Al cinema il 21, 22 e 23 giugno
Raffaello. Il giovane prodigio - La nostra recensione
Raffaello Sanzio, Madonna d'Alba | © 2020 Album Scala Firenze
Samantha De Martin
17/06/2021
Nella casa natale di Raffaello, a Urbino, una donna, affrescata alla maniera di una madonna su pochi centimetri di intonaco, fa addormentare con gesto materno il proprio bambino, come al ritmo di una ninna nanna.
Piace pensare che da questo affresco - che la leggenda attribuisce alla volontà di Giovanni Santi di ritrarre la moglie Magia, morta quando Raffaello aveva soli 8 anni, e che conserverà in lui, vivo, per tutta la vita il ricordo di sua madre - prenda vita l’inarrestabile ricerca artistica del giovane prodigio.
Spinto fino alla fine dei suoi giorni dal desiderio del bello assoluto, la cui ricerca parte da figure realmente esistite per approdare a una bellezza ideale, il maestro dei volti gentili riproporrà per tutta la vita il tema della madonna con bambino in quella galassia perfetta popolata da figure femminili, nelle vesti di madri, committenti, dee, amanti.
Questo filo conduttore che attraversa la parabola del Mozart della pittura, unendo, nei secoli, volti ovali, pacati nella loro genuina dolcezza, eppure straordinariamente diversi nella capacità metamorfica del pennello del genio, si svela al cinema con un docufilm originale, ben costruito, dal ritmo accattivante e dal trasporto emotivo intenso.
Raffaello Sanzio, La Muta, 1507, Olio su tavola, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
Nelle sale il 21, 22, 23 giugno, diretto da Massimo Ferrari e realizzato da Sky con la produzione esecutiva affidata a Progetto Immagine, distribuito al cinema da Nexo Digital, Raffaello. Il giovane prodigio tesse la storia del maestro di Urbino attraverso le città che ha attraversato, ma soprattutto attraverso i suoi straordinari ritratti femminili.
Raccontate dalla voce di Valeria Golino, le "protagoniste" della vita di Raffaello svelano dettagli e aneddoti interessanti circa le loro identità, snocciolati dal contributo scientifico di illustri esperti come Vincenzo Farinella, Lorenza Mochi Onori, Giuliano Pisani, Tom Henry, Amélie Ferrigno, Ippolita di Majo, Gloria Fossi.
Nella sua breve, eppure straordinariamente feconda parabola, durata 37 intensissimi anni che ascriveranno l’Urbinate nell’olimpo dei grandi maestri di ogni tempo, le donne giocano un ruolo cardine anche per la carriera del giovane prodigio. Sarebbe stata addirittura una donna, Giovanna Feltri, a raccomandare il “giovane e talentuoso pittore” a Pier Soderini, gonfaloniere a Firenze, con tanto di lettera scritta nell'ottobre 1504.
Raffaello Sanzio, Deposizione Borghese, 1507, Scomparto principale della Pala Baglioni, Olio su tavola, 184 x 176 cm, Roma, Galleria Borghese
La compostezza silenziosa della Muta, quella austera di Maddalena Strozzi, cedono il posto al dramma di una madre, Atalanta Baglioni, al centro della Deposizione Borghese, dipinto teatrale di grande intensità, dove la figura della Vergine si carica di tutto il dolore materno dinnanzi alla morte del proprio figlio. C’è la Galatea realizzata per la Villa del banchiere Agostino Chigi, con la sua energia vorticosa che sprigiona una bellezza ideale ricreando, da un lato, una figura classica e idealizzata, quasi michelangiolesca, dall’altra un essere terreno e carnale. E c'è la Madonna Sistina, un’apparizione divina su un letto di nuvole, nel cui sguardo, alla fine della II Guerra Mondiale, lo scrittore di origini ebree Vasilij Grossman, riconobbe il volto delle madri e dei figli vittime dell’Olocausto.
Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, Dettaglio, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Gemäldegalerie, Dresda
Nella carriera inarrestabile di Raffaello, un’altra donna, la Fornarina, entra in scena quale modella indispensabile alla sua arte. Il docufilm traccia puntuali e significative pennellate di questo dipinto straordinario che raffigura il prototipo della modella amante che ha affascinato le epoche, facendo luce, tra equivoco e leggenda, sulle probabili identità di questa dea senza nome nel mondo dei mortali.
Quella maternità così intensa che accompagna i gesti delle sue madonne, ritorna nell’ultimo grande tondo di Raffello, La Madonna della Seggiola, dove lo sguardo assente e malinconico di Maria anticipa il destino ineluttabile della morte del figlio.
Trascina e coinvolge questo documentario dove la sublimazione della bellezza femminile, verace, celeste e terrestre al tempo stesso, si fa spazio tra le tele, le scruta evidenziando la straordinaria versatilità di un pittore camaleontico - il primo a rappresentare nude le proprie modelle - capace, alla maniera dei grandi artisti contemporanei, di far evolvere continuamente la propria arte senza mai ripetersi.
Raffaello Sanzio, Madonna della Seggiola, 1513-1514 circa, Olio su tavola, 71 x 71 cm, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze
Roma, dove approda a 25 anni per restarci per sempre diventandone il principe delle arti, sarà l’ultima sua grande musa, con il suo ventre gravido di vestigia che offrirono lo spunto a questa figura versatile e piena di ingegno, pittore del Papa, conservatore delle antichità, archeologo-esploratore.
Il docufilm non trascura i disegni di Raffaello, percorsi da una plasticità e purezza impareggiabili, che diventano per l’artista una palestra di idee da correggere e perfezionare, porta d’accesso del suo laboratorio mentale.
Animazione grafica Roma, Storia della Fornarina, Raffaello Il Giovane Prodigio | Courtesy Nexo Digital
Nel portare in scena alcuni momenti emblematici della storia del giovane prodigio, enfatizzando, con linguaggio evocativo e sognante, l’aura di magia e di leggenda che avvolge alcuni episodi della sua esistenza, la scelta di ricorrere alle animazioni realizzate dall’illustratore Giordano Poloni risulta accattivante. Le tavole illustrate di Poloni, animate dallo studio creativo Alkanoids, sono inquadrature cinematografiche molto colorate e dal sapore contemporaneo, che raccontano vere e proprie storie.
Anche in questa commistione tra linguaggi diversi, armonizzati tra loro per trovare uno stile nuovo, contemporaneo, con echi e richiami classici su un impianto innovativo, il film trova la sua originalità.
Raffaello. Il giovane prodigio, Backstage | Courtesy Sky
Una piccola curiosità sulla location che accoglie le interviste. Gli spettatori riconosceranno nella cornice gli Horti Sallustiani, un complesso monumentale risalente alla Roma imperiale e che ammicca a quelle architetture che tanto avevano affascinato Raffaello durante la fase finale della sua vita.
Le riprese conducono lo spettatore in un “viaggio” attraverso i dipinti, con movimenti dolci di avvicinamento e focalizzazione su alcuni dettagli, accensioni e spegnimenti delle luci che valorizzano la magia delle sfumature e la precisione delle pennellate. Ultimo approdo, il Pantheon, l’antico tempio dedicato a tutti gli dei, dove l’Urbinate è sepolto, quasi fosse egli stesso una divinità. Un prodigio della natura.
La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital ed è distribuita in esclusiva per l’Italia con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it, ARTE.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.
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Piace pensare che da questo affresco - che la leggenda attribuisce alla volontà di Giovanni Santi di ritrarre la moglie Magia, morta quando Raffaello aveva soli 8 anni, e che conserverà in lui, vivo, per tutta la vita il ricordo di sua madre - prenda vita l’inarrestabile ricerca artistica del giovane prodigio.
Spinto fino alla fine dei suoi giorni dal desiderio del bello assoluto, la cui ricerca parte da figure realmente esistite per approdare a una bellezza ideale, il maestro dei volti gentili riproporrà per tutta la vita il tema della madonna con bambino in quella galassia perfetta popolata da figure femminili, nelle vesti di madri, committenti, dee, amanti.
Questo filo conduttore che attraversa la parabola del Mozart della pittura, unendo, nei secoli, volti ovali, pacati nella loro genuina dolcezza, eppure straordinariamente diversi nella capacità metamorfica del pennello del genio, si svela al cinema con un docufilm originale, ben costruito, dal ritmo accattivante e dal trasporto emotivo intenso.
Raffaello Sanzio, La Muta, 1507, Olio su tavola, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
Nelle sale il 21, 22, 23 giugno, diretto da Massimo Ferrari e realizzato da Sky con la produzione esecutiva affidata a Progetto Immagine, distribuito al cinema da Nexo Digital, Raffaello. Il giovane prodigio tesse la storia del maestro di Urbino attraverso le città che ha attraversato, ma soprattutto attraverso i suoi straordinari ritratti femminili.
Raccontate dalla voce di Valeria Golino, le "protagoniste" della vita di Raffaello svelano dettagli e aneddoti interessanti circa le loro identità, snocciolati dal contributo scientifico di illustri esperti come Vincenzo Farinella, Lorenza Mochi Onori, Giuliano Pisani, Tom Henry, Amélie Ferrigno, Ippolita di Majo, Gloria Fossi.
Nella sua breve, eppure straordinariamente feconda parabola, durata 37 intensissimi anni che ascriveranno l’Urbinate nell’olimpo dei grandi maestri di ogni tempo, le donne giocano un ruolo cardine anche per la carriera del giovane prodigio. Sarebbe stata addirittura una donna, Giovanna Feltri, a raccomandare il “giovane e talentuoso pittore” a Pier Soderini, gonfaloniere a Firenze, con tanto di lettera scritta nell'ottobre 1504.
Raffaello Sanzio, Deposizione Borghese, 1507, Scomparto principale della Pala Baglioni, Olio su tavola, 184 x 176 cm, Roma, Galleria Borghese
La compostezza silenziosa della Muta, quella austera di Maddalena Strozzi, cedono il posto al dramma di una madre, Atalanta Baglioni, al centro della Deposizione Borghese, dipinto teatrale di grande intensità, dove la figura della Vergine si carica di tutto il dolore materno dinnanzi alla morte del proprio figlio. C’è la Galatea realizzata per la Villa del banchiere Agostino Chigi, con la sua energia vorticosa che sprigiona una bellezza ideale ricreando, da un lato, una figura classica e idealizzata, quasi michelangiolesca, dall’altra un essere terreno e carnale. E c'è la Madonna Sistina, un’apparizione divina su un letto di nuvole, nel cui sguardo, alla fine della II Guerra Mondiale, lo scrittore di origini ebree Vasilij Grossman, riconobbe il volto delle madri e dei figli vittime dell’Olocausto.
Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, Dettaglio, 1513-1514 circa, Olio su tela, 196 x 265 cm, Gemäldegalerie, Dresda
Nella carriera inarrestabile di Raffaello, un’altra donna, la Fornarina, entra in scena quale modella indispensabile alla sua arte. Il docufilm traccia puntuali e significative pennellate di questo dipinto straordinario che raffigura il prototipo della modella amante che ha affascinato le epoche, facendo luce, tra equivoco e leggenda, sulle probabili identità di questa dea senza nome nel mondo dei mortali.
Quella maternità così intensa che accompagna i gesti delle sue madonne, ritorna nell’ultimo grande tondo di Raffello, La Madonna della Seggiola, dove lo sguardo assente e malinconico di Maria anticipa il destino ineluttabile della morte del figlio.
Trascina e coinvolge questo documentario dove la sublimazione della bellezza femminile, verace, celeste e terrestre al tempo stesso, si fa spazio tra le tele, le scruta evidenziando la straordinaria versatilità di un pittore camaleontico - il primo a rappresentare nude le proprie modelle - capace, alla maniera dei grandi artisti contemporanei, di far evolvere continuamente la propria arte senza mai ripetersi.
Raffaello Sanzio, Madonna della Seggiola, 1513-1514 circa, Olio su tavola, 71 x 71 cm, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze
Roma, dove approda a 25 anni per restarci per sempre diventandone il principe delle arti, sarà l’ultima sua grande musa, con il suo ventre gravido di vestigia che offrirono lo spunto a questa figura versatile e piena di ingegno, pittore del Papa, conservatore delle antichità, archeologo-esploratore.
Il docufilm non trascura i disegni di Raffaello, percorsi da una plasticità e purezza impareggiabili, che diventano per l’artista una palestra di idee da correggere e perfezionare, porta d’accesso del suo laboratorio mentale.
Animazione grafica Roma, Storia della Fornarina, Raffaello Il Giovane Prodigio | Courtesy Nexo Digital
Nel portare in scena alcuni momenti emblematici della storia del giovane prodigio, enfatizzando, con linguaggio evocativo e sognante, l’aura di magia e di leggenda che avvolge alcuni episodi della sua esistenza, la scelta di ricorrere alle animazioni realizzate dall’illustratore Giordano Poloni risulta accattivante. Le tavole illustrate di Poloni, animate dallo studio creativo Alkanoids, sono inquadrature cinematografiche molto colorate e dal sapore contemporaneo, che raccontano vere e proprie storie.
Anche in questa commistione tra linguaggi diversi, armonizzati tra loro per trovare uno stile nuovo, contemporaneo, con echi e richiami classici su un impianto innovativo, il film trova la sua originalità.
Raffaello. Il giovane prodigio, Backstage | Courtesy Sky
Una piccola curiosità sulla location che accoglie le interviste. Gli spettatori riconosceranno nella cornice gli Horti Sallustiani, un complesso monumentale risalente alla Roma imperiale e che ammicca a quelle architetture che tanto avevano affascinato Raffaello durante la fase finale della sua vita.
Le riprese conducono lo spettatore in un “viaggio” attraverso i dipinti, con movimenti dolci di avvicinamento e focalizzazione su alcuni dettagli, accensioni e spegnimenti delle luci che valorizzano la magia delle sfumature e la precisione delle pennellate. Ultimo approdo, il Pantheon, l’antico tempio dedicato a tutti gli dei, dove l’Urbinate è sepolto, quasi fosse egli stesso una divinità. Un prodigio della natura.
La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital ed è distribuita in esclusiva per l’Italia con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it, ARTE.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.
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