Il mondo della cultura si mobilita

Cinema e teatri chiusi. Artisti e lavoratori dello spettacolo lanciano una petizione

 

La redazione

26/10/2020

Una decisione “difficile” per il presidente del Consiglio. “Un dolore” per il ministro Franceschini. Cinema, teatri e sale da concerto saranno chiusi fino al 24 novembre. Le misure restrittive anti-Covid imposte dal nuovo Dpcm colpiscono i luoghi della cultura e dello spettacolo in modo grave. E dal mondo della cultura si leva un coro di proteste.
 
Il teatro e il cinema non possono fermarsi perché sono la riserva invisibile di senso per la vita pubblica e individuale dei nostri concittadini”: è il testo dell’appello lanciato dall’associazione Cultura Italiae che chiede di mantenere aperti tutti i luoghi della cultura, nel rispetto delle misure di sicurezza.  
 
Si sollevano gli assessori alla Cultura delle più grandi città italiane (Roma, Milano, Napoli, Genova, Torino, Bologna, Venezia, Ancona, Bari, Cagliari e Firenze) che in una lettera al governo sottolineano la necessità di una “revisione della disposizione” e di “un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali”.
 
C.Re.S.Co., il coordinamento delle Realtà della Scena Contemponranea, chiede “l’attivazione immediata di tavoli specifici di confronto” per lo spettacolo dal vivo, mente per l’Associazione 100autori la decisione potrebbe essere mortale per il mondo della cultura. Unita (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) sostiene che “la chiusura di cinema e teatri fa sì che l’Italia diventi il primo Paese Europeo a non garantire ai suoi cittadini che l’industria delle cultura e dello spettacolo continui a produrre per loro”.
Intanto Riccardo Muti rivolge al Corriere il suo accorato appello per non chiudere i luoghi della cultura perché “l’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo”.
 
E’ disposibile la petizione su change.org: Non chiudiamo Cinema e Teatri.
 
 
 
 
 

 
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