Diego Cicionesi. Solitude
Dal 15 Giugno 2016 al 06 Luglio 2016
Firenze
Luogo: Ibs + LIBRACCIO
Indirizzo: via De’ Cerretani 16/R
Orari: Lun-Giov ore 9-20 / Ven-Sab ore 9-23 / Dom e festivi 9,30-20
Curatori: Sandro Bini
Sito ufficiale: http://www.ibs.it/libreria/firenze/fi.html
Si inaugura Mercoledì 15 Giugno alle ore 18 presso Ibs + LIBRACCIO Via De’ Cerretani 16/R a Firenze la personale di Diego Cicionesi Solitude. La mostra, che fa parte del Progetto fotografi Deaphoto a cura di Sandro Bini, costituisce un’esplorazione visiva nella città contemporanea alla ricerca di una condizione ideale di fruizione che si ricollega filosoficamente a quella fotografica. Le immagini esprimono la valenza positiva del vivere da soli lo spazio urbano e la capacità della buona architettura contemporanea nel favorire questo processo. La mostra rimarrà aperta tutti i giorni in orario di apertura della libreria fino al 6 Luglio 2016. A seguire una breve Nota Bio di Diego Ciconesi e i Testi di Presentazione del Curatore e dell’Autore.
Diego Cicionesi fotografo del Deaphoto Staff vive e lavora a Firenze collaborando alle attività dittattiche, progettuali ed editoriali dell’Associazione. E’ membro fondatore di Dierrefotografi, società che si occupa di fotografia per eventi privati e aziendali ed autore del Blog Narrazione fotografica. La sua ricerca personale è orientata alla rappresentazione degli ambienti metropolitani, raccontati attraverso immagini dove la figura umana trova equilibrio e appartenenza all’interno degli spazi urbani. Legato alla street photography cerca di uscire dagli schemi tradizionali con immagini che richiamano sia la foto architettonica che quella di paesaggio urbano. Ha partecipato a numerose mostre collettive con alcuni suoi progetti e diversi suoi lavori sono stati pubblicati in varie testate fotografiche on line. https://www.tumblr.com/blog/phdiegocicionesi
Solitude, ovvero della condizione fotografica
Testo di presentazione di Sandro Bini
Diego Cicionesi ha esplorato le città. Il senso del suo vagare è maturato nel tempo, in un arco di circa sei anni. La sua visione da flaneur si è affinata piano, grazie a viaggi, letture, film, fotografie, musiche: campi lunghi e piccole figure, isolate nella vastità dell’architettura della città postmoderna. Il suo è lo sguardo limpido, nitido, lungimirante e coraggioso di una utopia che non è solo urbanistica o sociale (l’integrazione dell’uomo nella architettura contemporanea) quanto piuttosto filosofica ed esistenziale. Solitude, parola che in lingua inglese contrapposta a loneliness esprime la valenza positiva dello stare da soli in un mondo apparentemente sempre più sociale e connesso, esprime infatti al tempo stesso la metafora di un’ideale condizione esistenziale, dove off line is the real luxury, e dove la vita piena si vive finalmente da soli all’aperto, lontani da uno schermo. Il fotografo percorre dunque, in solitaria, la città contemporanea e vede in lontananza altre persone: che leggono, passeggiano, fanno sport o semplicemente prendono un po’ d’aria. Le riconosce e si riconosce in loro in un momento di integrazione con lo spazio urbano, in un’attitudine altrettanto positiva di quella che lui stesso prova e sperimenta in quanto fotografo. Di fatto Diego fotografa qualcuno che come lui è da solo alla ricerca di un rapporto positivo con la città e si riconcilia, forse anche solo momentaneamente tramite quello che fa o non fa, confrontandosi con i luoghi del contemporaneo. Come autore Cicionesi da visibilità e corpo con questo suo lavoro a una possibilità-reale che ci piace e ci fa stare meglio, raccontandoci dal vero, senza finzioni o sotterfugi, quello che resta di noi, della nostra identità, del nostro rapporto con il mondo, del nostro spazio di libertà, riflettendo al tempo stesso, in modo positivo, sulla condizione fotografica come solitude, possibilità di comprensione e conoscenza.
Solitude
Testo di presentazione di Diego Cicionesi
In lingua inglese il termine solitudine viene tradotto con due differenti vocaboli, solitude e loneliness, che si riferiscono rispettivamente al piacere ed al dolore provati in condizione di esclusione. Solitudine, quindi, non con come atto estremo di emarginazione o forma di disperazione, ma come alto senso di dignità e rispetto verso se stessi. Atto volontario e consapevole per crearsi uno spazio interiore contemporaneamente alla realizzazione di una barriera invisibile eretta per costruire una protezione a ciò che possa ostacolare identità e aspirazioni. Solitude fotograficamente è stato osservare l’uomo le forme urbane ed architettoniche, di grandi città contemporanee concedendosi la possibilità di assorbirle e rielaborarle tramite la visione monoculare e monocromatica. Solitidue è stato riscoprire, in una architettura ben gestita, la possibilità di vivere una dimensione che faciliti la socievolezza, semplicemente osservando lo scorrere del mondo. Solitude è nato dall'idea di rinnovare, durante percorsi urbani della durata di sei anni, l'osservazione fotografica di questo isolamento positivo che non è resa ma coraggio e determinazione nel recuperare forza interiore ed energia. Solitude è questo continuo conoscersi, esplorarsi fino ad amarsi ed accettarsi. Solitude è la semplicità del gesto solitario, qualunque sia, di chi si accompagna con se stesso, senza dimenticarsi dell'altro ma chiedendo semplicemente rispetto. Isolamento temporaneo come atto volontario e non come atto subito.
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