Anselmo Bucci e gli amici di Novecento. Martini, Oppi, Sironi, Wildt
Anselmo Bucci, Autoritratto (Studio per),1923,olio su tavola, 35x25cm, Montrasio Arte Monza Milano
Dal 22 Giugno 2012 al 30 Settembre 2012
Fano | Pesaro e Urbino
Luogo: Galleria Carifano, Palazzo Corbelli
Indirizzo: via Arco d’Augusto 47
Orari: 18.30-22.30; chiuso lunedì
Curatori: Leo Guerra, Cristina Quadrio Curzio, Alberto Montrasio, Daniele Astrologo Abadal
Enti promotori:
- Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
- Montrasio Arte
- Assessorato alla Cultura del Comune di Fano
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: + 39 333 9512294/ 199 151123
E-Mail info: info@studioesseci.net
Sito ufficiale: http://www.sistemamuseo.it
I commissari dell’esposizione Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, con Alberto Montrasio e Daniele Astrologo Abadal, portano in mostra l’eclettica attività creativa di Bucci attraverso una selezione di dipinti, album e documenti d’archivio inediti, affiancati alle opere di altri protagonisti del Novecento che di Bucci furono amici e compagni di strada: Dudreville, Funi, Malerba, P. Marussig, Oppi, Sironi, oltre a Bonzagni, Egger Lienz, Martini, Mazzolani, Mazzucotelli, Modigliani, Viani Wildt, Rapporti testimoniati da lettere, fotografie, dediche autografe, evidenziati nelle mostre collettive allestite sotto l’egida di “Novecento”.
“Al grande insuccesso tutti resistono. Sovrumano è resistere al piccolo successo” annotava Bucci in un suo famoso Aforisma.
Affermazione espressa a ragion veduta, visto che, nonostante l’indubbia qualità della sua pittura e i molti riconoscimenti, non raggiunse il ruolo assoluto che pur legittimamente gli sarebbe spettato nella storia dell’arte del Novecento. Così nella letteratura, ambito quest’ultimo che pur gli fruttò il Premio Viareggio per il suo “Il pittore volante”.
Con i libri, Bucci aveva dimestichezza anche come artista, per l’attività di incisore e illustratore, con esiti magnifici come nell’illustrazione a punta secca del “Libro della giungla” di Kipling. Ma fu anche pittore di guerra, documentando quel secondo conflitto mondiale che gli causò la perdita del suo studio milanese centrato da una bomba. Il primo, invece, lo aveva affrontato in bicicletta e pennello, arruolandosi nel Battaglione Volontari Ciclisti Lombardi con Boccioni, Funi, Martinetti, Sant’Elia, e traendone tavole dal forte impatto emozionale, alcune delle quali in mostra. Tra le due guerre, trovò anche il tempo per fare l’arredatore e il decoratore dei grandi piroscafi che portavano i colori italiani lungo le rotte mondiali e di affrescare il Palazzo di Giustizia di Milano.
“Ama soltanto quello che non sai fare”, afferma un altro dei suoi motti, contraddetto nella realtà dalle sue notevolissime capacità, applicate ad ambiti molto diversi ma sempre con esiti ragguardevoli. Anche, si direbbe oggi, come copywriter: a lui si deve, tra l’altro, l’individuazione del nome “Novecento” per indicare il gruppo di artisti che, come lui, erano riuniti intorno a Margherita Sarfatti e Lino Pesaro. Artista e teorico dell’arte, com’è evidente nei suoi scritti per il Corriere della Sera e l'Ambrosiano o nei saggi per La fiera letteraria e Arti plastiche.
Ed è proprio sul doppio registro della vicenda artistica di Bucci e della vicenda collettiva degli artisti e dell’arte del Ventennio, che si muove la mostra, arricchita da numerosi materiali inediti.
Il percorso prende il via dagli esordi e dal periodo marchigiano per proseguire con la stagione francese, fondamentale nella vicenda di Bucci. “Arrivai a Parigi il 1906 e consumai il primo pasto completo nel 1910, la vita si nutre più di incontri che di cibo”, ricorda Bucci. Qui conosce Picasso, Apollinaire, Dufy, Utrillo, si lega d’amicizia con Modigliani, Severini, Suzanne Valadon e Viani e la sua arte assume respiro internazionale. Nel 1907 è accolto dal Salon des Artistes Français, poi al Salon des Indépendants così come al Salon d'Automne del 1909.
Il terzo ciclo s’incentra sugli “Scenari di guerra” e nella fattispecie quelli incentrati sulla Grande Guerra e sul Secondo Conflitto Mondiale. Un genere in cui l’artista ha saputo primeggiare, un vero e proprio war artist.
Bucci è tra i fondatori del movimento Novecento. A lui si deve il nome del gruppo, pur tuttavia egli mantenne con esso un rapporto molto critico, tanto da non presentarsi all’inaugurazione della prima mostra, curata dalla Sarfatti alla galleria milanese di Lino Pesaro, inaugurata alla presenza del Duce.
Vi è infine la sezione dedicata agli amici di Bucci. Da una parte il Gruppo di Novecento, nucleo composto da sette artisti dall’altra figure di spicco che hanno intrattenuto con Bucci legami di amicizia e di stima: Bonzagni, Egger Lienz, Martini, Mazzolani, Mazzucotelli, Modigliani, Viani e Wildt.
L'esposizione presenta una serie di importanti inediti e riscoperte. Primo fra tutti, il dipinto In volo (1920), in mostra dopo più di settant'anni dall'ultima esposizione L'opera esposta da Bucci alla Biennale del 1920, rappresenta l'esito più alto delle capacità dell'artista marchigiano. Lo stesso autore in una lettera (inedita) del 1954 scrive: “Ho venduto il mio ‘Volo’ a Venezia 20.000 lire nel 1920, vale a dire quattro milioni di adesso! Ne era geloso perfino Gola, è tutto dire!”.
Un catalogo con testi di Astrologo Abadal, Alberto Montrasio intervista a Volker Feierabend di Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio accompagnano e completano il percorso espositivo.
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