a Opalka 1965/1-°°' all'Auditorium Diocleziano di Lanciano (CH).
Formazione: Nel 2003 Piotr Hanzelewicz si laurea in musicoterapia all'Accademia di Musica di Lodz, in Polonia, nel 2007 in grafica d'arte e progettazione presso l'Accademia di Belle Arti di L'Aquila.
Nel corso della serata verrà presentato lo spazio sonoro gestito da Andrzej Hanzelewicz (violino) e Piotr Lachert (pianoforte). I due musicisti polacchi si incontrano tornando dopo più di dieci anni a collaborare su un progetto, confrontandosi sui temi della mostra in un dialogo di improvvisazioni. Da un lato un violino di matrice bachiana, aperto a suggestioni novecentesche ed incursioni moderne, dall’altro, il pianoforte di uno dei fondatori della new consonant music. Lachert e Hanzelewicz interagiscono con le immagini prodotte dal vivo da Carlo Nannicola (vjing) che proietterà video creati in tempo reale con l’ausilio della rete. Quindi una sinestesia audiovisiva dove in un circolo virtuoso i musicisti si accordano alle immagini che a loro volta seguono le atmosfere sonore.
A partire da queste considerazioni sul presente, l'artista Piotr Hanzelewicz (Lodz, Polonia, 1978, dal 1983 vive fra Roma e l'Abruzzo) ha costruito una mostra basata su un percorso espositivo che si snoda lungo gli spazi dell’Istituto Polacco di Roma. L’artista allarga l’attenzione a temi più ampi, come il rapporto tra denaro, in quanto equivalente generale, e desiderio; tra valori astratti e vita concreta; tra realtà e sue rappresentazioni, tra le quali, il denaro, ma anche l’arte, hanno svolto e svolgono un ruolo determinante.
Su questi binomi, Hanzelewicz allestisce per il visitatore della mostra un percorso euristico che non vuole dare soluzioni predeterminate ma consentire l’esperienza progressiva di situazioni differenti che aprono a esiti possibili. Si susseguono, così, installazioni e interventi site specific che rendono la mostra stessa un equivalente visuale liberamente ispirato sia al racconto di fantascienza del 1963 dello scrittore statunitense Kurt Vonnegut, Ghiaccio-nove, dal quale prende il titolo Laborioso, laborioso, laborioso (traduzione dell'originale 'busy, busy, busy'), sia a un testo di Alberto Abruzzese sul tema delle mille lire ricoperte di scritte, intitolato Mille lire a sguardo.
Così, dal catalogo, citando il testo di Alberto Abruzzese “Quintessenze del denaro”:
“L’euro e la sua criticità. L’euro come regressione verso la terra. Rispetto al modo storico prevalente nel nominare il denaro da parte di ciascuna nazione e lingua, l’euro esibisce un sovrappiù di utopia prendendo il nome dell’unità europea. Le astrazioni geopolitiche del dollaro o della lira o della sterlina appartengono ai nomi delle “misure” o dei mediatori di commercio con cui il mercato funziona, rende possibile lo scambio, il valore. L’euro chiama se stesso Europa: una astrazione rovesciata. Non più verso il cielo ma verso il territorio fisico. La dichiarazione di una sconfitta della modernità, del suo tempo, in nome di una rinascita politica dello spazio. Una crepa nella globalizzazione.
La moneta cartacea sta per finire. Forse solo i poveri, i derelitti della terra, continueranno a vivere la loro vita di infimo ordine maneggiando i resti avariati di spiccioli di carta già destinati al macero. Fuori corso. E solo numeri e codici segreti per i ricchi. La società che vive, che può vivere, vivrà di scambi digitali, senza più nessun oggetto intermediario. Sino a quando sarà il corpo, la sua carne, ad essere una scheda elettronica in cui s’annoda ogni connessione del mondo. Ecco perché la mostra di Hanzelewicz potrà essere ricordata come uno degli ultimi monumenti del capitalismo classico nel suo transito dalla dimensione ancora rozza dei flussi finanziari – in cui ora la società civile e incivile si sta liquefacendo – all’avvento della sua riproduzione tecnologica come ultima e per ciò stesso terribile bolla di sopravvivenza del potere moderno sulla esistenza umana che va morendo là dove è nata.
I testi in catalogo di Alberto Abruzzese e di Franco Speroni, insieme a un dialogo tra l’artista e Michela Becchis sulle opere e sul concetto generale della mostra.
Durante la mostra l’artista effettuerà visite guidate per appuntamento.
Fra le mostre recenti di Piotr Hanzelewicz: nel 2012 la mostra personale 'L'inquilino del terzo piano' al Museo Laboratorio ex Manifattura Tabacchi, nel 2011 'Timely', al centro di arte sperimentale Kuhturm di Lipsia, nel 2009 la mostra 'Usine de rêve' alla galleria cc26 di Roma, curata da Sabrina Vedovotto e Cecilia Casorati. Nel 2012 Hanzelewicz cura la mostra 'Omaggio a Opalka 1965/1-°°' all'Auditorium Diocleziano di Lanciano (CH).
Formazione: Nel 2003 Piotr Hanzelewicz si laurea in musicoterapia all'Accademia di Musica di Lodz, in Polonia, nel 2007 in grafica d'arte e progettazione presso l'Accademia di Belle Arti di L'Aquila.
Nel corso della serata verrà presentato lo spazio sonoro gestito da Andrzej Hanzelewicz (violino) e Piotr Lachert (pianoforte). I due musicisti polacchi si incontrano tornando dopo più di dieci anni a collaborare su un progetto, confrontandosi sui temi della mostra in un dialogo di improvvisazioni. Da un lato un violino di matrice bachiana, aperto a suggestioni novecentesche ed incursioni moderne, dall’altro, il pianoforte di uno dei fondatori della new consonant music. Lachert e Hanzelewicz interagiscono con le immagini prodotte dal vivo da Carlo Nannicola (vjing) che proietterà video creati in tempo reale con l’ausilio della rete. Quindi una sinestesia audiovisiva dove in un circolo virtuoso i musicisti si accordano alle immagini che a loro volta seguono le atmosfere sonore.
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