Poetic Dissent
Dal 09 Marzo 2021 al 09 Marzo 2021
Treviso
Luogo: Siti web
Indirizzo: online
Telefono per informazioni: +39 375 5532009
E-Mail info: info@currentcorporate.com
Sito ufficiale: http://www.currentcorporate.com
Inaugura giovedì 11 marzo “Poetic Dissent”, l’esposizione di videoarte fruibile virtualmente sul sito web della realtà trevigiana Current Corporate (www.currentcorporate.com) e in quello di B#SIDE War (www.bsidewar.org), rassegna culturale dell’associazione IoDeposito, con sede in Friuli-Venezia Giulia. La mostra darà spazio e voce ai 4 giovani artisti bielorussi Lesya Pchelka, Uladzimir Hramovich, Vasilisa Palianina e Gleb Burnashev, per raccontare al mondo quello che sta succedendo (e che non possono dire, pena la reclusione o la tortura) nel loro Paese. Fino al 30 aprile.
Si parla ancora troppo poco in Italia degli eventi che in pochi giorni hanno sconvolto la vita di tantissimi cittadini in Bielorussia a seguito delle elezioni governative del 9 agosto 2020, che per la sesta volta hanno visto vincitore nel ruolo di Presidente Aleksandr Lukašenko, in carica dal 1994. L’esito, che gli assegnava l’80% dei voti, ha fatto esplodere nel Paese le proteste per i sospetti brogli elettorali e per la richiesta di nuove elezioni.
Nei giorni seguenti, migliaia di persone scendono in piazza a Minsk per protestare pacificamente. La polizia nazionale e le unità speciali di sicurezza OMON ricevono allora il comando verbale da parte del Ministero dell’Interno di reprimere la manifestazione. La situazione sfugge velocemente di mano, con le violenze della polizia che si rivolgono indistintamente a donne e uomini. Capire cosa sta succedendo diventa difficile, perché internet e la rete telefonica vengono bloccati. Sono numerosissimi i feriti, 6 i morti; da agosto ad oggi si contano circa 33mila individui arrestatiperché presunti dissidenti, e più di 200 prigionieri politici. “La Bielorussia sta per essere trasformata in un grande campo di concentramento, isolato dal resto del mondo”, ha commentato Anaïs Marin, Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia, in un intervento live della Human Rights House Foundation[1].
Gli “agenti dei reparti anti-sommossa della polizia si sono resi responsabili di episodi di violenza brutale nei confronti dei manifestanti” – riporta Amnesty International – e hanno fatto ricorso a “una violenza indiscriminata, usando anche le granate stordenti e arrestando manifestanti pacifici e persino persone che si tenevano a distanza dalle proteste”[2].
Come tantissimi connazionali, anche gli artisti presenti in mostra hanno subito maltrattamenti e arresti da parte delle forze di polizia nazionale. Riporta l’artista Lesya Pchelka, in una comunicazione di pochi giorni fa diretta a Chiara Isadora Artico, Art Director di Current: “Uladzimir (Hramovich) ed io (…) siamo stati sequestrati nel cortile di casa nostra. Nella mia cella da 6 posti letto c’erano 24 persone, senza materassi, coperte e prodotti igienici. Uladzimir ha trascorso 15 giorni in prigione. Le condizioni lì sono rese insopportabili apposta. Ora siamo entrambi a casa, ma ci siamo ammalati di Covid”
Commenta Chiara Isadora Artico, Art director di Current: “La nostra realtà ha creato negli anni un vivaio di 200 artisti contemporanei in 55 paesi del mondo, con i quali lavoriamo a progetti culturali e artistici per aziende e istituzioni pubbliche nazionali e internazionali: quello che sta accadendo ai nostri artisti Bielorussi, perseguitati perché ritenuti intellettualmente pericolosi, ci addolora. Stiamo cercando di capire se e come possiamo aiutarli a proseguire i progetti che avevamo in programma, anche in collaborazione con IoDeposito, che avrebbero visto la loro presenza qui sul territorio, ma la possibilità che farli uscire dai confini nazionali è minima. Nel frattempo, abbiamo deciso di dare massima visibilità alle loro opere e alle loro esperienze con la mostra “Poetic Dissent”, interamente dedicata alle loro opere video sul tema della repressione politica. A fronte degli abusi subiti dagli artisti, in qualità di operatori delle industrie creative, non possiamo che cercare di dare massima visibilità al loro messaggio, congiuntamente con l’associazione IoDeposito”
Con le loro opere video, gli artisti che prendono parte alla mostra valicano i confini nazionali (che Lukašenko ha fatto chiudere con i due paesi vicini, parte dell’Unione Europea, Lituania e Polonia) dentro i quali la loro arte è invisa. “Poetic Dissent” si costituisce quindi come una testimonianza urgente - rivolta ai cittadini europei e non solo. Sarà visibile in mostra anche “SCRATCHES”, (7’12’’, febbraio 2021) opera video di Lesya Pchelka e UladzimirHramovich. Il suo significato di protesta politica è chiaro: delle mani cancellano dal documento d’identità bielorusso gli elementi in oro, rendendolo così anonimo, e svincolando simbolicamente il proprietario dall’appartenenza a uno stato che non lo rappresenta. È questo il video che con tutta probabilità è valso il carcere ai due artisti.
Si parla ancora troppo poco in Italia degli eventi che in pochi giorni hanno sconvolto la vita di tantissimi cittadini in Bielorussia a seguito delle elezioni governative del 9 agosto 2020, che per la sesta volta hanno visto vincitore nel ruolo di Presidente Aleksandr Lukašenko, in carica dal 1994. L’esito, che gli assegnava l’80% dei voti, ha fatto esplodere nel Paese le proteste per i sospetti brogli elettorali e per la richiesta di nuove elezioni.
Nei giorni seguenti, migliaia di persone scendono in piazza a Minsk per protestare pacificamente. La polizia nazionale e le unità speciali di sicurezza OMON ricevono allora il comando verbale da parte del Ministero dell’Interno di reprimere la manifestazione. La situazione sfugge velocemente di mano, con le violenze della polizia che si rivolgono indistintamente a donne e uomini. Capire cosa sta succedendo diventa difficile, perché internet e la rete telefonica vengono bloccati. Sono numerosissimi i feriti, 6 i morti; da agosto ad oggi si contano circa 33mila individui arrestatiperché presunti dissidenti, e più di 200 prigionieri politici. “La Bielorussia sta per essere trasformata in un grande campo di concentramento, isolato dal resto del mondo”, ha commentato Anaïs Marin, Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia, in un intervento live della Human Rights House Foundation[1].
Gli “agenti dei reparti anti-sommossa della polizia si sono resi responsabili di episodi di violenza brutale nei confronti dei manifestanti” – riporta Amnesty International – e hanno fatto ricorso a “una violenza indiscriminata, usando anche le granate stordenti e arrestando manifestanti pacifici e persino persone che si tenevano a distanza dalle proteste”[2].
Come tantissimi connazionali, anche gli artisti presenti in mostra hanno subito maltrattamenti e arresti da parte delle forze di polizia nazionale. Riporta l’artista Lesya Pchelka, in una comunicazione di pochi giorni fa diretta a Chiara Isadora Artico, Art Director di Current: “Uladzimir (Hramovich) ed io (…) siamo stati sequestrati nel cortile di casa nostra. Nella mia cella da 6 posti letto c’erano 24 persone, senza materassi, coperte e prodotti igienici. Uladzimir ha trascorso 15 giorni in prigione. Le condizioni lì sono rese insopportabili apposta. Ora siamo entrambi a casa, ma ci siamo ammalati di Covid”
Commenta Chiara Isadora Artico, Art director di Current: “La nostra realtà ha creato negli anni un vivaio di 200 artisti contemporanei in 55 paesi del mondo, con i quali lavoriamo a progetti culturali e artistici per aziende e istituzioni pubbliche nazionali e internazionali: quello che sta accadendo ai nostri artisti Bielorussi, perseguitati perché ritenuti intellettualmente pericolosi, ci addolora. Stiamo cercando di capire se e come possiamo aiutarli a proseguire i progetti che avevamo in programma, anche in collaborazione con IoDeposito, che avrebbero visto la loro presenza qui sul territorio, ma la possibilità che farli uscire dai confini nazionali è minima. Nel frattempo, abbiamo deciso di dare massima visibilità alle loro opere e alle loro esperienze con la mostra “Poetic Dissent”, interamente dedicata alle loro opere video sul tema della repressione politica. A fronte degli abusi subiti dagli artisti, in qualità di operatori delle industrie creative, non possiamo che cercare di dare massima visibilità al loro messaggio, congiuntamente con l’associazione IoDeposito”
Con le loro opere video, gli artisti che prendono parte alla mostra valicano i confini nazionali (che Lukašenko ha fatto chiudere con i due paesi vicini, parte dell’Unione Europea, Lituania e Polonia) dentro i quali la loro arte è invisa. “Poetic Dissent” si costituisce quindi come una testimonianza urgente - rivolta ai cittadini europei e non solo. Sarà visibile in mostra anche “SCRATCHES”, (7’12’’, febbraio 2021) opera video di Lesya Pchelka e UladzimirHramovich. Il suo significato di protesta politica è chiaro: delle mani cancellano dal documento d’identità bielorusso gli elementi in oro, rendendolo così anonimo, e svincolando simbolicamente il proprietario dall’appartenenza a uno stato che non lo rappresenta. È questo il video che con tutta probabilità è valso il carcere ai due artisti.
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