Storie di un attimo. Festival popolare della fotografia
Dal 05 Ottobre 2015 al 11 Ottobre 2015
Olbia | Olbia-Tempio
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: sedi varie
E-Mail info: storiediunattimo@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.politecnicoargonauti.it
ll festival di fotografia popolare «Storie di un attimo», organizzato dall’associazione Argonauti, si snoderà per tutta la settimana nel centro storico. È cominciato il 5 ottobre e terminerà domenica 11 ottobre con mostre di fotografi celebri e anche dilettanti, workshop, incontri, proiezioni e mostre- mercato.
Da domani fino a domenica, dalle 16 alle 20, le esposizioni di Mauro Galligani, Davide Ceratti, Divo Cavicchioli, Angelo Lauria, Federica Sanna, Andreino Marras, Mario Saragato, Riccardo Melosu, Pietro Basoccu, Vincenzo Sassu, Serena Carta e Davide Virdis, più quelle della scuola Argonauti.
Le esposizioni saranno allestite in via Catello Piro, vicolo della Refezione, corso Umberto 33, museo archeologico, sede area marina, galleria Marchioni, spazio Arst, Società dello stucco e politecnico Argonauti. Due i laboratori. Il 7 ottobre nella sede dell’area marina il workshop sulla camera oscura con Gavino Canu.
Il 9 e il 10 ottobre al politecnico Argonauti quello sulla post produzione digitale con Mirko De Angelis.
Interessanti gli incontri: il 9 ottobre in corso Umberto 33 Piero Basoccu e Salvatore Ligios presenteranno il volume «Fiori di carta», il giorno successivo Mauro Galligani incontrerà le scuole superiori al museo. Sempre il 10 ottobre l’incontro con il grande fotoreporter Nino Leto, in corso Umberto 33.
Al politecnico proseguono le proiezioni di «Born into brothels», «The bang bang», «Alla ricerca di Vivian Maier» e «Gilles Caron». Domenica nella galleria Marchioni la mostra-mercato con fotocamere vecchie, usate e da collezione. A fine settembre si è invece tenuto il workshop di Antonello Murgia e Andrea Mignogna in collaborazione con Sensibilmente onlus e che ha coinvolto bimbi autistici e neurotipici, che da domani esporranno i loro lavori. Per info visitare la pagina Facebook «Storie di un attimo, festival popolare di fotografia». (d.b.)
"Da bambino vedevo un telefilm australiano, si chiamava avventure in elicottero. Era la storia di un bambino che aveva ricevuto in dono dagli aborigeni un boomerang magico, capace, se lanciato, di fermare il tempo. Veniva usato per risolvere ogni sorta di situazioni complesse, quelle nelle quali l’impetuoso scorrere degli eventi diventava, come un fiume in piena, impossibile da controllare.
Ho avuto altre volte nella vita l’esigenza e l’opportunità di riflettere su questa cosa. Nello sport, giocando per tanti anni a basket, quando il time out serviva, in qualche modo, ad arginare la verve degli avversari o a scuola, quando fra i presocratici mi sono ritrovato a studiare il panta rei, (tutto scorre) del buon Eraclito, sintetica e sicura presa di coscienza di come tutto sfugga alla nostra vita e sia difficile da fissare.
Ma solo quando il demone della fotografia ha cominciato a imperversare fra i miei interessi giovanili ho scoperto l’arcano. Bastava fare clic e un sorriso, un attimo, un amico, una barca con le vele rosse e bianche rimanevano per sempre fissati da qualche parte. E questa qualche parte resisteva al tempo. Ai sorrisi che cambiano, si affievoliscono e scompaiono, alle vele che si stingono e sfilacciano, ai posti che da bellissimi diventano bruttissimi, alle persone che vanno via da questa vita e che dalla memoria ti salutano sbiadite e quasi inconoscibili.
Nelle fotografie tutte queste cose sono nitidissime. Perfettamente a fuoco. Come se l’inesorabile azione della storia non potesse nulla contro di loro e la composizione chimica delle emulsioni rappresentasse un elisir di lunga vita, immarcescibile, eterno.
Ho studiato molto la fotografia, ho esaminato tanti archivi, schedato fondi e repertori, mi ci sono pure laureato su un album fotografico. E sempre, l’emozione di scoprire che un attimo sconfiggeva l’eterno mi ha fatto sognare. Mi ha fatto entrare nei cunicoli della grande guerra, nel fronte africano della patinata rivista Signal, nelle rivoluzionarie prospettive di Capa e di Gerda Taro della guerra di Spagna. Nelle piazze del maggio francese di Bresson e nelle selve incendiate dal napalm del Viet Nam.
La fotografia è tutto questo. Emozione, attimo storia riflessione, stupore.
E oggi, nel vorticoso turbine d’immagini e informazioni che è il nostro tempo è un grande classico. Una vecchia ed elegante signora che, con più di un secolo e mezzo di storia, ancora può permettersi di dire la sua in un mondo dove tutto è visto e filmato. Come Pinocchio o Cappuccetto rosso è ancora il supporto visivo del nostro immaginario, molto più forte di qualsiasi altro media. La celebriamo con questo piccolo atto d’amore di un gruppo di appassionati, giovani e meno giovani, maschi e femmine, scapoli e ammogliati, professionisti e no. Così, con la leggerezza e l’eleganza che merita, con la passione per gli strumenti che la generano, con gli stili e le forme che l’hanno resa famosa. E negli spazi che l’hanno fatta amare da tutti, quelli della quotidianità, della gente, del suo immenso pubblico. Perché il medium è bizzarro ma fantastico. E questo, noi, lo sappiamo bene."
Marco Navone
Da domani fino a domenica, dalle 16 alle 20, le esposizioni di Mauro Galligani, Davide Ceratti, Divo Cavicchioli, Angelo Lauria, Federica Sanna, Andreino Marras, Mario Saragato, Riccardo Melosu, Pietro Basoccu, Vincenzo Sassu, Serena Carta e Davide Virdis, più quelle della scuola Argonauti.
Le esposizioni saranno allestite in via Catello Piro, vicolo della Refezione, corso Umberto 33, museo archeologico, sede area marina, galleria Marchioni, spazio Arst, Società dello stucco e politecnico Argonauti. Due i laboratori. Il 7 ottobre nella sede dell’area marina il workshop sulla camera oscura con Gavino Canu.
Il 9 e il 10 ottobre al politecnico Argonauti quello sulla post produzione digitale con Mirko De Angelis.
Interessanti gli incontri: il 9 ottobre in corso Umberto 33 Piero Basoccu e Salvatore Ligios presenteranno il volume «Fiori di carta», il giorno successivo Mauro Galligani incontrerà le scuole superiori al museo. Sempre il 10 ottobre l’incontro con il grande fotoreporter Nino Leto, in corso Umberto 33.
Al politecnico proseguono le proiezioni di «Born into brothels», «The bang bang», «Alla ricerca di Vivian Maier» e «Gilles Caron». Domenica nella galleria Marchioni la mostra-mercato con fotocamere vecchie, usate e da collezione. A fine settembre si è invece tenuto il workshop di Antonello Murgia e Andrea Mignogna in collaborazione con Sensibilmente onlus e che ha coinvolto bimbi autistici e neurotipici, che da domani esporranno i loro lavori. Per info visitare la pagina Facebook «Storie di un attimo, festival popolare di fotografia». (d.b.)
"Da bambino vedevo un telefilm australiano, si chiamava avventure in elicottero. Era la storia di un bambino che aveva ricevuto in dono dagli aborigeni un boomerang magico, capace, se lanciato, di fermare il tempo. Veniva usato per risolvere ogni sorta di situazioni complesse, quelle nelle quali l’impetuoso scorrere degli eventi diventava, come un fiume in piena, impossibile da controllare.
Ho avuto altre volte nella vita l’esigenza e l’opportunità di riflettere su questa cosa. Nello sport, giocando per tanti anni a basket, quando il time out serviva, in qualche modo, ad arginare la verve degli avversari o a scuola, quando fra i presocratici mi sono ritrovato a studiare il panta rei, (tutto scorre) del buon Eraclito, sintetica e sicura presa di coscienza di come tutto sfugga alla nostra vita e sia difficile da fissare.
Ma solo quando il demone della fotografia ha cominciato a imperversare fra i miei interessi giovanili ho scoperto l’arcano. Bastava fare clic e un sorriso, un attimo, un amico, una barca con le vele rosse e bianche rimanevano per sempre fissati da qualche parte. E questa qualche parte resisteva al tempo. Ai sorrisi che cambiano, si affievoliscono e scompaiono, alle vele che si stingono e sfilacciano, ai posti che da bellissimi diventano bruttissimi, alle persone che vanno via da questa vita e che dalla memoria ti salutano sbiadite e quasi inconoscibili.
Nelle fotografie tutte queste cose sono nitidissime. Perfettamente a fuoco. Come se l’inesorabile azione della storia non potesse nulla contro di loro e la composizione chimica delle emulsioni rappresentasse un elisir di lunga vita, immarcescibile, eterno.
Ho studiato molto la fotografia, ho esaminato tanti archivi, schedato fondi e repertori, mi ci sono pure laureato su un album fotografico. E sempre, l’emozione di scoprire che un attimo sconfiggeva l’eterno mi ha fatto sognare. Mi ha fatto entrare nei cunicoli della grande guerra, nel fronte africano della patinata rivista Signal, nelle rivoluzionarie prospettive di Capa e di Gerda Taro della guerra di Spagna. Nelle piazze del maggio francese di Bresson e nelle selve incendiate dal napalm del Viet Nam.
La fotografia è tutto questo. Emozione, attimo storia riflessione, stupore.
E oggi, nel vorticoso turbine d’immagini e informazioni che è il nostro tempo è un grande classico. Una vecchia ed elegante signora che, con più di un secolo e mezzo di storia, ancora può permettersi di dire la sua in un mondo dove tutto è visto e filmato. Come Pinocchio o Cappuccetto rosso è ancora il supporto visivo del nostro immaginario, molto più forte di qualsiasi altro media. La celebriamo con questo piccolo atto d’amore di un gruppo di appassionati, giovani e meno giovani, maschi e femmine, scapoli e ammogliati, professionisti e no. Così, con la leggerezza e l’eleganza che merita, con la passione per gli strumenti che la generano, con gli stili e le forme che l’hanno resa famosa. E negli spazi che l’hanno fatta amare da tutti, quelli della quotidianità, della gente, del suo immenso pubblico. Perché il medium è bizzarro ma fantastico. E questo, noi, lo sappiamo bene."
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