UNIONE DEI POPOLI. Rapporti, comportamenti, abitudini
Dal 01 Agosto 2024 al 30 Agosto 2024
Venezia
Luogo: Galleria VISIONI ALTRE
Indirizzo: Campo del Ghetto Novo 2918
Orari: da mercoledì a domenica 10-14 | 17-20
Telefono per informazioni: +39 3498682166
E-Mail info: infovisionialtre@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.visionialtre.com
UNIONE DEI POPOLI – Rapporti, comportamenti, abitudini è il titolo della mostra che la Galleria VISIONI ALTRE a Venezia presenta al pubblico in concomitanza con la 60° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia 2024. La mostra, che si terrà si terrà dall’1 al 30 agosto, inaugura sabato 3 agosto a partire dalle 19.00 con la presentazione critica di Barbara Codogno. Un’occasione per raccontare attraverso l’arte il ruolo dello straniero nello scenario quotidiano delle nostre città. I rapporti interpersonali, i nostri comportamenti, le abitudini assodate ma anche i disagi interiori creano quel cambiamento culturale che necessariamente contamina la creatività dell’artista.
I sei artisti Mathieu Weemaels, Gabriella Giuriato, Stefano Reolon, Giulio Malfer, Alessandro Ferrari, LAURIN (Werner Bäumler) sono stati selezionati dalla gallerista Adolfina De Stefani in base alla originalità della loro ricerca, basata sull’indagine della trasformazione della società, sulla riflessione che attiva le loro opere, e per l’adozione di prospettive trasparenti, lontane dalla staticità dei preconcetti e del senso comune. L’arte è sempre portavoce di mutamenti: in questo periodo storico è terreno fertile, capace di rimuovere ostacoli per tracciare invece nuovi percorsi e future prospettive di dialogo.
Mentre Barbara Codogno firma la curatela del testo critico dell’artista Stefano Reolon.
Mathieu Veemaels: «Il vero soggetto dei miei dipinti è la contemplazione di cose semplici a cui la luce del nord del Belgio aggiunge un filo di nostalgia». Pittore contemporaneo, Mathieu trae ispirazione dagli ambienti intimi, silenziosi e poetici dove il silenzio è regola per una riflessione sull’esistenza. Dipinge tele in cui convoca elementi semplici del mondo reale. Il suo lavoro si distingue per una forte relazione con i materiali che usa. Inizia con i pastelli asciutti che realizza da sé e che ama per la loro morbidezza e leggerezza, quindi declina verso la pittura con oli che gli consentono di ritornare sui suoi dipinti, ancora e ancora.
Gabriella Giuriato: artista veneziana,la sua poetica parte dalle provocazioni di movimenti quali Dada, Futurismo e Surrealismo. L’artista lavora tenendo ben presenti elementi formativi stabilizzati, quali il segno (geometrico per lo più), la superficie, il colore, il collage, che diventa il principale elemento dell’opera. Il suo è un linguaggio la cui comprensione richiede I tempi pacati della riflessione, una sosta necessaria a recuperare la dimensione ludica non priva di consapevolezza ironica. La distinguono la geometria, le figure solide, un cromatismo mutevole, spesso materico, che ottiene grazie alla commistione di linguaggi e tecniche diversificati.
Stefano Reolon: Reolon è il “Pittore della vita moderna”, per dirla alla Baudelaire, e gli uomini e le donne che disegna e dipinge, anche se sacri, sono sempre impaginati nel qui e ora. Un’immanenza così tangibile che la realtà fa capolino nell’opera d’arte con tutta la vitalità del quotidiano: numeri di telefono, appunti su faccende da sbrigare… c’è Elsa, la protagonista di Frozen e una Cristofora; ci sono degli appunti sulla Cornovaglia. Un vero e proprio journal intime fatto di appunti, schizzi, pensieri, biglietti del cinema, riflessioni che seguono il loro fluire. Tra la prova di diverse punte di pennello e un camouflage di macchie che inseguono varie nuance di colore, ecco che spunta la figura. La lettura apparentemente semplice dell’opera (spesso abbiamo il ritratto) rimanda però a una costruzione esecutiva ben più complessa. L’artista usa infatti carta incollata su tela e compone il dipinto con tecnica mista su fondo acrilico, usando grafite e olio, ma anche tempera grassa, e olio a velatura.
Giulio Malfer: Il progetto “EXECUTION OF THE ANGEL | Dalla serie VISIONI RELIGIOSE” nasce dal presupposto che l’arte della fotografia è un’arte giovane, di inizio Ottocento, e come tale, può rivoluzionare i punti di vista tradizionali come i nostri simulacri religiosi, tuttora ancorati alla pittura di insuperabili maestri del Cinquecento. Madonne, Angeli, Santi... inquadrati con la ‘scatola nera’, ci donano invece una sorta di nuova religiosità contemporanea. I soggetti ripresi dall’artista non sono più figure mitologiche ma persone che incrociamo per strada. E che talvolta evitiamo di avvicinare o incrociare, perché troppo diversi da noi. Sconnessi e indesiderati profughi della vita contemporanea.
Alessandro Ferrari: le opere raggruppate nella serie “Menti pensanti” raccontano di come una parte della popolazione sia oggi condizionabile dalla diffusione di informazioni, notizie, opinioni che si trasmettono attraverso le vie ufficiali di comunicazione. Da questa oscurità si leva però una luce di dignità e consapevolezza che torna a illuminare le menti assopite. Una pittura sobria, elegante, da campiture nere -stese in sovrapposizione di strati con la tecnica dell’acrilico- emergono però riflessi di luce. Ed è proprio nella ricerca della luce che l’artista percorre la via della speranza.
Laurin (Werner Bäumler) presenta la sua personale rivisitazione di una serie di oggetti comuni. Ha una grande inventiva nell’unire frammenti di porcellana grazie a percorsi istoriati con argento e argento nichel, che attraversano le superfici ottenendo risultati preziosi scenografici. Questa sua spiccata manualità lo porta a spaziare dall’architettura alla pittura, dalla scultura alle installazioni. Progetta scalinate, ingegnosi giochi degli scacchi, sculture ambientate nell’oasi della laguna veneta, pitture labirintiche. Un artista eclettico che fa del silenzio lo scudo della propria esistenza.
Vernissage sabato 3 agosto 2024 ore 19.00
Con presentazione critica a cura di Barbara Codogno
I sei artisti Mathieu Weemaels, Gabriella Giuriato, Stefano Reolon, Giulio Malfer, Alessandro Ferrari, LAURIN (Werner Bäumler) sono stati selezionati dalla gallerista Adolfina De Stefani in base alla originalità della loro ricerca, basata sull’indagine della trasformazione della società, sulla riflessione che attiva le loro opere, e per l’adozione di prospettive trasparenti, lontane dalla staticità dei preconcetti e del senso comune. L’arte è sempre portavoce di mutamenti: in questo periodo storico è terreno fertile, capace di rimuovere ostacoli per tracciare invece nuovi percorsi e future prospettive di dialogo.
Mentre Barbara Codogno firma la curatela del testo critico dell’artista Stefano Reolon.
Mathieu Veemaels: «Il vero soggetto dei miei dipinti è la contemplazione di cose semplici a cui la luce del nord del Belgio aggiunge un filo di nostalgia». Pittore contemporaneo, Mathieu trae ispirazione dagli ambienti intimi, silenziosi e poetici dove il silenzio è regola per una riflessione sull’esistenza. Dipinge tele in cui convoca elementi semplici del mondo reale. Il suo lavoro si distingue per una forte relazione con i materiali che usa. Inizia con i pastelli asciutti che realizza da sé e che ama per la loro morbidezza e leggerezza, quindi declina verso la pittura con oli che gli consentono di ritornare sui suoi dipinti, ancora e ancora.
Gabriella Giuriato: artista veneziana,la sua poetica parte dalle provocazioni di movimenti quali Dada, Futurismo e Surrealismo. L’artista lavora tenendo ben presenti elementi formativi stabilizzati, quali il segno (geometrico per lo più), la superficie, il colore, il collage, che diventa il principale elemento dell’opera. Il suo è un linguaggio la cui comprensione richiede I tempi pacati della riflessione, una sosta necessaria a recuperare la dimensione ludica non priva di consapevolezza ironica. La distinguono la geometria, le figure solide, un cromatismo mutevole, spesso materico, che ottiene grazie alla commistione di linguaggi e tecniche diversificati.
Stefano Reolon: Reolon è il “Pittore della vita moderna”, per dirla alla Baudelaire, e gli uomini e le donne che disegna e dipinge, anche se sacri, sono sempre impaginati nel qui e ora. Un’immanenza così tangibile che la realtà fa capolino nell’opera d’arte con tutta la vitalità del quotidiano: numeri di telefono, appunti su faccende da sbrigare… c’è Elsa, la protagonista di Frozen e una Cristofora; ci sono degli appunti sulla Cornovaglia. Un vero e proprio journal intime fatto di appunti, schizzi, pensieri, biglietti del cinema, riflessioni che seguono il loro fluire. Tra la prova di diverse punte di pennello e un camouflage di macchie che inseguono varie nuance di colore, ecco che spunta la figura. La lettura apparentemente semplice dell’opera (spesso abbiamo il ritratto) rimanda però a una costruzione esecutiva ben più complessa. L’artista usa infatti carta incollata su tela e compone il dipinto con tecnica mista su fondo acrilico, usando grafite e olio, ma anche tempera grassa, e olio a velatura.
Giulio Malfer: Il progetto “EXECUTION OF THE ANGEL | Dalla serie VISIONI RELIGIOSE” nasce dal presupposto che l’arte della fotografia è un’arte giovane, di inizio Ottocento, e come tale, può rivoluzionare i punti di vista tradizionali come i nostri simulacri religiosi, tuttora ancorati alla pittura di insuperabili maestri del Cinquecento. Madonne, Angeli, Santi... inquadrati con la ‘scatola nera’, ci donano invece una sorta di nuova religiosità contemporanea. I soggetti ripresi dall’artista non sono più figure mitologiche ma persone che incrociamo per strada. E che talvolta evitiamo di avvicinare o incrociare, perché troppo diversi da noi. Sconnessi e indesiderati profughi della vita contemporanea.
Alessandro Ferrari: le opere raggruppate nella serie “Menti pensanti” raccontano di come una parte della popolazione sia oggi condizionabile dalla diffusione di informazioni, notizie, opinioni che si trasmettono attraverso le vie ufficiali di comunicazione. Da questa oscurità si leva però una luce di dignità e consapevolezza che torna a illuminare le menti assopite. Una pittura sobria, elegante, da campiture nere -stese in sovrapposizione di strati con la tecnica dell’acrilico- emergono però riflessi di luce. Ed è proprio nella ricerca della luce che l’artista percorre la via della speranza.
Laurin (Werner Bäumler) presenta la sua personale rivisitazione di una serie di oggetti comuni. Ha una grande inventiva nell’unire frammenti di porcellana grazie a percorsi istoriati con argento e argento nichel, che attraversano le superfici ottenendo risultati preziosi scenografici. Questa sua spiccata manualità lo porta a spaziare dall’architettura alla pittura, dalla scultura alle installazioni. Progetta scalinate, ingegnosi giochi degli scacchi, sculture ambientate nell’oasi della laguna veneta, pitture labirintiche. Un artista eclettico che fa del silenzio lo scudo della propria esistenza.
Vernissage sabato 3 agosto 2024 ore 19.00
Con presentazione critica a cura di Barbara Codogno
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