Il restauro rivela novità sulla storia e sulla genesi dell’opera
Torna a casa l’Immacolata Concezione, l’ultima voce di Bronzino

Agnolo Bronzino, Immacolata Concezione, 1870-1872. Courtesy Friends of Florence
Francesca Grego
05/06/2018
Firenze - L’Immacolata Concezione di Agnolo Bronzino torna a impreziosire la Chiesa della Beata Vergine Maria Regina della Pace. Un importante restauro ha restituito leggibilità e brillantezza cromatica all’ultima prova di uno dei più raffinati pittori del Manierismo fiorentino, portando alla luce porzioni coperte dell’opera, particolari inediti sulla sua genesi e sulla sua storia.
Non si è trattato di una semplice pulitura dalla patina del tempo e dai residui di interventi invasivi: sotto le vernici ingiallite, i restauratori hanno scoperto che gran parte del cielo e dei volti dei santi erano stati completamente ridipinti per mascherare lo stato di abrasione degli originali, con un risultato molto lontano dalla pittura cinquecentesca.
Trattandosi di una pala incompiuta, la rimozione degli strati posticci non era una scelta scontata: decisiva in questo senso è stata la presenza di una committenza prestigiosa come quella dei Medici, di per sé garanzia di qualità per un dipinto del XVI secolo. Si è deciso perciò di intervenire rispettando il carattere “non finito” dell’opera, lasciando a vista anche dettagli tecnici insoliti.
Eliminati lo sporco ambientale e i vistosi ritocchi, l’Immacolata Concezione ha offerto anche dati importanti sulla sua esecuzione: Bronzino si servì di un cartone preparatorio dalle linee semplici e decise, da addolcire in seguito con dettagli sapientemente dipinti a mano libera, in primis le pieghe delle vesti.
Indecisioni, ripensamenti, aggiustamenti successivi non passano inosservati all’esame riflettografico. Tuttavia la vera sorpresa dell’indagine è la tavolozza: incredibilmente povera rispetto a quello che potremmo aspettarci osservando il risultato e tenendo a mente il giovane Bronzino, che trafficava con un gran numero di pigmenti per ottenere effetti pittorici ricercati. Qui il maestro ormai maturo utilizza una gamma di pigmenti molto ridotta e materie prime del tutto comuni, come l’azzurrite al posto del ben più prezioso azzurro lapislazzuli per il manto della Madonna. Ma se i colori sono pochi, davvero notevole è l’inventiva che Bronzino mostra nel mescolarli e accostarli, traducendoli in morbidi volumi.
Il restauro dell’Immacolata Concezione è stato realizzato grazie all’intervento dell’organizzazione no profit Friends of Florence, in occasione dell’esposizione Il Cinquecento a Firenze. Da Michelangelo a Vasari a Palazzo Strozzi.
Non si è trattato di una semplice pulitura dalla patina del tempo e dai residui di interventi invasivi: sotto le vernici ingiallite, i restauratori hanno scoperto che gran parte del cielo e dei volti dei santi erano stati completamente ridipinti per mascherare lo stato di abrasione degli originali, con un risultato molto lontano dalla pittura cinquecentesca.
Trattandosi di una pala incompiuta, la rimozione degli strati posticci non era una scelta scontata: decisiva in questo senso è stata la presenza di una committenza prestigiosa come quella dei Medici, di per sé garanzia di qualità per un dipinto del XVI secolo. Si è deciso perciò di intervenire rispettando il carattere “non finito” dell’opera, lasciando a vista anche dettagli tecnici insoliti.
Eliminati lo sporco ambientale e i vistosi ritocchi, l’Immacolata Concezione ha offerto anche dati importanti sulla sua esecuzione: Bronzino si servì di un cartone preparatorio dalle linee semplici e decise, da addolcire in seguito con dettagli sapientemente dipinti a mano libera, in primis le pieghe delle vesti.
Indecisioni, ripensamenti, aggiustamenti successivi non passano inosservati all’esame riflettografico. Tuttavia la vera sorpresa dell’indagine è la tavolozza: incredibilmente povera rispetto a quello che potremmo aspettarci osservando il risultato e tenendo a mente il giovane Bronzino, che trafficava con un gran numero di pigmenti per ottenere effetti pittorici ricercati. Qui il maestro ormai maturo utilizza una gamma di pigmenti molto ridotta e materie prime del tutto comuni, come l’azzurrite al posto del ben più prezioso azzurro lapislazzuli per il manto della Madonna. Ma se i colori sono pochi, davvero notevole è l’inventiva che Bronzino mostra nel mescolarli e accostarli, traducendoli in morbidi volumi.
Il restauro dell’Immacolata Concezione è stato realizzato grazie all’intervento dell’organizzazione no profit Friends of Florence, in occasione dell’esposizione Il Cinquecento a Firenze. Da Michelangelo a Vasari a Palazzo Strozzi.
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